verde

Rocca (FdI): da Sala disattese tutte le promesse sul verde pubblico

“Le promesse per tutelare, migliorare e aumentare il Verde pubblico sono ferme alla campagna elettorale del 2021. Sono numerose le aree verde della città, prive di adeguati presidi, minacciate da continui scarichi abusivi di rifiuti; dal parco Vittorini a Ponte Lambro alle aree agricole con fontanili di Assiano in Municipio 7” lo scrive in una nota Francesco Rocca, Consigliere comunale di Fratelli d’Italia. “Che fine ha fatto l’ambizioso progetto di realizzare il secondo lotto del parco Alessandrini e quindi di aumentare il Verde pubblico in quella zona ostaggio del degrado e dell’illegalità? – continua il meloniano – In viale Forlanini è stata realizzata un’aiuola spartitraffico verde, doveva essere arricchita con siepi mangia smog e alberi a basso fusto, a che punto siamo?  Non solo, aree grigie che potrebbero essere convertite a verde come rotonde, marciapiedi e altri spartitraffico da riqualificare; tematiche – conclude Rocca – non affrontate dalla Giunta Sala, più attenta a battaglie ideologiche e a organizzare forum”.

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Housing sociale non distrugga il verde: una proposta

Housing sociale non distrugga il verde: una proposta. Avete saputo? Sul terreno oltre alla lamiera in via Giudice Donadoni hanno deciso di edificare. Proprio in quello spazio in cui pareva che il Municipio 9 volesse accogliere le richieste dei cittadini per farne un giardino condiviso: 36 firmatari sotto una lettera di qualche anno fa diretta all’assessore Maran si auguravano che l’area rimanesse verde. Il quartiere Bovisa ha un enorme bisogno di alberi e prato. In luglio la Fondazione metereologica di Milano Duomo ha segnalato Bovisa come il quartiere più caldo di Milano. Invece Pierfrancesco Maran, ora nelle vesti di assessore alla Casa e Piano quartieri, ha lanciato un bando, ovviamente in luglio, perché l’amministrazione colpisce preferibilmente in estate, per regalare, a un euro, il terreno del giardino davanti a casa a chi lo volesse edificare. L’operazione è pubblicata sul sito del Comune di Milano con titolo “la scelta di mettere a bando sei aree a un euro.” Il giardino Donadoni infatti è mescolato con altri cinque spazi di Milano, tutti regalati a chi costruirà. La foto del giardino Donadoni sul bando mostra solo alcuni dei sette grandi carpini che caratterizzano il giardino. Nel bando non se ne parla proprio. Cancellati? Nel bando il giardino Donadoni viene presentato come superficie non impermeabilizzata. Il fatto che il giardino non sia impermeabilizzato vuol dire che non è cementificato né asfaltato, e quindi è caratterizzato da suolo vivo! Che in trenta centimetri di profondità contiene miliardi di radici, batteri, vermi, funghi, e molto altro, che stanno alla base della vita e si riproducono. Erba, piante, alberi. E presumibilmente è suolo non inquinato. Il Comune non l’ha nemmeno analizzato. Tramite alcuni vecchi abitanti del quartiere, che andavano tanto tempo fa nel giardino quando vi era una piccola costruzione, abbiamo saputo che fungeva da dopolavoro per i dipendenti della Montedison. Quindi non dovrebbe essere inquinato. Il professore del Politecnico Paolo Pileri, nel suo libro “L’intelligenza del suolo”, si domanda quale sia l’intelligenza di chi non lo protegge: in Italia ancora oggi viene coperto e ucciso 2 metri di terreno al secondo. Però poi la scusa contenuta nel documento è che chi costruirà sul terreno regalato dovrà tenere una parte degli appartamenti per housing sociale. Ebbene, siamo talmente a favore dell’housing sociale e del verde, da introdurre qui una proposta. Proprio di fronte ai 1800 metri, ex dopolavoro Montedison non inquinato, di proprietà del Comune, dove il terreno è pronto per farvi un giardino, ci sono addirittura 90.000 metri quadri di terreno inquinato, sempre ex Montedison e sempre di proprietà del Comune. Allora lasciamo i 1800 metri quadri del giardino tra via Donadoni e via Bovisasca a verde, visto che “non è impermeabilizzato”. E dedichiamo piuttosto all’housing sociale tutti i 90.000 metri quadri, sempre di proprietà comunale, che da via Bovisasca arrivano alla ferrovia, partendo dall’attuale parcheggio di piazza Alfieri fino alla fabbrica Livellara. Un terreno inquinato, ex Montedison, che può essere bonificato e costruito. E’ territorio chiamato MoLeCoLa – Mobility Learning Coworking Lab: uno slogan pubblicitario per sistemare 90.000 metri quadri di suolo comunale per alloggi “prestigiosi ed esclusivi” come si dice quando vanno a favore dei vari ferragnez che potranno permetterselo. All’interno della iniziativa di Reinventing cities, Il bando per case di lusso è stato vinto da Hines e Park associati. Se il Comune volesse essere coerente con l’obiettivo di fornire il più possibile housing sociale alla città avrebbe l’occasione di farlo nei 90.000 metri quadri di MoLeCoLa. Che ora invece si presenta sui rendering come una clonazione dei quartieri di lusso tipo CityLife e Gae Aulenti. Eppure il nostro quartiere è’ pieno di vuoti. Il grande scheletro di metallo in Durando, lì da una vita, che si dice dovesse essere uno studentato. La leggendaria piazza di cui siamo in attesa da anni, tra Andreoli e Durando, che da tempo è solo un enorme buco vuoto in attesa non si sa di che. Lo studentato promesso in via Baldinucci che da anni è rimasto solo un vasto cantiere vuoto. Le case Mendini, coloratissime, misteriose e deserte. Scendete da Google, venite a vedere. Francesca Grazzini e Luciana Bordin

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Verde. De Chirico (FI): chi pagherà per i danni ambientali?

