13 Maggio 2021

Loreto cambia per Maran, ma per Milano?

Loreto cambia per Maran, ma per Milano? Perché a quanto raccontano i ben informati Pierfrancesco Maran sta per lasciare Milano in direzione Roma. Il giovane assessore ha saputo distinguersi al punto da meritare la chiamata nella Capitale e giustamente lascia la città come Pierfrancesco Majorino ha lasciato volentieri Milano per l’Europa. Prima di andarsene però annuncia la rivoluzione di piazza Loreto. Da snodo per il traffico a ennesimo centro per il commercio: sono infatti tanti gli spazi dedicati alle grandi catene come Auchan nel nuovo grande progetto. Grande perché presentato in pompa magna e perché rivoluzionerà in ogni caso la mobilità di tutta la città: Loreto è uno snodo essenziale che verrà fortemente ridimensionato dall’allargamento degli spazi pedonali. Ma per Maran non è un problema perché sta per lasciarci, dunque Loreto cambia per Maran, ma per Milano? Perché grazie all’ennesimo grande annuncio di rivoluzioni urbanistiche ha senza dubbio aggiunto un tassello importante alla carriera dell’assessore, ma i problemi che lascerà alle spalle quali saranno? Si va verso le riaperture perché come sempre accade ci siamo abituati all’emergenza. Qualche centinaio di persone morte al giorno impressionavano un anno fa, ma poi sono diventate la normalità. Dunque presto ritorneremo tutti in giro, comprese le decine di migliaia di persone che ogni giorno entrano ed escono da Milano per lavoro o altri motivi. Senza contare che la circonvallazione di cui Loreto è uno snodo essenziale verrà penalizzata, mandando ancora più in crisi tutta la mobilità milanese. Tutto il traffico si concentrerà su viale Monza e viale Padova, penalizzando ulteriormente chi vive in periferia. Ma questo per la sinistra milanese non è un problema perché la maggior parte dei voti ormai li prende solo nelle zone centrali. I poveri sono semmai un problema delle destre.

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La lettera delle Forze dell’Ordine a Mario Draghi

La lettera delle Forze dell’Ordine a Mario Draghi. Alcune sigle sindacali del settore hanno infatti deciso di scrivere al premier per ricordare al premier l’importanza delle donne e degli uomini in divisa in questo momento: Signor Presidente del Consiglio Prof. Mario Draghi, con la riapertura dei tavoli per il rinnovo dei contratti per il personale del Comparto Sicurezza-Difesa abbiamo apprezzato l’attenzione che ha voluto riservare alle donne e agli uomini che si occupano della sicurezza e difesa del Paese, nonché la volontà del Suo Esecutivo di giungere ad una definizione degli accordi. Un importante segnale per tutti gli operatori del Comparto che da sempre sono impegnati nel fronteggiare le varie emergenze relative alla sicurezza e alla difesa del nostro Paese, dal contrasto alle mafie, al terrorismo nazionale ed internazionale, dal sovraffollamento delle carceri, dalla crescente tensione penitenziaria, alla criminalità in genere, alle missioni di pace nei vari scenari di guerra e ora anche al contenimento dell’emergenza epidemiologica. Nella fase di riavvio dei lavori non è stata presa in alcun modo in considerazione la parte relativa alla “specificità della funzione” così come previsto dall’art 19 L. 183/2010, che richiede anche il riconoscimento economico in dipendenza della peculiarità dei compiti, degli obblighi e delle limitazioni personali, previste da leggi e regolamenti, per le funzioni di tutela delle istituzioni democratiche e di difesa dell’ordine e della sicurezza interna ed esterna. Il finanziamento della “specificità” è indispensabile per remunerare in via principale l’operatività e le attività di servizio più disagiate e/o di maggiore rischio peculiari al personale delle forze dell’ordine e delle Forze armate a cui il restante personale del pubblico impiego non è esposto. Da parte nostra auspichiamo che possa trovare positivo riscontro l’apprezzabile intenzione del Ministro per la Pubblica Amministrazione prof. Renato Brunetta di avviare una interlocuzione con i Ministri competenti e con il MEF per verificare la possibilità di reperire le ulteriori indispensabili risorse per incrementare le attuali disponibilità economiche. Sig. Presidente, è essenziale, sotto un profilo sociale e finanziario, anche in considerazione del blocco pluriennale della contrattazione economica, non svilire la dignità delle donne e degli uomini in uniforme impegnati in prima persona per la difesa, la sicurezza e la tutela della collettività, soprattutto in un momento drammatico come quello attuale, dove il quadro pandemico comporta profonde lacerazioni non solo per la salute pubblica, ma anche della coesione sociale e per le stesse libertà economiche. Per il rilancio del nostro Paese, risulta allora quanto mai fondamentale investire sulla sicurezza, quale precondizione per la crescita indefettibile per ogni stato sociale, affinché sia possibile una effettiva ripresa anche economica in ogni settore. Infatti, la sicurezza interna ed esterna è chiaramente l’asse portante della piramide del benessere economico, atteso che senza la garanzia di stabilità internazionale, di civile convivenza e di legalità interna non c’è settore dell’economia che possa ripartire. Giacché ogni crisi è terreno fertile per la criminalità, sia predatoria che organizzata, che, approfittando della debolezza in cui versano sia il settore imprenditoriale che quello dei piccoli risparmiatori, approfitta per aumentare i propri profitti e il controllo del territorio. Tutto ciò implica la necessità di garantire l’indipendenza della funzione del comparto sicurezza e difesa, garantendolo anche sotto il profilo retributivo, poiché attraverso l’indipendenza economica si può garantire anche una effettiva dignità funzionale. È quindi chiaro che il Comparto Sicurezza-Difesa non può essere escluso dalle valutazioni afferenti il recovery fund. Per tali ragioni, Signor Presidente, conoscendo la Sua sensibilità e l’attenzione che riserva al nostro Comparto, la invitiamo a voler valutare quanto rappresentato, affinché si possa addivenire all’individuazione di adeguate risorse per un rinnovo contrattuale dignitoso e che tenga in considerazione la terzietà della funzione e la specificità di tutti gli appartenenti al comparto sicurezza e difesa, spesso sacrificati per tutta la carriera professionale nella tutela dell’altrui incolumità anche a costo della stessa vita. Nel ringraziarLa per l’attenzione che ci dedicherà, Le porgiamo i nostri migliori saluti con sensi di rinnovata stima e gli auguri di buon lavoro. Cordialmente. Roma, 12 maggio 2021 SIULP – SAP – SIAP/USIP – (Polizia di Stato) SAPPE – UILPA PP – FNS CISL – (Polizia Penitenziaria) COCER CARABINIERI COCER GUARDIA DI FINANZA COCER ESERCITO – COCER MARINA – COCER AERONAUTICA  

