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Quattro minorenni nordafricani arrestati per tentato omicidio

La Polizia di Stato ha eseguito questa mattina a Milano un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 4 minori ritenuti responsabili di un’aggressione compiuta lo scorso 11 gennaio 2020 quando un minorenne venne ferito con un’arma da taglio. In quell’occasione due gruppi di ragazzi si erano incontrati nel parchetto tra via Caduti di Marcinelle e via Rubattino per chiarirsi dopo un’accesa discussione sviluppatasi sui social. Dopo che i due gruppi si erano riappacificati e si stavano separando, un gruppetto di ragazzi si è diretto verso alcuni minori dell’altro gruppo e, con un pretesto, ha iniziato a percuoterli con cocci di bottiglia e un coltello. I poliziotti delle volanti del Commissariato di P.S. “Lambrate”, intervenuti immediatamente sul posto, hanno trovato in via Caduti in Missione di Pace due ragazzi con ferite lievi che si sono fatti medicare sul posto dal personale del 118 e un terzo minore che, invece, è stato ricoverato al San Raffaele a causa di una ferita d’arma da taglio alla schiena. Dalla ricostruzione dei fatti, operata dagli agenti dal Commissariato di P.S. “Lambrate” mediante una meticolosa attività, è emerso come l’episodio sia scaturito al termine di una lite per futili motivi tra i due gruppi di ragazzi. Tre ragazzi nordafricani, tutti diciassettenni, sono stati rintracciati dai poliziotti del Commissariato di P.S. “Lambrate” questa mattina presso i loro domicili milanesi e condotti presso l’Istituto Penale per i Minorenni di Milano “Beccaria”; per il quarto ragazzo, un quindicenne tunisino, la notifica è stata effettuata direttamente presso il Carcere Minorile dove lo stesso è stato condotto due giorni fa dai poliziotti del Commissariato Garibaldi Venezia in quanto ritenuto responsabile di 7 rapine a minori in zona Porta Venezia commesse lo scorso inverno.

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Sgominata banda di nordafricani che favoriva l’immigrazione clandestina

