20 Novembre 2020

Arrestato truffatore ricercato dalle Autorità Brasiliane

Ieri pomeriggio la Polizia di Stato ha arrestato un cittadino brasiliano del 1985 in esecuzione del Decreto di Estradizione emesso il 09.09.2020 dal Ministro della Giustizia, con il quale si concede l’estradizione al Governo della Repubblica Federativa del Brasile sulla base di un mandato d’arresto emesso dal Tribunale di Vitoria/Espirito Santo per il reato di truffa. Il 35enne arrestato dai poliziotti del Commissariato Lambrate è accusato dall’Autorità Giudiziaria brasiliana dei reati di frode, truffa, appropriazione indebita, associazione per delinquere e falsificazione di documenti. II brasiliano è considerato il promotore di un’associazione per delinquere finalizzata alla raccolta fraudolenta di fondi realizzata anche grazie alla complicità di direttori di banche corrotti che segnalavano correntisti con floride possibilità economiche a cui rivolgersi per proporre investimenti redditizi. Grazie alle sue competenze in materia finanziaria, il truffatore riusciva a convincere ricchi cittadini brasiliani ad affidargli ingenti somme di denaro che fingeva di investire nelle borse mondiali. Creando falsi documenti, riusciva a far credere ai truffati che il loro capitale fosse incrementato ma, una volta che questi hanno voluto verificare gli effettivi guadagni, hanno scoperto che i loro soldi erano spariti. II provento dei delitti, da quanto stimato dalle Autorità brasiliane, è di svariati milioni di dollari. L’attività investigativa dei poliziotti del Commissariato Lambrate per rintracciare il cittadino brasiliano è stata molto difficoltosa poiché l’uomo si era fatto ospitare clandestinamente da un tassista che aveva conosciuto precedentemente in carcere in Italia. Un grosso contributo agli investigatori è stato fornito da fonti fiduciarie e un’attenta analisi e sviluppo dei pochi dati acquisiti.

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Rumeno arrestato mentre spaccia dai domiciliari

Lo scorso lunedì, la Polizia di Stato ha arrestato un cittadino romeno di 19 anni, pluripregiudicato, in esecuzione di un provvedimento di sostituzione della misura cautelare degli arresti domiciliari con la misura cautelare della custodia in carcere. II 6 novembre 2020 il 19enne era stato arrestato, con altre due persone, dalla Polizia di Stato dopo che erano stati rinvenuti 3 kg di marijuana nella cantina di uno stabile di via Narni. I tre arrestati, occupanti abusivi di due appartamenti nello stesso stabile, avevano utilizzato le abitazioni come “basi operative” per la detenzione e lo spaccio al dettaglio di sostanze stupefacenti, creando disagio a tutti i condomini. Dopo l’udienza di convalida dell’arresto, celebrata con il rito direttissimo, i tre sono stati sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari in uno dei due appartamenti occupati abusivamente e per il quale era già stato richiesto lo sfratto esecutivo dalla proprietà. Un legale rappresentante della proprietà ha denunciato i tre per occupazione abusiva e per minacce gravi in quanto è stato preso di mira dai tre che lo ritenevano responsabile del loro arresto. Minacce rivolte anche ad altri condomini. Lo scorso 10 novembre il cittadino romeno è stato indagato in stato di libertà per il reato di evasione dagli arresti domiciliari. Nonostante la misura in atto, i poliziotti hanno notato un’anomala presenza di persone nei pressi dell’appartamento. Il 12 novembre, giovedì sorso, il 19enne romeno è stato indagato anche per detenzione di sostanze stupefacenti, perché i poliziotti del Commissariato Lambrate hanno trovato 210 grammi di marijuana all’interno dell’appartamento in cui era detenuto agli arresti domiciliari. In relazione alle richieste di aggravamento della misura cautelare formulate dal Commissariato, il Tribunale di Milano, il 16 novembre 2020, ha sostituito la misura degli arresti domiciliari con quella della custodia cautelare in carcere, eseguita dagli agenti lo stesso giorno. L’appartamento, occupato abusivamente è stato liberato e rimesso nella disponibilità della proprietà.

