Museo del Novecento

Inaugurati al Museo del Novecento quattro progetti realizzati in occasione di Milano Art Week

Nella Galleria del Futurismo, all’inizio del percorso museale, è allestito “VOL. XXXI: Futurism Drama”, intervento site-specific dell’artista cipriota Haris Epaminonda (Nicosia, 1980), vincitrice della prima edizione di Fondazione Henraux Sculpture Commission. L’esposizione, a cura di Edoardo Bonaspetti e promossa dalla Fondazione Henraux in collaborazione con il Museo del Novecento, è un racconto di visioni, pensieri e temporalità. Essa apre un dialogo inedito tra i capolavori del primo Novecento, una selezione di opere di Medardo Rosso – figura di riferimento per l’avanguardia Futurista – e la ricerca dell’artista. Con le sue composizioni Epaminonda ricorda non solo l’importanza della connessione tra pensieri e tradizioni culturali diverse, ma anche il valore e la qualità che possono assumere nuovi mondi possibili (10 aprile – 12 maggio). Proseguendo nel percorso, nella saletta al terzo piano del Museo, trova spazio “Off Script”, la mostra personale dell’artista olandese Magali Reus (L’Aia, 1981), vincitrice della VII edizione del Premio Arnaldo Pomodoro per la Scultura, realizzata in collaborazione con il Museo del Novecento e curata da Federico Giani. Espone una selezione delle più recenti sculture dell’artista, le Clementine, una serie che prende il suo spunto visivo dai barattoli di marmellata e di conserve della tradizione familiare. Si tratta di oggetti scultorei intenzionalmente artificiali e destabilizzanti che rappresentano, secondo la poetica di Reus, una riconfigurazione degli oggetti familiari e abituali che costituiscono il nostro mondo (10 aprile – 30 giugno). Al quarto piano, negli spazi degli Archivi del Novecento, “ARCHIVIALE_001. Dal 1940 a oggi – Istantanee dalle Gallerie d’arte di Milano”, a cura di Mariuccia Casadio, è il primo capitolo di una ricerca che intende ricostruire oltre settant’anni di storia delle gallerie private di Milano con le loro scelte artistiche, le relazioni internazionali, gli eventi d’avanguardia, gli incontri con gli artisti. La mostra è promossa da MAC – Milano Art Community, il network che raccoglie le più importanti gallerie e istituzioni della città di Milano, in partnership with Gucci (10 aprile – 30 giugno 2024). Sempre al quarto piano, chiude il percorso “Ritratto di Città (20/20.000HZ)”, grande installazione audio-video multi-canale del duo Masbedo (Iacopo Bedogni e Niccolò Massazza) a cura di Cloe Piccoli, che è fra i vincitori dell’undicesima edizione di Italian Council (2022), il programma della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura volto alla promozione internazionale dell’arte contemporanea italiana. Il progetto parla della rinascita culturale di Milano: dalla musica elettronica dello Studio di Fonologia RAI, dalle invenzioni di Luciano Berio e Bruno Maderna, lo sguardo si allarga all’architettura (BBPR), all’arte (Lucio Fontana), al cinema (Michelangelo Antonioni), alla grafica (10 aprile – 30 giugno 2024).

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Continua la polemica sul concorso per il Museo del Novecento

