22 Settembre 2021

Via Civitavecchia: una comunità orgogliosa e abbandonata

Via Civitavecchia: una comunità orgogliosa e abbandonata Le casette, singole, strette e alte. I tre gradini prima della porta d’ingresso. Il giallo vivace della facciata. C’è un angolo di Inghilterra a Milano, nell’ultimo lembo della città prima di via Rizzoli. Prima della Rizzoli, se parliamo di tempi. Perché queste case hanno visto espandersi la città. Erano qui, testimoni silenziose, quando il Corriere della Sera è arrivato, con le rotative pesanti e rumorose. E hanno visto la metropolitana sbucare dal terreno e correre sotto il sole. C’erano, quando, trent’anni dopo, sono arrivate altre case popolari. Insomma, sono piccoli e silenziosi testimoni di una città che è cambiata. Hanno visto il terrorismo, la droga, il parco Lambro passare molte crisi. Erano qui, silenziose, quando è arrivata la prima ondata migratoria. E sono state minacciate più volte di demolizione, sempre scampandola per un pelo. Oggi vivono uno strano limbo: sospese sul baratro della burocrazia di MM, mentre, tutto attorno, il quartiere cambia. Questo piccolo viaggio, senza pretese di inchiesta, è un omaggio e una denuncia. Un omaggio alle case e ai loro tenaci abitanti. E la denuncia delle condizioni in cui gli abitanti sono costretti a vivere. Il parco negato Nel cuore di queste casette a schiera c’è un parco per i bambini. In teoria. In pratica c’è un cane senza guinzaglio che sta facendo pipì sul cartello che vieta di portarci i cani, in quel parchetto. La legalità e questi luoghi si rispettano, ma cercano di evitarsi quando possibile. Un molosso abbia frenetico da un cortile. Attende impaziente il suo turno nel parco, che dovrebbe essergli proibito. Naturalmente è escluso che durante l’orario di scuola ci siano bambini. Ma non è l’unico momento in cui queste aree sono loro negate. Durante l’estate le bande che se lo contendono rendono la loro presenza un ricordo. A terra cocci di vetro. E siamo fortunati, dopo le lunghe e calde notti, di solito si trova di tutto. Dal biologico alle siringhe, passando per le bottiglie, le schegge di vetro e altre sostanze su cui è meglio soprassedere. Alle spalle del parco, con i suoi giochi vuoti, la facciata sfregiata di un istituto professionale. Dentro, un insegnante urla. Fuori, le urla diventano tag sui muri grigi. I ricoveri per i senza tetto Su entrambi i lati delle case a schiera, ci sono hotel di vita. Il primo, dal lato dell’Enotria, è ancora frequentato. Varia umanità sofferente entra ed esce dalla scatola di cemento, eterno oggetto di promesse mancate. Doveva essere un supermercato, poi un ufficio postale. Forse sarà interessata dal mega progetto di riqualificazione dell’area Rizzoli, quello che vedrà sorgere un mega coworking in bambù per Panda hipster. Forse resterà così, un parallelepipedo in cemento sperduto nel verde. Testimone che di buone intenzioni è lastricato il degrado di Milano. Sul lato opposto il ricovero per senza tetto era addirittura nel perimetro dell’istituto professionale. Era perché è qualche anno che non si vedono più ospiti. Forse è stata chiusa. Letteralmente, nel senso di