12 Novembre 2021

Messaggi disperati dalle case popolari

Qualora servissero prove a dimostrare che è sempre più imperativo tornare in Aler per le case MM oggi vi portiamo due casi generati dall’estrema efficienza di Sala e della sua giunta. In particolare  nelle case popolari in via Tofano, con i problemi alle caldaie e in via Saint Bon, anche, oltre che avere ulteriori danni per il non funzionamento di almeno un ascensore. I messaggi sono stati mandati da inquilini disperati all’ex Consigliere di Municipio Franco Vassallo. Partiamo dalla caldaia. La storia va avanti da quattro mesi e sta impedendo all’inquilino di lavarsi. Purtroppo dopo la visita in via Creta del presidente di MM Dragone insieme al candidato (indovinate la coalizione) Abbagnale, la dirigenza non si è più vista tra i palazzi di proprietà del Comune. E quindi non è stato possibile far notare quanto male stiano lavorando da quelle parti… “Buon giorno dott Vassallo. Solo per aggiornarla. Da inizio luglio ad oggi ho pagato tre inutili uscite dell’assistenza caldaia. Nonostante sostituzioni e integrazioni, la caldaia è ancora in blocco. Da 3 settimane sono senza acqua calda e senza riscaldamento… Dopo tutto questo disagio cosmico, hanno deciso di sostituire la caldaia. Intanto mi sto arrangiando con una stufetta. Attendo la chiamata del tecnico per l’appuntamento. Buona giornata” E poi ci sono i casi davvero gravi, quelli in cui l’inquilino rischia addirittura la vita: “Scusami, Franco. Era all’Humanitas per l’intervento al quale dovrò sottopormi a breve, quindi una cosa più importante dei casini MM. Ho appena sollecitato per iscritto la sostituzione della caldaia. Impensabile, anche in previsione di quanto sopra, dover aspettare ancora. Ci risentiamo con calma. Grazie. Bene! Sollecitato ancora a numero verde cambio caldaia. Dal 10 Novembre altri esami, intervento il 12. Speriamo che si decidano!!! Ciao. Sono passate 3 settimane dalla mia prima segnalazione. Visto. Risollecitato ieri e oggi al numero verde sostituzione caldaia. Fatto presente che settimana prossima devo sottopormi a intervento chirurgico. Il ragazzo del call center ha detto che risollecita, ma pensa che la sostituzione non avverrà prima di fine novembre. Ma stiamo scherzando? Mi sono già beccata sintomi da raffreddamento.” Ma torniamo al problemi ascensori. Dopo le persone che non hanno potuto votare causa guasto e lo scandalo della puleggia, abbiamo due signore bloccate in casa da una scheda che non funziona. Una di loro ha addirittura finito il cibo. Non può nemmeno farsela portare a casa perché i fattorini non fanno sei pieni di scale. E come dare loro torto? “Ciao Franco speriamo che domani vengono veramente ad aggiustarlo xché io ho proprio quasi finito tutto sono veramente vergognosi vogliono solo i soldi abbiamo ricevuto gli affitti venerdì 5 ma la data di pagamento è 25 ottobre e ti scrivono di essere puntuale dovrebbero mandare gli affitti nei mesi giusti in modo che si possa pagarne uno alla volta invece così se ne devono pagare due assieme non se ne può più ti ringrazio e ti auguro una buona giornata” E poi ti viene il vago sospetto che ti prendano per i fondelli… “Buongiorno Franco qui siamo ancora senza ascensore dovevano venire ieri ma ci hanno detto che il pezzo non era ancora arrivato che sarebbe arrivato oggi e come arrivava sarebbero venuti a metterlo finora non si è fatto vedere nessuno io non ho più spesa siamo al limite della pazienza scusami ma volevo farti sapere in che condizioni siamo mi scuso per lo sfogo ti auguro una buona giornata” Insomma, come commenta Franco Vassallo: “La sinistra non restituirà mai abbastanza in fretta l’amministrazione delle case popolari ad Aler. Che non sarà un paradiso di efficienza. Ma che almeno al telefono rispondeva…”

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Tutela legale per gli agenti di polizia: appello del Sap a Draghi

