20 Marzo 2019

Omicidio di via Piranesi, arrestato il compagno della vittima

Secondo la ricostruzione di Pietro Carlo Artusi, l’italiano di 48 anni che ieri sera davanti al sostituto procuratore Grazia Colacicco ha ammesso di aver ucciso Roberta Priore, compagna 53enne il cui corpo è stato trovato ieri, verso le 16, in via Piranesi, causa dell’omicidio sarebbe stata una lite cominciata a cena, in un locale in zona Ortica, e poi proseguita a casa. I due, la cui relazione era iniziata circa 6 mesi fa, convivevano insieme, sebbene nell’ultimo mese ci fossero stati già due diversi interventi della Polizia per liti tra i due. L’allarme è scattato ieri alle 16 quando la figlia della donna, che già da un giorno aveva provato senza fortuna a contattare la madre, si è diretta a casa della stessa, in via Piranesi, e lì ha trovato la porta chiusa insieme a dense nuvole di fumo che uscivano dalla finestra. L’intervento di Polizia e Vigili del Fuoco ha permesso di scoprire il corpo della vittima avvolto in una coperta. Mentre era in atto l’intervento, intanto, Artusi ha fatto ritorno all’abitazione ed è stato subito bloccato dagli agenti che lo hanno portato in Questura dove, nel corso di un lungo interrogatorio, ha ammesso la responsabilità dell’omicidio. La causa sarebbe stata, stando alla sua ricostruzione, una discussione avvenuta nel locale dove i due erano andati a cena. Lì la donna avrebbe parlato al bancone con un altro uomo scatenando la gelosia del compagno che se ne sarebbe andato. La vittima sarebbe poi tornata a casa in taxi dove la discussione sarebbe ricominciata. I due sarebbero venuti alle mani, reazione dovuta forse anche al consumo di cocaina durante la serata. Lei avrebbe cercato di colpirlo impugnando un coltello e l’uomo in risposta avrebbe cercato di tapparle la bocca con un cuscino causandone la morte per soffocamento. Resosi conto di ciò che aveva fatto Artusi ha spiegato di aver staccato i tubi del gas cercando di soffocarsi e poi di far scoppiare un incendio gettando dei fogli in fiamme sul corpo senza vita della compagna. La Polizia ritiene plausibile la ricostruzione effettuata dall’uomo, sebbene ancora alcuni particolari non siano del tutto chiari. L’effettiva data della morte, ad esempio, che potrebbe essere avvenuta domenica sera, un giorno prima rispetto a quanto dichiarato. Il reato contestato a Pietro Carlo Artusi è quello di omicidio volontario. La vittima era stata suo malgrado protagonista già in passato di un triste fatto di cronaca: nel 2005 la figlia era morta precipitando da un balcone.

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Cinque condanne per scontri prima di Inter-Napoli

Condanne a pene fino a 3 anni e 8 mesi di carcere sono state inflitte ai 5 ultras processati con rito abbreviato per rissa aggravata e altri reati in relazione agli scontri del 26 dicembre prima di Inter-Napoli in cui perse la vita Daniele Belardinelli. Lo ha deciso il gup di Milano Carlo Ottone De Marchi. La pena più alta a Nino Ciccarelli, storico capo ultrà della curva interista. Luca Da Ros, il tifoso nerazzurro che dopo l’arresto ha collaborato alle indagini ed è tornato libero, ha patteggiato una pena di un anno e dieci mesi. A tutti il giudice ha anche comminato un daspo di 8 anni. Resta aperta l’indagine per individuare gli altri ultras coinvolti negli scontri (già una ventina di indagati) e quella per individuare la macchina o le macchine della carovana di tifosi napoletani che hanno investito, uccidendolo, Belardinelli. Tutti i coinvolti nell’indagine sono anche accusati di omicidio volontario, reato che non era in questo processo.

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Sbarre anti nomadi al Parco delle Cave

Intervento all’ingresso del parco delle Cave, nel municipio 7, per evitare la sosta di carovane di nomadi. Come spiega il presidente del municipio, Marco Bestetti, sono state chiuse ieri “le nuove sbarre laterali installate all’ingresso di Via Cancano. Le auto dei cittadini potranno continuare ad accedere liberamente dal varco centrale, presidiato dal portale anti-camper. Una misura necessaria per contrastare il degrado causato dalla presenza di carovane di nomadi. E restituire ai cittadini il loro Parco“, ha spiegato Bestetti su Facebook.

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Gli Alpini piantano 76 querce a Rogoredo

Una trentina di Alpini (6 di Monza, gli altri di Milano) hanno piantato in questi giorni al “Bosco della droga” di Rogoredo 76 delle 100 querce previste dal progetto condiviso con Italia Nostra, che da anni si adopera per il recupero dell’area ex Porto Di Mare. Disposte su due filari, le nuove querce negli anni andranno a ombreggiare la pista ciclabile che conduce all’Abbazia di Chiaravalle. L’intervento sarà portato a termine entro il 30 marzo, quando è prevista – alla presenza dell’assessore a Urbanistica, Verde e Agricoltura di Milano, Pierfrancesco Maran – una cerimonia ufficiale di inaugurazione dell’opera verde, pensata come dono alla città in occasione della 92a Adunata Nazionale degli Alpini (10-12 maggio). Nel frattempo, fa sapere l’associazione nazionale Alpini che a maggio terrà a Milano l’Adunata nazionale, si sta pensando, sempre in collaborazione con Italia Nostra, a una fase 2 di riqualificazione, che dovrebbe trasformare una collinetta del parco in un percorso per mountain bike e cross country.

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