30 Settembre 2021

Dal 2 al 16 ottobre il Word Music Festival a Gallarate, Milano e Legnano

Dal 2 al 16 ottobre il Word Music Festival a Gallarate, Milano e Legnano. Quattro formazioni musicali europee, sei concerti con musicisti internazionali, una conferenza internazionale e un workshop chiudono il progetto europeo MoSaIC promosso dall’Ensemble Amadeus con il sostegno, tra gli altri, della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate. Nella foto allegata, da sinistra: Silvia Casati area comunicazione Amadeus, Enrico Raimondi direttore artistico MoSaIC, Maria Carla Ceriotti presidente CCR della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, il soprano sudcoreano Son Cecilia Hyunah e Marco Raimondi presidente e direttore coro e orchestra sinfonica Amadeus. La musica unisce popoli e culture, supera confini per diventare linguaggio universale e strumento di integrazione. Dal 2 al 16 ottobre entra nel vivo il Word Music Festival, evento che, unendo i quattro punti cardinali, si svolge tra Gallarate, Milano e Legnano e chiude il progetto europeo MoSaIC – Music for Sound Integration in the Creative sector – cofinanziato dalla Commissione Europea. Quattro formazioni musicali provenienti da Italia, Danimarca, Belgio e Romania; sei concerti (con due anteprime) dove protagonisti sono musicisti di diversa nazionalità e cultura; una conferenza internazionale e un workshop per dimostrare la forza della musica quando si parla di integrazione. Organizzato dall’associazione Ensemble Amadeus di Rescaldina (MI) con il sostegno della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate insieme con il Circolo Culturale e Ricreativo (CCR) della banca, di Fondazione Cariplo, Fondazione Comunitaria del Varesotto e Fondazione Ticino Olona, e il patrocinio dei Comuni interessati, il Word Music Festival dà voce a 36 musicisti di differente etnia, in rappresentanza delle diverse culture presenti oggi in Europa, di cui 12 provenienti da paesi extraeuropei e aventi lo status di migranti, rifugiati e richiedenti asilo, in rappresentanza delle popolazioni mondiali che in questo momento soffrono nei loro paesi situazioni di guerra, carestia e persecuzione e vedono nell’Europa la possibilità di una vita migliore. «Il progetto MoSaIC nasce con l’esplicita volontà di creare un percorso comune di conoscenza e integrazione tra differenti culture, che abbia come comun denominatore la musica», osserva Marco Raimondi, presidente dell’associazione Ensemble Amadeus e direttore del Coro e dell’Orchestra sinfonica Amadeus. «In quasi due anni di attività, escludendo lo stop imposto dalla pandemia, sono stati fatti incontri, laboratori e selezioni per individuare le migliori candidature tra quanti sono in Italia con permesso di soggiorno, con lo scopo di dare vita a una nuova comunità di musicisti a livello europeo dove la condivisione di tradizioni e culture diverse diventa occasione di arricchimento reciproco. Compongono oggi l’orchestra Amadeus musicisti provenienti da Spagna, Belgio, Romania, Scozia, Bulgaria, Albania, Repubblica Ceca, Ungheria, Norvegia, Svezia, Danimarca, Germania, Francia, Slovenia, Svizzera e Regno Unito ma anche da Iran, Azerbaigian, Stati Uniti, Ucraina, Cosa d’Avorio, Corea sud, Siria, Cuba, Colombia, Brasile, Ecuador, Perù, Venezuela, Libia, Etiopia, Cina ed Egitto». Il lavoro svolto da Amadeus è stato quello di attingere dalle tradizioni musicali di ciascun Paese per elaborare e proporre