Continua la polemica sul concorso per il Museo del Novecento. Oggi infatti pubblichiamo una lettera di risposta inviata da un professionista alla responsabile della Direzione Urbanistica del Comune. Una missiva in cui si contestano le risposte fornite da Palazzo Marino sul concorso cambiato in corsa perché la passerella tra i due edifici affacciati su piazza Duomo è stata esclusa a pochi giorni dalla scadenza. Una discussione che però pare non finita visto l‘ultimo intervento dell’assessore Del Corno. Noi intanto riceviamo e pubblichiamo volentieri la lettera di Peter Vetter: Gentile Simona Collarini, La ringrazio molto per la sua risposta dettagliata alla mia lettera del 13.3.2021. Purtroppo, lei non mi ha convinto affatto, soprattutto su due punti: Uno è il cambiamento dell’obiettivo della competizione durante lo svolgimento dello stesso concorso. Questo sarebbe, mi permette di usare un esempio banale, come se un arbitro cambia le regole del gioco al 72° minuto di una partita. Allo stesso tempo si deve anche dire che la Sovrintendenza è stata coinvolta nella stesura del bando e quindi ha avuto tutte le possibilità di presentare le sue idee in tempo utile e una correzione così tardiva non segue nessuna logica. Quello che è successo qui corrisponde a ciò che l’espressione inglese “no go” descrive perfettamente. Il secondo aspetto è quello dell’indipendenza della giuria, un attributo assoluto per un concorso che cerca soluzioni innovative e che è a mio avviso l’obiettivo di un tale concorso! Il fatto che il cliente domini la giuria non corrisponde in alcun modo alle norme internazionali e per quanto mi risulta, è richiesto anche dall’Ordine degli Architetti Italiani. Non è mia intenzione avere semplicemente ragione o fare polemica, ma spero che le mie critiche convincano l’amministrazione di Milano ad essere in futuro un po’ più generosa, più professionale, per non dire un po’ meno provinciale, nel trattare gli appalti internazionali come il concorso per il Novecento. Cordiali saluti, Peter Vetter

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Il Museo del Novecento festeggia i suoi primi dieci anni

