21 Gennaio 2021

Camera di commercio di Milano: imprese in calo dello 0,4%

Camera di commercio di Milano: imprese in calo dello 0,4%. Sono 383.726 le imprese attive a Milano Monza Brianza Lodi a dicembre 2020, in calo di -0,4% rispetto alle 385.171 di dicembre 2019, secondo l’elaborazione dell’Ufficio Studi della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati Registro Imprese. In particolare, a chiusura 2020, si contano 305.395 imprese attive a Milano (-0,4% in un anno); a Monza Brianza le imprese attive sono 63.946 (-0,3%) mentre a Lodi i numeri passano da 14.509 a 14.385 (-0,9%). Accanto alla fotografia delle imprese, occorre prendere in considerazione anche l’andamento demografico dell’imprenditoria del territorio che mostra come il 2020 sia stato caratterizzato  da una generale incertezza causata dalla pandemia. Incertezza che si evidenzia analizzando i risultati di iscrizioni e cessazioni. Le nuove imprese nate a Milano Monza e Brianza e Lodi nel 2020 sono state complessivamente 25.393. A fronte di queste, nello stesso periodo 20.989 hanno cessato l’attività. Un saldo positivo (4.404 unità), che va tuttavia confrontato con il 2019: la rilevazione segnala che le iscrizioni sono diminuite del 17,2%, così come parallelamente le cessazioni hanno fatto segnare un calo (-12,3%); anche il saldo è risultato in netta flessione (era stato di 6.725 nel 2019). Di fatto, i dati fotografano una situazione ancora in divenire, dal momento che tendenzialmente le cancellazioni di attività nel Registro delle imprese si concentrano nei primi tre mesi dell’anno. La rilevazione del primo trimestre 2021 potrebbe, quindi, evidenziare i maggiori effetti sul sistema imprenditoriale causati dalla pandemia.

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Milano non può aspettare Roma

Milano non può aspettare Roma. Perché la sfida contro Giuseppe Sala è fattibile per il centrodestra, ma solo se ci si crede. Nei municipi qualcosa inizia a muoversi, ma fino a quando si potrà aspettare? Ieri anche il capogruppo del Partito democratico Filippo Barberis ha sbeffeggiato gli avversari parlando “dell’ansia di una campagna elettorale nella quale il centrodestra ancora non è riuscito a individuare un candidato che sia uno”. Barberis ha ragione. In questo caso ha ragione. Milano non può aspettare Roma: il candidato per Milano per il centrodestra si avvicina alle chimere. Se ne sente parlare, ma nessuno le vede. Così mentre Sala inciampa per l’ennesima volta nei guai giudiziari, non c’è nessuno che possa sfruttare i piatti d’argento comunicativi che gli vengono serviti. Non c’è un nome o un volto e si fa strada un dubbio nell’elettorato del centrodestra: in realtà le elezioni non si vogliono vincere. Troppo difficile risollevare Milano ora, forse meglio tentare dopo il 2026. O forse non si vogliono vincere perché sarebbero intestate a Salvini e nemmeno gli alleati gli vogliono regalare la vittoria simbolica in una città diventata simbolo della resistenza al sovranismo. Se Salvini vince a Milano, alle prossime politiche rischia di sfondare ogni record. E di decidere tutte le pedine importanti. Tra l’altro in tanti a Milano ricordano che la sfida contro Sala fu persa proprio perché i leghisti al secondo turno preferirono non spingere troppo Stefano Parisi. La tentazione di restituire la scortesia aleggia nell’aria. Quale che siano i temi, il centrodestra farebbe meglio a muoversi perché essere pure sbeffeggiati da Barberis inizia a diventare troppo. Persino per porgere l’altra guancia serve una faccia.

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Regione: “Il piano Seveso è a buon punto”