murata. Una ben strana scuola, ma qui la stranezza è l’unica cosa normale. I ricoveri per inquilini In mezzo ai due hotel di vita, la vita degli abitanti di queste case popolari. Una vita che in sette decenni ha visto momenti molto peggiori, ma anche decisamente migliori. Questo è il giardino segreto di Milano, dove si sta combattendo una difficile battaglia per la riqualificazione da una parte e si decide anche di lasciare casi troppo difficili per esseri lasciati in contesti più grandi. Come nel caso dell’accumulatrice seriale. Le case internamente sono piccole, ma confortevoli. Sono anche dotate di un piccolo giardino. Giardino che, se non curato (e le case abbandonate ci sono e non sono poche), diventa ricovero di piante talvolta anche velenose. Sicuramente allergeniche. Che conquistano ogni centimetro lasciato libero. Qui siamo alla frontiera, l’uomo è solo un turista. Il verde riconquista ogni metro incustodito. Ricordandoci che, alla fine, sul pianeta non lasceremo impronte durature. Oltre la frontiera Oltre l’ultima fila di case c’è il Parco Lambro, un posto incantevole. Fino al venerdì pomeriggio, nella bella stagione. Poi, la fonte di un incubo: ubriachi, violenti, armati e senza paura alcuna. Escono soli, in gruppi, in branchi dall’oscurità. E non vanno incrociati. Farlo non porta sfortuna, ma un ricovero garantito dai venti giorni in su. Le storie che si raccontano sono di violenza, cieca e senza senso. File di macchine vandalizzate per lanciare un messaggio a chiunque chieda, anche gentilmente, di riavere la quiete notturna perduta. E polizia assente durante questi fine settimana alcolici che privano una comunità della pace e della sicurezza. I furgoni con i gazebo e l’equipaggiamento da barbecue passano di qua. Nessuno vede, nessuno è sicuro. L’estate qui è un caldo incubo che solo le piogge autunnali mitigano. Don Mazzi aveva fatto molto per rendere migliore la zona, ma nemmeno il suo futuro è sicuro. Quello è sicuro è il ritorno delle carovane dei nomadi. Alcuni migliori, altri peggiori. Tutti comunque parte del grande mistero: riusciremo a difendere il poco che abbiamo. Questo è lo spirito dei pionieri della periferia. Un grande romanzo di resistenza, in cui la città di te se ne frega con precisione chirurgica. E la rivedi solo quando deve difendere regole arcaiche o incassare bollette arretrate. Oppure, va detto, portare un fiore dopo anni di maltrattamenti: la casa dell’acqua. La casa dell’acqua è un bel gesto, molto apprezzato. Con la pavimentazione nuova tutto attorno. Oh, sì, molto apprezzato. Come la pace prima della tempesta. Una mano di colore Ecco, in campagna elettorale la maggioranza che governa la città qui poteva fare e promettere molto. Telecamere nel parchetto, per dissuadere i malfattori a due zampe. Più controlli, per non lasciare soli gli inquilini malati e i loro vicini che da anni la notte non dormono. La ripulitura dei giardini sopraffatti dalla vegetazione, salubre o insalubre. Ma di tutte queste cose non si sarebbe accorto nessuno. E quindi, idea geniale, si faranno dei murales sulle testate di fila. Utilità? Ovviamente nessuna. Ma la sola casetta dell’acqua

