17 Aprile 2021

Analizzare la crisi economica e sociale per creare opportunità

Dall’analisi andamentale dei fallimenti negli ultimi 10 anni, in base ai dati Cerved, si può notare come, dopo un triennio di picco costituito nel periodo 2013-2014-2015, il 2019 aveva segnato un ennesimo periodo di riduzione attestandosi a 11.110 fallimenti. Il dato del 2020 risulta essere ridotto ma non può essere confrontato con gli anni precedenti per dei fattori in particolare: •sospensione delle attività dei Tribunali •blocco dei licenziamenti. Sembra essere la quiete prima della tempesta. Circa un terzo delle pmi opera nel campo del commercio, della ristorazione e del turismo, settori particolarmente colpiti dalla pandemia. Inoltre, almeno nel 40% delle imprese si accende un indicatore di criticità di crisi. Secondo una stima si prevede che nel 2022-2023 ci troveremo a dover affrontare una mole di aziende in crisi pari a circa 25.000 aziende, più del doppio dei fallimenti gestiti nel corso del 2019. Il dato deve comunque essere inquadrato nella situazione economica nazionale che vede una crescita del pil, nel 2021, tra il 4 e 4,5% mentre per il 2022 al 4,8%. Ma di cosa hanno bisogno oggi le PMI? La chiusura prolungata ha sicuramente danneggiato molte PMI sottocapitalizzate, anche se economicamente molto valide, ed i vari contributi non hanno certo aiutato in maniera convinta le loro casse. Per assicurare la loro ripresa occorre assicurare loro una finanza di lungo periodo che permette di riavviare il volano economico delle proprie attività e ripartire con serenità, confortate dai dati macroeconomici diffusi dal Governo e da Bankitalia. Così come ha detto il Presidente Draghi, attraverso il “debito buono” occorre “scommettere sulla crescita”. Ed oggi il sistema bancario e ancor prima le garanzie dello stato devono mettersi al servizio delle pmi. Ma non basta. Occorre: •incentivare gli accorpamenti delle pmi (come ad esempio le reti d’impresa) per dare maggiore solidità e competitività •istituire voucher per la copertura dei costi di risanamento e ristrutturazione per la crisi da covid-19 •snellire e velocizzare le procedure concorsuali di risanamento •“stimolare” l’ingresso di capitali in aziende in crisi in corso di risanamento per covid-19 •finanziare principalmente il MADE IN ITALY Ma è necessario anche porre dei correttivi per evitare un abuso di inventivi o di perdere il controllo e generare un effetto contrario attraverso: •Monitoraggio precoce delle imprese al fine di pianificare tempestivamente le misure di aiuto e, quindi, no alla proroga per l’approvazione dei bilanci di esercizio; •Eliminare le politiche di bilancio che non fanno emergere le perdite subite, quali calcolo degli ammortamenti; •Sospendere la normativa EBA che penalizza oltremodo gli sconfinamenti bancari e crea un blocco all’utilizzo degli affidamenti bancari; •Dare corso alla direttiva EU 2019/1023 sulla crisi d’impresa che al punto 68 prevede: “per incoraggiare i nuovi prestatori (finanziatori ndr) ad assumere il rischio maggiore di investire in un debitore sano che versa in difficoltà finanziarie, potrebbero essere necessari ulteriori incentivi, ad esempio dare a tali finanziamenti la priorità almeno sui crediti non garantiti nelle successive procedure di insolvenza” LA DIRETTIVA DOVREBBE ESSERE ADOTTATA ENTRO IL 21.07.2021, MA E’ STATA CHIESTA UNA PROROGA DI UN ANNO, TUTTAVIA LA RACCOMANDAZIONE E’ CHIARA E PRESENTE. Ultima considerazione da tenere presente è che 500 miliardi di euro rappresentano i risparmi in eccesso accumulati dalle famiglie europee. In questa classifica gli italiani sono secondi con un valore che rappresenta il 4,9% del PIL. Sicuramente potranno rappresentare un ottimo investitore o finanziatore per il rilancio dell’economia italiana. Infine, l’impatto delle misure di contrasto al Covid hanno avuto effetti pesanti sull’occupazione. Nonostante gli ammortizzatori sociali covid e il blocco dei licenziamenti in un anno sono andati persi oltre 600mila posti di lavoro e altri se ne perderanno. La crisi profonda cambierà per sempre la vita delle persone e l’economia vivrà importanti riorganizzazioni. Va gestita la transizione dal vecchio al nuovo, aprirsi a nuovi mercati, creare nuove competenze e per questo servirà un grande intervento sul lavoro. Di questo se ne discuterà lunedì 19 aprile 2021 in un webinar dal titolo Analizzare la crisi economica e sociale per creare opportunità l’on. Irene Tinagli – economista, parlamentare europea Stefano Binda – segretario generale CNA Lombardia Alvise Biffi – vice presidente piccola industria Confindustria interverranno: Francesco Fedele – segretario Milano PerCorsi Mario Giaccone – Università degli Studi di Torino Gaetano Lisi – Università Telematica eCampus Fabrizio Garofoli – studio Morri Rossetti di Milano Alberto Valcarenghi – commercialista in Cremona. l’incontro sarà moderato da Marcello Guadalupi – presidente Milano PerCorsi L’appuntamento è per le ore 17.00 sul canale 45 su https://www.canaleeuropa.tv/ per info 3275477139 segreteria@milanopercorsi.it