Regione: “Il piano Seveso è a buon punto”. “Il programma delle azioni dell’Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale Contratto di Fiume Seveso, tenuto conto del breve periodo intercorso dall’ultimo aggiornamento (novembre 2019) e dal successivo periodo legato all’emergenza sanitaria, è a buon punto. Tutte le 6 azioni metodologiche e di governance sono state avviate, così come 27 azioni locali (su 39 complessive)”. Questa la risposta che l’’Assessore regionale al Territorio e Protezione Civile Pietro Foroni, ha illustrato oggi durante i lavori della Commissione Ambiente presieduta dal Consigliere Riccardo Pase (Lega) rispetto all’interrogazione presentata dai Consiglieri PD Pietro Bussolati, Carlo Borghetti e Pietro Luigi Ponti, che nell’ottobre scorso avevano chiesto un aggiornamento circa l’attuazione dell’AQST e una tempistica relativa al completamento delle azioni inevase. Da Palazzo Lombardia, sono arrivate specifiche riguardo lo stato di attuazione per i 7 ambiti territoriali in cui il bacino del Seveso è stato suddiviso durante il processo di coprogettazione, e per ciascuno di essi una azione significativa: 1) Per quanto riguarda l’ambito territoriale Alto Seveso Sorgenti, tutte e 3 le azioni sono state avviate. Da segnalare, in particolare l’azione 1.1 Progettazione di interventi di difesa del suolo – stralcio del progetto – Alto Seveso naturale e urbano oltre il 2015, per la quale a settembre 2020 è stata affidata la progettazione di due aree di laminazione lungo il Torrente Lusert. 2) Nell’ambito Serenza – Valle S. Antonio – Acquanegra – Seveso Comasco, sono state avviate 2 azioni su 3; quella a livello più avanzato è l’azione 2.2 Messa a sistema dei progetti di soluzione dei dissesti lungo le rogge Fossarone, S. Antonio e Torrente Serenza, per la quale è prevista la consegna della progettazione definitiva entro novembre 2020. 3) Nell’ambito Terrò-Certesa sono in corso 5 azioni su 6 previste. Un’azione significativa di questo ambito è la 3.4 Aggiornamento del PGT di Carugo con definizione per l’Ambito di Trasformazione ex-Tamburini di indicazioni utili a orientare la rinaturalizzazione dei tratti alla confluenza della Rogge Vecchia e Borromea, con finalità di ripristino dell’area naturale di risorgiva e laminazione, per la quale è pronto per essere approvato un Piano Integrato Interventi. La sua approvazione è condizionata alla riperimetrazione dell’area (inserita nel PGRA come area a medio rischio di esondazione), per la quale il Comune ha già provveduto all’affidamento di specifico incarico. 4) L’ambito Confluenza Seveso Certesa – Comasinella vede 7 azioni, 4 delle quali già avviate. Evidenzio la misura 4.4 Progetto Brianzastream – Sistematizzazione dei dati derivanti dal rilievo degli scarichi effettuato con drone su Seveso e Certesa/Terrò finalizzata alla creazione di un Catasto , ormai quasi completata per questo tratto fluviale, che sarà estesa a tutto il Seveso ed ai suoi principali affluenti con la collaborazione di Fondazione Lombardia per l’Ambiente e di AIPO; questa è una delle sei azioni di governance coordinate da FLA. 5) Per l’ambito territoriale Groane Grugnotorto sono previste 7 azioni, 6 delle quali avviate; l’azione 5.1 Realizzazione degli interventi previsti nel progetto “Acque di pioggia / acque di falda”, opere per distogliere dalla fognatura comunale le acque di origine meteorica in comune di Varedo comprende un contributo regionale per la progettazione di un sistema coordinato di interventi per la gestione sostenibile della acque meteoriche, di cui è in corso di ultimazione il lotto più significativo (che prevede la disconnessione del parcheggio di via Europa). Inoltre, in accordo di Partenariato con FLA e i Comuni di Meda e Cesano Maderno, il Comune di Varedo ha candidato il lotto Case Monte Tomba al bando Climate Change di Cariplo come intervento strategico con finalità di adattamento/mitigazione. 6) L’ambito Milano e Nord Milano vede 5 azioni, delle quali 3 avviate; la più significativa è l’azione 6.4 Realizzazione della vasca di laminazione del torrente Seveso nel Parco Nord Milano, a valle del CSNO, opera importante per la difesa idraulica dell’abitato di Milano. 7) Infine, l’ambito Vettabbia conta 8 azioni, delle quali 4 avviate. Quest’ambito vede una strategica interazione con le misure del Programma d’Azione dell’AQST Milano Metropoli Rurale, tra le quali la n. 7.1 Potenziamento reticolo idrico minore Chiaravalle/Carpianese (sistema di alimentazione del Mulino di Chiaravalle; redistribuzione e impinguamento portate irrigue Levata Sifone Gregotti) nell’ambito della progettualità promossa dall’AQST Milano Metropoli Rurale, che ha già conseguito numerosi traguardi, trai quali si ricordano: · ripristino riconnessione reticolo irriguo tra Cavo Macconago e Cavo Tecchione/Vettabbia Bassa (in Comune di San Donato), indispensabile ai fini del ripristino del sistema di alimentazione/scarico del mulino dell’Abbazia di Chiaravalle; · riattivazione dell’antico Mulino con acqua proveniente dal depuratore di Nosedo; · ripristino tratta interrata del reticolo irriguo originario a valle del Mulino di Chiaravalle; · definizione nuovi flussi – e relativi nuovi Utenti – delle quote irrigue in uscita dal Depuratore di Nosedo (proposta di ruota d’acqua estiva da formalizzare a seguito del rinnovo della concessione di derivazione di Roggia Vettabbia da parte di Regione Lombardia – in istruttoria). Infine, l’assessore Foroni ha ricordato che con la DGR n. 3771 del 3 novembre 2020 è stata inserita nell’ambito Milano e Nord Milano una nuova azione (la n. 6.6) dal titolo Master Plan paesaggistico ambientale della Valle del Seveso – Progetto Pilota Paderno Dugnano Seveso River Park, avviata anche a seguito dell’impulso dato dal Consiglio regionale durante la sessione di Bilancio dell’anno scorso, per la quale è stata sottoscritta una convenzione tra Regione, Comune di Paderno Dugnano e ATO Città Metropolitana di Milano per la realizzazione di un “parco dell’acqua”, intervento che coniuga opere di trattamento delle acque meteoriche (in capo al Servizio Idrico Integrato) con opere paesaggistiche, naturalistiche e fruitive. Il cofinanziamento regionale ammonta a 2,7 milioni. E’ stato avviato un percorso di co-progettazione tra gli enti firmatari e la società CAP HOLDING, che prevede anche forme di informazione e coinvolgimento attivo della cittadinanza.

