28 Novembre 2019

Si torna a parlare di dedicare una via a Craxi

Dopo che ieri mattina il Sindaco, Giuseppe Sala, ha affermato di ritenere che il ventennale della morte di Bettino Craxi, il prossimo 19 gennaio, non debba passare ignorato e che un dibattito in aula potrebbe essere opportuno, si è aperta la possibilità di tornare a parlare di un riconoscimento alla memoria di Bettino Craxi, anche se fra i consiglieri vi sono diverse sensibilità e in molti hanno espresso la necessità di passare attraverso un momento di riflessione della città, prima di approdare in Consiglio Comunale. Il capogruppo di Forza Italia, Fabrizio De Pasquale, ha infatti proposto “di dedicare una mostra e una due giorni di dibattito dedicati a Bettino Craxi e il riformismo milanese, per ripercorrere una storia che ha seminato tanto nell’amministrazione, nel sociale e nella crescita economica di Milano. Ben venga ovviamente il dibattito in consiglio“. Della sttessa opinione anche il capogruppo del Partito Democratico, Filippo Barberis, “va bene un dibattito in aula, ma non partirei da lì. Ha senso portare la discussione in Consiglio, ma al termine di un percorso in cui maturano le condizioni affinché ci sia un dibattito diverso. Partire dall’aula rischia di fotografare le posizioni dei gruppi prima di un serio dibattito che rifletta sulla figura a tutto tondo di Craxi, passando anche dall’esperienza di amministratore milanese e senza ridurre la sua vicenda politica alla conclusione giudiziaria“. Anche Basilio Rizzo, capogruppo di Milano in Comune, si dice pronto “a partecipare volentieri a un dibattito politico sulla figura di Craxi” perché “ho sempre detto che il Craxi della di Sigonella merita tutta nostra approvazione e merita una targa nella base militare. Ma c’è il chiaro e c’è lo scuro e bisogna scegliere, bisogna chiedersi cosa Craxi rappresenti per i Milanesi”  chiedendosi però se è possibile “dare nello stesso anno l’Ambrogino d’Oro alla memoria a Francesco Saverio Borrelli e celebrare Bettino Craxi“. Franco D’Alfonso, della Lista Civica Beppe Sala Sindaco, spiega di far parte “del comitato per celebrazione dei vent’anni e quindi prenderò al volo l’occasione per fare proposte, anche se sono poco appassionato di toponomastica e incistarsi sulla proposta di intitolare a Craxi una via non lo trovo giusto. Va bene un dibattito, ma non deve essere divisivo, perché poi alla fine si fa di Craxi uno stendardo che va da una parte e dall’altra. Non è cosi‘” aggiungendo,  “Penso che alla fine debba essergli tributato un riconoscimento e io avevo giàproposto un cenotafio al Famedio”. Contrario invece il Movimento 5 Stelle, scondo cui il tema “non è di alcun interesse per la maggioranza dei milanesi” e il capogruppo Gianluca Corrado invita il sindaco a “occuparsi dei problemi della città, che non sono pochi, coinvolgendo il Consiglio comunale nell’azione della Giunta, invece di pensare ad occuparlo con dibattiti più o meno revisionisti“. Secondo Gianluca Comazzi, Consigliere Comunale e capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale, “ tempi sono maturi per dedicare una via al leader socialista, che proprio a Milano ha iniziato il suo importante percorso politico“. “Ora – continua l’esponente azzurro – mi aspetto che si passi dalle parole ai fatti. Da anni il mio gruppo si batte affinché venga intitolato uno spazio pubblico a Bettino Craxi: crediamo sia giunto il momento di avviare un percorso condiviso per dare concreta attuazione a questa proposta. A vent’anni di distanza dalla sua scomparsa sarebbe un bel segnale da parte delle istituzioni“. Soddisfatta Stefania Craxi, la figlia dell’ex leader socialista Bettino, che ha accolto “con piacere le parole del sindaco di Milano, Giuseppe Sala. Anche se sono passate diverse stagioni, e quindi il tempo per affrontare la questione e’ maturato gia’ da diversi anni e non ora, il tema che si riapra una riflessione tra quanti a sinistra hanno ignorato la questione Craxi è più che corretto“. “Sala – aggiunge la senatrice di Forza Italia – dice di voler ascoltare la città. Bene. Ma è una dichiarazione che ha già fatto nella ricorrenza del 2017, tre anni fa. Anche allora diceva che bisognava aprire una discussione. Eppure, a Milano, nonostante momenti di approfondimento e di riflessione sulla figura e l’operato del leader socialista, la Fondazione Craxi ne ha promossi tanti, il sindaco, ripetutamente invitato e sollecitato, non ha mai per diverse ragioni partecipato“. Dunque, conclude la Craxi, “mi pare pertanto serio e corretto che si faccia un passo in avanti e non si adottino formule di rito per schivare le domande della stampa. Credo alla buona fede del sindaco di Milano. Ma abbia la forza di fare un passo in avanti. Intitoli, nel ventesimo anniversario della scomparsa di Craxi, una importante via nella sua città“  