Tutela legale per gli agenti di polizia: appello del Sap a Draghi. Nella giornata di oggi 11 novembre 2021 il SAP, a firma del Segretario Generale Stefano Paoloni, ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio Mario Draghi, per attenzionarlo a quella che è la difficile e farraginosa situazione, legata alla tutela legale dei nostri uomini in servizio. In un periodo storico come questo, dove i nostri uomini in divisa sono particolarmente attaccati e dove espletare al meglio le proprie funzioni di sicurezza sembra essere diventata la cosa più complessa, abbiamo rilevato che l’argomento legato alla “Tutela Legale” dei nostri uomini, non è stato incluso nel disegno di legge di bilancio per l’anno finanziario 2022 inviato a Bruxelles e che nei prossimi giorni sarà sottoposto all’esame del Parlamento. “Essendo per noi un elemento imprescindibile, abbiamo ritenuto opportuno porre all’attenzione del Presidente del Consiglio, questo vuoto all’interno della legge di bilancio.” Siamo ancora in tempo perché questa proposta, legata alla tutela legale degli agenti, possa essere ivi inserita e argomentata in sede di discussione parlamentare. Dice Stefano Paoloni: “Ad oggi il personale delle forze dell’ordine non può contare su una completa tutela legale per fatti di servizio. Infatti, nel momento in cui è costretto a difendersi nei procedimenti penali per fatti di servizio, è obbligato a sostenere le spese legali di tasca propria. Purtroppo i casi in cui il personale è costretto ad avvalersi di una difesa legale sono davvero numerosi. Un esempio tra i tanti che ha assunto gli onori della cronaca è quello di Stazione Termini di questa estate dove si ricorderà che un nostro collega è stato obbligato a ferire ad una gamba una persona che brandiva pericolosamente un coltello.” Tutto ciò accade a causa delle, sempre più numerose, strumentalizzazioni che vengono utilizzate “[…] Strumentalizzazioni volte a farne modificare il ruolo all’interno del procedimento penale. Infatti, l’agente o ufficiale di p.g. da testimone passa a quello di imputato in procedimento connesso. In tal modo viene sminuita la valenza probatoria della sua testimonianza.” Questa è una battaglia che il SAP porta avanti da anni e che, a causa del deterioramento della situazione attuale nei confronti di chi espleta le proprie funzioni di sicurezza e ordine pubblico, sta diventato sempre più urgente da risolvere. Fiduciosi in una presa di coscienza da parte delle Istituzioni, continuiamo a portare avanti la nostra causa.

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Flash Mob in piazza Duomo contro la demolizione di San Siro e la “sparizione” di 5 ettari di verde

Flash Mob in piazza Duomo contro la demolizione di San Siro e la “sparizione” di 5 ettari di verde. Oggi, in piazza Duomo flash mob dei Cittadini del coordinamento San Siro e la rete dei comitati milanesi per protestare contro la decisione della Giunta Sala di abbattere lo stadio Meazza e far sparire cinque ettari di verde con la costruzione di un nuovo stadio sul Parco dei Capitani. I partecipanti del flash mob hanno partecipato con magliette, gialle o bianche, fischietti, cartellini gialli per “ammonire” la giunta per una serie di falli realizzati in questa vicenda. Commenta Gabriella Bruschi, presidente del comitato “Coordinamento San Siro: “Lo stadio Meazza è un monumento storico, ancora in buona salute, e abbatterlo per far spazio a infinità di edifici imponenti sul suolo pubblico è uno scempio ambientale e un’ingiustizia. Solo per favorire le squadre di calcio”.

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A Rescaldina sabato 13 i Judy in the Case a La Tela

