30 Ottobre 2018

L’istituto Mario Negri si tinge di rosa

Nuovi incarichi, tutti al femminile, nel campo della ricerca biomedica all’Istituto Mario Negri. Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto, ha nominato Raffaella Giavazzi Coordinatore Ricerche per la sede di Milano e Ariela Benigni per la sede di Bergamo e Ranica. Le due scienziate sono impegnate in aree di ricerca diverse. L’interesse di Raffaella Giavazzi è rivolto alla biologia e alla farmacologia dei tumori, soprattutto allo studio dei meccanismi che regolano la formazione delle metastasi a distanza dal tumore primario. Da tempo si dedica all’identificazione di antitumorali convenzionali e innovativi e alla valutazione comparativa della loro efficacia anche quando vengono usati in associazione. Ariela Benigni studia le cause delle malattie renali, della loro progressione verso la necessità di dialisi e trapianto e dei modi di arrestarne la progressione. Si occupa anche di medicina rigenerativa con attenzione alla capacita’ delle cellule staminali di riparare gli organi danneggiati. Al di là dei rispettivi incarichi, entrambe si pongono come obiettivo la formazione di giovani ricercatori, “valorizzando la loro ricerca – dice Giavazzi – verso una maggior responsabilità e competitivita‘”, e dando loro “stabilità e certezze – afferma Benigni – che oggi nel Paese la ricerca non ha. Al punto – aggiunge – che molti di loro, troppi, scelgono di andare all’estero e quelli che tornano sono pochissimi“. Molti i punti in comune tra le due ricercatrici: entrambe bergamasche, con una laurea in scienze biologiche all’Universita’ di Milano, hanno trascorso periodi di formazione all’estero, sia in Europa che negli USA, e hanno ricoperto negli anni importanti incarichi in ambito internazionale. Oggi i loro nomi figurano nel gruppo delle Top Italian Women Scientists che comprende le scienziate con pubblicazioni ad alto impatto e nel 2016 sono state inserite tra le 100 esperte nel sito www.100esperte.it, una banca dati online che raccoglie 100 nomi di ricercatrici nell’ambito delle ‘Science, Technology, Engineering and Mathematics’ (STEM), promossa dall’Osservatorio di Pavia e dall’ associazione GiULiA (Giornaliste Unite Libere Autonome).

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‘Ndrangheta, otto arresti a Milano