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Le metro sono in ritardo, rotte e corrotte, ma Sala festeggia

Le metro sono in ritardo, rotte e corrotte, ma Sala festeggia. E se usiamo il plurale non è un caso: su tutte le linee metropolitane negli ultimi anni si sono accumulati problemi di ritardi con lievitazione dei costi, pezzi che cascavano o non funzionavano e brutte storie di corruzione. Nel frattempo tutti festeggiavano l’incredibile successo e funzionalità del trasporto pubblico milanese: sicuramente ne avevano motivo quelli che sono accusati di aver truccato 150 milioni di euro di appalti pubblici dedicati proprio alle metropolitane. Stavano vivendo un sogno, perché a quanto hanno riferito ai magistrati alcuni dei 13 arrestati i consigli su come rubare arrivavano dai dirigenti dell’azienda. Ma quella che ha reso noto il cognome Bellini in realtà è solo una delle brutte storie sulle metropolitane milanesi. Prima c’è stato il caos sul sistema di frenata della linea rossa, la prima di Milano. Per settimane stop improvvisi hanno causato alcune decine di feriti. Un problema all’inizio preso sottogamba, ma alla fine l’azienda di trasporto pubblico milanese si è vista costretta a una campagna di sensibilizzazione sui propri vagoni dove sono comparsi volantini con inviti a reggersi sempre molto bene per evitare i rischi frenata. Ma il mito delle metropolitane non si è fermato nel racconto, mentre si è impantanato nei fatti. Di recente il sindaco di Sesto San Giovanni è tornato sui cantieri aperti per prolungare la Rossa fino alla sua città, ma li ha trovati deserti nonostante le dichiarazioni dell’assessore alla mobilità Marco Granelli. E non è l’unico ritardo. Oggi i giornali celebrano la linea 4, ma le prime stazioni dovevano essere aperte da anni. Addirittura dal 2015. Basta consultare fonti aperte e carte pubbliche per saperlo. Ciononostante ieri il capogruppo Pd in Consiglio comunale Filippo Barberis ha sostenuto che il centrodestra mente dicendo che la nuova linea sia in ritardo. Singolare perché già il fatto che la linea 5 sia in funzione da anni e la 4 no suggerirebbe il contrario. Ma il mito delle metro milanesi è ancora vivo e combatte insieme a noi, come si dice. Inutile sottolineare come tutte le linee siano in ritardo nei loro prolungamenti. La 2 o Verde, la Lilla o 5. Sulla 3 o Gialla possiamo dire che ci sono fermate come Sondrio dove piove dal soffitto a ogni acquazzone. E che ancora si trova traccia dei processi sulle mazzette di quando l’hanno costruita, singolarmente alcuni nomi ricorrono. E anche il nuovo non è un granché. La Lilla tutt’ora stupisce chi comunica ancora con i piccioni perché i vagoni sono automatizzati, ma a tanti è capitato di trovarsi bloccati dentro tra due stazioni, o di dover constatare che nel suo nucleo registra problemi costanti. Le scale mobili di Garibaldi sono perennemente in panne: tutte hanno funzionato solo nei primi mesi. Poi sono rimaste in manutenzione per sempre, ma nel senso che erano chiuse. Sia a Garibaldi che in altre stazioni. Forse un’indagine sui pezzi usati per le riparazioni potrebbe dare buoni frutti perché sono diventate le scale mobili più aggiustate di sempre. Tra l’altro chi le ha costruite è lo stesso finito nei guai per le mazzette della linea 3. La Lilla poi non è mai decollata, semmai si è decotta. I negozi interni sono rimasti per lo più vuoti e l’azienda pian piano è scivolata verso il dissesto economico nonostante alcune interessanti sponsorizzazioni private sulle fermate. Dunque le metro sono in ritardo, rotte e corrotte, ma Sala festeggia. Con il plauso di tutti, o quasi.