La Polizia di Stato coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Milano, nell’ambito di un’attività investigativa svolta nei confronti di cittadini stranieri, prevalentemente nordafricani, titolari di CAF o centri disbrigo pratiche per extracomunitari, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di 2 cittadini stranieri (uno di origini egiziane e una donna marocchina) e agli arresti domiciliari a carico di altri 3 soggetti (2 italiani e un egiziano) responsabili, a vario titolo, dei reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, induzione al falso ideologico in atti pubblici, corruzione e rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio. L’indagine, condotta dai poliziotti della 2^ Sezione della Squadra Mobile di Milano, trae origine dalle dichiarazioni di una giovane ragazza costretta a contrarre un matrimonio fittizio con un cittadino egiziano allo scopo di permettere a quest’ultimo di conseguire il permesso di soggiorno e regolarizzare la propria posizione con la normativa in materia di immigrazione. Le attività tecniche di intercettazione e i servizi esterni di osservazione e controllo hanno accertato l’esistenza di una rete di personaggi, prevalentemente nordafricani, dediti a traffici e commerci di varia natura, spesso illeciti, e quindi un complesso di violazioni ed irregolarità con cui sono stati sistematicamente conseguiti documenti propedeutici all’ottenimento del permesso di soggiorno. In tale ambito sono emerse le figure di soggetti stranieri, spesso ben integrati nel tessuto socio-economico italiano e titolari di agenzie per pratiche per extracomunitari, che si sono proposti quali intermediari, o comunque punti di riferimento, per loro connazionali da cui hanno ricevuto compensi per escogitare brogli utili ad eludere la normativa sul soggiorno. Sono state accertate e documentate false idoneità alloggiative e di residenza, favorite dai contatti tra le agenzie di disbrigo pratiche per stranieri e proprietari di abitazioni compiacenti disponibili, in cambio di denaro, a dichiarare falsamente di ospitare cittadini extracomunitari per facilitare il rilascio di permessi di soggiorno per richiedenti asilo e per ricongiungimenti familiari. I titolari dei medesimi centri per stranieri sono, inoltre, risultati in contatto con commercialisti, esperti in materia tributaria e prestanome titolari di finte attività commerciali, in grado di falsificare CUD, assunzioni di dipendenti e relative buste paga, permettendo il conseguimento di permessi di soggiorno agli extracomunitari in grado di ricompensare l’illecito. In particolare, con riferimento ai 23 capi d’imputazione contestati dal Procuratore Aggiunto dr.ssa Pedio e dai P.M. dr.ssa Pavan e dr.ssa Bartolucci, gli indagati, attestando falsamente in atti pubblici fatti dei quali gli atti erano destinati a provare la verità, inducevano in errore i Pubblici Ufficiali della Prefettura di Milano che, sulla base di quella falsa documentazione, rilasciavano il Nulla Osta al ricongiungimento familiare. Cosi facendo, sono riusciti ad ottenere nel giro di pochi mesi (ovvero tra la fine dell’anno 2018 e i primi mesi dell’anno 2019) ben 24 provvedimenti di Nulla Osta al ricongiungimento familiare a favore dei parenti di 11 stranieri che si sono avvalsi della loro consulenza e dei loro servizi per eludere la normativa in materia d’immigrazione. In sette casi, invece, l’istanza di Nulla Osta è stata rigettata per mancanza dei requisiti richiesti. Negli altri casi, infine, gli indagati si sono prodigati per ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno a favore dei loro clienti. Inoltre, sono state riscontrate generalizzate e sistematiche irregolarità nel rilascio della certificazione A/2, ottenuta dopo il superamento di uno specifico test di lingua italiana e requisito indispensabile per il conseguimento della carta di soggiorno. Per ottenere la carta di soggiorno, infatti, è necessaria l’attestazione della conoscenza dell’italiano denominata “CELI” (Certificato di lingua italiana) Livello A2. L’emissione del permesso di soggiorno di lunga durata è, pertanto, subordinato al possesso di tali requisiti che devono essere attestati dal certificato CELI, che viene rilasciato da enti certificatori riconosciuti dal Ministero degli Affari Esteri o da quello dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Tali Enti in Italia sono soltanto quattro: Università degli Studi di Roma, Università per Stranieri di Perugia, Università per Stranieri di Siena e Università per Stranieri di Reggio Calabria “Dante Alighieri”. A tal proposito sono emerse connivenze tra titolari di agenzie di disbrigo pratiche per stranieri e i responsabili di scuole accreditati con le predette Università e abilitate a effettuare presso i loro centri l’esame di italiano, concorrendo a garantire il superamento del test anche a persone prive delle più elementari conoscenze della lingua italiana in cambio di un adeguato compenso economico. Tali evidenze hanno i poliziotti della Squadra Mobile milanese a concentrare lo sforzo finale dell’attività d’indagine, sin dal mese di settembre 2018, sull’operato di tre agenzie di pratiche per stranieri e una scuola abilitata al rilascio della certificazione A/2, attraverso intercettazioni ambientale audio e video, che hanno dato importanti riscontri riguardo gli illeciti oggetto d’indagine, ovvero consentire agli esaminandi di portare a termine il loro elaborato senza errori o al massimo con un errore già programmato in modo da non destare sospetti in chi sarà successivamente incaricato della correzione, garantendo il superamento dell’esame, il tutto dietro il pagamento indebito di una somma di denaro che si aggira intorno ai 500 euro a persona. In particolare, gli indagati, rispettivamente referenti/gestori e legali rappresentanti della scuola (in qualità di Pubblici Ufficiali), in concorso con i due intermediari titolari dei CAF, consegnavano prima del formale inizio dell’esame dei fogli in cui erano indicate le soluzioni dei quesiti agli stranieri, in modo da consentire loro di svolgere l’elaborato con le risposte corrette, ricevendo indebitamente da ciascuno di loro la somma di denaro di circa 500 euro, configurando il reato proprio di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. La complessiva attività d’indagine che si è conclusa con l’esecuzione di misure cautelari personali nei confronti di 5 soggetti ed il sequestro di una cospicua somma di danaro contante, ha permesso di disvelare un ambito più ampio e articolato che ha coinvolto ben 78 indagati a vario titolo, che hanno dato vita ad un contesto di diffusa illegalità concernente la regolarizzazione di cittadini extracomunitari sul territorio nazionale, utilizzando la propria posizione, ruolo, professione e cultura, per eludere la normativa sul soggiorno, approfittando dello stato di bisogno, dell’ignoranza e delle difficoltà di

