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Dal 27 ottobre torna il Festival dei Beni Confiscati

Incontri, dibattiti e tour aperti a cittadini, cittadine, studenti e studentesse Dal 27 ottobre al 2 novembre torna, per la decima edizione, il Festival dei Beni confiscati alle mafie, manifestazione organizzata dal Comune di Milano per sensibilizzare e informare la cittadinanza sull’azione di contrasto alle mafie e sul riutilizzo dei beni sottratti al controllo criminale.  Il palinsesto prevede confronti e discussioni con esperti della materia aperti ai cittadini, alle cittadine e alle scuole, ma anche tour guidati alla scoperta dei progetti sociali nati all’interno dei beni confiscati per dar loro una seconda vita dopo la confisca.  Ed è proprio con il tour “Scopri il bene” che si inaugura la decima edizione del Festival venerdì 27 ottobre. A partire dalle ore 9.30 i beni confiscati di Casa Chiaravalle, via Curtatone, via Varesina, via Jean Jaures, via Mosé Bianchi, via Santa Marcellina e via Ceriani apriranno le porte agli studenti e alle studentesse delle scuole superiori milanesi, accompagnati dai volontari e dalle volontarie di Libera e dagli enti del Terzo settore che li gestiscono per conto del Comune restituendoli a una seconda vita.  La mattina di sabato 28 ottobre sarà dedicata a un corso di formazione per amministratori, dipendenti pubblici, professionisti, associazioni di categoria e di volontariato e studenti, con l’obiettivo di ampliare e approfondire la consapevolezza sul fenomeno mafioso, con particolare attenzione alle infiltrazioni nel mondo politico ed economico. Il corso si terrà al Cam di corso Garibaldi 27 a partire dalle ore 9.30 e sarà organizzato da Antimafia Academy, scuola di formazione promossa nel gennaio 2022 da WikiMafia – Libera Enciclopedia sulle Mafie. Nel pomeriggio, invece, gli spazi all’aperto di Casa Chiaravalle, il bene confiscato più grande della Lombardia, dalle 14.30 ospiteranno un mercatino di prodotti realizzati all’interno dei beni confiscati. Alle 15 si aprirà un confronto con alcuni degli enti gestori dei beni confiscati a cui parteciperanno l’assessore al Welfare e Salute Lamberto Bertolé, il presidente del Municipio 5 Natale Carapellese, il presidente della commissione consiliare speciale per l’economia civile e lo sviluppo del Terzo settore Valerio Pedroni, Marco Lampugnani di Passepartout, Asja Interlandi della cooperativa Madre Terra, Alessandra Naldi del Consorzio ViadeiMille, Federica Della Casa  di Opera in Fiore, Bruno Ferragatta  di Terza Settimana e Davide Pati  di Libera Associazione. Sempre il 28 ottobre, dalle 14, al centro sportivo di via Iseo, si terrà “Terzo tempo: placchiamo la mafia” con la partecipazione delle squadre di rugby del centro sportivo, riaperto dopo l’incendio di stampo mafioso del 2011. Alle 14.15 inizieranno le attività di mini rugby aperte a tutti e alle 16 si terrà un confronto sul tema “Le Curve e le infiltrazioni mafiose: dialogo e confronto sulla capacità di penetrazione della criminalità nelle tifoserie sportive”. Interverranno l’assessore Bertolè, la presidente del Municipio 9 Anita Pirovano, l’ex presidente della commissione Antimafia del Comune David Gentili, l’attivista Andrea Tammaro e il giornalista del Corriere della Sera Cesare Giuzzi.  Alle 17.15 ci sarà una partita di rugby e, alle 18.30, nel tradizionale spirito rugbista, ci sarà il classico “terzo tempo”, un momento ludico di chiusura della manifestazione. All’interno del bene confiscato di via Curtatone 12, si parlerà, a partire dalle 18, di “Diritti inviolabili: storie di migranti e altri esclusi”, un dialogo a più voci con l’assessore Bertolè, l’avvocata Alessandra Ballerini, autrice del libro “La vita ti sia lieve”, la giornalista e saggista Maria Nadotti e Pierfrancesco Diliberto, in arte “Pif”.  Lunedì 30 ottobre, al Teatro Franco Parenti, i giornalisti Petra Reski, Attilio Bolzoni e Giacomo Di Girolamo dialogheranno con l’assessore Bertolé davanti a centinaio di studenti e studentesse delle scuole secondarie di secondo grado affrontando il tema de “La mafia dopo Matteo Messina Denaro” e discutendo dell’evoluzione di Cosa nostra, dal periodo delle stragi a un’organizzazione senza più capi.  Martedì 31 ottobre, alle 18, ci sarà un aperitivo al Balzo di via Ceriani 14, per conoscere le iniziative a favore delle persone con disabilità portate avanti all’interno del bene confiscato. Interverranno l’assessore  Bertolè, la presidente del Municipio 7 Silvia Fossati e il consigliere comunale Rosario Pantaleo. Il 2 novembre il Festival si concluderà con un incontro per discutere sulle “Nuove strategie per i beni confiscati”, un momento di riflessione nella sala consiliare del Municipio 1 che avrà lo scopo di raccontare, proporre e analizzare, alla luce dell’esperienza milanese e non solo, eventuali proposte di modifica della legge Rognoni-La Torre, che introdusse per la prima volta nel codice penale la previsione del reato di “associazione di tipo mafioso” e la conseguente previsione di misure patrimoniali applicabili all’accumulazione illecita di capitali. Interverranno l’assessore Bertolè, il presidente del Comitato Antimafia del Comune Nando Dalla Chiesa, il presidente della commissione consiliare Antimafia Rosario Pantaleo, il presidente del Municipio 1 Mattia Abdu Ismahil, il direttore dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata Bruno Corda, la sua omologa milanese Simona Ronchi e il dirigente Roberto Bellasio, la responsabile nazionale per i beni confiscati di Libera Tatiana Giannone e Stefania Pellegrini, professoressa ordinaria dell’università degli studi di Bologna. “Il Festival dei beni confiscati compie dieci anni. Un decennio – spiega l’assessore al Welfare e Salute Lamberto Bertolé – in cui è certamente cambiata la percezione del fenomeno mafioso nelle città del Nord italia – pensiamo che non molti anni fa persino membri di alcune istituzioni dubitavano della presenza di infiltrazioni criminali a Milano -, ma si è anche profondamente modificata l’organizzazione e la gestione delle cosche, i cui affari continuano a prosperare, come dimostra l’aumento costante di proprietà confiscate che vengono assegnate ai comuni. Un aumento che però, dall’altro lato, testimonia il lavoro dello Stato che in questi luoghi ha ottenuto vittorie importanti. Ecco perché è fondamentale conoscerli e visitarli e in questo è racchiuso il senso della manifestazione. Di questo e molto altro parleremo in questa settimana di incontri e confronti insieme ad esperti, associazioni del territorio, cittadini e cittadine, con una particolare attenzione ai più giovani, custodi del futuro della città e protagonisti delle sfide di domani”.

