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“Da Verdi a Verdini”. I leghisti gliele cantano alla Lega

Uno striscione si aggira davanti alla storica sede leghista di via Bellerio. E recita, beffardo: “Da Verdi a Verdini. Ora basta. Congressi subito!”. Una delle cose più difficili nel discorso politico è la sintesi. Questo striscione andrebbe mostrato in ogni scuola politica, perché in tre frasi fa l’analisi di un problema, spiega il livello di pericolosità della situazione e dà la soluzione. Il tutto senza un solo insulto e con un pragmatismo raro ai tempi dei social media. Il problema principale è che, come diceva Allende, chi si ripropone di cambiare il sistema dall’interno ha, in cuor suo, già deciso di vendersi. E in questo caso, lamentano gli anonimi militanti leghisti, è stato anche trovato l’intermediario. Quel Dennis Verdini che fu vitale per tenere su i governi a firma PD precedenti ai governi Conte. Quel Verdini attualmente agli arresti domiciliari. Il padre di quell’altro Verdini, pure lui indagato. Con l’aggravante, politica, di aver dipinto il quadro di un partito che da voce del Nord si era fatto servitore familiare dei Verdini. E se i militanti non perdonarono questa condotta a Bossi, figuratevi se la perdonano a Salvini. Ah, giusto, a proposito di Bossi: il Capo che viene ripescato dal flipper del Rosatellum qui brucia ancora. Lui era il garante del Verde. Ha dovuto soccombere ai Verdini. E no, non è stato perdonato. Questa, dunque, la protesta. Ma quale la proposta? Nonostante siano tornati di moda anche presso gli alleati Forzisti e di Fratelli d’Italia, seppur localmente, i congressi restano un appannaggio della Lega. Nord. La Lega Salvini premier li ha sempre visti male. In Veneto hanno visto i Salviniani pressoché ovunque, ma ogni convocazione è un rischio. Sopratutto in un contesto granulare come quello attuale, soprattutto in vista delle Europee. Dove, peraltro, di Verde a Nord Ovest si vedrà poco. Se è vero che qui si eleggeranno due o tre europarlamentari, si rischia che di passato leghista se ne veda poco a Bruxelles. I congressi dovrebbero scongiurare proprio quello, in teoria. In pratica, verranno scongiurati in nome dell’unità. Un nome che, per un partito secessionista, fa venire evidentemente l’orticaria a molti. Che se ne vendicano con striscioni verdi contro sfondo nero.

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Lega: scuola di via Vallarsa trasformata in centrale di spaccio

“Abbiamo svolto un sopralluogo all’interno della scuola abbandonata di via Vallarsa, chiusa dal 2021 per problemi strutturali, trovando uno scenario vergognoso per una città che si professa internazionale come Milano” lo scrivono in una nota l’Europarlamentare Silvia Sardone e il Consigliere Comunale Samuele Piscina entrambi della Lega. “Occupanti abusivi, pusher, vandalismi ovunque: i cittadini del quartiere, a due passi da Porta Romana, sono esasperati e giustamente preoccupati dalla situazione. La sicurezza ormai è pari allo zero spiegano i due, chiedendosi – dov’è il sindaco Sala? Non si muove perché siamo fuori dalla ztl del centro? I suoi assessori e consiglieri non riescono ad arrivare in monopattino fin qui? Chiediamo lo sgombero immediato – concludono – e la messa in sicurezza dell’edificio. L’ex scuola torni alla cittadinanza”. “Il sindaco Sala aveva chiuso la scuola di via Vallarsa con la promessa di demolirla e ricostruirla ma ad oggi, dopo 3 anni, è in stato di abbandono totale. – aggiunge Andreana De Franceschi, consigliere della Lega in Municipio 5 – Tra l’altro sarebbe interessante capire come mai sia presidiata dalla vigilanza privata pur essendo un complesso di proprietà del Comune di Milano. I residenti non ce la fanno più: sono stufi di vivere nella paura e nel abbandono più totale. Dove sono sindaco e assessori? Il Municipio 5 ci sta riempiendo di ciclabili inutili, che tolgono decine di posti auto, e poi ci lascia una centrale di degrado e spaccio in mezzo alle abitazioni. È une vergogna” conclude la De Franceschi.

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Pnrr, 4mln per playground. Lega: “Spreco di soldi”