brani provenienti da ogni angolo del mondo in chiave “europea”. «Brani musicali iraniani, coreani e della Costa d’Avorio sono stati riarrangiati proprio in chiave sinfonica per permettere di renderli anche maggiormente accessibili a un pubblico europeo», aggiunge Enrico Raimondi, direttore artistico MoSaIC. «Unico problema riscontrato è stato con alcuni brani della tradizione persiana che, utilizzando i quarti di tono, non hanno la stessa scala che usiamo nella musica sinfonica. In questo caso sono stati mantenuti nella versione originale». Lo stesso lavoro è stato compiuto anche dalle altre tre formazioni che hanno aderito a MoSaIC e che sono state scelte in rappresentanza dei quattro punti cardinali: l’Orchestra Koor&Stem di Anversa (Belgio), la Swinging Europe di Herning (Danimarca) e la Sound Cultural Foundation con sede a Bucarest (Romania). «Affrontare il tema dell’integrazione oggi è una necessità. Farlo attraverso la musica è significativo perché la musica è un elemento di unione e di condivisione, oltre che di crescita culturale», dice il presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, Roberto Scazzosi. «Che il progetto MoSaIC, e da questo il Word Music Festival, sia stato realizzato da una realtà dell’Altomilanese è una cosa che ci riempie di orgoglio. Soprattutto, questo conferma l’importanza dell’azione che come Credito Cooperativo svolgiamo nel sostenere quanti sanno dare valore al territorio, tenendo lo sguardo alto». Il risultato finale di MOSaIC è il Word Music Festival, un momento di sintesi con una serie di concerti, workshop e conferenze sul tema del linguaggio universale della musica. Dopo le due anteprime, che si sono svolte rispettivamente a Castellanza e Busto Arsizio con protagonisti il violinista iraniano Faez Torkaman e il soprano Son Cecilia Hyunah della Corea del Sud, entrambi in Italia per motivi di studio, il Festival entra nel vivo con due concerti dell’Orchestra dell’Accademia Amadeus e del Coro Sinfonico Amadeus con protagonisti il violinista ucraino Artem Dzeganovskji (il 2 ottobre a Gallarate) e la pop singer ivoriana Diane Olga Ahikoua (il 16 ottobre a Legnano). Nella settimana dall’8 al 10 ottobre, la scena si sposta a Milano con i concerti dei gruppi internazionali ospiti: Swinging Europe è un gruppo danese specializzato in musica d’avanguardia che unisce suoni ad arte visiva diretto da Mette Marie Jensen Ørnstrup che si esibirà l’8 ottobre allo Spazio Tertulliano, così come l’ensemble Sound Cultural Foundation dalla Romania, diretto da un’altra musicista donna, Petra Acker. A Villa Litta Modignani il 10 ottobre è previsto invece il concerto di Koor&Stem, gruppo belga diretto anch’esso da una donna, Aurélie Nyirabikali Lierman. Momento clou a Milano, presso l’anfiteatro di Cassina Anna per tutti gli artisti sabato 9 ottobre nel pomeriggio, accompagnati dall’Orchestra e Coro Sinfonico Amadeus a creare il sound della MoSaIC Symphonic Choir&Orchestra diretti dal maestro Marco Raimondi con arrangiamenti musicali inediti del maestro Enrico Raimondi. A completare la proposta: la conferenza di venerdì 8 ottobre allo Spazio Tertulliano sul “linguaggio universale della musica” e con la partecipazione di artisti internazionali, tra i quali una rappresentanza di profughi afghani con il filosofo Giuseppe Girgenti in qualità di moderatore e il workshop di domenica 10 ottobre (dalle 10 alle 16) a Villa Litta Modignani per conoscere strumenti, voci e artisti dal