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Consiglio regionale: le mozioni discusse nell’ultima seduta

Consiglio regionale: le mozioni discusse nell’ultima seduta. Seduta pomeridiana di Consiglio regionale dedicata all’esame di alcune mozioni. Di seguito la sintesi di quelle discusse. Ventennale della scomparsa del professor Gianfranco Miglio L’istituzione di un Premio da assegnare a tesi di laurea, borse di studio, l’intitolazione di una sala di Palazzo Pirelli, dare vita a un centro studi regionale da dedicare a tematiche federaliste e relative all’autonomia: sono alcune delle iniziative previste da una mozione proposta dal gruppo della Lega e che si propone di celebrare il ventennale della scomparsa del professor Gianfranco Miglio, “professore universitario e Senatore della Repubblica, scienziato della politica e studioso lombardo di fama internazionale della seconda metà del Novecento, che ha dato lustro alla nostra Regione”. Il documento è stato approvato a larga maggioranza (43 favorevoli, 1 contrario, 1 astenuto) con il voto favorevole anche del PD (che ha proposto alcune modifiche), il M5S non ha partecipato al voto. Contenere il costo dei prodotti igienici femminili Ridurre l’aliquota che grava sui prodotti igienici femminili essenziali (“tampon tax”): questo l’intento promosso dalla mozione approvata oggi dall’Assemblea lombarda con un solo voto contrario. Il documento impegna la Giunta regionale a sensibilizzare e supportare e i Comuni nella promozione di iniziative, in collaborazione con le farmacie comunali del territorio, per calmierare i prezzi sui prodotti sanitari e igienici femminili (assorbenti interni, esterni, coppette mestruali). Inoltre, spetterà alla Giunta invitare Governo e Parlamento a considerare l’opportunità di ridurre l’Iva – attualmente in Italia al 22% – sui prodotti igienici femminili, considerati alla stessa stregua dei prodotti di lusso e non beni di prima necessità. Il documento chiede, inoltre, alla Giunta di affrontare il tema del sostegno all’acquisto dei prodotti igienici femminili attraverso uno studio qualitativo delle fasce economicamente a rischio, valutando la sostenibilità finanziaria di piano di agevolazioni economiche. Secondo una ricerca condotta in Inghilterra su un campione di mille ragazze, il 15% delle intervistate non riusciva ad acquistare assorbenti, mentre il 14% li chiedeva alle amiche perché troppo cari, determinando uno stato di “povertà mestruale”. Una necessità che l’Unione europea aveva affrontato già dal 2006 stabilendo per gli Stati membri la possibilità di applicare una o due aliquote ridotte a tali prodotti. Rimodulazione Odg per utilizzo fondo interventi per la ripresa economica Semaforo verde del Consiglio alla mozione presentata dal gruppo Lega che rimodula gli ordini del giorno che stabiliscono diversi interventi già deliberati e finanziati con la legge n°9 del 2020. Gli investimenti riguardano diversi territori della regione e il provvedimento punta ad assicurarli con prelievo dal Fondo per la ripresa economica, da effettuarsi con provvedimento di Giunta, appostandoli alle competenti missioni e programmi spese in conto capitale dello stato di previsione delle spese del bilancio 2020-2022 e successivi. Voto contrario da parte dei gruppi di opposizione, che hanno criticato il metodo di utilizzare un atto di indirizzo per modificare un precedente atto di indirizzo già approvato dal Consiglio. Estensione effettuazione tamponi a tutte le scuole lombarde di ogni ordine e grado Evitare il ricorso alla quarantena per tutta la classe nel caso di positività e garantire la frequenza in presenza degli studenti lombardi di ogni ordine e grado. Questo l’obiettivo perseguito da una mozione presentata da Lombardi Civici Europeisti e PD, approvata con 57 voti favorevoli e 2 astenuti dall’Assemblea lombarda. Il documento impegna la Giunta a farsi portavoce presso presso il Governo affinché i tamponi, anche salivari, meno invasivi, siano utilizzati regolarmente quale strumento per evitare la quarantena di tutta la classe nel caso in cui vi siano dei soggetti positivi, mettendo in campo tutte le azioni possibili per garantire la frequenza in presenza degli studenti lombardi di ogni ordine e grado. Il Consiglio regionale aveva già sollecitato azioni in tal senso, approvando lo scorso 27 luglio un ordine del giorno che impegnava la Regione a prevedere, alla riapertura delle scuole, di effettuare a rotazione nelle diverse scuole i tamponi, anche salivari, agli studenti e al personale scolastico, così da garantirgli la frequenza in sicurezza, per poter monitorare il diffondersi del virus ed evitare possibili focolai e il ritorno all’utilizzo della DAD. Inoltre, lo scorso 7 settembre in risposta l’assessore competente aveva dichiarato l’orientamento di somministrare tampone salivare a un campione di classi, nell’ambito degli interventi di sorveglianza dell’andamento dell’infezione nella popolazione scolastica dell’obbligo. Respinta con 37 voti contrari e 22 favorevoli la mozione presentata dal Movimento 5 Stelle che impegnava il Presidente della Giunta regionale ad attivarsi nell’ambito delle proprie competenze per scoraggiare eventuali decisioni a favore dello sviluppo dell’energia nucleare in Italia e in particolare in Lombardia, e ad adoperarsi perché Regione Lombardia raggiunga l’obiettivo della neutralità carbonica entro il 2050. Il documento chiedeva inoltre di vigilare affinchè i fondi del PNRR non vengano impiegati per lo sviluppo dell’energia nucleare, bensì per l’utilizzo delle energie rinnovabili, per la riduzione dei consumi e per l’efficientamento energetico. Pollice verso anche per un’altra mozione presentata dal Movimento 5 Stelle che chiedeva di ampliare gli ambiti di competenza dei poteri di accertamento delle guardie ecologiche volontarie.