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Trenta nordafricani si prendono a sediate in centro

Due 18enni e un 17enne tunisini sono stati denunciati dai carabinieri per una rissa scoppiata attorno alle 18.20 di ieri nella centralissima piazza dei Mercanti, a due passi dal Duomo. I tre facevano parte di un gruppo di circa 30 nordafricani che si sono affrontati lanciando bottiglie e sedie prese dai locali con tavolini all’esterno. I militari della compagnia Duomo sono riusciti a bloccare i 3 tunisini, accompagnati all’ospedale Fatebenefratelli per medicare le ferite. Il più grave è uno dei 18enni, dimesso con 8 giorni di prognosi per una “ferita parietale destra” al capo. “Anche piazza del Duomo è diventata un luogo di scontri per nordafricani. È difficile ricordare un episodio simile, con trenta persone coinvolte in una rissa a ridosso della basilica. Tra l’auto che giovedì notte è passata nella Ztl fino ad arrivare sotto il sagrato del Duomo e la rissa di ieri pomeriggio con lanci di bottiglie e sedie, la zona è diventata come una delle tante piazze della periferia, nelle quali gli immigrati irregolari dilagano“. Ha commentato così l’accaduto l’Assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia, Riccardo De Corato, concludendo, “È indispensabile l’arrivo di altri uomini delle forze dell’ordine, perché Milano risulta sguarnita nonostante il grande lavoro svolto da polizia e carabinieri, che però non sono sufficienti ad arginare il degrado che ormai ha raggiunto anche il pieno centro città”.  

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Studenti rapinati in Piazza Selinunte, opposizione all’attacco della Giunta

Due studenti stavano realizzando un filmato per la scuola ma sono stati  presi di mira da alcuni coetanei nordafricani che li hanno circondati e rapinati della loro videocamera. I due, di 16 e 17 anni, poco dopo le 15 di ieri stavano camminando a piedi in piazza Selinunte, realizzando filmati quando sono stati avvicinati da un gruppi di ragazzi nordafricani che li hanno circondati e minacciati sottraendogli la videocamera e una decina di euro in contanti, prima di darsi alla fuga. I due fortunatamente non avevano bisogno di ricorrere a cure mediche e hanno immediatamente chiamato la polizia che in paio d’ore ha bloccato uno dei presunti componenti del gruppo, un egiziano di 17 anni, con precedenti, che è stato denunciato per rapina in concorso. L’ennesimo episodio di violenza nel quartiere multietnico ha scatenato le reazioni dei politici milanesi. Secondo Simone Sollazzo, Consigliere Comunale del Movimento 5 Stelle quanto accaduto “per i residenti è ormai ordinaria amministrazione” visto il degrado in cui versa la zona.  “Che fine ha fatto l’unità mobile che era stata avviata già durante la gestione Rozza per le segnalazioni più urgenti dei cittadini” si chiede Sollazzo che ritiene “intollerabili episodi del genere” concludendo con il proporre di “convocare la commissione sicurezza con Scavuzzo e Rabaiotti per valutare azioni da intraprendere“. Secondo il Consigliere Comunale della Lega Silvia Sardone, “Ormai il ghetto di San Siro è sempre più allo sbando, la criminalità dilaga e il silenzio della sinistra preoccupa“. Sardone esprime solidarietà ai ragazzi rapinati e rileva che, “il quartiere andrebbe ripulito da cima a fondo, ho parlato con diversi cittadini della zona e l’aria che tira è pesante: sono giustamente esasperati di vivere in un contesto così degradato“. “Dopo aver tollerato fin troppo certi episodi di criminalità, – conclude la Sardone – il Comune ha il dovere di far sentire la sua presenza: Sala si ricordi che i cittadini di San Siro hanno gli stessi diritti di quelli di Brera e San Babila”. Anche secondo l’Assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia, Riccardo De Corato (FdI), “In zona Selinunte/San Siro, il Comune ha abdicato lasciando il controllo alla malavita e ai centri sociali. Padroni incontrastati e indisturbati, che possono fare ciò che vogliono: occupazioni, abusive, spaccio, rapine etc…”. “Le zone Rosse, per ora, a Milano non sono quelle anti-balordi – continua De Corato – ma le aree dove i turisti, o chi possiede qualcosa di valore, deve girare alla larga. Chi, – conclude – come il centrosinistra ed il Sindaco Beppe Sala, nonostante tutti questi problemi, continua a dire che il problema della sicurezza viene strumentalizzato, vive in un altro mondo”.  

