20 Maggio 2020

Indagati in 40 per le minacce a Silvia Romano

Sono una quarantina i messaggi minatori e più pericolosi nei confronti di Silvia Romano, la cooperante rapita in Kenya e liberata in Somalia dopo un anno e mezzo di prigionia, su cui si stanno concentrando le indagini del dipartimento antiterrorismo guidato dal pm Alberto Nobili e dei carabinieri del Ros. In particolare, da quanto si è saputo, gli accertamenti di investigatori e inquirenti sono in corso per arrivare ad identificare gli autori di questi 30-40 messaggi ritenuti più pericolosi (dopo una prima scrematura), anche inviati soprattutto da profili ‘fake’ sui social come commenti ad altri post (anche su Instagram), e nei quali la 24enne viene minacciata anche di morte soprattutto per la sua decisione di convertirsi all’Islam.  

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Ludoteche e parchi gioco, il 50% a rischio chiusura

La crisi economica portata dal Coronavirus colpisce duramente anche ludoteche e parchi gioco: chiuse ormai da oltre due mesi, queste strutture – che offrono a bambini e genitori intrattenimento, giochi, animazione, baby parking e in molti casi anche laboratori e attività educative – rischiano di non risollevarsi dopo l’emergenza. Eppure potrebbero essere sfruttate proprio per aumentare l’offerta di servizi alle famiglie che, durante l’estate, dovranno fare i conti con le limitazioni ai centri estivi, mentre i genitori riprenderanno a lavorare. A lanciare questa proposta è il gruppo nazionale Parchi Gioco e Ludoteche Italia, costituitosi nelle ultime settimane per dare voce a una categoria frammentata e dimenticata. “Quando è iniziato il lockdown in tutta Italia ludoteche e parchi gioco hanno chiuso senza sapere quando avrebbero potuto riprendere l’attività, e l’incertezza permane” spiega Cinzia Castellazzi, la titolare di una ludoteca di Trezzano sul Naviglio che all’inizio di marzo ha dato il via con alcuni colleghi alla creazione del gruppo. “Molti di noi hanno già deciso di cessare l’attività perché è impossibile sostenere affitti e costi fissi – continua Castellazzi –. Se non potremo riaprire ancora per mesi, è realistico pensare che metà delle ludoteche e dei parchi gioco italiani non esisterà più dopo la pandemia. In tutta Italia stimiamo ci siano oltre 2.500 realtà in grande sofferenza, che muovono una forza lavoro di 20.000 persone. Tutte, al momento, senza prospettive e senza tutele”. Parchi Gioco e Ludoteche Italia è il gruppo nazionale che si è costituito per dare voce a un settore relativamente giovane, ma in continua crescita, che fino a oggi non aveva una rappresentanza. In poche settimane il gruppo, partito dalla Lombardia con un’ottantina di adesioni, è arrivato a contare 620 membri in tutta Italia, organizzati in rappresentanze regionali. Subito è partita la campagna di sensibilizzazione sulle difficoltà del settore, insieme alle lettere indirizzate prima al governatore della Lombardia Fontana e poi al premier Conte e alla ministra Bonetti. “Abbiamo scritto per chiedere innanzitutto regole certe, protocolli per la riapertura e interventi di sostegno economico, ma non solo – spiega Castellazzi –. Abbiamo lanciato la proposta di assumere un ruolo fondamentale nella realizzazione dei centri estivi: le nostre strutture, da sempre destinate ad accogliere in sicurezza i bambini, possono essere messe a disposizione per questo servizio. Le scuole e gli spazi tradizionali non saranno sicuramente sufficienti per ottemperare alla necessità di distanziamento sociale, quindi possiamo affittare i nostri spazi, oppure possiamo organizzare noi direttamente le attività, grazie alle professionalità che sappiamo mettere in campo”. Se, infatti, la “Fase 2” prosegue con sempre più italiani che rientrano nei luoghi di lavoro, rimane la questione della chiusura di scuole, asili e spazi che dovrebbero accogliere i bambini, da oltre due mesi chiusi in casa. “Servono soluzioni condivise per dare una risposta alle famiglie e per ripartire tutti insieme – conclude Castellazzi –. Riteniamo che le ludoteche e i parchi gioco rappresentino una risorsa fondamentale, e che la collaborazione tra pubblico e privato in questo ambito potrà portare un contributo a un graduale ritorno al gioco, alla socialità, in una parola alla normalità, di cui i bambini hanno estremo bisogno”.  