Il 6 dicembre del 2010 il Museo del Novecento apriva le sue porte al pubblico: una folla entusiasta sfilava tra le sale ammirando i 400 capolavori esposti. Per mesi lunghe file di visitatori si sono formate fuori dalle sue porte in via Marconi per scoprire questo nuovo patrimonio collettivo. In questi dieci anni l’affaccio su piazza del Duomo, con il disegno luminoso del Neon di Lucio Fontana, è diventato un’icona internazionale. Sono oltre 4 milioni i visitatori che hanno percorso gli spazi museali, visitato le esposizioni temporanee e partecipato a concerti, conferenze, presentazioni di libri ed eventi; 70 le mostre realizzate nelle sue sale, 871 le opere donate al Museo da artisti e collezionisti, 405mila i followers sui social, 402 i capolavori della collezione che hanno girato il mondo in occasione di mostre, 243.230 i bambini che hanno partecipato a laboratori e visite di EDU900, oltre 250mila visite all’anno sul sito del Museo, innumerevoli i selfie scattati sotto il Neon di Fontana. “Il Museo del Novecento in dieci anni è diventato non solo un punto di riferimento per cittadini e turisti in visita nella nostra città, ma anche un centro di ricerca coraggioso e indipendente sulla storia dell’arte del secolo scorso, oltre che un’icona della Milano artistica e culturale ormai affermata in tutto il mondo – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno –. Come è giusto che sia, perché la storia dell’arte italiana del XX secolo è stata un fenomeno internazionale, che è stata spesso avanguardia per artisti e movimenti che si sono poi affermati in tutto il mondo, e la conoscenza della sua collezione, che accompagna il visitatore in un viaggio che va dalle Avanguardie storiche fino agli anni Ottanta, è un tassello fondamentale nella formazione di un pensiero critico consapevole, in Italia e non solo”. Il 2020, oltre a essere l’anno del centenario dell’acquisizione nelle collezioni civiche del Quarto Stato di Pellizza da Volpedo che apre il percorso delle collezioni del ‘900, segna una tappa importante nel riallestimento del percorso espositivo. Il progetto “Nuovi Percorsi”, curato dal Museo diretto da Anna Maria Montaldo insieme al Comitato Scientifico, propone una nuova lettura delle collezioni, tematica oltre che cronologica. Alla sezione inaugurata nel 2019, dedicata alla seconda metà del secolo, con un’estensione del racconto fino agli inizi degli anni Ottanta, si aggiungono ora le sale rinnovate con i capolavori dagli anni Venti agli anni Cinquanta, che potranno essere visitate non appena l’emergenza sanitaria consentirà la riapertura. Il progetto sarà completato entro la fine del 2021 coinvolgendo gli spazi espositivi che ospitano il Futurismo. In mostra, oltre a preziose opere fino ad ora custodite nei depositi, nuovi comodati e donazioni. La collezione già composta da oltre quattromila lavori è stata arricchita in questi anni da più di 800 acquisizioni, una testimonianza dell’affetto costante di artisti e collezionisti. Domenica 6 dicembre il Museo del Novecento compie dunque 10 anni: in attesa di poter festeggiare con il pubblico nelle sale espositive rinnovate, il viaggio nel “secolo breve” si sposta sulla rete con progetti digitali che, dalla prima settimana di dicembre e per tutto il 2021, propongono approfondimenti nel mondo dell’arte, incursioni musicali e progetti aperti alla città. Il sito web del Museo, rinnovato nel 2015, registra oltre 250mila visite all’anno, con un incremento del 12,8% nel 2020, mentre i canali social hanno conquistato 405mila followers. In occasione del compleanno sul sito del Museo andrà in diretta streaming un ciclo di lectio magistralis #Raccontidel900, che vedrà storici e critici dell’arte presentare il lavoro degli artisti tra i più importanti in collezione. Il 9 dicembre, alle 18.30, il primo Art Talk, in cui Maria Grazia Messina, storica dell’arte e co-curatrice della mostra “Carla Accardi. Contesti”, racconta appunto Carla Accardi. Seguiranno, sempre alle 18.30, il 16 dicembre “Art Talk 02. Antonello Negri racconta Lucio Fontana”; 13 gennaio “Art Talk 03. Flavio Fergonzi racconta Giorgio Morandi”; 20 gennaio “Art Talk 04. Bruno Corà racconta Alberto Burri”. Inoltre importanti testimonial hanno deciso di festeggiare il compleanno del Museo descrivendo sui suoi canali social la propria opera del cuore: da Linus a Ester Viola, da Fabio Novembre a Italo Rota, da Oriella Dorella a Cristiana Capotondi. Un video realizzato per l’anniversario, con interventi del Sindaco Giuseppe Sala, dell’assessore alla Cultura Filippo Del Corno e della Direttrice del Museo del Novecento Anna Maria Montaldo, che sarà pubblicato domenica 6 sul sito del Museo, ricorda i primi 10 anni del Museo e la sua intensa attività sempre sostenuta dal nostro main sponsor.Nel programma dei festeggiamenti un’attenzione particolare è dedicata ai più piccoli. Il kit digitale KITEDU900, realizzato in collaborazione con STEMintheCity e lo Studio Susanna Legrenzi, scaricabile gratuitamente dal nostro sito, permette di scoprire il nostro museo e dieci suoi capolavori grazie ad animazioni e narrazioni a misura di bambino. Un invito a partecipare al rinnovamento del Museo è la call Museo Chiama Scuola dedicata alle scuole primarie che potranno contribuire alla realizzazione, nel corso del 2021, di un nuovo “percorso UNDER 10” nelle sale del museo. E proprio il via alle celebrazioni sarà dato da un breve video che anticipa un grande evento che sarà organizzato in presenza, appena sarà possibile, nelle nostre sale: un concerto dei giovanissimi musicisti della Ricordi Music School che eseguiranno partiture inedite composte per i dieci anni del Museo da tanti giovani compositori. DAL 2010 AL 2020, IL MUSEO DEL NOVECENTO IN NUMERI: 4.049.541 visitatori 34.572 ore di apertura 70 esposizioni temporanee 402 capolavori che hanno viaggiato in tutto il mondo in occasione di mostre 871 donazioni 323 concerti 230 conferenze, i convegni, la presentazione di libri 243.230 bambini che hanno partecipato a laboratori e visite di EDU900 405.000 followers sui social Nono museo più instagrammato in Italia (47.206 hashtag) 250.000 visite al sito all’anno 208 ombrelli abbandonati

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In mostra le opere di Loris Cecchini al Museo del Novecento