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Albertini perché no?

Albertini perché no? La candidatura di Gabriele Albertini è sulla bocca di tutti. Di nuovo. Perché è l’unico nome emerso finora che sembra avere i numeri per battere Giuseppe Sala. E oggi se ne parla perché anche Matte Salvini spinge sul suo nome. Albertini ha una storia di successo, perché la Milano scintillante dei grattacieli, della Darsena e dello splendore post Expo 2015 l’aveva impostata lui. Poi Pisapia e Sala hanno avuto la saggezza di completarne i progetti, ma l’idea iniziale era di Albertini. L’uomo poi è simpatico: tende facilmente alla battuta e sa come gestire la comunicazione almeno quanto lo staff di Sala. Avrebbe anche lo spessore necessario a tenere a freno le prime donne del centro destra milanese dopo il caos in cui si è dibattuto l’ambiente per un anno. Un ritorno al passato potrebbe essere la chiave per la rinascita del centro destra con un ritorno a Palazzo Marino dopo che due mandati della sinistra hanno avuto come sintesi l’aumento del pedaggio per Area C e la devastazione del traffico milanese in nome della mobilità ciclabile. Di lavoro ce n’è e uno come Albertini potrebbe sapere dove mettere le mani grazie alla sua grande esperienza come imprenditore e come amministratore pubblico. Una speranza per una coalizione che di fatto sembrava già rassegnata a un Sala bis per carenza di alternative credibili. Allora Albertini perché no? Un passo indietro per compierne due avanti, verso un altro modello di città. In grado di portarci tutti fuori dall’impasse in cui la città è caduta, presa com’è dalle inutili discussioni su piazze temporanee e piste ciclabili mentre la gente muore di fame per la mancanza di lavoro.

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Gabriele Pandolfino: dalla lotta contro il covid all’impegno sociale