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Sala: servono più ciclabili. Lega e FdI: pensi alle buche

“Milano dovrebbe essere ancora di più una città per le biciclette e noi abbiamo le nostre responsabilità, perché obiettivamente dobbiamo tenere le strade più a posto, anche se la richiesta che ho ricevuto oggi è di piu’ piste ciclabili. Non è semplice, ma certamente qualcosa in piè bisogna fare“. Lo ha detto ieri mattina il SIndaco Giuseppe Sala, parlando a margine della biciclettata organizzata dall’associazione MassaMarmocchi, che ha accompagnato a scuola i bambini dell’istituto di via Clericetti. “Quella di oggi – ha aggiunto – è una delle tante modalità per dimostrare operativamente che ci possono essere modelli diversi. E’ bello vedere i genitori che partecipano, ma è possibile perchè c’è però qualcuno come sempre che organizza. E questo è un grande vantaggio. Però, con il buon senso, qualche pista ciclabile in più male non farebbe“, ha concluso il Sindaco. Il Consigliere Comunale della Lega, Gabriele Luigi Abbiati, ha però definito uno “spot elettorale” le dichiarazioni di Sala. Secondo l’esponente del Carroccio il Sindaco si dimentica che “Milano è un colabrodo con la manutenzione delle strade che lascia a dir poco a desiderare. Per tacere delle piste tracciate a casaccio tra un binario e l’altro del tram, come accade per esempio in piazzale Baiamonti/via Farini“. “Milano a misura di ciclista? Un bel sogno” , continua Abbiati, sottolineando che a causa delle buche si allunga sempre più l’elenco “di ciclisti e motociclisti incidentati che terminano il loro viaggio su due ruote in ospedale“.  “Sala ora ci parla di nuove piste? – conclude Abbiati – Allora gestisca meglio la città e non faccia continui proclami per nascondere sotto il tappeto la polvere, o meglio le buche“. Dello stesso tenore il commento dell’Assessore regionale alla sicurezza di Regione Lombardia, Riccardo De Corato, che ha sottolineato, “Milano deve giustamente tutelare i ciclisti, ma dovrebbe cominciare a farlo con una buona manutenzione dei 4000 mila chilometri in andata e 4000 Km in ritorno delle strade cittadine“. De Corato ha quindi suggeritoal Comune di vigilare “sull’esecuzione dei lavori di asfaltatura, effettuando, come veniva fatto in passato, puntuali controlli in corso d’opera. È fondamentale seguendo con attenzione i cantieri, specialmente quelli che prevedono la riasfaltatura dopo dei lavori di escavazione fatti da aziende private, perché se i lavori vengono eseguiti a regola d’arte l’asfalto tiene anche a seguito di piogge abbondanti“, concludendo, “Da anni vedo asfaltare in pieno inverno, cosa che una volta non si sarebbe potuta fare a causa degli sbalzi termici. Da Palazzo Marino dicono che questo è il nuovo asfalto, forse qualcosa alla luce di quanto accade andrebbe rivisto“.  

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Iniziata inchiesta sulla sicurezza dei rider

Sono iniziati mercoledì  e proseguiranno anche nei prossimi giorni i controlli della Polizia locale, coadiuvata anche da esperti dell’Agenzia di Tutela della Salute e dell’Inps, sui rider. Controlli, con tanto di questionari sottoposti ai lavoratori, decisi dalla Procura nell’inchiesta aperta sul fenomeno dei fattorini che fanno le consegne di cibo a domicilio. L’indagine, che è la prima di questo genere in Italia, è coordinata dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Maura Ripamonti, vuole far luce, in primo luogo, sulla sicurezza stradale e sul lavoro dei fattorini-ciclisti e su eventuali violazioni delle norme igienico sanitarie, riguardo ai contenitori usati per trasportare il cibo. Si punta, però, anche ad individuare casi di sfruttamento, come il caporalato, e la presenza di clandestini tra i rider. Ieri i primi controlli sono partiti nella zona di Porta Genova e andranno avanti anche oggi e nei prossimi giorni. Poi, in Procura verrà fatto un punto sui primi risultati emersi. Ieri gli agenti e i tecnici, che compongono la squadra che sta effettuando i controlli, sono riusciti a parlare con alcune decine di rider e a presentare loro i questionari predisposti per raccogliere dati ed elementi utili alle indagini. Da quanto si è saputo, alcuni lavoratori, dopo essersi accorti dei controlli in atto, si sono presentati spontaneamente davanti agli agenti, altri, invece, si sono allontanati in fretta. Altro elemento emerso finora è che molti fattorini arrivano a Milano per fare consegne partendo da Pavia e dintorni in treno. Nell’inchiesta conoscitiva del “dipartimento ambiente, salute, sicurezza, lavoro” della Procura erano già state stabilite le modalità operative dei controlli sui rider dopo riunioni preparatorie. E nei prossimi giorni, all’esito dei primi controlli, verranno analizzati i risultati emersi al momento. Gli inquirenti, tra l’altro, sono convinti che questo genere di lavoro a cottimo porta come conseguenza immediata problemi di sicurezza, perché il rider è spinto a correre oltre i limiti, senza rispettare regole, per incassare il più possibile, date le paghe basse. La Polizia locale può fermare i ciclofattorini per controllare i profili base di sicurezza (casco, catarifrangenti e scarpe adeguate) e l’Ats verifica se le aziende abbiano fatto o meno una valutazione del rischio per i lavoratori, se siano stati mai convocati per visite preliminari sul loro stato di salute e se li abbiano o meno formati sulle norme del codice della strada. Tra l’altro, con un recente decreto legge sono stati estesi alle piattaforme di food delivery gli obblighi dei datori di lavoro sugli adempimenti in tema di sicurezza sul lavoro. E’ stato attivato dai pm anche un monitoraggio degli incidenti stradali che coinvolgono i rider.  