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Spid+eIDAS = pura Eutopia!

Spid+eIDAS = pura Eutopia! di Michele Leone, Digital Media Specialist e socio Aidr Con SPID si vola in Europa con eIDAS, oppure Quando lo SPID ti salva il colloquio in UK grazie ad eIDAS, Digitali per forza, anche a 80 anni con SPID ed eIDAS, altrimenti nessuna pensione oppure l’Amore ai tempi di eIDAS, questi sono solo alcuni dei titoli degli articoli pubblicati su giornali nazionali e riviste di settore che attraverso un dettagliato storytelling, illustravano il lavoro compiuto da un piccolo team di professionisti della PA presso l’Agenzia per l’Italia Digitale (AGID) a favore della interoperabilità dei sistemi di identità digitale. Questo ambizioso e visionario progetto europeo porta il nome di “FICEP – First Italian Crossborder eIDAS Proxy”. Da qualche anno, con SPID, quindi comodamente dal tuo smartphone, puoi accedere ai siti delle varie Pubblica Amministrazione europee, come ad esempio il sito internet dell’Agenzia delle Entrate svedese, il sito internet del Sistema Pensionistico greco o di una università nelle Isole Baleari. Infatti con il proprio Username e Password di SPID, questa modalità di accesso alle varie pubbliche amministrazioni europee, sono diventate sempre più semplici, proseguendo sul sentiero delle nuove riforme del processo di digitalizzazione delle PA già da tempo inserito nella “Amministrazione digitale e riforma Madia” ai sensi del DPCM 24/10/2014. Quando parliamo deI Progetto FICEP ci riferiamo ad “un nodo”, un connettore (amichevolmente soprannominato un “coso” dai miei colleghi ingegneri informatici!) che unisce, collega SPID ad un sito internet europeo, riconoscendo e autenticando i dati anagrafici dell’ utente e permettendo l’accesso ai servizi online, dall’ accesso ai siti web di uffici complessi come ad esempio quelli dal Catasto, al registro di previdenza sociale; dalla modulistica da compilare per frequentare un Master in una università, fino all’iscrizione al concorso pubblico per abilitarsi alla professione di “Abogado” presso il Ministerio de Justicia spagnolo. Per facilitarne l’utilizzo, capirne e applicarne le sue potenzialità, ma soprattutto in un’ ottica di supporto ad informazioni o risoluzione di dubbi è disponibile un servizio di HelpDesk per utenti, cittadini e funzionari della Pubblica Amministrazione centrale e locale. Inoltre, viene offerto un utile supporto informatico 24/7 in forza del principio del “Digital First”, pure questo già inserito nel quadro normativo del Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) e successivamente modificato e integrato anche dai primi atti normativi del Governo Draghi. È proprio in questa direzione che si segnala l’adozione del D.L. 1° marzo 2021, n. 22 che interviene e accentua le funzioni del Governo in materia di innovazione tecnologica e transizione digitale. Con sempre un rinnovato entusiasmo e grande piacere, Noi del “nodo eIDAS italiano” riceviamo di frequente email di ringraziamento da cittadini italiani ed europei e utenti di varie PA, ma di recente, una è degna di nota perché ricevuta da un mittente particolare: un funzionario dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) che ringrazia per il servizio pubblico e per l’efficiente combinazione dei servizi digitali SPID+eIDAS . Ricevere questo autorevole feedback è stato davvero fonte di soddisfazione per il lavoro che compiamo ogni giorno, ma lo è stato soprattutto per noi europeisti convinti perché pensavamo che fosse pura “EUtopia”, come direbbero i miei colleghi soci della Associazione “Eutopian”, invece a poco a poco, è diventata realtà. Sono servizi come questi, progetti che toccano la vita e la quotidianità di tutti noi, che risolvono problemi, che snelliscono processi e che rendono più semplice la navigazione nei meandri della nuova era della Digitalizzazione by default. Il mantra #ilfuturoèsolodigitale in tempi di Smart Working, di lavoro da remoto e di sistematiche call conference è la via maestra da percorrere, ma servono questi progetti “connettori” come il nodo eIDAS italiano per rendere più vicini i palazzi della Pubblica Amministrazione alla casa dei cittadini anch’essi sempre più “digitali”, e con programmi sempre più inclusivi e condotti da innovatori di idee, che molto spesso sono davvero dei “rivoluzionari” come tutti i miei amici e soci dell’ AIDR Italian Digital Revolution.