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Il Municipio 9 investe sul Welfare di zona

Il Municipio 9 investe sul Welfare di zona. Il Municipio 9 ha deciso di stanziare anche per l’anno 2021 gran parte delle sue risorse per rispondere ai bisogni concreti della sua cittadinanza. Il periodo “Covid” ha acuito diverse criticità in particolare l’aumento esponenziale della povertà alimentare, di problematiche psicologiche gravi legate alla solitudine dei giovani e di abbandono scolastico, già a partire dall’età della scuola secondaria di primo grado. In particolare, sono state approvate nell’ultima seduta di giunta tre importanti delibere dal valore complessivo di 50.000,00 € per contribuire alle iniziative realizzate sul territorio da Associazioni e Enti nei confronti di giovani, famiglie e anziani. Sostenere l’opera dei tanti enti del terzo settore che si muovono sul territorio, valorizzandone la capacità creativa di risposta ai bisogni della comunità, coordinandone le iniziative senza sostituirsi ad esse, è stato uno dei principali obiettivi perseguiti dal Municipio 9. E’ stato un lavoro impegnativo in quanto arrivavamo da un vuoto in ambito politiche sociali e educazione creato nei dieci anni precedenti di amministrazione di centro sinistra. Vuoto ravvisabile anche solo dal numero di delibere sul tema e redazione di atti rivolti all’amministrazione centrale. L’ascolto è stato alla base di questo nostro lavoro, tramite il tavolo territoriale delle politiche sociali che riunisce più di trenta enti del terzo settore del territorio e le commissioni competenti sul tema educazione, presieduta da Roberto De Lorenzo che afferma che “stiamo proseguendo nel lavoro di confronto con tutte le istituzioni scolastiche per supportarle e accompagnarle in questo difficile momento. Proficui sono stati gli incontri con gli assessorati comunali alla partita, dove li abbiamo sollecitati a mettersi al lavoro per il bene dei nostri giovani del territorio” e sul tema servizi sociali, come dice il suo Presidente Alberto Belli “ascoltando chi opera sul territorio emerge una forte preoccupazione rispetto ai continui tagli di budget da parte dell’amministrazione comunale. È come se non si fossero veramente accorti della realtà dei nostri quartieri, dei bisogni che ci sono e che necessitano di una risposta. Ad esempio i servizi di custodia sociale e domiciliari per il nostro Municipio ricevono un budget inferiore rispetto a zone con meno abitanti e non è dato sapere il criterio di questa suddivisione”. Noi come Municipio 9 stiamo facendo il possibile, almeno ci proviamo, ma avere risorse adeguate è indispensabile e, a mio parere, uno degli errori più gravi commessi dall’amministrazione Sala è stato quello di non aver pensato a come reperirle, senza per forza aumentare la spesa pubblica.  