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Arrestato mentre acquista droga travestito da donna

Ieri pomeriggio a Polizia di Stato ha arrestato una donna italiana di 50 anni e indagato in stato di libertà un uomo di 32 anni per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. I poliziotti del Commissariato Porta Ticinese, nel corso delle indagini volte a contrastare il traffico di droga nella zona di competenza, hanno individuato un appartamento in via De Pretis utilizzato da una donna per vendere stupefacente. Ieri mercoledì 18 novembre nel primo pomeriggio, gli agenti, appostati all’interno dello stabile, hanno visto la donna uscire dal proprio appartamento, al 4° piano, e incontrare, al piano terra,  una persona dalle sembianze femminili cui ha ceduto un involucro in cambio di denaro. I poliziotti, che hanno assistito in flagranza alla compravendita di droga, hanno subito fermato le due persone: la spacciatrice residente nello stabile aveva 1.100 euro appena ricevuti dall’acquirente che è risultato essere un uomo camuffato da donna con una parrucca, occhiali da sole e mascherina di protezione per evitare di essere riconosciuto in quanto persona nota alla polizia per i suoi precedenti. L’uomo, un italiano di 32 anni, è stato trovato con un “pezzo” intero di cocaina, ancora da lavorare, dal peso di 20 grammi, appena comperato. Gli investigatori ritengono che non si tratti di un consumatore di stupefacente, ma che abbia acquistato la droga dalla donna per poi rivenderla al dettaglio, motivo per il quale lo hanno indagato in stato di libertà per il medesimo reato. Durante la perquisizione a casa della 50enne, i poliziotti hanno rinvenuto 70 grammi di hashish e altri 87,5 grammi di cocaina, suddivisi in 5 sacchetti di cellophane, nascosti nell’intercapedine della finestra della camera da letto. Inoltre, all’interno di una cassettiera, gli agenti hanno rinvenuto 530 euro e il materiale per il confezionamento dello stupefacente.

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Lunedì convegno per avvocati: il conflitto separativo ad alta complessità

Lunedì convegno per avvocati: il conflitto separativo ad alta complessità. Ormai da qualche tempo la complessità dello scenario che interessa la famiglia, in tutte le sue forme e le sue transizioni, implica il confronto attivo tra i professionisti che si occupano a vario titolo proprio della coppia, dei minori, della separazione. Quali le buone prassi per intervenire nelle vicende ad alta conflittualità familiare secondo un lavoro sinergico e integrato tra servizi e professionisti? Come condurre un lavoro di rete che intrecci interventi differenti e complementari, orientati al governo, alla prevenzione, alla cura degli effetti tossici della conflittualità sui figli e sui genitori? Quali le coordinate interdisciplinari da tenere a mente? Come verrà erogato? Il corso sarà erogato online attraverso la piattaforma Zoom Meetings. Per iscriversi CLICCATE QUI A chi è rivolto?​ Il corso è rivolto a studenti universitari, psicologi, specializzandi in psicoterapia, psicoterapeuti, neuropsichiatri infantili, educatori e avvocati. Chi interviene? Dott.ssa Silvia Valadé – CHAIRMAN Psicologa, Psicoterapeuta, Giudice Onorario presso la Corte d’Appello di Milano Sezione Minori, Persone e Famiglia. Dott. Riccardo Pardini – DISCUSSANT Mediatore Familiare, Pedagogista, Giudice Onorario presso la Corte di Appello di Milano Sezione Minori, Persone e Famiglia. Avv. Monica Bonessa – DISCUSSANT Avvocato del Foro di Milano Specializzato in diritto di famiglia e tutela di minori e soggetti deboli. Costi L’evento è gratuito.

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Forza Italia continua a perdere pezzi