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Adescava minorenni, tre anni di cura obbligatoria

Sorveglianza speciale con tre anni di ingiunzione trattamentale per aver adescato più di una ventina di ragazze minorenni, residenti in varie regioni italiane, sul web principalmente su piattaforme di videogioco online ”multigiocatore”. La misura è stata accolta dal Tribunale di Milano, Sezione Misure di Prevenzione su proposta del Questore di Milano e applicata a un 28enne. L’uomo era solito instaurare con le vittime rapporti confidenziali al fine di guadagnare la loro fiducia, chiedendo l’invio di foto – anche in pose a sfondo sessuale – nonché richieste di incontri dal vivo, in alcuni casi andate a buon fine. Gli investigatori hanno accertato che sovente questi rapporti sono degenerati in una spirale manipolatoria e fortemente aggressiva, nell’ambito della quale l’uomo minacciava le giovani vittime – con un’età compresa dai tredici ai quindici anni – di gravi ritorsioni fisiche nei loro confronti, delle loro amiche e dei loro familiari, nel caso in cui non esaudissero le sue richieste o rivelassero ai genitori o agli insegnanti quanto stava accadendo. In un caso una ragazzina, stremata per le vessazioni subite, si è lanciata dalla sua camera da letto sita al terzo piano, riportando gravi lesioni, motivo per cui il soggetto in questione è stato indagato anche per istigazione al suicidio. Dopo essere stato arrestato per le condotte commesse, durante una perquisizione all’interno della sua camera di detenzione sono state rinvenute diverse fotografie a carattere pedo-pornografico che il prevenuto ha ”giustificato” affermando di utilizzarle come merce di scambio con altri detenuti per barattare generi alimentari. Anche per questo soggetto, tutt’ora ancora detenuto, all’atto della scarcerazione verrà applicata l’ingiunzione trattamentale al fine di consentirgli di ”prendere coscienza del forte disvalore sociale delle condotte commesse, in una prospettiva di contenimento delle sue pulsioni antisociali”.  

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Sequestrati 2 quintali di granchi cinesi vietati, 4 denunce una pescheria chiusa

Poco meno di due quintali e mezzo di granchi vivi sequestrati dai Carabinieri in quattro su sei esercizi commerciali cinesi. I controlli, effettuati anche con medici veterinari di Ats Milano, hanno evidenziato la messa in vendita, in quattro negozi, di oltre 230 chili di esemplari vivi di questo granchio di cui sono vietate la detenzione e la commercializzazione, poiché da considerarsi specie invasiva secondo il disposto del ministero dell’Ambiente. In virtù dei potenziali pericoli per l’ambiente e l’ecosistema oltre che della salute, i granchi sono sequestrati ed i titolari di quattro esercizi commerciali sono stati denunciati alla Procura. Sono state anche riscontrate violazioni delle normative di igiene e sicurezza alimentare con sequestro di pescato surgelato in cattivo stato di conservazione: anche per questo una pescheria è stata chiusa a seguoto gravi violazioni riscontrate dai veterinari. Il granchio Eriocheir Sinesis (questo il nome dell’esemplare) è consumato ed apprezzato nella tradizione culinaria cinese ma inserito dalla Ue tra le specie invasive vietate poiché potenzialmente nocive per gli ecosistemi con cui vengono a contatto e per le relative specie autoctone presenti.  

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Fedez a processo per aggressione

Il rapper Fedez è imputato per lesioni davanti al giudice di pace per una lite con un vicino di casa, che ha riportato 10 giorni di prognosi, in zona Tortona, avvenuta intorno alle 6 del mattino il 12 marzo del 2016. Nell’udienza dello scorso 21 novembre, davanti al giudice Tommaso Cataldi, ha testimoniato il cantante Fabio Rovazzi, che era presente al momento della rissa e ha riferito che sarebbe stato il vicino a colpire Fedez con un pugno. Fedez e il vicino di casa avevano entrambi sporto denuncia dopo la lite, di cui si era parlato all’epoca sui media. Quello che si sta svolgendo davanti al giudice di pace milanese è il procedimento a carico del rapper 30enne. Nell’imputazione a carico di Federico Leonardo Lucia, in arte ‘Fedez’, si legge che lui avrebbe aggredito il vicino di casa che si era affacciato alla sua porta per via della musica alta che proveniva dell’appartamento, causandogli anche un trauma cranico lieve. ANSA  

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