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GdF: un arresto e 11 indagati per presunte mazzette sui convegni

GdF: un arresto e 11 indagati per presunte mazzette sui convegni. “I finanzieri del Comando Provinciale di Milano, nell’ambito di un’attività coordinata dalla locale Procura della Repubblica, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari disposta dal Giudice per le Indagini preliminari del Tribunale di Milano, nei confronti di un soggetto, indagato per corruzione. Le indagini, che coinvolgono complessivamente 11 indagati, sono state svolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano e hanno consentito di ricostruire un reiterato sistema di corruzione che vede coinvolti un senior buyer di una società operante nell’organizzazione di convegni e fiere e alcuni imprenditori lombardi. In particolare, sfruttando le funzioni ricoperte all’interno della società, il predetto buyer avrebbe percepito tangenti e ottenuto utilità per altri soggetti nell’ambito dell’assegnazione di tre appalti aventi un valore complessivo di 16,5 milioni di euro. Nel dettaglio, in un caso gli appalti sarebbero stati veicolati a favore di un imprenditore che, mediante un proprio prestanome, avrebbe poi corrisposto le tangenti al senior buyer, tramite due bonifici bancari riportanti causali fittizie quali “acquisto mobili usati” o “acquisto Rolex” per complessivi 20.000 euro circa. In un altro caso, invece, l’utilità sarebbe stata conseguita facendo sì che l’impresa vincitrice della gara subappaltasse la quasi totalità del valore complessivo dei lavori ad una società amministrata di fatto da un socio in affari del citato senior buyer. Le indagini sono state avviate grazie alla denuncia presentata dall’amministratore delegato della  società dove prestava servizio il buyer e l’ente fieristico ha fornito la sua costante collaborazione durante le indagini. L’odierna attività di servizio costituisce un’ulteriore testimonianza del costante impegno profuso dal Corpo, quale presidio della sicurezza economico-finanziaria, nel contrasto alla corruzione, che altera le regole della sana competizione tra imprese. Si evidenzia che il procedimento penale verte ancora nella fase delle indagini preliminari e che la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.

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Monza, si ruba oltre mezzo milione di contributi pubblici: arrestato

Monza, si ruba oltre mezzo milione di contributi pubblici: arrestato. La Gdf ha infatti fermato un imprenditore che, senza averne diritto, avrebbe percepito contributi a fondo perduto – previsti dal Decreto Rilancio ed erogati dall’Agenzia delle Entrate a soggetti economici con cali di fatturato – per 147 mila euro. In particolare, i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Monza, nell’ambito delle attività volte a contrastare gli illeciti a danno della corretta destinazione delle misure di sostegno alle imprese adottate per fronteggiare la crisi economica derivante dall’emergenza epidemiologica da Covid-19, hanno sviluppato, su delega della Procura della Repubblica di Monza, una mirata attività di polizia giudiziaria nei confronti di una società giussanese – operante nel settore dell’installazione di impianti elettrici – risultata, in esito alle indagini, indebita beneficiaria di un contributo a fondo perduto dell’importo di 147.000 euro, posto che la corrispondente istanza di accesso al beneficio è risultata viziata dal mendacio delle dichiarazioni relative ai dati del fatturato. A seguito delle investigazioni condotte dalle Fiamme Gialle, anche con indagini finanziarie ed accertamenti patrimoniali, è stato accertato che il contributo a fondo perduto illecitamente ottenuto è stato interamente dirottato dal conto corrente aziendale con bonifici e prelievi di denaro contante destinati all’imprenditore e suoi familiari, quest’ultimi conseguentemente deferiti all’Autorità Giudiziaria per ipotesi di riciclaggio e ricettazione. Gli approfondimenti eseguiti hanno altresì consentito di intercettare due tentativi di indebita percezione di contributi a fondo perduto per complessivi ulteriori 375.000 euro, richiesti dal medesimo imprenditore a favore di altre due società al medesimo riconducibili, i cui valori di fatturato erano parimenti difformi da quelli falsamente indicati nelle istanze presentate. Al termine delle indagini, i Finanzieri hanno assicurato l’esecuzione del provvedimento ablativo adottato dal Giudice per le Indagini Preliminari in accoglimento della proposta avanzata dalla Procura della Repubblica di Monza, disponendo il sequestro preventivo finalizzato alla confisca fino a concorrenza della somma di circa 210.000 euro corrispondente all’importo del contributo a fondo perduto indebitamente percepito e al profitto del reato di ricettazione.