A Rescaldina sabato 13 i Judy in the Case a La Tela. Il quartetto composto da Alessandro Restelli, Massimo Beretta, Paola Martino e Daniela Grisetti fa rivivere le atmosfere di Crosby, Stills, Nash & Young in un concerto acustico. Inizio alle 21.30. Una ventata di West Coast a La Tela. L’osteria sociale del buon essere di Rescaldina (MI), che ha ridato vita a un immobile sottratto alla criminalità organizzata, ospita sabato 13 novembre (inizio alle 21.30) il gruppo Judy in the Case, un quartetto acustico proveniente dalla provincia di Varese che fa rivivere le atmosfere di Crosby, Stills, Nash & Young. Reduci dal loro ultimo lavoro “Old Tales” (2021, per l’etichetta Barnum) Massimo Beretta (voce e chitarra), Paola Martino (voce), Daniela Grisetti (voce) e Alessandro Restelli (chitarra) portano sul palco de La Tela le magiche atmosfere della musica West Coast americana dove chitarre acustiche e tre voci molto ben affiatate presentano armonizzazioni vocali alla CSNY e cover di Eagles, Jackson Browne, Buffalo Springfield, James Taylor, Beatles e Joni Mitchell. Nato da un’idea di Alessandro Restelli, del chitarrista rock /blues, il quartetto prende velocemente forma circa sei anni fa con l’ingresso di Massimo Beretta, cantante e chitarrista, e delle voci di Sara Russo e Daniela Grisetti. L’amalgama vocale permette di dare vita a riproposizioni personali dei brani di Crosby, Stills & Nash e di altri autori. I brani si arricchiscono di arrangiamenti velati di sfumature blues, grazie all’uso della “slide guitar” e del “dobro” di Alessandro Restelli e le armonie vocali prendono vita nuova, pur mantenendo un rispettoso contatto con le parti originali. Partendo da CSNY, il repertorio si sviluppa attorno alla storia della musica West Coast, senza però dimenticare Byrds, Buffalo Springfield e gli inglesi Hollies, e passando anche per Joni Mitchell, Jackson Browne, James Taylor e gli Eagles, approdando a Beatles e Rolling Stones e Janis Joplin. Al debutto live nel 2015 all’Arlecchino di Vedano Olona, segue l’anno successivo il Cd autoprodotto “Live in the living room” registrato volutamente in presa diretta e senza alcuna sovraincisione. Nel febbraio 2017 la formazione subisce un avvicendamento fra le voci femminili con  l’ingresso di Paola Martino al posto di Sara Russo. Nel 2021 con la nuova formazione e il coinvolgimento di svariati ospiti realizzano il Cd “Old Tales” per l’etichetta Barnum. Inizio alle 21.30. Ingresso libero con green pass. La Tela è un bene sequestrato alla criminalità organizzata, affidato al Comune di Rescaldina e gestito in ATI dalle cooperative La Tela e Meta insieme con altre associazioni del territorio. È ristorante e centro di aggregazione e di promozione sociale e culturale. Info: Osteria sociale del buon essere “La Tela” Strada Saronnese, 31 Rescaldina (MI) Tel: 0331.297604 www.osterialatela.it Facebook:  https://www.facebook.com/osterialatela/

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Hackers: come difendersi. Protezione, mitigazione o accettazione del rischio?