In occasione di MIART e dell’Art Week 2020 promossa dal Comune di Milano, il Museo del Novecento presenta INVITO 2020, la mostra dedicata all’artista vincitore del Premio ACACIA – Associazione Amici Arte Contemporanea Italiana, che per il quinto anno trova sede nelle sale del museo, consolidando la collaborazione tra realtà pubblica e privata, con l’obiettivo comune di conservare e approfondire lo studio delle più recenti sperimentazioni artistiche. La mostra verrà inaugurata l’8 settembre e rimarrà allestita fino al 31 gennaio 2021. L’edizione del 2020, la diciassettesima, vede protagonista Loris Cecchini, uno degli artisti italiani più affermati a livello internazionale, con le opere Waterbones (177) e Aeolian Landforms (Dahkla 137C), del 2020, che grazie alla generosità di ACACIA entrano a far parte della collezione del museo. Il lavoro recente di Loris Cecchini trae linfa dalla meditazione sul concetto di “organismo”: un sistema in continua evoluzione che si auto-genera, costruendo la propria crescita a partire da un modulo, come avviene in architettura o nell’analisi del linguaggio. L’immaginario dell’artista è veicolato da una sottile ricerca sui materiali, dalle gomme alle plastiche ai metalli. L’installazione Waterbones (177) fa parte di una serie di opere realizzate a partire dal 2009 nelle quali l’artista si concentra sullo studio e sull’indagine della struttura profonda della materia. Letteralmente “ossa di acqua”, l’opera è costituita da moduli di acciaio inox che possono essere assemblati gli uni con gli altri in molteplici varianti. In questo modo la materia assume una doppia valenza: è solida come una struttura ossea, ma allo stesso tempo è fluida e modellabile come un flusso d’acqua. I soggetti che compaiono nel lavoro di Loris Cecchini includono collages multipli e modelli architettonici dettagliati, roulotte e case sugli alberi reinventate, spazi strutturalmente distorti e superfici prismatiche e trasparenti. L’opera di Loris Cecchini si unisce a quelle di Mario Airò, Rosa Barba, Rossella Biscotti, Monica Bonvicini, Gianni Caravaggio, Maurizio Cattelan, Roberto Cuoghi, Rä di Martino, Lara Favaretto, Linda Fregni Nagler, Francesco Gennari, Sabrina Mezzaqui, Marzia Migliora, Adrian Paci, Paola Pivi, Luca Trevisani, Grazia Toderi, Tatiana Trouvé, Marcella Vanzo, Nico Vascellari, Francesco Vezzoli, donate al Museo del Novecento dall’Associazione ACACIA. LORIS CECCHINI Nato a Milano nel 1969, ha studiato pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Attualmente vive e lavora a Milano. Ha esposto il suo lavoro in mostre personali  allestite in prestigiosi musei, tra cui Palais de Tokyo a Parigi, Musée d’Art Moderne et Contemporain di Saint-Étienne Métropole, MoMA PS1 a New York, Shanghai Duolun MoMA di Shanghai, Centro Galego de Arte Contemporánea a Santiago di  Compostela, Kunstverein di Heidelberg, Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci a Prato, Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano. Cecchini ha partecipato a numerose esposizioni internazionali tra cui la 56°, la 51° e la 49° Biennale di Venezia, la 6° e la 9° Biennale di Shanghai, la 15° e 13° Quadriennale di Roma, la Biennale di Taiwan a Taipei, la Biennale di Valencia in Spagna, la 12° Biennale Internazionale di Scultura di Carrara, il Ludwig Museum a Colonia, Palazzo Fortuny a Venezia, Macro Future a Roma. Numerose sono anche le sue installazioni permanenti e site-specific, in particolare a Villa Celle a Pistoia e nel cortile di Palazzo Strozzi a Firenze, alla Fondazione Boghossian di Bruxelles e per il Cleveland Clinic’s Arts & Medicine Institute negli Stati Uniti, a Les Terrasses Du Port di Marsiglia e recentemente sulla facciata della biblioteca Lazzerini di Prato, oltre che nel The Tata Innovation Center di New York.

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