25 Novembre 2021

Imprenditoria femminile protagonista alla Camera di Commercio

Imprenditoria femminile protagonista alla Camera di Commercio. Nella foto Marzia Maiorano, presidente del Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi. Dal rilancio dell’imprenditoria femminile post emergenza sanitaria ai progetti per un futuro sostenibile, dalle nuove forme di business ai nuovi modelli di organizzazione e allo smart working; questi alcuni dei temi che sono stati affrontati nel corso della mattinata di oggi. L’evento “L’Italia che vogliamo è più donna” è stato organizzato dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi con il Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile in collaborazione con Unioncamere. Si è svolta in streaming la tappa milanese del “Giro d’Italia delle donne che fanno impresa 2020”, il road show virtuale – giunto alla tredicesima edizione – organizzato da Unioncamere insieme alle Camere di commercio e ai Comitati per l’imprenditoria femminile. L’iniziativa, a cadenza annuale, ha gli obiettivi di informare le imprenditrici e offrire strumenti formativi a chi aspira a diventarlo, dare visibilità alle dinamiche che riguardano l’occupazione femminile e creare consenso sul tema delle pari opportunità. Interventi introduttivi di Carlo Sangalli, Presidente della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, di Loretta Credaro, Vice Presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia e Presidente della Camera di commercio di Sondrio e di Marzia Maiorano, Presidente Comitato Imprenditoria Femminile Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi. I lavori hanno visto la partecipazione di Cristina Tumiatti, Presidente Comitato Imprenditoria Femminile Camera di commercio di Torino; Alessandra Gangai, Ricercatore Senior Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano; Fabio Bentivegna, Digital Coordinator PID Camera di commercio Milano Monza Brianza Lodi. Le conclusioni sono state affidate a Giulia Zanotti, Senior Business Analyst presso Invitalia e a Tiziana Pompei, Vicesegretario Generale presso Unioncamere. “In questo delicato momento di ripartenza è nostra responsabilità offrire a tutte le imprenditrici una concreta risposta di fiducia e di futuro – ha dichiarato Carlo Sangalli, Presidente della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi. Puntare sullo sviluppo delle competenze e della creatività delle donne è un impegno e una sfida che il nostro Paese può oggi affrontare grazie anche alle risorse del PNRR, per proiettarci verso una società più coesa e inclusiva, caratterizzata da un nuovo protagonismo economico femminile.” Ha commentato Marzia Maiorano, Presidente del Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile costituito dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi: “Per guidare un’impresa è necessaria un’evoluzione professionale nell’ambito dell’imprenditoria, che tenga conto del mercato, del capitale umano, dei nuovi modelli organizzativi e di business. Le imprenditrici oggi devono mettere le basi per una leadership multidisciplinare capace di affrontare il cambiamento; allo stesso tempo vanno sostenute con strumenti concreti per lo sviluppo della competitività delle loro aziende, quale reale supporto per la costruzione dell’identità economica della donna”. L’imprenditoria femminile a Milano Monza Brianza Lodi. Secondo i dati del Registro Imprese elaborati dall’Ufficio Studi della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi (aggiornati al 30 settembre 2021), le imprese femminili nei territori di Milano, Monza e Lodi sono complessivamente pari a 70.761 unità, che corrispondono al 18,1% del totale delle imprese attive (389.651). In particolare, l’imprenditoria femminile conta su 55.783 imprese a Milano (17,9% del totale), su 12.148 imprese a Monza (18,7%) e su 2.830 imprese a Lodi (19,5%). Il 25% delle imprese in rosa è afferente al commercio all’ingrosso e al dettaglio, il 13% ad attività di servizi, il 10% ad attività immobiliari e il 9% alle attivita professionali, scientifiche e tecniche. L’evoluzione della situazione in Italia. Secondo i dati dell’Osservatorio sull’Imprenditoria femminile di Unioncamere e InfoCamere, le iscrizioni di nuove attività femminili nei primi nove mesi del 2021 sono più numerose di quelle registrate nello stesso periodo del 2020 (+7mila), ma sono ancora circa 9.200 in meno dello stesso periodo del 2019. Malgrado l’incremento delle iscrizioni tra 2020 e 2021, il peso delle nuove imprese femminili sul totale delle iscrizioni si è ridotto di quasi due punti percentuali, passando dal 27,1% di due anni fa, al 25,4% di settembre scorso. Quasi il 24% di queste nuove imprese guidate da donne, però, nasce come società di capitali, tipologia di azienda più strutturata e “robusta” sotto il profilo organizzativo e gestionale. Queste ultime, infatti, rappresentano il 23,6% del totale delle iscrizioni femminili a fronte del 23% del 2021 e del 22,6% del 2020. Una conferma del lento ma progressivo rafforzamento organizzativo in corso nel mondo produttivo femminile proviene anche dalla crescita della quota di aziende guidate da donne che oggi operano nei cinque settori di attività più performanti in termini di rapporto valore aggiunto/occupati (industria manifatturiera, altre industrie in senso stretto, servizi di informazione e comunicazione, attività finanziarie e assicurative, attività immobiliari). ln aumento anche la diffusione della presenza delle donne nei posti di comando delle aziende. Tra il 2011 e il 2020 le donne amministratici sono infatti aumentate di 93 mila unità e sono cresciute anche in termini percentuali, passando dal 23,2 a 24,4%. Le cariche di amministratore ricoperte da donne sono così oggi poco meno di un milione e 140mila a fronte del milione e 50mila di 10 anni fa. Cresce però l’età media delle donne che sono oggi nella “stanza dei bottoni” delle imprese: se nel 2011 il 43% delle amministratrici aveva più di 50 anni, a fine 2020 le over 50 sono il 58%.