Oggi intervistiamo Gabriele pandolfino che, dopo essersi laureato in infiermeristica presso l’Università di Messina, ha maturato una pluridecennale esperienza nel campo dell’assistenza ospedaliera ed è attualmente impiegato presso il Policlinico di Milano, dove è spesso impegnato nel reparto dedicato ai malati di covid. Persona che ha sicuramente il polso sulla situazione delle corsie Milanesi, sia in tempi normali, sia nel corso della pandemia, cui vale la pena di fare qualche domanda. Buongiorno Gabriele , ci parli brevemente di lei e della sua esperienza in ambito ospedaliero, in particolare per quanto riguarda quella svolta nella città di Milano: “Mi chiamo Gabriele Pandolfino ho 40 anni, sono sposato e ho due figli. Nel 2006 ho iniziato la mia professione all’ospedale Niguarda di Milano per poi trasferirmi dopo appena un quinquennio in un distaccamento del bambin Gesù di Roma. Dopo avervi trascorso 4 anni, nel 2016 sono tornato al nord con una grande voglia di riscatto. L’esperienza milanese mi ha forgiato tantissimo poiché ho avuto la fortuna di lavorare nei migliori ospedali e dipartimenti della Lombardia”. Come valuta il livello di assistenza offerto ai malati milanesi nei periodi non emergenziali? “Il livello di assistenza, è inutile negarlo, ha fatto i conti con i tagli, turnover etc etc che la sanità tutta ha subito. Gli anni ottanta, di cui io non ho esperienza ma che i miei colleghi più anziani mi riferiscono era un’altra cosa. Gli anni 90 e poi 2000, malgrado la formazione universitaria si avvicinava sempre più a quella anglosassone, le dotazioni organiche e l’aumento della burocrazia hanno influito negativamente sulla qualità dell’assistenza infermieristica”. Quanto ha inciso l’emergenza sanitaria sulle vostre attività ordinarie? “Ha inciso sconvolgendo ogni pilastro a cui l’assistenza infermieristica si basava. E’ stato necessario reinventare tutto”.  Ci parli del suo impegno all’interno del reparto covid: “ll mio impegno nei reparti COVID è stato vissuto, nella prima ondata, con uno spirito di dovere. La gente ha lavorato pensando soltanto ad assistere e salvare vite. La seconda e terza ondata è stata vissuta molto male, errare humanum est,​ perseverare autem diabolicum. ​Se non esisteva alcun piano strategico a febbraio ci saremmo aspettati di vederlo a giugno. ZERO!”. Che giudizio ha su come Stato, Regione e Comune hanno affrontato l’emergenza sanitaria? “La pandemia ha evidenziato tutti i difetti rispetto alle competenze contenute. Tutti sappiamo della totale assenza dei piani pandemici nazionali. Anche in questo caso le regioni organizzate meglio sul territorio hanno risposto con più adeguatezza, tipo Veneto, ​Emilia Romagna , etc. la Lombardia, purtroppo pesantemente colpita per prima, è rimasta spiazzata!”. Se potesse dare un suggerimento alle istituzioni quale sarebbe? “La politica sanitaria in Lombardia è rimasta quella dei tempi di Forza Italia e Formigoni. La Lega, malgrado abbia avuto 2 governatori come Maroni e Fontana non ha riformato ciò che era stato creato nel ventennio Formigoniano. Personalmente avrei sfruttato questa condizione imponendo a tutte le strutture private la gestione del covid, liberando gli ospedali pubblici per poter dare assistenza ordinaria ai pazienti critici negativi. Sarebbe stato come ripagare i cittadini della politica di privatizzazione attuata in passato”. Al di fuori dell’attuale situazione emergenziale, come valuta la gestione della sicurezza all’interno degli ospedali milanesi? “Spero che dopo questa esperienza gli ospedali riformino la loro organizzazione completamente, tenendo conto che dopo il covid ci può essere altro. Insomma impariamo la lezione”. Ha qualche suggerimento in materia di sicurezza ospedaliera? “Rivedrei sostanzialmente i percorsi rispetto agli accessi. IL problema era ben evidente anche prima. Un paziento con la febbre deve avere un suo percorso che parte dal pronto soccorso e finisce nelle degenze dedicate”. E’ ottimista o pessimista in merito alla fine dell’emergenza? “Ottimista sempre!”. Si parla di un suo futuro impegno politico vuole parlarcene? “Certamente! Già da diverso tempo mi occupo dell’interesse generale facendo volontariato e desidererei partecipare alla gestione della cosa pubblica, considerando il bene della collettività come via maestra per giungere alla realizzazione personale. Penso che oggi ci sia bisogno di una nuova generazione di politici capaci di coniugare rigore morale e competenza. Concludendo penso che l’impegno politico deve essere concepito come un compito di altissimo valore e se mi sarà data l’opportunità di provare a fare politica attiva cercherò di essere degno della fiducia ricevuta”.