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Nordafricani mettono a segno rapine in serie fra Garibaldi e Centrale

Una serie di rapine sono state messe a segno, la scorsa notte, nel centro di Milano, tra le zone di Garibaldi e Centrale. Alla fine i carabinieri hanno arrestato due senegalesi irregolari e con precedenti. I due, secondo le prime indagini, sono sospettati di aver fatto parte di un gruppo più ampio che ha circondato una coppia di fidanzati per rapinarli. E’ accaduto alla 4.45 all’uscita di un locale della zona di corso Como, quando una ragazza di 23 anni e il fidanzato, sono stati accerchiati e bloccati da cinque africani che li hanno derubati dei soldi e, a lei, di un Rolex da 10 mila euro. La giovane ha chiamato subito il 112 ed è riuscita a dare indicazioni sulla fuga del gruppetto, due dei quali sono stati intercettati dalle ‘Gazzelle’ del Radiomobile. I due, di 21 e 34 anni, sono entrambi irregolari e con precedenti. Il più giovane aveva in tasca l’orologio della rapinata. I carabinieri ora cercano di trovare elementi in comune con altre quattro aggressioni stradali avvenute la scorsa notte.

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Piazza Conciliazione, rissa fra ucraini e nordafricani

La lite era cominciata qualche giorno prima al parco Sempione: un gruppo di ragazzi nordafricani aveva rivolto alcune parole offensive nei confronti di un senzatetto, ma in soccorso dell’uomo era intervenuti un altro gruppo di ragazzi questa volta ucraini. L’episodio però ha avuto un seguito e ieri, quando i giovani si sono incontrati di nuovo, ne sono scaturite due risse successive di cui una sulla metropolitana della linea M1 tra Cadorna e Conciliazione. Il primo scontro si è verificato alle 20.10 quando gli agenti della Polizia sono intervenuti in piazzale Cadorna identificando e raccogliendo la testimonianza dei 4 ragazzi ucraini (tra 28 e 18 anni). Un’ora più tardi si è verificato il secondo scontro. Il gruppo di ucraini avrebbe riconosciuto due dei nordafricani, due egiziani di 18 anni, mentre salivano sulla metro rossa in direzione Conciliazione, li avrebbe raggiunti e li avrebbero malmenati davanti ai passeggeri delle carrozze. I due giovani nordafricani, uno dei due con un trauma cranico, sono stati portati al Fatebenefratelli in codice giallo, mentre la Polizia sta confrontando immagini e testimonianze per capire se gli aggressori siano gli stessi ragazzi ucraini identificati un’ora prima.

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