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Gallera contesta la scelta di silurare Trivelli

Gallera contesta la scelta di silurare Trivelli. L’ex assessore al Welfare, l’unico per ora a pagare politicamente gli errori della primavera, ha voluto alzare la voce dopo la scelta di silurare Trivelli, da lui scelto otto mesi fa come direttore generale del Welfare. Ecco l’intervento di Gallera: “L’attuale sistema sanitario lombardo definito nella sua architettura con la legge 31 del 1997 e’ un modello originale e unico nel panorama italiano fondato sul principio della libera scelta da parte delle persone e delle famiglie e che prevede una separazione di competenze tra Ente programmatore e controllore (prima ASL oggi ATS ) ed Ente erogatore di prestazioni (prima AO oggi ASST); il sistema sanitario lombardo prevede inoltre la parità tra soggetti di diritto pubblico e privato, accreditati secondo precisi criteri strutturali e qualitativi, nell’erogazione delle prestazioni sanitarie. Questo modello di Sanita’, profondamente liberale, ci ha consentito di diventare il sistema sanitario che attrae il maggior numero di pazienti dalle altre regioni italiane ( oltre 100.000 ogni anno ) e di essere in testa alle classifiche nazionali per numero e qualita’ degli IRCCS ( Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico – cioè i luoghi dove si porta la sperimentazione scientifica dal laboratorio al letto del paziente). Il primo IRCCS in Italia è il San Raffaele, il secondo il Policlinico di Milano, il terzo l’Istituto dei Tumori; sui primi dieci IRCCS in Italia sette sono lombardi. Alla luce delle molte difficoltà della sanità italiana evidenziatesi con la pandemia ed in considerazione del netto cambio di passo da parte del Governo Nazionale che, dopo anni di tagli e limitazioni, oggi sta investendo in modo ampio e articolato sulla sanità, anche il Consiglio Regionale si sta approntando a revisionare la legge 23/2015. Tuttavia personalmente ritengo che questa revisione o implementazione debba essere fatta senza modificare, o addirittura stravolgere, i principi ispiratori e le caratteristiche specifiche del modello sanitario lombardo. La scelta di chiamare a guidare la DG Welfare, e quindi il nostro sistema sanitario, un dirigente sanitario che si è formato e ha svolto tutta la sua carriera in una regione che ha un sistema sanitario molto diverso dal nostro, costruito su presupposti molto lontani dai nostri ed in cui non è prevista la parità, e quindi la competizione virtuosa, tra pubblico e privato accreditato, mi lascia molto perplesso. Non metto in dubbio le competenze professionali di una persona che non conosco e non ho mai incontrato durante il mio lungo mandato da Assessore al Welfare ma sono sinceramente preoccupato per come verrà affrontata la fase dell’evoluzione del sistema sanitario lombardo. È assolutamente legittimo che un assessore scelga come direttore generale una persona con cui ha una forte sintonia ma penso che tra i molti dirigenti del nostro sistema, sia nell’area pubblica che in quella del privato accreditato, si sarebbero potute trovare molte valide risorse. Concludo con un ringraziamento a Marco Trivelli, eccellente dirigente che in tantissimi anni di encomiabile lavoro ha portato l’ospedale di Niguarda ad essere uno dei più qualificati ospedali al mondo e da Direttore dell’Asst Spedali Civili di Brescia ha saputo affrontare con straordinaria competenza ed efficacia la prima ondata del coronavirus”.

