20 Aprile 2020

Morto il Lama Rinpoche fondatore del Centro Buddhista di Milano

E’ morto ieri per il coronavirus Lama Gangchen Rinpoche, importante lama tibetano e promotore instancabile del dialogo tra le religioni e i movimenti spirituali, ha incontrato tra gli altri Papa Giovanni Paolo II, Madre Teresa di Calcutta, Kofi Annan. Nato nel Tibet occidentale nel 1941, giovanissimo fu riconosciuto come la reincarnazione di un lama guaritore. Ha poi compiuto l’iter educativo tradizionale di un lama prima in Tibet e poi in India. È stato discepolo diretto dei più grandi lama del secolo scorso, come Trijang Dorje Chang, suo guru principale e Zong Rinpoche, suo maestro di medicina tibetana e astrologia. Negli anni 80, ha iniziato a viaggiare in Europa per risiedere poi definitivamente in Italia, dove ha fondato il Centro Buddhista Kunpen Lama Gancen di Milano, membro dell’ Unione Buddhista Italiana, attivo sin dal 1989. Il soprannome da lui tanto amato “Lama Marco Polo” prende spunto proprio dal nome della via in cui è situato il centro milanese, che si è poi esteso sul Lago Maggiore, a Verbania, con il nome di Albagnano Healing Meditation Centre dove il Maestro ha trascorso gli ultimi giorni. Nel 2005 Lama Gangchen Rinpoche aveva portato a Milano Le sacre reliquie di Buddha in una esposizione aperta al pubblico in collaborazione con il comune, dopo averle accompagnate per un tour mondiale che terminò alle Nazioni Unite. In Oriente tramite la Fondazione Help in Action Onlus ha portato sostegno materiale in Nepal, India, Mongolia e Tibet-China, per la costruzione di monasteri, scuole, strade, ospedali e acquedotti e per la cura dell’ambiente con la piantagione di alberi. ANSA

Morto il Lama Rinpoche fondatore del Centro Buddhista di Milano Leggi tutto »

Trivulzio, ancora morti e trasferimenti di malati covid

“La situazione al Trivulzio è molto critica. Dalle informazioni non ufficiali, da inizio marzo sono circa 200 gli anziani deceduti su 1.000 degenti, circa 200 sono quelli positivi, il personale è fortemente sotto organico, su 1.100 operatori sanitari quasi 300 sono a casa in malattia. Bisogna intervenire subito per salvare le vite dei nostri genitori e nonni“. Lo scrive in una nota Alessandro Azzoni, portavoce del Comitato Giustizia per le vittime del Trivulzio: “c’è un silenzio assordante da parte delle Istituzioni, a partire dalla Regione, responsabile della gestione sanitaria“. “Stanno continuando a trasferire i pazienti da un reparto all’altro, senza aver fatto nemmeno i tamponi, lo fanno la sera di nascosto, gli anziani continuano a morire, la situazione non è migliorata“. E’ il racconto all’ANSA di un’operatrice sociosanitaria che da “31 anni” lavora al Pio Albergo Trivulzio di Milano. “La prima mascherina nel mio reparto si è vista il 22 marzo“, ha aggiunto, spiegando che lei “il 12 marzo chiese di averne una, ma a me come ad altre colleghe che le avevano portate da casa venne intimato dalla caposala di non usarle“. E’ in corso da un’ispezione dei carabinieri del Nas all’Istituto Frisia di Merate (Lecco), residenza per anziani che fa capo al Pio Albergo Trivulzio di Milano. Da quanto si è appreso, i militari si trovano nella sala riunioni della struttura insieme ai dirigenti e stanno acquisendo documentazione. Oggi proseguono anche i controlli, come avvenuto nei giorni scorsi, del Nucleo antisofisticazione e sanità di Milano, guidato dal tenente colonnello Salvatore Pignatelli, in altre Rsa di 4 province lombarde: oltre a Milano, anche a Monza, Como e Varese.  