I Carabinieri del Ros e del comando provinciale di Milano stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Corte d’assise d’appello di Milano nei confronti di 8 persone accusate degli omicidi di Carmelo Novella, Antonio Tedesco e Rocco Stagno, tutti ritenuti appartenenti alla ‘locale’ di Seregno-Giussano e uccisi tra il 2008 e il 2010 tra le province di Milano e Como. I provvedimenti fanno riferimento ad un’indagine del Ros, che nell’aprile del 2011 aveva portato il gip del tribunale di Milano ad emettere un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 19 soggetti ritenuti responsabili di associazione mafiosa, omicidio, detenzione e porto illegale di armi, sottrazione e occultamento di cadavere. Le indagini, grazie anche alle dichiarazioni di Antonino Belnome, collaboratore di giustizia e capo della locale di ‘ndrangheta di Giussano, avevano consentito di accertare che l’omicidio di Carmelo Novella, capo della Lombardia, era avvenuto per bloccare il suo tentativo di emancipazione dalla ‘Provincia’ reggina, mentre quelli di Tedesco e Stagno erano da ricondurre alle dinamiche conflittuali interne alla locale di Guardavalle (Catanzaro). I provvedimenti sono scattati all’esito del processo di secondo grado che ha confermato la condanna all’ergastolo nei confronti degli 8 imputati, con la corte d’assise d’appello che ha ritenuto sussistente il concreto pericolo di fuga. L’indagine, chiamata “Bagliore”, e’ iniziata nel 2011 come una costola di Infinito e scaturita da quattro omicidi “illustri” avvenuti tra il 2008 e il 2010 in terra lombarda. A partire da quello di Carmelo Novella, ucciso a San Vittore Olona il 4 luglio 2008 in pieno giorno nel bar in cui era solito andare. Un commando formato da due persone a volto scoperto lo aveva finito per vendicarsi del suo tentativo di “allargarsi”: Novella, allora “capo” della Lombardia non voleva piu’ sottostare agli ordini dei clan calabresi, fra cui i Gallace di Guardavalle Centrale. Ad ucciderlo era stato Antonino Belnome, che si sarebbe poi convinto a testimoniare diventando il piu’ importante collaboratore di giustizia nel panorama lombardo; insieme e lui l’altro killer che aveva portato via il cadavere, le armi e recuperato la targa del motorino rubato con cui si erano recati sul luogo dell’esecuzione. Poi il cadavere era stato interrato in una buca. Cosi’ come quello di Antonio Tedesco, ucciso a Bregnano nel 2009, in Brianza, e il cui cadavere fu nascosto con le stesse modalita’. Tedesco era stato attirato con una trappola fingendo un rito di affiliazione e fatto arrivare in un circolo dove i clan erano soliti riunirsi; poi circondato: prima colpito alla testa con un’arma contundente e poi finito con una pistola. E’ dell’anno dopo invece l’omicidio di Rocco Stagno, ucciso a Bernate Ticino il 29 luglio del 2010. Per tutti questi episodi gli investigatori hanno quindi accertato colpevoli e responsabilità, mentre non sono ancora stati chiariti fino in fondo i contorni della morte di Rocco Cristello, avvenuta per cause violente a Verano Brianza nel 2008. La indagini, coordinate dalla Dda di Milano avevano portato alla sentenza dell’ergastolo per tutte le persone coinvolte, poi confermata in Appello, e qui tornata per vizi di forma dopo l’esame della Suprema Corte. Ritenendo pero’ concreto il pericolo di fuga per i 5 ancora non in carcere, i giudici togati e civili di Milano hanno ritenuto di confermare l’ordinanza, confermando la condanna per tre dei quattro omicidi. Risultano invece prescritti i reati di soppressione e sottrazione di cadavere.

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Sala: Milano ignorata da Roma, Salvini intervenga su Rogoredo, Macao va regolarizzato

Il Sindaco Sala, nel corso di un’intervista rilasciata a Radio Capital, ha parlato anche di Milano. Parlando del  boschetto della droga di Rogoredo ha affermato “il problema è che la droga costa poco“, rivolgendosi poi al Ministro degli interni “l’aiuto che chiedo a Salvini è quello di avere un presidio costante“. Sala ha quindi proseguito, “Oggi la Polizia fa un giro e sta un’ora, spariscono tutti ma se non ci sono 40 uomini in più che possono stare lì se ne vanno e poi tornano“, aggiungendo, “Con Salvini io ci parlo, lo conosco da tanti anni. Gli sto dicendo di trovare delle formule per collaborare in modo concreto su aree particolari“. Concludendo sul tema, “gli ho parlato anche di questo e da parte sua c’è disponibilità. Dimostriamo che al di là delle differenze bisogna e si può lavorare insieme“. Più in generale, per quanto riguarda i rapporti fra Milano e il governo, Sala ha dichiarato: “Confermo che Milano e’ un po’ ignorata da questo Governo adesso. E’ evidente che se c’e’ una cosa che funziona in Italia è Milano, però io non ho visto ad oggi un Ministro dello sviluppo economico venire qui e cercare di capire come funzionano le cose, l’economia ecc“, aggiungendo “Conte e’ stato a Milano, in altre realtà storiche avrebbe chiamato il sindaco, non lo vogliono fare e me ne faro’ una ragione. Mi lamento un po’ ma non frigno, se mai rilancio ancora di più portando avanti una visione della città al 2030, in cui Milano fara’ sempre Milano“. E di ieri invece l’intervista a Radio Popolare nel corso della quale il Sindaco ha dichiarato: “Noi non vogliamo mandare via nessuno, ma rimane il fatto che la situazione la dobbiamo regolarizzare. Ho chiesto ai miei di continuare nel dialogo e trovare delle formule per capire se possono stare lì. Non voglio fare il buonista, ma non appartengo a quelli che la risolvono con un colpo di spugna, perchè queste realtà portano anche valore in quei quartieri“.

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