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De Corato (FDI): farsa in Commissione Sicurezza

“Si è svolta la Commissione Affari Istituzionali del Comune di Milano con all’ordine del giorno l’audizione di alcuni esperti del Sole 24 ore che hanno illustrato la ricerca sulla qualità della vita nelle città italiane”, spiega il Consigliere Comunale di Fratelli d’Italia, Riccardo De Corato, aggiungendo,“Per l’ennesima volta mi è sembrato di assistere a un copione studiato bene e interpretato alla perfezione dai Consiglieri di maggioranza”. “Mi sarei aspettato che -aggiunge l’ex vice-sindaco – visti i risultati che vedono Milano prima come tasso di delittuosità, ci si focalizzasse sul problema endemico dell’insicurezza nella città Metropolitana, invece l’argomento è passato sottotraccia. Qualche timido accenno dalla ricercatrice che ha liquidato il dato come consolidato nel tempo, sostenendo che più denunce rappresentano un miglior rapporto con le istituzioni. Il Consigliere Giunti è arrivato a dire che c’è chi specula su questo dato e che la città di Milano ha fiducia nelle sue forze dell’ordine e per questo denuncia. Come a dire che, al contrario, in tutte le altre città non denunciano perché manca la fiducia. L’argomento insicurezza è stato liquidato in 2 minuti di interventi“. “Quindi – conclude De Corato – il centrosinistra è riuscito a trasformare un dato negativo in, almeno per loro, positivo, trattando questi dati come un fiore all’occhiello”.

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Sardone (Lega): rom votano M5S per il reddito di cittadinanza

“Sono tornata per un altro sopralluogo nel campo rom di Chiesa Rossa dove 46 famiglie su 47 non sono in regola coi pagamenti delle utenze dovute. Un insediamento regolare solo sulla carta visto che le piazzole sono molte di più di quella comunicate dal Comune di Milano e sono spuntate altre roulotte sul perimetro del campo, oltre alle discariche di ogni genere di materiale appena all’esterno. I nomadi me lo hanno detto chiaramente: votano Pd e 5 Stelle perché li aiutano e stanno con loro, la gran parte prende il reddito di cittadinanza e campa alla spalle degli italiani onesti che ogni mattina si svegliano per andare a lavorare. Mi rivolgo al sindaco Sala: è contento di essere supportato da questa gente che ha l’unico scopo di fregare le istituzioni, come dimostra il fatto che praticamente nessuno di loro paga le tasse e lo ammette candidamente?”. Così Silvia Sardone, europarlamentare e consigliere comunale della Lega. “Lo stesso Sala in tempi non sospetti aveva dichiarato che i campi rom erano modelli da superare, quindi da chiudere, salvo poi non essere in grado nemmeno di sgomberare le carovane di roulottes in periferia. A Chiesa Rossa c’è un tasso di delinquenza e criminalità elevatissimo, per cui ricordo: la sparatoria tra famiglie rivali, i 40.000 euro rubati a Lele Mora, le truffe ai corrieri delle società di spedizione, i sequestri di spade, coltelli e macheti. Che futuro possono avere i tanti bambini che vivono nel campo? L’assessorato alle Politiche Sociali si è mai fatto qualche domanda? Penso – conclude Silvia Sardone – che il tempo della tolleranza debba finire: questo campo, e così tutti gli altri, deve essere chiuso. Su quest’area così estesa si potrebbero pensare molti progetti interessanti per la collettività che riqualifichino il quartiere. I rom facciano come fanno tutti gli italiani e gli stranieri perbene che si mettono in graduatoria per una casa popolare, aspettando il loro turno e rispettando le regole. Non capisco perché per i nomadi, che nomadi non lo sono più, debbano valere regole ad personam: la sinistra può spiegacelo?”.

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