Trivulzio, ancora morti e trasferimenti di malati covid Leggi tutto »

Sala: per scuole e negozi orari scaglionati

Per la fase 2, quella della ripartenza, “bisogna ragionare in termini di diversi orari. Il tema degli orari della città è fondamentale: nelle scuole bisogna entrare scaglionati e i negozi devono aprire in modo scaglionato, probabilmente dovranno tenere aperto di sera alcuni“. Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha parlato delle ipotesi per la ripartenza e dei pre requisiti che secondo lui ci dovranno essere in città. Per Sala, la riapertura “va pianificata” e non “ce lo dovranno dire 48 ore prima“. “Quello che voglio dire è che non ci vengano a fare una comunicazione il sabato sera dicendo ‘da lunedì si riapre’, va pianificata la cosa“, ha aggiunto. ANSA  

Sala: per scuole e negozi orari scaglionati Leggi tutto »

Anva, Sacco: “Riaprire tutto, senza improvvisazioni e con sostenibilità economica”

Anva, Sacco: “Riaprire tutto, senza improvvisazioni e con sostenibilità economica”. L’intervento di “Franco” Francesco Sacco, Presidente dell’Associazione Nazionale Ambulanti di Confesercenti Milano, si rivolge alla categoria dei commercianti su area pubblica, per illustrare le azioni portate avanti dal sindacato: «Voglio tranquillizzare subito tutti i colleghi chiarendo che per ANVA non ci sono mercati o banchi di serie B: lavoriamo per consentire a tutti gli ambulanti di tornare quanto prima a operare sui loro posteggi così come in forma itinerante, ma occorre garantire a commercianti e consumatori la dovuta sicurezza, senza dimenticare il problema della sostenibilità economica delle nostre attività».  ANVA si sta adoperando a tutti i livelli – nazionali, regionali e locali – per rappresentare la categoria in ogni consesso politico e tecnico dove si discute della cosiddetta “fase 2”, così come delle misure di sostegno alla redditività delle imprese», riprende Sacco. «È un impegno incessante, ma penso sia importante fermarsi un attimo per fare un po’ di chiarezza, perché in giro c’è tanta disinformazione». Il Presidente degli ambulanti di Confesercenti-Milano spiega che «sul piano della sicurezza stiamo procedendo con praticità». «Dobbiamo portare a casa “passo dopo passo” un ritorno alla normalità, in un contesto in cui le istituzioni ci chiedono di prendere atto della necessità di tenere ancora sotto controllo il virus, ma nel quale non rinunciamo a far valere la nostra esperienza “su strada”». «È un lavoro di squadra: dove le loro competenze sulla salute nei luoghi di lavoro, si devono combinare alla nostra conoscenza pratica del commercio ambulante, per stabilire i requisiti minimi che dovranno essere applicati sia in termini di distanziamento che di dispositivi di protezione». «A livello operativo» aggiunge Sacco, «i primi risultati conseguiti sono il via libera alle consegne a domicilio anche per gli ambulanti, nonché la riapertura dei mercati coperti: in tal senso abbiamo agito sulla Regione, affinché ammorbidisse le più rigide norme che ha varato per il territorio lombardo». «Sempre alla Regione ci stiamo rivolgendo perché modifichi ulteriormente la propria ordinanza, consentendo che sui mercati scoperti possano tornare i colleghi alimentaristi, come previsto dalla normativa nazionale, senza però penalizzare chi per un motivo o per l’altro ancora non sia in grado di tornare al lavoro, avendo a tal fine richiesto che sia temporaneamente soppresso il conteggio delle assenze». «Ci stiamo muovendo anche per le altre merceologie: ma non facciamo confusione» specifica Sacco; «in quel caso l’interlocutore è il Governo, perché è lo stesso Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in vigore che, tra le attività commerciali al dettaglio non sospese, cita espressamente – per il comparto dell’ambulantato – la sola “vendita di generi alimentari” sui mercati». «In tal senso stiamo chiedendo che gli ambulanti siano messi sullo stesso piano degli altri commercianti al dettaglio, prevedendo l’apertura delle medesime merceologie e fugando ogni dubbio sull’operatività degli colleghi che vendano i prodotti in questione come itineranti ovvero da posteggi isolati». Secondo il Presidente ANVA-Milano «per riaprire i mercati non bastano però improvvisati piani generalisti: bisogna adeguare alle specifiche esigenze di ogni area pubblica i principi del protocollo nazionale anti-Covid sottoscritto il 14 Marzo tra Governo e Associazioni». «Rimossi i “paletti” imposti dalla normativa nazionale e regionale attraverso l’individuazione delle regole di massima da far rispettare, occorrerà dunque un lavoro certosino con i Comuni, per evitare che siano quest’ultimi a disporre sospensioni locali comunque diffuse in quelle regioni dove non esistono divieti generalizzati come in Lombardia». «In tal senso abbiamo già avuto modo d’interloquire con i tecnici dell’assessorato al commercio del Comune di Milano, ma abbiamo sollecitato anche un più ampio confronto di area vasta: dato che Città Metropolitana e Province esistono chiediamo che anche quelle istituzioni lavorino per evitare situazioni a “macchia di leopardo”, che vogliamo scongiurare sia a Milano, sia nell’hinterland, perché per ANVA non ci sono mercati od operatori di seria A e di serie B». «Nel mal comune delle aperture con tutta probabilità scaglionate dal punto di vista merceologico, il mezzo gaudio sarà comunque la possibilità di avere più spazio tra un banco e l’altro, facilitando la ripartenza di un po’ tutti i mercati». «Per la fase successiva con riaperture più generalizzate, sarà invece necessario ricorrere a misure più incisive, facendo più ampio uso di strumenti di separazione fisica e accorgimenti come l’estensione degli orari di vendita per rendere meno intensa la frequentazione dei mercati». «Mentre lavoriamo per le riaperture, non possiamo però dimenticare la questione della sostenibilità economica delle imprese ambulanti», conclude Sacco. «Per il momento siamo riusciti a spuntare la sospensione dei tributi locali, promesse di credito agevolato, e i famigerati 600€ per i colleghi non in pensione, ma per ANVA questo non basta: oltre a un’estensione e a un aumento dell’indennizzo – eventualmente anche con un fondo regionale per ristorare almeno parte dei mancati incassi – e all’effettiva erogazione del credito promesso,  chiediamo che ci sia un condono dei tributi locali come COSAP e TARI, anche in ragione delle sospensioni forzose delle attività». «Chiediamo infine anche un intervento sul tema mobilità: alla Regione abbiamo già chiesto di rinviare il termine del 30 Aprile per aderire all’accordo siglato da ANVA su MoVe-In; anche al Comune ribadiamo l’esigenza di chiarire cosa intende fare su OBU:  in un momento in cui gli ambulanti lottano per la sopravvivenza, vogliamo sperare che si prenda atto dell’impossibilità di sostituire i vecchi furgoni per gran parte degli operatori».