Quattro milioni di euro, dai fondi europei del Pnrr, per panchine, playground, tavoli per il pic nic nel quartiere San Siro. La ‘denuncia’ arriva dalla Lega, che lunedì ha protestato in piazzale Selinunte (‘cuore’ del quartiere popolare) contro la scelta del Comune di Milano di destinare 4 milioni a questo tipo di attrezzature e iniziative mentre, secondo i leghisti, sarebbe necessario scegliere interventi che migliorino la sicurezza. I quattro macro-interventi già pensati da Palazzo Marino riguardano il playground di via Zamagna, il mercato di via Paravia e via Zamagna, viale Aretusa e la cascina di via Paravia. Per il playground di via Zamagna si prevede tra l’altro di creare aree gioco sull’area pedonale (con pavimentazione anti-trauma) e di inserire elementi di arredo urbano, oltre a eliminare le barriere architettoniche. Per il mercato di via Paravia e via Zamagna, Palazzo Marino ha progettato l’inserimento di 43 alberi e 48 panchine, con aree attrezzate per il gioco, inserendo due nuovi attraversamenti pedonali e la messa in sicurezza di altri 9 attraversamenti. Verrà, naturalmente, adeguato il mercato. Per viale Aretusa, si prevede la pedonalizzazione del parcheggio tra via Civitali e l’ex mercato comunale con 49 alberi, 47 panchine e 2 tavoli per il pic nic, con nuovi attraversamenti pedonali. Infine, per la cascina di via Paravia, si prevedono 23 alberi, 21 panchine, 3 tavoli per il pic nic e 4 rastrelliere, con 930 mq di aree attrezzate per il gioco e nuovi attraversamenti pedonali. Inoltre sarà pedonalizzata via Paravia tra via Capecelatro e via Gianicolo. La cascina verrà riqualificata da un operatore che ha vinto un bando del Comune in merito. Progetti che, come detto, non piacciono alla Lega: alcuni esponenti si sono dati appuntamento lunedì mattina in piazzale Selinunte per protestare contro le idee messe in campo da Palazzo Marino, parlando di vero e proprio spreco di 4 milioni di fondi del Pnrr. “In uno dei quartieri più difficili e degradati di Milano”, commentano Alessandro Verri e Francesco Giani, capigruppo in Comune e nel Municipio 7, “il Comune spreca risorse strategiche che avrebbero lo scopo di rigenerare le periferie. Il quartiere ha bisogno di sicurezza, presidi e più cura, non di opere che porteranno ulteriore degrado e bivacchi”. La contro-proposta della Lega? “Chiediamo un’assemblea pubblica in quartiere con la giunta comunale, e che le risorse siano destinate all’installazione di telecamere, a spazi di socializzazione e al contrasto del degrado”, dicono Verri e Giani. Intanto un altro progetto finanziato dal Pnrr punta a portare a San Siro (per la precisione in via Newton 15) la sede del commissariato San Siro, oggi inattivo e un tempo in via Novara.

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Vino, Ciocca (LEGA): “Che l’UE sia sostenitrice e non distruttrice del vino italiano”

“Basta ad un’Europa che insiste per l’aggiunta di zucchero per aumentare la gradazione alcolica, con il rischio di alterare il gusto e la tipicità dei nostri prodotti, basta ad un’Ue che spinge per il vino in polvere! Sì ad un’Europa che investe e si fa invece sostenitrice di un comparto che conta, solo in Italia, 870mila occupati e 570mila imprese. Un pilastro fondamentale dell’economia italiana con un fatturato di oltre 31 miliardi di euro ed esportazioni per oltre nove miliardi, il 22% del totale dell’export del Food & Beverage del Paese.” Lo ha dichiarato l’eurodeputato della Lega, Angelo Ciocca, membro titolare della Commissione Agricoltura al Parlamento europeo, che quest’oggi ha partecipato all’evento di Assoenologi al Brixia Forum a cui era presente anche il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida e l’assessore regionale all’ambiente e al clima Giorgio Maione. L’eurodeputato, tra i componenti della Commissione anticancro BECA all’eurocamera, ha inoltre espresso la sua contrarietà all’equiparazione del vino alle sigarette come causa di tumori, definendola “un’etichettatura folle e ingiusta per i nostri vini di qualità”. “Durante il mio mandato, ho sempre cercato di proteggere e promuovere l’industria vinicola italiana, difendendo la sua autenticità e il suo prestigio a livello europeo. E continuerò a battermi per questo! Dal 2024 rivoluzioniamo questa Europa!”, ha ribadito Ciocca. Nel 2022, l’export del vino Made in Italy ha raggiunto un nuovo record, toccando gli 8 miliardi di euro, con un incremento del 12% rispetto all’anno precedente, confermando l’Italia il primo paese produttore di vino al mondo. “Questi dati sottolineano l’importanza del settore vinicolo italiano non solo a livello nazionale, ma anche internazionale”, ha concluso Ciocca.

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Manifestazione della Lega a Milano pro Israele