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Arrestato rapinatore seriale peruviano

“Il mio plauso e la mia solidarietà ai carabinieri del Radiomobile intervenuti questa notte in viale Omero dove, dopo un inseguimento e dopo essere stati minacciati, hanno perquisito ed arrestato un delinquente peruviano di 39 anni”. Lo riferisce l’Assesore alla Sicurezza di regione Lombardia, Riccardo De Corato in merito all’arresto per i reati di tentato furto aggravato, rapina e minaccia a pubblico ufficiale effettuato questa notte in Viale Omero dai militari dell’Arma. “La domanda, anche se retorica, viene sempre spontanea , ma come fa un Peruviano rapinatore seriale a rimanere sempre nel nostro paese? Questo è l’ennesimo episodio che dimostra come la delinquenza, per lo più straniera, non si è mai fermata, nemmeno in questo periodo emergenziale. I reati e gli arresti non si sono bloccati nemmeno durante il lockdown ed ora continuano senza sosta. Mi auguro che adesso – conclude De Corato – non venga rilasciato nel giro di poche ore o giorni, come invece purtroppo spesso è accaduto durante questa emergenza , vanificando il lavoro delle forze dell’ordine che in questo particolare periodo non hanno mai smesso di operare per assicurare i criminali alla giustizia”.  

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Crozza ha sbagliato battute su Fontana e Gallera

Crozza ha sbagliato battute su Fontana e Gallera. Il grande comico genovese ha sbagliato battute su Fontana e Gallera perché non capisce i lombardi. Li ha presi in giro per la loro continua presenza televisiva con i bollettini su contagiati, ricoverati e morti. So che a chi sta bene come te sembra strano, ma quello che per te è uno che si rende ridicolo, per noi è stato come sentire Radio Londra durante la guerra: quelli come voi durante le guerre stanno al riparo, mentre in tanti vanno in prima linea con le scarpe di cartone. Infatti qui non abbiamo il sopracciglio alzato quando diciamo Fedez o Ferragni, perché per voi sono delle persone volgari. Per noi qualcuno che ce l’ha fatta e ancora oggi non se la mena come voi nonostante l’attico a City Life: e infatti grazie e a loro è stato costruito l’unico ospedale utile nei mesi scorsi. Gesti semplici e veri come i bollettini, perché in guerra le informazioni tranquillizzano più che in pace. Chi aveva mogli, mariti, figli e parenti intubati o in corsia con il compito di salvare tutti, è stato rassicurato molto da una presenza costante. Se fosse stata un’ironia su Radio Londra sarebbe stato divertente e coraggioso, invece così il sopracciglio questa volta lo alziamo noi dal basso: non ci hai fatto ridere. In questi mesi abbiamo subito più morti di tutti in Lombardia, eppure abbiamo dovuto anche sopportare gli insulti di Provenzano e di tanti del Centro Sud. Gli stessi che avevano parenti e amici liberi di vivere a Milano e liberi non è una parola a caso: Milano era l’unica città in Italia in cui chiunque poteva costruirsi un presente e futuro senza per forza restare fedele alla logica feudale degli ottomila paesini di cui è composto lo Stivale. I giovani potevano vivere, sperare in qualcosa di più che ereditare la panetteria o il posto dei genitori: liberi di pensare quello che volevano, pure stupida perché se facevi qualcosa a Milano, potevi farlo. Crozza forse non è ancora al livello di Provenzano, il peggior ministro del Sud da sempre dopo le dichiarazioni su Milano, ma ci hai ferito. Chiariamoci: di Fontana e Gallera i lombardi sono i primi ad aver sofferto gli errori, e anche noi sull’Osservatore ne abbiamo raccontati e ne racconteremo. Però non ci ha fatto ridere Crozza. Tra l’altro lui se aveva lo scopo di minare l’immagine di due avversari legittimi (operazione assolutamente legittima) ha fallito, almeno su Gallera: ora lo conoscono anche di faccia, oltre che di nome.  