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Cyber Resilience Act e polo informativo europeo sulla difesa cibernetica

Cyber Resilience Act e polo informativo europeo sulla difesa cibernetica di Davide Maniscalco, Coordinatore regionale Aidr per la Sicilia, Privacy Officer e Capo delle relazioni istituzionali Swascan – Tinexta Group In un ecosistema digitale sempre più interattivo ed eterogeneamente interconnesso gli attacchi informatici con finalità di sabotaggio di infrastrutture strategiche europee nei settori dei trasporti, dei servizi pubblici e dell’industria ovvero di destabilizzazione di sistemi democratici o, ancora, di spionaggio industriale e scientifico-tecnologico, hanno subito una impennata esponenziale.  Anche gli attacchi cibernetici alle infrastrutture cloud hanno subito un brusco incremento nel trascorso anno. Appare sempre più evidente che all’aumento della superficie del rischio consegua un aumento delle vulnerabilità esposte agli attacchi informatici su larga scala. Ad avvalorare uno scenario piuttosto preoccupante è anche l’Agenzia europea per la sicurezza informatica, ENISA, secondo cui gli attacchi alle catene di approvvigionamento europee si quadruplicheranno nel corso del 2021, rispetto allo scorso anno. Solo per citarne alcuni, basti ricordare gli attacchi ransomware Kaseya, colonial pipeline che su larga scala hanno impattato su infrastrutture sanitarie e dell’energy. Per queste ragioni, la Presidente Ursula von der Leyen, nel suo discorso sullo Stato dell’Unione 2021 ha testualmente dichiarato che “ (…) Se tutto è connesso, tutto può essere hackerato. Poiché le risorse sono scarse, dobbiamo unire le forze. (…) Questo è il motivo per cui abbiamo bisogno di una politica europea di ciberdifesa, che includa una legislazione che stabilisca standard comuni nell’ambito di una nuova legge europea sulla resilienza informatica.” La minaccia informatica è invero nell’agenda europea da diversi anni ed affrontarla in modo strutturato e coordinato, sul piano della sicurezza e della difesa cibernetica sia civile che militare, è diventato progressivamente prioritario anche sul piano geo-strategico, attraverso l’imprescindibile sviluppo di leadership europea sulle tecnologie avanzate (quantistica in primis), infrastrutture più sicure, standard e requisiti comuni ed un efficace sistema di  info-sharing associato ad una funzionale attività di cyber-diplomacy a fini di deterrenza. In tale prospettiva, tra Digital Europe, Horizon Europe e Fondo Europeo per la Difesa, è essenziale che l’Europa continui ad investire risorse per aumentare il livello di sicurezza e resilienza complessivo dell’Unione e, come affermato dalla Presidente von der Leyen diventare “leader nella sicurezza informatica, attraverso un’autentica politica europea di difesa informatica, preordinata a proteggere, individuare, difendere e scoraggiare”. L’ecosistema normativo del Regolatore europeo, coerentemente con la European cybersecurity strategy ed il correlato Action Plan, ha già creato un importante framework strategico che determina le condizioni per l’attuazione di una politica europea sulla sicurezza informatica che passa per la ricerca e lo sviluppo di tecnologie avanzate sulle quali affermare progressivamente la sovranità tecnologica europea, il partenariato pubblico-privato e la cooperazione internazionale. A ciò dovrà aggiungersi l’ulteriore strumento normativo dello European Cyber ​​Resilience Act che rientra tra gli obiettivi dichiarati dalla Presidente VdL al fine di aumentare resilienza europea attraverso la creazione di standard comuni europei di sicurezza informatica per i prodotti ed i servizi del mercato unico digitale unitamente alla creazione di polo informativo comune sulla sicurezza del quinto dominio europeo. Sul piano tecnico ed operativo la resilienza collettiva non può prescindere da una strutturata azione sinergica europea di tipo preventivo e predittivo e non soltanto proattivo. In tale direzione diventerà sempre più strategica l’integrazione di sistemi e tecnologie, con specifico riferimento ai sistemi di Artificial Intelligence in ambiente cibernetico e lo sviluppo della “fertilizzazione” incrociata tra industrie civili, della difesa e quelle spaziali, attraverso l’intensificazione delle attività di sensibilizzazione e di partenariato industriale e scientifico nelle tecnologie critiche. In questo scenario, l’istituzione del Centro di competenza sulla cybersecurity (CCC) e la rete dei centri nazionali di coordinamento contribuiranno a proteggere l’economia e la società europea dagli attacchi informatici, mantenendo e promuovendo l’eccellenza della ricerca e rafforzando la competitività dell’industria dell’UE in materia di sicurezza informatica. Inoltre, il programma spaziale dell’UE continuerà a sviluppare soluzioni tecnologiche funzionali alla sicurezza informatica anche attraverso la realizzazione di un sistema di comunicazioni sicure globali basato sullo spazio dell’UE che fornirà l’accesso alla connettività ad alta velocità attraverso un’infrastruttura spaziale multi-orbita. Dunque, a tendere, la connettività ad alta velocità e le comunicazioni europee saranno protette da sistemi di crittografia quantistica, tecnologicamente integrati, che si connoteranno soprattutto per il livello di resilienza agli attacchi informatici su larga scala. Sul piano della proattività operativa e tecnica, sarà determinate l’istituzione della rete europea dei Security Operation Center che, avvalendosi dei nuovi trovati tecnologici o dell’integrazione dei sistemi interagiranno sempre più sinergicamente e virtuosamente con i SOC nazionali e quelli del settore privato, per rilevare e gestire in modo efficiente gli attacchi cibernetici nonché per creare le condizioni per la creazione di uno spazio informativo condiviso da far convergere con le informazioni provenienti dai SOC militari nazionali e, a tendere, europeo. In tale prospettiva sarà determinante anche l’istituzione della Joint Cyber Unit già presentata nell’ambito della Cybersecurity Union Strategy che, nello sviluppo della capacità operativa di gestione delle crisi e solidarietà europea beneficerà a tendere dell’ulteriore coordinamento operativo e tecnico della Joint Situation Awareness Center che verrà istituita nel framework del preannunciato Cyber Resilience Act.

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