“Come si fa a difendere la causa Lgbtq se poi difendi la causa terrorista di Hamas”. Sembra un messaggio alla sinistra e alle manifestazioni per la pace quello del vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini che chiama a raccolta la Lega in piazza a Milano in “difesa dell’Occidente” e per garantire a Israele “il diritto di esistere”. “A qualche centinaio di metri da qui – aggiunge Salvini – c’è la manifestazione di antirazzisti che stanno attaccando Israele. Gli ultimi fascisti rimasti sono quelli che stanno sfilando per Milano a odiare Israele, nostalgici dell’odio e della paura’”, dice il leader leghista dal palco di Largo Cairoli: un migliaio di persone presenti, nonostante i pronostici che ne annunciavano più di tremila. “È bello vedere una piazza libera, aperta, non militante, con tante bandiere di Israele – aggiunge Salvini – un Paese che ha diritto di esistere senza se e senza ma”. “I silenzi e l’indifferenza che stiamo vivendo in questi giorni rispetto al massacro di civili voluto dai terroristi di Hamas in Israele è inaccettabile”, ha detto il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. In avvio di manifestazione è intervenuto anche Alon Bar, ambasciatore di Israele in Italia: “Voglio ringraziare il vicepremier Salvini e tutto il governo italiano per la forte solidarietà espressa nei confronti di Israele in queste settimane. Questa solidarietà ci ha profondamente commosso e vi chiediamo di continuare a sostenerci con forza”, ha affermato l’ambasciatore. “Grazie soprattutto per i tentativi di costringere Hamas a liberare incondizionatamente gli oltre 245 israeliani tenuti in ostaggio nella striscia di Gaza, tra cui un neonato di pochi mesi e anziani sopravvissuti alla Shoah”. “La cultura del rispetto verso la vita, la libertà, la dignità e la sicurezza di ogni essere umano deve partire dalla scuola. Non ci può essere spazio nelle nostre scuole per prediche o pratiche di violenza, discriminazione e odio”, dice il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. “La nostra civiltà è universalista, nel senso che offre al genere umano i suoi valori”, aggiunge il ministro. “E tuttavia – prosegue- la nostra civiltà difende le frontiere, perché se esistesse un diritto umano a immigrare sarebbe travolta la libertà stessa dei cittadini e la democrazia e lo Stato non servirebbe a proteggere i suoi cittadini”. “Hamas è un’organizzazione terroristica”, ripetono gli oratori che intervengono dal palco. “La guerra è scatenata da un attacco terroristico, Hamas è un gruppo di terroristi che da troppo tempo usa la fede islamica per giustificare i propri crimini. Chi cattura bambini e donne ad oggi è un terrorista e non ha nulla a che vedere con la fede islamica. L’Islam non è questo. Nessuna fede ha chiesto di commettere atti di terrorismo”, dice Ayoub Ouassif, operaio musulmano, originario di Sassuolo (Modena) dal palco leghista. “Da noi oggi l’imam dice ‘non siamo interessati a integrarci, vogliamo sostituirvi”, aggiunge il sindaco di Monfalcone Annamaria Cisint parlando della “situazione drammatica di un processo di islamizzazione” da fermare: “È intollerabile quanto successo a Monfalcone la scorsa settimana quando dietro al duomo il Pci con le bandiere e gli integralisti hanno iniziato a gridare ‘Allah akbar, morte a Israele». «Il buonismo – ha aggiunto – ci porterà alla sostituzione”. E proprio dalle parole della sindaca sembrano essere ispirati molti partecipanti alla manifestazione. Diverse persone, di età e provenienze diverse, sembrano non avere ben compreso il tema dell’appuntamento leghista: una protesta anti immigrazione. “Basta immigrati. Mi danno fastidio”, dice una signora sulla settantina scesa in piazza, “leghista da sempre”, venuta in treno da Varese. “Non ne posso più di vedere 20enni forti e robusti che vivono meglio di me con i soldi che gli diamo noi. Altro che rifugiati”, aggiunge. “Sono venuta a questa manifestazione dal Friuli perché voglio che non ci sia più il pericolo dell’islamizzazione in Italia”, dice una donna in fondo alla piazza. “Io mi sento minacciata da questi islamici e abbiamo visto che sono pericolosi. Lo abbiamo visto nelle manifestazioni pro Palestina”. Sul palco quasi tutto lo stato maggiore del Carroccio: da Luca Zaia ad Attilio Fontana, dal ministro Giancarlo Giorgetti a Roberto Calderoli.

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Il nipote della Fallaci: no uso nome della scrittrice alla manifestazione della Lega

Edoardo Domenico Perazzi, nipote ed “erede” della giornalista e scrittrice Oriana Fallaci “si oppone all’uso del nome e dell’immagine” della zia “per la manifestazione politica promossa dalla Lega di Matteo Salvini il 4 novembre a Milano e pubblicizzata come ‘In nome di Oriana Fallaci per difendere l’Occidente’”, e ha diffidato gli organizzatori della stessa manifestazione. E’, in sintesi, quanto scrive in una nota l’avvocato Fabio Macaluso. “Con la diffida è stato contestato l’utilizzo del nome e dell’immagine di Oriana Fallaci associata all’iniziativa politica milanese. Mai – per sua espressa volontà – la Signora Oriana Fallaci è stata associata nella sua vita – si legge – direttamente o indirettamente a un partito o a un leader politico, avendo sempre rivendicato fermamente la propria indipendenza come elemento indispensabile per lo svolgimento della sua professione di giornalista e scrittrice”. Secondo Perazzi “non è opportuno che alcuna forza politica (di qualsiasi segno) utilizzi il nome e l’immagine di Oriana Fallaci per promuovere proprie iniziative, ciò ledendo la sua reputazione professionale”.

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