Forza Italia continua a perdere pezzi. L’esodo è cominciato da tempo e pareva essersi fermato, invece prosegue. Sia sul territorio meneghino che in parlamento: gli ultimi nomi di peso sono appunto quelli di parlamentari come Laura Ravetto, Federica Zanella e Maurizio Carrara. Le sirene leghiste hanno convinto il trio a passare sotto le bandiere di Matteo Salvini. La versione ufficiale è il fastidio per la pendenza verso il centro sinistra di Forza Italia: ”Abbiamo deciso di impegnarci in politica, in tempi e modi diversi, convinti che i valori e i programmi del centrodestra siano la risposta giusta per il Paese. Ringraziamo Silvio Berlusconi per averci dato la possibilità di tradurre le nostre competenze e il nostro ‘sentire’ in azioni politiche concrete. In qualità di eletti su collegi uninominali con i voti di tutto il centrodestra tuttavia viviamo con disagio le sempre più ampie aperture al governo e gli ammiccamenti con il Partito democratico”. Vogliono essere sicuri di essere rieletti, dicono i maligni, ma è oggettivo che sebbene Berlusconi abbia ancora peso in Parlamento e fuori, non è più come prima: cioè non garantisce più centinaia di poltrone, al massimo decine. E quelle sono tutte prese. Un conto dunque era sacrificarsi al Caimano quando comandava solo lui, un conto invece è buttarsi nel fuoco per chi non può garantire un compenso adeguato. Un ragionamento su cui tanti, ne siamo certi, riflettono da tempo. I più “svelti” come Stefano Maullu lo avevano capito tempo fa e avevano preso la porta in direzione Fratelli d’Italia, mentre altri come Sardone verso la nuova Lega salviniana. Ora che tira aria di elezioni, si muovono anche gli altri. E non è detto che la diaspora sia finita qui, perché se la legislatura dura ci sarà da votare il nuovo Presidente della Repubblica. E dopo tre mandati tra Napolitano e Mattarella le destre, e l’equilibrio dei poteri, vorrebbero finalmente un rappresentante sul colle che decide veramente la politica italiana. I riflessi si vedono anche sul territorio, cioè nei municipi: Gabriele Legramandi è passato a Milano Popolare, una formazione centrista data per morta dopo le elezioni comunali, sebbene esprima un presidente di Municipio. Una scelta che ha spiegato così a Italpress Lombardia: “Il momento storico e sociale in cui viviamo – chiarisce Legramandi – chiede un impegno politico disposto ad abbandonare le tentazioni sovraniste e l’inseguimento del consenso a tutti i costi. Ho sentito la necessità di tornare in un contesto che rappresenti, con credibilità, la tradizione popolare, riformista e liberale a cui mi ispiro. Forza Italia mostra da troppo tempo segni di stanchezza, mentre Milano Popolare ha sempre seguito un percorso lineare e coerente”.

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Alitalia Sai: assolti Mustier, Cortesi e Laghi

Alitalia Sai: assolti Mustier, Cortesi e Laghi. Dalle ultime carte che girano in tribunale, emerge infatti che dai procedimenti in corso per il crac della compagnia aerea escono sia l’ad di Unicredit che i professori Alessandro Cortesi ed Enrico Laghi. Verranno invece con tutta probabilità rinviati a giudizio altri della lunga lista di indagati eccellenti tra cui spiccano nomi come quello di Luca Cordero di Montezemolo. Le accuse sono, semplifichiamo, di aver truccato i bilanci per ottenere profitti da una compagnia tecnicamente fallita. Spiccava tra gli esempi portati proprio a carico di Montezemolo e altri l’esborso di 600mila euro per spese di catering. E una plusvalenza ottenuta tra il 2015 e il 2016 da 39 milioni di euro che sarebbe stata ottenuta con trucchi contabili, ma che avrebbe permesso di far risultare in attivo i conti della società. Su Alitalia Sai: assolti Mustier, Cortesi e Laghi, ma per altri il processo andrà avanti. Così come procederà l’infinito decadimento di Alitalia, una compagnia fallita da vent’anni, ma che viene tenuta in vita artificialmente da massicce iniezioni di soldi pubblici. Una volta perchè si vogliono evitare i licenziamenti, una volta per salvare la “compagnia di bandiera”. Un errore dal punto di vista economico e politico, ma con solidi sostenitori che si tramandano nei decenni. Solo gli ultimi governi hanno stanziato un altro miliardo di euro per tenere in piedi una compagnia che ha smesso di camminare molto tempo fa. Proprio pochi giorni fa è stata prorogata la cassa integrazione per i 7mila dipendenti della compagnia fino al 23 settembre 2021. La nuova cassa, che interesserà dipendenti di Alitalia e Cityliner, scatta per 6.828 lavoratori. Restano dunque invariati i numeri chiesti dell’azienda all’avvio della procedura per la nuova cigs. La nuova cassa riguarda complessivamente 6.622 dipendenti di Alitalia Sai e altri 206 di Cityliner. Nello specifico, per Alitalia l’ammortizzatore interessa 3.339 lavoratori del personale di volo (458 comandanti, 566 piloti, 2.315 dipendenti del personale navigante di cabina) e 3.283 dipendenti di terra. Per Cityliner, invece, la cigs riguarda 204 naviganti (41 comandanti, 58 piloti e 105 assistenti di volo) e 2 dipendenti del personale di terra. La decisione del commissario di chiedere una nuova proroga della cassa è stata presa perché, con il “protrarsi dell’emergenza Covid 19 – si spiegava nella comunicazione di avvio della procedura – la società si trova ancora oggi nella necessità di proseguire nel percorso di cigs connesso alla gestione commissariale, con le modalità estese da ultimo condivise con le parti sociali, persistendo, oltre alle problematiche fisiologiche che hanno portato alla gestione commissariale, condizioni di difficoltà eccezionali e non prevedibili connesse all’attività aziendale”.

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