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Dimesso il primo malato milanese

E’ stato il primo caso a Milano, e anche il primo medico della città ad ammalarsi. Ma ora dopo 16 giorni di ricovero in isolamento all’ospedale Sacco, Angelo Marzano, dermatologo del Policlinico di Milano e professore della Statale, è finalmente tornato a casa, dove dovrà proseguire il suo isolamento per altre due settimane. Un’esperienza che gli ha insegnato ancora meglio a capire i pazienti e la malattia fino in fondo. Ricoverato il 23 febbraio, ha scoperto di essere positivo al suo rientro da due congressi, uno in Grecia e l’altro in Germania, ma non sa dove possa essersi contagiato. Sul suo volo per Monaco c’era, un paio di file più avanti della sua, una persona poi risultata positiva, ma a questo punto poco importa. Ciò che conta ora è star meglio e aver capito ancora di più cos’è la malattia. “A volte come medici siamo troppo asettici. Io ho un buon rapporto con i miei pazienti – racconta all’ANSA – ma quest’esperienza mi ha fatto capire ancora di più i pazienti e la malattia fino in fondo“. ANSA  

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L’Odissea in milanese alla Cascina Linterno

L’Odissea in milanese alla Cascina Linterno. Domenica 17 Novembre 2019 – Ore 16 – Chiesetta di Cascina Linterno – Via Fratelli Zoia, 194 – Parco delle Cave – Milano L’Associazione “Amici Cascina Linterno”, con il Patrocinio del Municipio 7 di Milano e nell’ambito di Book City Milano 2019 e delle iniziative AgriCulturali programmate per il Secondo Semestre 2019, invitano tutta la Cittadinanza alla presentazione del libro :  “ L’Odissea in Milanes “ – Versione dialettale a cura del Walter Moneta – Introduzione di Claudio Brambilla Seguirà un breve dibattito con momento conviviale – Partecipazione libera con contributo di cortesia Autobus 67 (M1 – Bande Nere), 63 (M1 – Bisceglie), 78 (M1 – Bisceglie e M5 – San Siro), 49 (M1 – Inganni e M5 – San Siro) Info: 334 7381384 – amicilinterno@libero.it – www.cascinalinterno.it – facebook: Cascina Linterno (Linterno AgriCultura)

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La figlia di un deportato meneghino: “Mi meraviglio di Segre”

La figlia di un deportato meneghino: “Mi meraviglio di Segre”. Con queste parole abbiamo voluto riassumere le parole della figlia di un deportato meneghino che riportiamo per esteso per chi fosse interessato a un punto di vista alternativo al consueto esercizio corale in cui si esercita la stampa italiana. Lo facciamo perché crediamo fermamente nella libertà di espressione e nei principi che regolano l’ordinamento italiano: se è meglio un colpevole fuori, che un innocente dentro, meglio una voce non gradita, che un gradevole silenzio. Quindi è giusto contestare o almeno ricordare i pericoli di commissioni votate alla censura. Soprattutto quando sembra giusto istituirle e tutto il mondo intona un unico inno alla libertà mentre indossa un braccialetto alle caviglie. “Tanto è per gli altri” è il sotto testo. Ma come ha insegnato un vecchio sermone, prima o poi gli altri finiscono. E rimani solo tu, senza nessuno intorno. L’altro giorno è stata istituita nel nostro Parlamento una commissione contro l’antisemitismo e l’odio razziale. Il fatto che questa Commissione sia stata approvata dalla sola maggioranza di governo, ha fatto scaturire una serie di commenti al vetriolo su giornali e social dove il centrodestra è stato tacciato di essere fascista. Desidero esprimere il mio parere su questo fatto visto che sono la figlia di un deportato. Mio padre Ferdinando Valletti, ex calciatore del Milan e poi dirigente dell’Alfa Romeo passò 18 mesi a Mauthausen per aver fatto propaganda in fabbrica durante lo sciopero nazionale del marzo 1944. Si salvò dai campi per miracolo e salvò altri operai dell’Alfa Romeo, per questo motivo dal 2017 é Giusto tra le Nazioni. Durante gli ultimi anni della sua vita mio papà visitò diverse scuole di Milano per testimoniare l’orrore dei campi di sterminio e io, da quando lui é mancato. ho proseguito la sua opera di sensibilizzazione nei confronti dei giovani. Sono stata cresciuta nel rispetto delle persone e senza alcun odio nei confronti di chi aveva causato tanto male a mio padre perché lui aveva perdonato i suoi aguzzini. Ebbene per tutto questo, l’istituzione della commissione Segre mi trova profondamente contraria. Mai e poi mai mio padre, che contribuì con la sua deportazione, alla libertà e alla democrazia di questo Paese, sarebbe stato promotore di una tale iniziativa. La nostra repubblica si fonda su una Costituzione che condanna il razzismo e l’antisemitismo e quindi ha in sé tutti gli strumenti per punire chi viola la legge. Mi meraviglio che la senatrice Segre, che dovrebbe conoscere da un lato la potenziale pericolosità sociale di una simile commissione e dall’altro l’inutilità della stessa, ne sia stata la promotrice. Vorrei aggiungere che a mio parere se da un lato è doveroso testimoniare gli orrori dell’Olocausto, dall’altro non è consentito usare il dramma di milioni di persone politicamente, poichè è noto che i deportati non erano solo ebrei e comunisti. Naturalmente non mi riferisco alla senatrice Segre, che sarà certamente in buona fede, ma alla compagine di governo che dando l’assenso all’istituzione di una simile commissione da il via ad una sorta di “caccia alle streghe” di cui l’Italia non ha necessità. Riferimento: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Ferdinando_Valletti Manuela Valletti  

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G8 di Genova, arrestato in Francia latitante milanese

La polizia di Milano, con la collaborazione di quella francese ha rintracciato e arrestato in Francia Vincenzo Vecchi, 46 anni, l’esponente dell’area anarco-autonoma milanese. Era latitante dal luglio del 2012, quando scattò l’ordine di esecuzione pena emesso dalla Procura generale della Corte d’appello di Genova per la condanna a seguito degli incidenti del G8 di Genova del 2001. Vecchi era stato condannato in via definitiva a 11 anni e 6 mesi. Gli investigatori sottolineano che nei giorni del 20 e 21 luglio 2001, durante il G8, Vecchi faceva parte di un gruppo di persone che a volto coperto devastò la città: vennero presi di mira banche, auto e un supermercato. Vecchi venne identificato come un promotore delle devastazioni, uno “che spingeva gli altri ad agire“, lanciava “bottiglie, sassi e molotov“. Vecchi era l’ultimo condannato per i fatti del G8 di Genova irreperibile. E’ stato bloccato l’8 agosto a Saint Gravé dans le Morbhian, in Bretagna dove faceva l’imbianchino con il nome di Vincent Papale. ANSA  

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