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De Chirico (FI): mentre il consiglio è riunito Sala riceve partecipanti ai disordini

“Alle prime luci del giorno sono stato avvisato da amici residenti di San Siro che erano in corso dei controlli nel quartiere”, lo riferisce Alessandro De Chirico, Consigliere Comunale di Forza Italia . “Sono state perquisite abitazioni di una decina di giovani coinvolti nel grave episodio di sabato scorso. – continua l’azzurro – Grave almeno quanto l’invito del Sindaco rivolto a due rappers, tra i promotori dell’adunata di via Micene, a Palazzo Marino, mentre era in corso una importante seduta di Consiglio comunale con l’audizione dei revisori dei conti del Comune. Questa la risposta del primo cittadino alla sassaiola di sabato, così tutti i milanesi sanno da che parte sta. Mentre lui è in campagna elettorale e cerca consensi da rapper e influencer perché così suggerito dai suoi spin doctor, spero che i controlli di questi giorni nella banlieu milanese siano i primi di una lunga serie e che si arrivi davvero a controllare porta a porta tutti gli occupanti abusivi delle case popolari. Io continuerò a portare avanti i progetti di riqualificazione del quartiere – conclude De Chirico – ma non solo durante la campagna elettorale”.

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Covid: forte calo ricoveri e 87 i decessi

Con 47.103 tamponi effettuati, sono 2.431 i nuovi positivi in Lombardia con il tasso di positività stabile al 5,1% (ieri 5.2%). Continua il calo sia dei ricoveri in terapia intensiva (-11, 728) sia soprattutto negli altri reparti (-256, 5.131). I decessi sono 87 per un totale complessivo di 32.146 morti in regione dall’inizio della pandemia. I dati di ieri:  i tamponi effettuati: 47.103 (di cui 30.057 molecolari e 17.046 antigenici) totale complessivo: 8.872.725  i nuovi casi positivi: 2.431 (di cui 131 ‘debolmente positivi’)  i guariti/dimessi totale complessivo: 677.650 (+2.867), di cui 4.913 dimessi e 672.737 guariti  in terapia intensiva: 728 (-11)  i ricoverati non in terapia intensiva: 5.131 (-256)  i decessi, totale complessivo: 32.146 (+87) I nuovi casi per provincia: Milano: 791 di cui 302 a Milano città; Bergamo: 210; Brescia: 300; Como: 144; Cremona: 67; Lecco: 94; Lodi: 38; Mantova: 133; Monza e Brianza: 289; Pavia: 131; Sondrio: 52; Varese: 105.

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Salvini sempre più convinto della candidatura di Albertini

Gabriele Albertini potrebbe essere il prossimo candidato del centrodestra alla poltrona di sindaco di Milano. A confermarlo è stato il leader della Lega, Matteo Salvini, al termine della sua visita all’hub vaccinale della ‘Fabbrica del Vapore’. “L’ho sentito più di una volta e abbiamo fatto come si fa al bar ad una certa età – ha commentato -. Abbiamo rievocato i bei tempi antichi e abbiamo ricordato quanto Milano sia cambiata grazie alla sua giunta e sotto la Lega, nonostante in passato non siano mancati gli scontri tra me e lui. Per me è stato un ottimo sindaco” e Salvini è convinto “che possa essere anche un ottimo sindaco per il futuro”. “La decisione non è solo mia – ha aggiunto il leader del Carroccio -. Gli ho parlato io ripetutamente e non mi permetto di parlare a nome di altri, anche se i responsabili locali di Fdi ci hanno governato con Albertini, De Corato era suo vicesindaco, ne ho parlato con Berlusconi e con gli attuali consiglieri comunali e penso che Albertini per Sala sia una bella sfida sui progetti”. ANSA

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