Hackers: come difendersi. Protezione, mitigazione o accettazione del rischio?  di Vito Coviello, Socio AIDR e Responsabile Osservatorio Tecnologie Digitali nel settore dei Trasporti e della Logistica  Sappiamo tutti bene che i computer hanno cambiato la nostra vita nelle attività  lavorative  e in quelle private.  Tutti i nostri dati  sono ormai trasferiti su aree di memoria residenti nei vari dispositivi o sul cloud. In molti casi per mantenere aggiornati i nostri documenti  e renderli accessibili  dai differenti dispositivi in nostro possesso, ci serviamo di applicazioni che consentono  di archiviare i contenuti multimediali su server remoti  condivisi poi dai  vari dispositivi dell’utente: ad esempio il sistema iCloud  Apple consente di archiviare e rendere   disponibili  in modalità sincrona i ns. dati  tra iPhone, iPad, iPod touch,  Mac e PC Windows. Tutti i dati aziendali e privati  sono quindi conservati  nelle modalità di cui sopra,  semplificandone di fatto la gestione e riducendo il carico fisico sui lavoratori. Ma non ci sono solo i benefici, sono purtroppo    anche aumentati  in modo esponenziale i rischi di furto di dati e di danneggiamento dei sistemi ad opera degli Hacker. Esistono diversi tipi di hacker, classificabili anche per le differenti tipologie di attacchi e di tecniche che utilizzano.  Se ne elencano di seguito alcune tipologie: White Hat Hackers. Black Hat Hackers. Gray Hat Hackers. Script Kiddies. Green Hat Hackers.   White Hat hacker La prima categoria  è quella degli hacker professionisti  che lavorano per i Governi e le organizzazioni  con il compito di  testare il livello di sicurezza informatica dei rispettivi sistemi:  la loro attività di  hacking  ha lo scopo di identificare i punti deboli  e di correggerli immediatamente per impedire i possibili attacchi esterni. Questi hacker “etici”  hanno il compito di prevenire gli attacchi,  di proteggere e di assistere i governi, le organizzazioni  e le aziende. Black Hat hacker Gli hacker black hat attaccano i sistemi  per accedervi in modalità non autorizzata con la finalità di rubare o distruggere il sistema.  Svolgono attività criminale e normalmente operano con lo scopo di trarre profitto dai dati rubati per venderli ad altri o per ottenere dei riscatti dalla stessa azienda al fine di sbloccarne l’utilizzo. Gray Hat Hackers Ci sono poi i Gray Hat  hackers: sono hackers esperti ma agiscono per divertimento,  sperimentando  azioni per incrinare le difese delle reti e dei sistemi.  Sono classificato come Gray Hat Hacker quando decidono di trarre un vantaggio  personale. Script Kiddies Sono gli hackers dilettanti: cercano di hackerare  i sistemi utilizzando script di altri hacker per attrarre le attenzioni. I loro  attacchi sono definiti con l’acronimo DDoS (Distribuited Denial of service) o DoS (Denial of service): indirizzano verso un determinato IP un traffico eccessivo fino a farlo collassare.  Attaccano siti web con lo scopo di creare confusione e di bloccarne l’utilizzo. Green Hat Hackers Nella scala degli hackers sono quelli che stanno imparando a diventare veri  hacker: cercano opportunità e sperimentano per crescere nel mondo dell’hacking. La lista potrebbe allungarsi ancora, ma le tipologie di cui sopra sono abbastanza rappresentative del pericoloso  fenomeno di hacking presente in un mondo che  poggia sempre più ogni attività,  ogni interesse politico,  economico,  sociale e   industriale  sulle reti e sul web,  traendone indubbi benefici  ma esponendosi sempre più ai rischi di attacchi informatici. Non desta stupore quindi che il Governo degli Stati Uniti  abbia offerto una taglia di circa 10 mln di dollari per avere informazioni sul gruppo di Hacker  noto come “dark side”,  che  avrebbe condotto a maggio u.s. un attacco ransomware  ad un vitale oleodotto lungo  5.500 miglia sulla  costa orientale USA. L’attacco informatico ha causato una interruzione del servizio della compagnia Colonial Pipeline causando una  carenza di carburante per diversi giorni:  sembrerebbe che per sbloccare la situazione sia poi stato pagato un riscatto di circa 4,4 mln  in Bitcoin. Gli attacchi di tipo ransomware stanno diventando sempre più frequenti  perché bloccano di fatto le attività delle aziende attaccate  e queste ultime nella maggior parte dei casi sono costrette a pagare un riscatto per poter riprendere le attività. Le  piccole / medie  imprese  spesso non si preoccupano molto della sicurezza informatica ed è per tale motivo che diventano il  bersaglio preferito  dagli hacker  essendo i loro sistemi e le loro reti più facilmente attaccabili.  Le  loro aziende sono messe di fronte ad una terribile scelta: pagare per riavere la disponibilità dei dati o perderli per sempre. Si calcola che solo in USA sia stato stimato un giro di affari  di alcuni miliardi di dollari per il 2021  richiesti per il ripristino dei dati hackerati con il fenomeno dell’estorsione informatica. La categoria dei   “Black Hat Hacker”  cresce sempre più rapidamente  e   questi  gruppi  stanno diventando vere e proprie sofisticate ed attrezzatissime organizzazioni in grado di mettere in ginocchio molte attività strategiche nel mondo.   Come avviene un attacco? Sono molte le modalità con cui è possibile apportare un attacco Ransomware.  A volte  il ransomware è distribuito  attraverso le falle di sicurezza del sistema operativo di una determinata tipologia di dispositivi  per poi infettare l’intero sistema aziendale senza che vi sia stata alcuna incauta azione dell’utente. Per  esempio, le versioni precedenti di Microsoft Windows  sono particolarmente vulnerabili quando non sono più supportate dalle patch di aggiornamento. Altre volte un ransomware può essere attivato  cliccando su di una mail di phishing o scaricando un allegato di posta elettronica: il virus  una volta attivato può assumere il controllo di un computer  o dell’intera rete. Le tipologie di attacco sono sostanzialmente due: Criptografia dei dati dell’utente che non potrà più accedervi senza una chiave per decriptare i medesimi Il blocco dell’utente fuori dai propri dispositivi e non può accedervi, in questo caso si può rimediare con un intervento di un esperto di sicurezza.   Ci sono poi gli attacchi di tipo DDoS (Distributed Denial of Service): in questo caso l’hacker invia un potente flusso di traffico internet con lo scopo di rallentare il sistema attaccato fino anche a bloccarlo.  Spesso si utilizza questo tipo di attacco per compromettere temporaneamente l’efficacia dei firewall  e delle altre infrastrutture di sicurezza  per avere il tempo

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