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La Gdf scopre un giro di contrabbando di 4,5 milioni di litri di gasolio

La Gdf scopre un giro di contrabbando di 4,5 milioni di litri di gasolio. Un’organizzazione dedita al contrabbando di gasolio, con base ad Ardea e ramificazioni in tutta Italia, è stata scoperta dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, che hanno sequestrato beni mobili e immobili per oltre 4 milioni di euro. Il provvedimento – emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Velletri, su richiesta della locale Procura Repubblica – costituisce l’epilogo di indagini svolte dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Pomezia, coordinate dal II Gruppo di Roma e scaturite da un controllo di routine ad un deposito commerciale di carburanti. Dagli accertamenti è emersa l’immissione sul mercato di circa 4,5 milioni di litri di prodotti petroliferi e l’evasione di oltre 4 milioni di euro tra imposte sui redditi, IVA ed accise. Registi della colossale frode due pregiudicati per fatti analoghi – uno romano e l’altro napoletano – che avevano costituito diverse società “cartiere” con sede nelle province di Napoli ed Avellino. Queste ultime emettevano falsi documenti di trasporto comprovanti l’avvenuto versamento delle accise e recanti, quale destinatario, un deposito di Ardea che rivendeva, a sua volta, i prodotti a clienti dell’hinterland napoletano, i quali potevano così praticare prezzi estremamente competitivi sbaragliando la concorrenza, grazie al consistente credito di imposta vantato verso l’Erario. Le imprese “cartiere” – prive di qualsivoglia struttura operativa e di personale alle dipendenze – venivano interposte solo formalmente nella compravendita delle partite di merce, con lo scopo di assumersi l’integrale debito IVA, che non veniva mai versata all’Erario. La misura cautelare reale – finalizzata alla successiva confisca “per equivalente” per un valore corrispondente all’ammontare delle imposte evase – ha riguardato appartamenti, autovetture e quote societarie riconducibili agli amministratori delle società, nelle province di Roma, Napoli e Avellino. Nove persone dovranno rispondere dei reati di sottrazione al pagamento delle accise, irregolarità nella circolazione di prodotti energetici, falso e omessa presentazione della dichiarazione dei redditi, dell’IVA e dell’IRAP. Allo stato delle attuali acquisizioni probatorie e in attesa di giudizio definitivo vale la presunzione di non colpevolezza degli indagati.

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Gdf sequestra falsi bijoux di marchi famosi

Vendeva in negozio orecchini e collane, anelli e bracciali con il logo di Chanel e Louis Vuitton, ma anche di Bulgari e Yves Saint-Laurent: la guardia di finanza di Milano ne ha sequestrati in tutto 700 bijoux in un punto vendita che si trova in un centro commerciale. Il titolare è stato denunciato a piede libero, mentre è stato multato un grossista che in un locale aveva stoccato 272mila prodotti cosmetici senza l’etichettatura. Prodotti che sono stati sequestrati dal primo Nucleo Operativo Metropolitano di Milano. La guardia di finanza sta anche facendo dei controlli per ritirare altra merce già arrivata nei punti vendita. ANSA

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Gdf sequestra 100mila mascherine irregolari

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Milano hanno sequestrato oltre 100.000 mascherine con falso marchio CE, per un valore di oltre 80.000 euro ed hanno denunciato due commercianti cinesi. Il sequestro è avvenuto nel corso dei servizi di controllo del territorio, finalizzati anche al contrasto dei traffici illeciti di prodotti connessi all’emergenza sanitaria. I Baschi Verdi del Gruppo pronto impiego di Milano hanno individuato in città, nella zona vicina a via Paolo Sarpi, la cosiddetta Chinatown, un magazzino che stoccava clandestinamente dispositivi medici e di protezione individuale di diverse categorie, con i marchi CE contraffatti e privi della certificazione obbligatoria. Le analisi hanno evidenziato la falsa marcatura “CE” dei prodotti; l’intero stock di mascherine è stato sequestrato e l’importatore è stato segnalato Procura di Milano per contraffazione e vendita di prodotti industriali con segni mendaci. ANSA

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