20 Settembre 2020

Un’idea di destra per gli assassini di Willy

Un’idea di destra per gli assassini di Willy. Oggi viene considerata tale solo la richiesta di ergastolo a vita, possibilmente in compagnia di qualche detenuto con la predilezione per la violenza sessuale sui maschi. Come idea però è un tantino povera. Soprattutto per un movimento che si candida a governare il Paese: mandare due balordi in prigione serve solo a farli evolvere in delinquenti professionali. Forse però c’è un’alternativa, un’idea di destra per gli assassini di Willy che può essere applicata in tutti i casi simili. I due fratelli Bianchi hanno trascorso la vita a minacciare, rubare, far sentire in pericolo la società in cui vivevano. Invece di usare la loro forza per aiutare, l’hanno usata per offendere. E pure da bulletti di periferia, tanto è vero che appena li hanno messi in gabbia tra i cattivi veri i due leoni si sono trasformati in micetti bisognosi di protezione. Niente più sguardo di sfida. Due merdine che manco Fantozzi. Allora questi due molluschi in grado di fare i prepotenti solo con i deboli, forse è il caso di mandarli in Siria. Perché mantenerli noi, magari con le spese extra perché hanno bisogno di protezione. Trasformiamo la condanna in qualcosa di positivo per la società: hanno minacciato costantemente i loro vicini? Ora che passino la vita a proteggerli. Pane, acqua e lo stretto necessario per sopravvivere, ma che siano condannati a servire sotto l’Esercito negli scenari di guerra o “missioni di pace”: senz’armi è chiaro, devono essere impegnati tutti i giorni nello scavare trincee, bagni, pulizie delle croste sui muri, asciugatura delle pozzanghere, qualunque compito sia umile, loro lo dovranno fare per i prossimi 30 anni. Trenta, non trenta oggi e poi se pulisce bene diventano 15. Perché la serenità che hanno rubato a tante persone della loro zona non verrà mai restituita. Devono servire e proteggere, la peggior condanna per questi falliti che avevano pure chiesto il reddito di cittadinanza per poi farsi le foto con le bottiglie di champagne. Chi come loro si è considerato migliore e più forte che impari a pulire lacci e suole delle scarpe degli altri. A testa china e umilmente, perché ogni reazione o tentativo di fuga sarà punito con rigore militare. Un bel muro e una fila di fucili.

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Violenza su donne. Forte (M5S Lombardia): “Cultura sessista e maschilista va sradicata anche nella Magistratura”

Violenza su donne. Forte (M5S Lombardia): “Cultura sessista e maschilista va sradicata anche nella Magistratura”. “Pieno rispetto per la Magistratura, ma è inconcepibile e intollerabile leggere le motivazioni di una sentenza che giustificano atteggiamenti violenti nei confronti delle donne. Così si crea un pericoloso precedente; ricordo infatti, che i casi di femminicidio e violenza non accennano a diminuire. La decisione dei giudici manifesta una cultura sessista e maschilista, che trasforma la disinvoltura di un essere umano in un alibi per gli uomini che credono di avere una sorta di diritto di possesso sulle donne, per un malsano senso di superiorità. Questa cultura che tollera la violenza, il sequestro, lo stupro e il femminicidio, va sradicata, anche nella Magistratura”, così Monica Forte, consigliera del M5S Lombardia e Presidente della Commissione regionale Antimafia sulla riduzione di una pena per violenza e stupro, attenuata a causa della “condotta troppo disinvolta” di una donna. “Senza una corretta formazione dei giudici, se non una loro selezione sulla base anche della sensibilità a questi temi, non faremo passi avanti. La sentenza mette nero su bianco motivazioni che non vorremmo mai aver dovuto leggere in un Paese che si riconosce come civile e democratico, e non è la prima e temo non sarà l’ultima. La violenza di qualsiasi genere, e quindi anche quella sulle donne, deve essere condannata senza se, senza ma e senza attenuanti di alcun genere. Altrimenti fingiamo di contrastare la violenza sulle donne e rimaniamo ancorati a una profonda visione maschilista della nostra società. I piani contro la violenza, le case rifugio, i centri antiviolenza, e il codice rosso devono affiancarsi al definitivo superamento della cultura sessista in ogni campo, anche nella Magistratura, altrimenti si rischia che tutto diventi inutile”, conclude Forte.

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