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Natale sì o no?

Natale sì o no? Perché alla fine è questa la domanda che si pongono gli italiani: Natale sì o no? Perché il semplice annuncio di possibili restrizioni ha svuotato le liste di prenotazione delle strutture ricettive. E ora in tanti sono rimasti con il dubbio se partire o no. Se andare a trovare i parenti o andare oltre confine per delle meritate ferie. Un problema non da poco per tutta l’Italia la cui economia è sempre più legata alle sorti del turismo come tutti i Paesi di quello che una volta veniva chiamato Terzo Mondo. Ci sono ormai così tanti agriturismi e stabilimenti per il relax che persino il governo nazionale ha varato il bonus terme. E nel contempo alcuni iniziano a chiedersi chi dovrebbe andare nelle strutture ricettive se tutti ne hanno aperta una. A meno di non alternarsi: una volta tu vai dal vicino e una volta lui viene da te. Ma al di là di queste considerazioni a cui solo il tempo risponderà, siamo di fronte a un tema che probabilmente ci troveremo ad affrontare anche nel 2022. Perché l’unica verità emersa mentre si parla di Super Green Pass è che dalla pandemia non siamo ancora usciti. Sono tornati i lockdown e probabilmente in primavera saremo daccapo. Perché pass super o mini che siano, se milioni di persone si riverseranno nelle strade per comprare oggetti destinati a diventare spazzatura entro il 7 gennaio, inevitabilmente ci sarà un’impennata dei contagi. E dunque il governo che ha permesso la riduzione dei reparti speciali aperti durante il 2020 per smaltire le liste d’attesa, si troverà costretto a richiudere tutti i cittadini. Darà la colpa ai non vaccinati, a chi non rispetta le regole, agli evasori fiscali, agli ebrei, insomma una categoria a scelta verso cui indirizzare l’odio collettivo. Perché il gioco è sempre lo stesso: come quando la sinistra abolì l’articolo 18 dandone comunque la responsabilità alla destra. Allora la domanda Natale sì o no assume un senso più ampio: c’è veramente una data entro la quale il Quirinale ha intenzione di restituirci la democrazia e la libertà di movimento?

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A Palazzo Pirelli il workshop per orientarsi nel NextgenerationEU

A Palazzo Pirelli il workshop per orientarsi nel NextgenerationEU. Il Next Generation EU (NGEU), lo strumento innovativo voluto dall’Europea per stimolare la ripresa post Covid, è al centro del workshop organizzato a Palazzo Pirelli dalla Commissione consiliare Bilancio insieme a The European House Ambrosetti e PoliS Lombardia per venerdì 26 novembre a partire dalle ore 9.30. L’appuntamento si presenta come uno strumento pensato per amministratori e stakeholders, un’occasione per conoscere ed approfondire le opportunità per il territorio del Programma NGEU connesso al Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza. I lavori saranno aperti alle 9.30 dal Presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi. A seguire le relazioni tecniche di Polis e Ambrosetti e di docenti della Università Cattaneo Liuc e dell’Università di Bologna. Sono inoltre previsti gli interventi di Piero Mauro Zanin (Presidente del Consiglio regionale del Friuli e coordinatore del gruppo di lavoro Politiche Europee della CALRE), Giulio Gallera (Presidente della Commissione consiliare Bilancio), Davide Caparini (Assessore al Bilancio di Regione Lombardia), Mauro Guerra (Presidente ANCI Lombardia) e Gianni Rossoni (Presidente Consiglio Autonomie Locali della Lombardia). I lavori si possono seguire in presenza, a Palazzo Pirelli (presentando il green pass e fino alla capienza consentita dalla sala) previa prenotazione con mail all’indirizzo: Icommissione@consiglio.regione.lombardia.it. Oppure ci si può collegare in diretta streaming dal sito del Consiglio regionale della Lombardia

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Sanità, Giuliano (Ugl): “Adeguare retribuzioni o grande fuga verso l’estero degli operatori diventerà esodo”

Sanità, Giuliano (Ugl): “Adeguare retribuzioni o grande fuga verso l’estero degli operatori diventerà esodo”. La grande fuga degli operatori sanitari italiani potrebbe presto diventare un esodo. “Non è certo un mistero, e la Ugl Salute lo denuncia ormai da tempo, come in Europa gli stipendi dei nostri professionisti siano in media tra i più bassi” dichiara il Segretario Nazionale Ugl Gianluca Giuliano. “Non bastano certo i promessi incentivi dell’ultima ora. La vicina Svizzera – prosegue il sindacalista – è alla ricerca di personale infermieristico, circa 11.000 unità, ed è pronta a mettere sul piatto della bilancia stipendi impensabili al di qua della frontiera, oltre a una qualità del lavoro in termini di sicurezza e formazione che l’Italia non è in grado di offrire”. Giuliano insiste: “di fronte a uno scenario del genere il nostro sistema sanitario potrebbe ancora perdere operatori attratti dalle migliori garanzie offerte dagli altri paesi europei. Non si può attendere ulteriormente. Bisognerà intervenire con la massima urgenza, mettendo da parte i consueti appelli e le promesse per ora non mantenute. Il Covid continua a non dare respiro e l’Italia non può permettersi di vedere sempre più assottigliata la schiera di chi è impegnato nelle nostre strutture per garantire l’assistenza ai cittadini” conclude il sindacalista.  

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