25 Luglio 2020

Fontana: Regione corretta. Bloccato un bonifico del Governatore verso Dama

“Da pochi minuti ho appreso con voi di essere stato iscritto nel registro degli indagati. Duole conoscere questo evento, con le sue ripercussioni umane, da fonti di stampa“. Lo ha scritto nella tarda serata di ieri su Facebook il governatore Attilio Fontana, dopo la notizia dell’indagine a suo carico nella vicenda della fornitura di camici alla Regione da parte della società Dama, gestita da suo cognato Andrea Dini e di cui sua moglie detiene il 10% delle quote. “Sono certo dell’operato della Regione Lombardia che rappresento con responsabilità“, ha aggiunto Fontana. Ci sarebbe un tentato versamento alla Dama spa da un proprio conto in Svizzera, sul quale nel 2015 aveva fatto uno “scudo fiscale” per 5,3 milioni, dietro l’iscrizione nel registro degli indagati del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, per il caso dei camici. Il reato ipotizzato, secondo la ricostruzione del Corriere della Sera, è quello di “frode in pubbliche forniture“. Il 19 maggio, quattro giorni dopo una generica intervista di Report, Fontana cercò di fare un bonifico per arginare quello che il quotidiano definisce “il rischio reputazionale” insito nei 75.000 camici e 7.000 set sanitari venduti per 513.000 euro alla Regione il 16 aprile dalla società Dama spa del cognato Andrea Dini e (per il 10%) della moglie Roberta. Secondo la ricostruzione del Corriere, il governatore lombardo tentò di bonificare alla Dama 250.000 euro, cioè gran parte del mancato profitto al quale il cognato sarebbe andato incontro facendo l’unilaterale gesto di tramutare in donazione alla Regione l’iniziale vendita dei 75.000 camici e di rinunciare a farsi pagare dalla Regione i 49.353 camici e 7.000 set già consegnati. La milanese Unione Fiduciaria, incaricata il 19 maggio da Fontana del bonifico, secondo Il Corriere bloccò il pagamento perché in base alla normativa antiriciclaggio non vedeva una causale o una prestazione coerenti con il bonifico, disposto da soggetto “sensibile” come Fontana per l’incarico politico. E così la fiduciaria fece una “Sos-Segnalazione di operazione sospetta” all’Unità di informazione finanziaria di Banca d’Italia, che la girò a guardia di finanza e Procura. ANSA  

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Avviso di garanzia al Governatore Fontana

Avviso di garanzia al governatore Attilio Fontana che risulta indagato dalla Procura di Milano nell’inchiesta sulla fornitura da mezzo milione di euro di camici e altri dispositivi di protezione da parte della società Dama spa gestita dal cognato Andrea Dini e di cui la moglie del presidente della Lombardia, Roberta Dini, detiene una quota del 10%. La nuova iscrizione nel registro degli indagati, da quanto si è appreso, è arrivata nella giornata in cui è stato interrogato Filippo Bongiovanni, il dg dimissionario di Aria spa, la centrale acquisti regionale, indagato per turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente, assieme allo stesso Andrea Dini. Nelle tre ore di faccia a faccia coi pm, Bongiovanni avrebbe fornito la sua versione dei fatti chiarendo che la Regione Lombardia e la sua centrale acquisti nelle fasi più difficili dell’emergenza Covid hanno operato in uno stato “quotidiano” di necessità, in un’emergenza fronteggiata dalle strutture regionali con sforzi ed impegno. L’ormai ex dg, difeso dal legale Domenico Aiello, ha anche messo a verbale dettagli concreti sugli sforzi fatti, a suo dire, dalle strutture regionali nell’emergenza. Secondo le indagini dell’aggiunto Maurizio Romanelli e dei pm Filippini, Furno e Scalas, quell’affidamento diretto senza gara della fornitura, che risale al 16 aprile, sarebbe avvenuto in conflitto di interessi e l’ordine sarebbe poi stato trasformato in donazione solo il 20 maggio, dopo che la trasmissione Report iniziò ad indagare sulla vicenda. E Dama, comunque, avrebbe voluto guadagnare provando a vendere 25mila camici (dei 75mila totali di cui 50mila donati) anche a fine maggio con un prezzo di 9 euro a camice, invece che 6 euro che era il prezzo proposto ad Aria. ANSA

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Milano va a fondo, Sala va a Roma

E’ l’opinione espressa dai due europarlamentari, Silvia Sardone (Lega) e Carlo Fidanza (Fratelli d’Italia), in merito alla visita a Roma del Sindaco Sala, che vi si è recato per accompagnare Aboubakar Soumahoro dalla Ministro Lamorgese, per parlare dei diritti degli “invisibili”. “Milano si allaga, gli stupri sono all’ordine del giorno, migliaia di bambini rischiano di essere esclusi dagli asili e Sala cosa fa? Va a Roma dalla Lamorgese, con Aboubakar Soumahoro, non per parlare di sicurezza, ma per battersi per i diritti dei clandestini. Secondo il sindaco bisogna agire con tempestività” ha infatti detto la Sardone, aggiungendo, “Il resto per lui non conta, prima gli extracomunitari e poi, se c’è tempo, i milanesi”, concludendo, “È evidente che Sala non abbia più voglia di fare il sindaco e voglia accreditarsi negli ambienti romani, ma è assurdo che a rimetterci sia l’intera nostra città“. “Mentre la periferia Nord di Milano fa i conti ancora una volta con allagamenti e danni ingenti, il sindaco Beppe Sala non trova di meglio da fare che andare a Roma per accompagnare Aboubakar Soumahoro dalla ministra Lamorgese”, ha ribadito Carlo Fidanza, sottolineando, “La città è completamente allo sbando. Ogni giorno si trova ad affrontare una nuova emergenza: incidenti continui sui monopattini lasciati senza regole, risse e movida selvaggia ovunque, violenze e stupri anche in pieno giorno. Eppure – ha concluso Fidanza – la priorità di Sala e della giunta di centrosinistra è difendere i diritti degli immigrati”. 