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Crollo ponte La Spezia, Onlit: “Un capitolo del PNRR per i ponti”

Crollo ponte La Spezia, Onlit: “Un capitolo del PNRR per i ponti”. Dopo il ponte Morandi a Genova e quello di Massa Carrara dello scorso anno l’ennesimo crollo di un ponte, questa volta levatoio, avvenuto a La Spezia ripropone con forza il tema della sicurezza sulle strade italiane ed in particolare dei ponti. Non c’è da credere che si tratti del malocchio caduto sulla Liguria ma invece che sia una situazione generalizzata di pericolo sulle infrastrutture stradali derivante da gravissime carenze manutentive. Per questo anzichè pensare al Ponte sullo stretto di Messina il Ministro della Mobilità Sostenibile dovrebbe introdurre un capitolo nel PNNR che riguarda la manutenzione dei ponti e delle gallerie stradali ed autostradali del nostro Paese.

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Crolla di nuovo tutto

Crolla di nuovo tutto. C’è una lunghissima serie di segni negativi sui listini odierni. Dall’Ether al Bitcoin passando per HBAR e XZT, sono tutti in discesa. Crolla di nuovo tutto, tanto che il Bitcoin è sceso sotto i 43mila euro. Diecimila euro in meno rispetto alla quotazione di qualche settimana fa. Anche Doge ha dimezzato il valore in pochi giorni passando da 0,6 euro a 0,3. Un crollo generale che però potrebbe come sempre essere il momento giusto per investire. Oppure per perdere tutto.

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Covid: tasso di positività scende al 2.3%

Sono 1.198 i nuovi positivi al Covid-19 in Lombardia, il 2,3% dei 50.658 tamponi processati nelle ultime 24 ore (di cui 31.957 molecolari e 18.701 antigenici). I decessi registrati per Covid-19 sono 36, con il totale dei morti che sale a 33.271 da inizio pandemia. Oltre 2mila i guariti-dimessi (2.027), 747.841 da febbraio 2020, di cui 3.004 dimessi e 744.837 guariti. I dati di ieri:  i tamponi effettuati: 50.658 (di cui 31.957 molecolari e 18.701 antigenici) totale complessivo: 9.968.164  i nuovi casi positivi: 1.198 (di cui 93 ‘debolmente positivi’)  i guariti/dimessi totale complessivo: 747.841 (+2.027), di cui 3.004 dimessi e 744.837 guariti  in terapia intensiva: 448 (-6)  i ricoverati non in terapia intensiva: 2.441 (-115)  i decessi, totale complessivo: 33.271 (+36) I nuovi casi per provincia: Milano: 362 di cui 141 a Milano città; Bergamo: 82; Brescia: 136; Como: 85; Cremona: 42; Lecco: 33; Lodi: 8; Mantova: 73; Monza e Brianza: 96; Pavia: 63; Sondrio: 25; Varese: 163.

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Forza Italia: scellerato reintrodurre Area B e sosta regolamentata

“Dopo aver riattivato Area C in piena emergenza Covid ora il Comune sta preparando il terreno per reintrodurre anche Area B e la sosta regolamentata: una decisione scellerata, contro la quale ci opporremo strenuamente”. Lo ha detto in una nota Gianluca Comazzi, consigliere comunale di Milano e capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale. “Per la giunta – ha aggiunto – fare cassa con i soldi dei milanesi è la priorità assoluta: poco importa se si rischia di riempire i mezzi pubblici”. L’esponente azzurro si augura che il comune “abbandoni quanto prima i suoi propositi: Regione Lombardia sta facendo uno sforzo enorme per vaccinare al più presto i cittadini, con risultati ottimi. In questo momento – ha concluso – non possiamo permetterci uno scivolone del genere: le persone devono continuare a spostarsi in sicurezza e il mezzo privato è la soluzione migliore”. Askanews

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