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Regione difende gli specializzandi di medicina da Speranza

Regione difende gli specializzandi di medicina da Speranza. A spiegarlo è stata la stessa vicepresidente e assessore al Welfare regionale Letizia Moratti: “Stessa cosa per gli specializzandi: ho sollecitato il loro coinvolgimento non sulla base delle previsioni della Legge di stabilità – ha detto ancora Letizia Moratti -. Non solo, dunque, per un mese e senza remunerazione, ma per tre o quattro mesi con evidentemente retribuita la loro attività. Ci potrebbe essere un emendamento che andrebbe a interessare il decreto ristori”. Perché l’idea per così dire geniale del ministro della Salute Roberto Speranza era di risolvere la crisi dei vaccini chiedendo ai giovani di lavorare gratis, mentre i pensionati prenderanno fino a 6500 euro al mese. L’immagine di un Paese dove si continuano a tutelare gli anziani per avere i voti oggi e non a pensare al futuro: con questo risultato il governo nazionale ha regalato migliaia di voti ai propri avversari politici perché gli specializzandi hanno fornito un grande contributo in piena emergenza e moltissimi lavorano ancora a cottimo regalando fino a 2000 euro al mese agli ospedali perché i giovani in servizio si sbattono come muli senza lamentarsi. Per fortuna Regione difende gli specializzandi (con cui pure ha avuto qualche problema in passato) di medicina da Speranza e non è sola: i primi ad accogliere le proteste dei giovani medici erano stati gli eletti nel senato accademico dell’Università Statale che si era schierata contro le direttive romane intese come un tentativo di sfruttamento dei giovani. Regione ha seguito quest’onda positiva difendendo le nuove generazioni dalla poco brillante idea di Roberto Speranza e del suo collega Gaetano Manfredi che non sembra lascerà rimpianti. Si sa che ci ha provato a farsi conoscere perché la sua pagina Facebook è stata a lungo sponsorizzata, ma resterà più noto per aver tentato di costringere migliaia di giovani laureati a lavorare gratis mentre garantiva agli anziani 6500 euro al mese.

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Al via Rhowelfare la piattaforma per il Welfare

Al via Rhowelfare la piattaforma per il Welfare. Dal mondo delle associazioni e della cooperazione viene annunciata una piattaforma digitale per i servizi alla persona che in questo periodo potrebbe aiutare molto centinaia di famiglie. Ecco il comunicato di presentazione: “La grande emergenza che stiamo vivendo ha modificato in modo repentino la quotidianità obbligando i cittadini ad assumere stili di vita che richiedono nuovi modelli di protezione sociale. La chiusura momentanea delle scuole e degli asili, le forme di lavoro agile e di smart working per i genitori, unita alla solitudine che molte persone anziane e fragili si trovano a dover gestire rendono molto più difficile e complessa la gestione della quotidianità. Per questo Gruppo Cooperativo CGM e Moving, hanno messo a servizio della comunità la loro esperienza maturata in ambito di welfare aziendale sviluppando piattaforme personalizzate di servizi alla persona. Dopo Biella, Matera, e Sondrio è attiva a partire da oggi la piattaforma rhowelfare www.rhowelfare.it che rappresenta un ulteriore segnale positivo dell’Italia cooperativa che nell’emergenza è stata in grado di riorganizzarsi offrendo una risposta adeguata ai nuovi bisogni. La piattaforma rhowelfare, realizzata insieme a Stripes Cooperativa Sociale Onlus, racchiude una selezione di servizi welfare dedicati a varie fasce della popolazione: dai bambini, agli anziani, alle famiglie, agli operatori sanitari, All’interno della piattaforma è possibile scegliere tra tantissimi servizi sempre in aggiornamento. Sono disponibili servizi di intrattenimento ludico-educativo e tutoring online per la gestione dei compiti per i più piccoli, ma anche servizi di educazione digitale destinati ad insegnanti e anziani. La piattaforma comprende inoltre servizi di supporto psicologico/emotivo rivolto ai sanitari in prima linea per l’emergenza e per i cittadini, supporto alla genitorialità e alle neomamme e neopapà per consulenze sull’allattamento o per le cure necessarie nei primi mesi di vita di un bambino, supporto babysitter. E infine attività per la famiglia ma adatte anche ai più piccoli come lo yoga e la lettura di favole online. Dunque è al via Rhowelfare la piattaforma per il Welfare: “In questo momento di emergenza abbiamo avvertito sin da subito la necessità di fornire risposte straordinarie ai bisogni delle famiglie e dei loro bambini e ragazzi. Ma non solo, la nostra proposta di servizi di welfare ha cercato di leggere l’attuale situazione e di interpretare le nuove necessità di alcune persone o figure professionali: penso agli insegnanti, agli operatori sanitari, ai caregivers o anche solo ai neogenitori che si stanno trovando a vivere un momento di grande gioia in un periodo così complicato. Con questa piattaforma, con rhowelfare, la cooperativa Stripes ha scelto di esserci sin da subito per stare accanto alle persone come fa quotidianamente nei servizi, nei progetti, perché questa è la nostra mission, e in generale quella di tutto il terzo settore” – spiega Dafne Guida, Presidente e Direttore Generale di Stripes cooperativa sociale onlus. I servizi sono stati modificati sia nei contenuti che nelle modalità di acquisto ed erogazione per poter rispondere alle nuove esigenze e secondo le modalità stabilite dalle autorità. Si tratta quindi di prestazioni a distanza oppure, laddove possibile, a domicilio. I prezzi, inoltre, sono stati il più possibile calmierati per garantire la massima accessibilità a tutte le fasce di reddito e sono eventualmente rimborsabili secondo le modalità stabilite dai decreti emanati o in corso di emanazione da parte del Governo nazionale. Al centro di questa operazione, oltre alla prossimità, è in primo piano anche la qualità dei servizi, che rimane requisito centrale per tutta l’offerta di welfare che CGM mette a disposizione in piattaforma e che viene certificata grazie alle direttive della prassi tecnica sui servizi alla persona, di cui CGM si è fatto promotore insieme a UNI. Grazie a un layout intuitivo è possibile navigare tra i vari servizi offerti, trovare quello più indicato e perfezionare l’acquisto direttamente con carta di credito o pagamento digitale”.