Anva, Sacco: “Riaprire tutto, senza improvvisazioni e con sostenibilità economica” Leggi tutto »

Spacciatori in taxi e con il car sharing, tre arresti

Continua senza sosta, durante l’emergenza Covid-19, l’attività di contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti della Polizia di Stato a Milano con i servizi investigativi e di controllo del territorio predisposti dai Commissariati cittadini e dai diversi settori operativi della Questura. In due differenti interventi di Polizia ieri sono state arrestate tre persone. Ieri mattina gli agenti delle volanti, mentre transitavano in via Pomposa, hanno notato un uomo salire a bordo di un taxi e hanno deciso di controllarlo: alla vista dei poliziotti, ha tentato di scappare verso via dei Cinquecento, zigzagando tra le auto in sosta e, inseguito dagli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale, è stato bloccato una volta tornato verso via Pomposa. Visto l’atteggiamento poco collaborativo dell’uomo, i poliziotti hanno richiesto l’intervento di altre volanti, subito giunte sul posto. In quel momento è arrivata anche una donna, una cittadina italiana di 42 anni, che ha iniziato ad urlare e sbraitare contro gli agenti, sferrando calci e pugni all’autovettura di servizio, motivo per il quale è stata fermata e denunciata per resistenza a pubblico ufficiale. L’uomo, un cittadino marocchino di 34 anni, è stato trovato in possesso di 6,8 grammi di cocaina e 1970 euro in contanti in banconote di piccolo taglio: i poliziotti lo hanno, pertanto, arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Nel pomeriggio, invece, in via Giovanni da Cermenate, gli agenti del Commissariato Scalo Romana hanno proceduto al controllo di due persone a bordo di un’utilitaria in servizio di car sharing. I due, cittadini marocchini di 28 e 25 anni, hanno dichiarato ai poliziotti di essersi recati a fare la spesa presso un supermercato nelle vicinanze. Una volta controllati, all’interno di uno zaino sono state trovate 11 confezioni di droga per un peso di 151,7 grammi di marijuana e 10,8 grammi di hashish. Ogni confezione aveva scritto il nome del destinatario e il relativo peso. Nel cassettino porta oggetti dell’autovettura, inoltre, sono stati rinvenuti 400 euro e dei post-it con gli stessi nomi presenti sulle confezioni dello stupefacente. Il più giovane dei due, il 25enne, aveva con sé 700 euro in contanti e a Cornaredo (MI), presso la sua abitazione, i poliziotti hanno rinvenuto e sequestrato ulteriori 444 grammi di marijuana, 70 grammi di hashish e due bilancini di precisione. Il 28enne, invece, è stato trovato in possesso di 70 euro in contanti e la perquisizione presso la sua abitazione a Milano ha avuto esito negativo. Entrambi sono stati arrestati per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente in concorso.