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“Ecco l’uomo” mostra fotografica di Davide Caforio sabato 25 a Castellanza

“Ecco l’uomo” mostra fotografica di Davide Caforio sabato 25 a Castellanza. Storie di migranti, poveri e disperati, persone finite ai margini della società e raccontate attraverso immagini. Si inaugura alle 17.30 di sabato 25 settembre in Villa Pomini a Castellanza (Va) la mostra fotografica “Ecco l’uomo” di Davide Caforio. Realizzata con la collaborazione di Exodus, il patrocinio del Comune e il supporto della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, raccoglie oltre 40 “fotografie che parlano” scattate da Caforio tra l’Altomilanese e il Varesotto negli ultimi anni. «È il frutto di un lungo lavoro che mi ha portato a documentare quello che avviene ai margini di una terra ricca come la Lombardia e mi ha permesso di entrare in contatto con una realtà, spesso nascosta, posta ai margini di tutto, ma spesso sotto gli occhi di tutti». Il titolo, che riprende l’omonimo libro realizzato da Caforio con il giornalista Silvestro Pascarella, «pone l’accento sul fatto che anche queste sono persone», precisa il fotografo. «“Ecco l’uomo” perché questi sono uomini che hanno lasciato il loro Paese; sono uomini che spesso si sono fatti vincere da una serie di situazioni e che non hanno trovato la forza di rialzarsi. Sono anche uomini per i quali può esserci una speranza: per questo due pannelli di quelli in mostra sono dedicati all’opera svolta da Exodus che ogni giorno si avvicina a loro e cerca di aiutarli nel costruire un futuro diverso». Caforio guarda, inquadra e scatta, imprimendo alle sue foto un realismo spesso drammatico. «Ogni scena ritratta è così come si presenta. Quando voglio raccontare una storia non altero nulla di ciò che mi trovo davanti e non chiedo di certo alle persone di mettersi in posa. Solo così le loro espressioni possono raccontare in un’immagine il loro vissuto», osserva Caforio. Accanto al fotografo si è posta la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate con l’intento di «dare valore a un lavoro importante quanto significativo, soprattutto in questo momento storico», dice il presidente della Bcc, Roberto Scazzosi. «Le immagini di Caforio ci ricordano persone e storie che non possono essere ignorate. Il ruolo di una banca di credito cooperativo è sostenere quanti aiutano le famiglie in difficoltà, ma anche sensibilizzare su questi temi, affinché si possa creare una rete di sostegno per quanti hanno bisogno». Classe 1966, Davide Caforio è un fotografo professionista di Castellanza. Appassionato di fotografia fin da quando aveva 20 anni, si è diplomato all’Istituto di fotografia Bauer di Milano per intraprendere una carriera che l’ha portato a collaborare con numerose agenzie e testate giornalistiche, e a realizzare reportage in Italia e all’estero. Socio dell’agenzia Blitz di Varese, da oltre 30 anni coltiva una particolare passione per Milano, immortalando scorci e persone, rigorosamente in pellicola in bianco e nero. “Ecco l’uomo” – Mostra fotografica di Davide Caforio Villa Pomini , via Don Testori 14, Castellanza (Va) Inaugurazione: sabato 25 settembre alle 17.30 Apertura: Domenica 25 settembre, 3 e 10 ottobre: dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 19. Venerdì 1 e 8 ottobre e sabato 2 e 9 ottobre: dalle 16.30 alle 19.

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