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Comune, approvato il nuovo piano di sviluppo del welfare

Il Consiglio Comunale, con 29 voti favorevoli e 10 contrari ha approvato il nuovo Piano di sviluppo del Welfare 2018-2020, un documento che descrive le trasformazioni demografiche e sociali degli ultimi anni, racconta il lavoro che e’ stato svolto e gli obiettivi su cui l’Amministrazione intende impegnarsi per il futuro. “Il sistema di welfare milanese – dichiara l’assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti – si è evoluto in questi anni mettendo in campo nuovi servizi e nuove opportunità per i cittadini, a partire dalla creazione della piattaforma e degli spazi fisici WeMi per l’accesso ai servizi domiciliari. Il piano di sviluppo del Welfare approvato oggi dopo una discussione in Aula che ho molto apprezzato prende atto, però, dell’emergere di esigenze sempre nuove e complesse in relazione alle rapide trasformazioni della società. A tali bisogni cerchiamo di dare risposta attraverso questo documento ampio che ha avuto una genesi molto partecipata, con il contributo prezioso dei Municipi, del Consiglio Comunale e delle associazioni del Terzo settore“. Il documento, infatti, si compone anche di una parte realizzata grazie alla coprogettazione con il Forum del Terzo Settore che ha chiamato a raccolta i rappresentanti delle cooperative sociali e delle associazioni del territorio che, dividendosi in tavoli di lavoro, hanno prodotto documenti recepiti nel testo finale. Diverse le modifiche che l’Aula ha apportato al documento attraverso i 107 emendamenti discussi: nella parte dedicata alla promozione dei diritti e alla lotta alle discriminazioni, è stato previsto l’impegno a estendere alle scuole secondarie di primo grado, in accordo con Ats, gli sportelli di ascolto psicologico oggi attivi nei soli istituti superiori, fornendo agli studenti anche momenti di formazione per la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, l’orientamento ai servizi sul territorio e l’educazione sessuale. Ci si impegna inoltre a favorire lo sviluppo di attività di formazione e supporto psicologico per le dipendenze connesse al gioco d’azzardo. Sempre in questo ambito è stata approvata la proposta di inserire la settimana del Pride, che si tiene a Milano da molti anni con il patrocinio del Comune, all’interno del programma delle week proposto dall’Amministrazione. Per quanto riguarda invece i nuovi interventi di welfare a favore dei più fragili, l’Amministrazione si è impegnata a valutare l’istituzione sperimentale, se compatibile con le possibilitè di spesa, di un apposito fondo comunale per fornire agevolazioni che coprano alcune spese odontoiatriche per i cittadini milanesi con Isee inferiore a 9mila euro e a introdurre la prassi di almeno due visite filtro di odontoiatria pediatrica gratuite e obbligatorie per i minori di età compresa tra zero e dodici anni. Per quanto riguarda l’utilizzo degli spazi comunali, è stata accolta la proposta di integrare negli spazi della Casa dei diritti di via De Amicis anche sportelli di orientamento per conoscere le attivita’ dei servizi sociali. AGI  

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