Spacciatori in taxi e con il car sharing, tre arresti Leggi tutto »

Arrivano anche a Milano gli aiuti dell’European Paratroopers Association

Anche l’EPA (European Paratroopers Association), l’organizzazione internazionale no profit, con sede in Italia, che associa i paracadutisti militari in servizio attivo, della riserva e in congedo dell’Unione Europea, della NATO e dei Paesi Amici, è scesa in campo contro il COVID-19, mobilitando il proprio Operational Detachment in supporto a enti e istituzioni locali di alcune aree nazionali ed estere, particolarmente colpite dalla pandemia. Per il nostro paese è stata scelta la Lombardia. Madrid, per la Spagna. Due settimane fa l’EPA ha lanciato sul proprio sito web e sui propri social una campagna di raccolta fondi #TIMEFORACTION per l’acquisto di mascherine e altri dispositivi di protezione individuale e strumenti medicali, che ha raccolto numerose adesioni, grazie alle quali è stato possibile inviare materiale anche alle forze di Polizia e ad altre istituzioni impegnate a fronteggiare l’emergenza a Milano e dintorni. “In questi giorni, – dichiara Giulio Festa, presidente dell’European Paratroopers Association – abbiamo ricevuto le prime generose donazioni, dai nostri iscritti in Italia, Spagna, Danimarca, Svezia, Francia, Belgio, Regno Unito, Irlanda, Grecia, Croazia, Polonia, Repubblica Ceca, Austria, Stati Uniti, Brasile e Filippine. Ma anche da alcune aziende italiane del settore, la Bruno Farmaceutici S.p.A. di Roma e la Aneva Italia srl di Lecce, che hanno voluto contribuire alla nostra iniziativa, con donazioni di dispositivi di protezione e altri presidi sanitari”. “Grazie a queste donazioni – spiega Festa – saremo in grado di inviare le prime scorte di dispositivi e altri materiali sanitari alle nostre due Task Forces dell’ Operational Detachment già impegnate sul campo, in Lombardia, sotto la guida di Alessio Fasano, e a Madrid sotto la guida di Carlos Gomez De Luna Justicia, che si occuperanno della loro successiva distribuzione“. L’’European Paratroopers Association, vede impegnata in questa iniziativa di solidarietà anche la propria Airborne School, di stanza in Slovacchia, con la produzione di mascherine e visiere protettive “Il nostro centro di ripiegamento di paracadute – spiega Edyta Wilowska, Master Rigger dell’EPA-Airborne School, ha le capacità e le attrezzature necessarie per produrre mascherine. I nostri ripiegatori, infatti, sono addestrati ad usare le macchine da cucire normalmente utilizzate per riparare i paracadute. E’ stato quindi facile per noi convertirci temporaneamente alla produzione di quello che ci piace definire il dispositivo di prima linea nella lotta contro il COVID-19. Ma non solo mascherine  – prosegue Wilowska – grazie all’impegno del nostro iscritto Martin Barabáš, che ha messo a disposizione le proprie attrezzature, saremo in grado già dalla prossima settimana di produrre anche visiere protettive stampate in 3D, un altro dispositivo indispensabile per contrastare la diffusione del virus”. “Stiamo ricevendo in questi giorni il materiale destinato a Milano – Aggiunge Alessio Fasano, membro milanese del consiglio d’Amministrazione dell’European Paratroopers Association – lo suddivideremo e consegneremo ad alcuni Commissariati di Polizia, per dare supporto a chi si occupa della sicurezza del nostro territorio oltre a donarne una parte al Consolato Cubano di Milano in segno di gratitudine per l’aiuto dato alla nostra nazione inviando personale medico e infermieristico in Italia”. L’EPA vanta al suo attivo numerose iniziative benefiche, l’ultima delle quali realizzata lo scorso dicembre, è stata l’Operation Toy Drop, “veterani paracadutisti per bambini in difficoltà”, un evento lancistico di beneficenza, il cui ricavato è stato devoluto per l’acquisto di giocattoli, dolciumi, medicinali e set di beni di prima necessità a favore dei bambini ospiti del Centro Orfani 1 di Leopoli, in Ucraina.  

Arrivano anche a Milano gli aiuti dell’European Paratroopers Association Leggi tutto »