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Prostituzione di giovani russe in un B&B

Sabato scorso 16 maggio a Milano la Polizia di Stato, ha denunciato un cittadino bielorusso di 32 anni per sfruttamento della prostituzione ai danni di una giovane ragazza di origini russe. Gli agenti della Squadra Mobile, al termine di diversi servizi di osservazione e controllo in via Silva, sono entrati in un Bed and Breakfast, adibito a casa d’appuntamenti,  nel quale due ragazze dell’Est dell’Europa, di 20 anni, esercitavano la prostituzione. I poliziotti avevano avviato le indagini a causa dell’incessante via vai di clienti nella zona ed in riscontro alle lamentele dei condomini dello stabile i quali, nel periodo del lockdown, permanendo ininterrottamente nelle proprie abitazioni si erano accorti in prima persona di questa attività illecita. L’accesso all’interno dello stabile non è stato semplice: gli agenti, infatti, dopo essersi qualificati e aver insistentemente bussato alla porta d’ingresso, hanno fatto ricorso all’ausilio dei Vigili del Fuoco accedendo all’appartamento dalla finestra del terzo piano tramite l’autoscala. Il motivo per il quale la ragazza ed il suo sfruttatore rifiutavano l’ingresso degli agenti è apparso, poi, evidente: creme, lubrificanti, salviette umidificate, profilattici e toys erotici sparsi dappertutto ed in parte nascosti in borse, armadi e portafogli. Nel B&B gli agenti hanno rinvenuto e sequestrato circa 14mila euro, sicuro provento dell’esercizio della prostituzione. I clienti che nei giorni precedenti erano stati escussi dagli agenti della Squadra Mobile avevano confermato di aver consumato delle prestazioni sessuali con due giovani ragazze di origini russe a fronte del pagamento di una somma di denaro che oscillava fra i 200 e i 250 euro, per circa un’ora d’intrattenimento e avevano aggiunto, tra l’altro, di aver ottenuto il contatto della prostituta dopo aver consultato un sito d’incontri. Gli accertamenti effettuati dai poliziotti della Squadra Mobile su quel sito internet hanno permesso di riscontrare come la registrazione al portale ed i pagamenti necessari per le inserzioni, con informazioni sulle ragazze e relativi recapiti da contattare per prendere appuntamenti, fossero riconducibili a soggetti di origini russe e bielorusse nei confronti dei quali saranno sviluppati ulteriori accertamenti. Subito dopo la perquisizione effettuata nell’appartamento di via Silva, gli annunci relativi alle donne sono stati cancellati da tutti i siti di incontri. E’ verosimile ritenere che l’eliminazione delle prove documentate su tali siti sia avvenuta proprio durante le fasi nelle quali la ragazza e il suo sfruttatore impedivano agli agenti della Squadra Mobile l’accesso all’interno dell’appartamento. Proseguono le indagini della Polizia di  Stato per ricostruire l’intero impianto organizzativo dell’illecita attività di meretricio.  

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Cocaina, armi e munizioni, quattro arresti

Sabato 16 maggio, la Polizia di Stato ha arrestato quattro persone, tre uomini di 23, 33, 38 anni e una donna di 60 anni, ritenuti responsabili a vario titolo di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, detenzioni di armi da sparo e detenzione di munizionamento. L’attività investigativa, condotta dai poliziotti del Commissariato Scalo Romana, ha permesso di risalire ad un gruppo criminale che operava nella zona del Comune di Rozzano, costituito principalmente dai due italiani di 23 e 33 anni che gestivano lo spaccio di cocaina e si avvalevano della collaborazione della donna e del 38enne per il confezionamento e la custodia dello stupefacente. Durante le perquisizioni il 23enne e il 33enne sono stati trovati, entrambi, in possesso di due chiavi riconducibili a due cassette di sicurezza custodite nell’abitazione della donna 60enne a Rozzano (MI) e nel magazzino di vernici di proprietà dell’uomo di 38 anni a Zibido San Giacomo (MI). All’interno delle due cassette gli agenti hanno rinvenuto circa 700 grammi di cocaina, una pistola semiautomatica risultata rubata e 27 proiettili calibro 9 mm. Le quattro persone sono state arrestate. I due italiani di 23 e 33 anni sono stati associati al carcere di San Vittore, mentre per la donna di 60 anni e per il 38enne sono stati disposti gli arresti domiciliari.  

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