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Trans ucciso: fermato uomo sospettato dell’omicidio

Un uomo è stato fermato alle prime ore di ieri mattina a Milano con l’accusa di essere il killer di Emanuel Alves Rabacchi, la trans di 48 anni uccisa nella sua casa di via Plana a Milano con oltre 50 coltellate lo scorso 20 luglio. L’uomo è anche accusato di strage, per aver lasciato aperto il gas della cucina della vittima, nel tentativo di provocare un ‘esplosione che potesse anche cancellare le prove del delitto.  

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Riaprono le Case vacanza del Comune

Organizzare momenti di svago e socialità per bambini e ragazzi, in compagnia delle loro famiglie, con una particolare attenzione alle esigenze dei minori con disabilità. È l’obiettivo dell’Amministrazione che ha approvato le linee di indirizzo per la realizzazione di due iniziative, “Estate insieme” e “Fuori dal comune”, dedicate agli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado e che si terranno nei periodi di agosto e settembre presso le Case vacanza del Comune di Milano. “Estate insieme” prevede l’ospitalità di circa 100 minori con disabilità, accompagnati dai loro genitori, nelle case vacanza di Ghiffa e Andora. Si tratterà di soggiorni organizzati su tre turni di dodici giorni ciascuno (3 agosto – 11 settembre) durante i quali sono previste attività ludico-ricreative, pensate nello specifico per la tipologia di utenza ospitata e per coinvolgere tanto il minore quanto l’accompagnatore. Un’opportunità di sollievo per le famiglie e di condivisione di un’occasione di vacanza. “Fuori dal comune” prevede invece l’ospitalità giornaliera di circa 500 minori accompagnati da almeno un familiare presso la Casa vacanza di Vacciago, per un numero massimo di 24 giornate, nel periodo compreso tra il 3 agosto e l’11 settembre, con previsione di attività ricreative all’aperto ed escursioni nelle vicinanze della struttura. “A causa dell’emergenza sanitaria – dichiara l’assessora all’Educazione Laura Galimberti – le esperienze educative sono state notevolmente limitate e a farne le spese sono stati spesso i più fragili, i bambini e le bambine con disabilità. Per questo siamo molto contenti di poter offrire alle famiglie, in aggiunta ai centri estivi e alle tante opportunità offerte dalla Milano Summer school, l’occasione di regalare ai propri figli e condividere con loro quei momenti di socialità di cui sono stati privati durante il confinamento”. Il modello organizzativo sarà ovviamente rivisto per garantire la massima sicurezza a operatori e utenti prevedendo l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, un triage di accoglienza, la divisione in piccoli gruppi. Le prenotazioni saranno aperte a partire dal 25 luglio sul sito www.progettoestatevacanza.it.

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Incendio al muro delle bambole: denunciati due giovani

Due giovani denunciati per lesioni ai danni di un commerciante. È l’esito delle indagini della Polizia locale di Milano sull’incendio al Muro delle bambole di via De Amicis, avvenuto nella notte tra sabato e domenica 19 luglio. Si tratta di due ragazzi poco più che ventenni, un italiano e un egiziano. Secondo i filmati ripresi dalle telecamere della zona e le testimonianze raccolte dagli agenti, i due stavano festeggiando il compleanno di un’amica insieme a una decina di altre persone; stavano accendendo dei petardi nei pressi dell’installazione artistica contro la violenza sulle donne di via De Amicis, e per questo sono stati rimproverati da un commerciante. In cambio l’uomo ha ricevuto dai due giovani il lancio di alcuni bicchieri e, in seguito a una breve discussione, un pugno in faccia da uno dei due. L’accensione dei petardi ha causato accidentalmente l’incendio di una delle bambole appese al muro, spento quasi subito con delle bottigliette d’acqua dallo stesso commerciante aggredito e da altri della zona. Ne è nato un nuovo diverbio con i ragazzi, a seguito del quale la vittima è stata colpita con un altro pugno. Al pronto soccorso i medici gli hanno prescritto sette giorni di riposo. “Da subito le nostre indagini hanno permesso di ricostruire i fatti e successivamente di identificare i responsabili – commentano la vicesindaco e assessore alla Sicurezza Anna Scavuzzo e il Comandante della Polizia locale Marco Ciacci -. Continuiamo a presidiare il territorio con gli Agenti e con la tecnologia, e non di meno proseguiamo nell’impegno di sensibilizzare giovani e meno giovani al rispetto delle persone e dei luoghi che sono bene comune“.

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