“Dopo tre settimane il sindaco firma un’ordinanza per modificare la precedente che vietava di innaffiare i parchi e di spegnere anche le fontane pubbliche con il riciclo dell’acqua. Sala è stato politicamente accusato di dilettantismo da tutto il centrodestra e da parte della sua stessa maggioranza – Monguzzi in testa che ha sempre più il dente avvelenato per l’esclusione dalla giunta -“. Lo scrive in una nota Alessandro De Chirico, Capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale. “Mi domando – continua De Chirico – oggi se qualcuno pagherà per i danni fatti all’ecosistema cittadino a cominciare dai tanti prati verdi bruciati al Sole come se fossimo nel Mezzogiorno d’Italia e da quei giovani alberelli piantati per il progetto Forestami che sono già rinsecchiti. Mi domando se nel ricco organigramma di dipendenti non ci sia stato un solo tecnico, biologo, agronomo o semplice giardiniere che abbia provato a dire qualcosa al manovratore, Sala, oppure se tutti abbiano abbassato la testa per assecondare il supremo. Nei prossimi giorni presenterò un’interrogazione per capire cosa sia accaduto veramente e se a far cambiare idea al sindaco sia stato quel lodevole moto civico che ha portato tanti milanesi con innaffiatoi e secchi a scendere sotto casa per bagnare il verde pubblico visto che qualcuno ha pensato di spegnere gli impianti idrici senza che a Milano ce ne fosse una reale necessità. E meno male che nessuno squilibrato ha appiccato fuochi nei polmoni verdi ringialliti del nostro territorio”.

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Scalo Lambrate: quartiere accessibile tra verde, piazze e poesia

Creare una nuova centralità urbana e di quartiere fondata sul binomio piazza-parco, con un sistema di servizi, spazi pubblici e alloggi a prezzi accessibili, nel pieno rispetto delle regole fissate dall’Accordo di programma per la rigenerazione degli scali ferroviari. È la sfida di Lambrate Streaming, il progetto vincitore di Reinventing cities, il bando internazionale indetto dal Comune insieme a C40 che prevede l’alienazione o la costituzione del diritto di superficie di siti da destinare a progetti di rigenerazione urbana in chiave sostenibile. Il progetto è stato presentato da un team multidisciplinare cui fa da capofila Sant’Ilario Società cooperativa edilizia coordinata da Caputo partnership international S.r.l. (masterplan e architettura) e composto da Tekne S.p.A. (ambiente, strutture, impianti), Pro Iter S.r.l. (mobilità e infrastrutture), Studio Giorgetta (Paesaggio), Consorzio Poliedra – Politecnico di Milano (processi socio-partecipativi), Ernst&Young e Ambiente Italia progetti S.r.l., l’avv. Guido Bardelli e l’artista Giorgio Milani. “Dopo Farini, San Cristoforo, Greco e Porta Romana, oggi anche per Lambrate abbiamo un masterplan che proietta la città nel 2030 – dichiara l’assessore all’Urbanistica e Verde Pierfrancesco Maran –. La rigenerazione dei sette scali rappresenta non solo la sfida urbanistica più importante del decennio, ma un’applicazione delle regole di sviluppo che abbiamo fissato con l’Accordo di programma Scali e il Piano di governo del territorio prima, e con le nuove strategie imposte dalla pandemia dopo. Una città molto più verde, con case a prezzi accessibili, servizi a 15 minuti da casa e un sistema di mobilità integrato, in sinergia con la valorizzazione del polo universitario di Città studi. Anche Lambrate, attraverso questo progetto, concorrerà a ridisegnare una Milano più sostenibile, equa e internazionale”. “Milano è una città in profonda trasformazione, pronta ad accogliere un futuro più sostenibile e a misura di persone – dichiara la vicesindaco Anna Scavuzzo – e dove la sinergia tra pubblico e privato continua a trovare terreno fertile per progetti innovativi e rispettosi dei contesti in cui si inseriscono. Reinventing cities è certamente una delle esperienze più interessanti non solo della nostra città, ma anche a livello internazionale e credo che, ancor più oggi, sia un segnale importante di ripresa e rinascita per tutti noi”.

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De Corato (FdI): dopo 5 anni Sala si accorge che il verde va manutenuto

“Con una delibera di Giunta, il Comune di Milano ha affidato a MM Spa l’incarico di verificare le condizioni di fattibilità per gestire ‘in house’ il patrimonio verde cittadino. Come mai si svegliano soltanto adesso, a pochi mesi dalle elezioni? Perché affidare adesso a MM uno studio di fattibilità sulla gestione pubblica del verde, proprio con le elezioni imminenti? Non sarebbe più corretto attendere l’esito delle elezioni e l’insediamento della nuova giunta?”, lo dichiara in una nota Riccardo De Corato, ex vice Sindaco di Milano ed assessore regionale commentando la delibera di giunta con la quale il Comune di Milano ha affidato a MM uno studio di fattibilità sulla gestione del verde pubblico. “Dopo 5 anni di amministrazione e dopo i 200 alberi caduti per la neve, il Comune si accorge di avere un problema nella gestione del verde pubblico?”, conclude De Corato.

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