26 Gennaio 2021

Seveso: attivato il bypass idraulico nel Parco Nord

È stata attivata ieri mattina la derivazione idraulica nel cantiere del Parco Nord dove si sta realizzando la vasca per difendere Milano dalle esondazioni del Seveso. Dopo aver realizzato un nuovo alveo completo e provvisorio, della lunghezza di circa 200 metri, che corre in affiancamento all’attuale, oggi sono state completate le ultime lavorazioni e attivata la deviazione del corso d’acqua. Questo bypass resterà attivo per circa 10 mesi, quando il Seveso tornerà nel suo alveo originario. Questa deviazione è necessaria per consentire due fasi fondamentali. In primo luogo la realizzazione del manufatto di presa definitivo, ossia la struttura che conterrà gli organi necessari al funzionamento idraulico per regolare il deflusso d’acqua alla vasca in caso di piena. Inoltre, il bypass consentirà di riqualificare l’area dell’alveo originario, in un tratto di circa 400 metri, in particolare concentrandosi sul fondo e le sponde oggi fortemente ammalorate. Queste lavorazioni consentiranno di ripristinare il deflusso originario in sicurezza. È importante ricordare che la riqualificazione di questo tratto comprende anche il rinfoltimento dell’area boschiva e la piantumazione di nuove essenze. La vasca in costruzione si trova subito a valle del cosiddetto “sgrigliatore”, la struttura esistente che garantirà protezione anche alla vasca stessa dalla presenza di grandi detriti in caso di piena. Insieme alla realizzazione del manufatto di presa definitivo e alla riqualificazione dell’originario alveo del Seveso proseguono regolarmente i lavori relativi allo scavo della vasca (capacità invaso circa 250.000 m3, profondità circa 70cm). Tutta l’opera sarà completata nell’estate 2022 su progetto e direzione lavori di MM S.p.A.. Questa, localizzata nel Parco Nord (fine dei lavori prevista per l’estate del 2022), è una delle vasche che fa parte del gruppo di opere di prevenzione contro le esondazioni del Seveso approvato e finanziato nel 2015, ora in fase di realizzazione. Il progetto complessivo, in sintesi, prevede l’adeguamento delle aree golenali (aree dove il torrente fuoriesce naturalmente quando va in piena) di Cantù, Carimate e Vertemate con Minoprio e 4 vasche situate nei comuni di Lentate, Paderno Dugnano, Senago e Milano. Per quanto riguarda l’intervento nel Comune di Milano l’area del Parco Nord, a ridosso di via Aldo Moro, è stata individuata per la sua vicinanza all’imbocco dell’interramento del fiume Seveso in città. Questo consentirà un utilizzo immediato in caso di necessità, contenendo le piene che si formano a sud del canale scolmatore nord-ovest ed evitando che l’acqua cerchi una via di uscita attraverso i tombini (ad esempio in via Ca’ Granda, Istria, Zara) allagando e infangando strade, piazze, giardini, cantine e negozi. Il laghetto artificiale sarà soprattutto un luogo ricreativo con percorsi ciclabili e pedonali a diverse altezze, immerso nel verde e nel bosco che sarà ampliato con nuove alberature, adatto alla nidificazione degli uccelli acquatici. Sarà alimentato con acqua pulita di falda e continuamente mossa per favorire l’ossigenazione, evitare i ristagni e proliferazione di alghe. In caso di piogge eccezionali e di esondazione, mediamente sei volte l’anno, la vasca potrà riempirsi di acqua di fiume che, prima di entrare nel bacino, verrà ripulita dai rami e altri materiali grazie a un sistema di griglie. L’acqua rimarrà nella vasca per il tempo della piena del Seveso e quindi verrà reimmessa nel fiume. Il bacino sarà ripulito e nuovamente riempito di acqua pulita. Il processo dura complessivamente dalle 48 ore ai cinque giorni per consentire il completo ricambio. Questo complesso sistema è sicuro per i cittadini: l’accesso al laghetto è videosorvegliato e, in occasione delle piene, alcune barriere automatiche impediranno l’ingresso e pannelli a messaggio variabile comunicheranno l’allerta ai cittadini che volessero entrare. A compensazione dell’intervento di costruzione del bacino di esondazione, vengono ampliate le aree pubbliche in gestione al parco per una dimensione pari a tre volte la dimensione della vasca: se per la vasca sono necessari 37mila m2, al Parco Nord saranno conferite nuove aree per 109.000 metri quadrati da rendere verdi, permeabili e con numerosi nuovi alberi.

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Albanese con documenti falsi arrestato a Linate

Venerdì 22 gennai la Polizia di Stato ha arrestato un cittadino albanese di 23 anni per il possesso di documenti falsi, presso lo scalo aeroportuale di Milano – Linate. I poliziotti dell’Ufficio di Polizia di Frontiera, venerdì pomeriggio, durante i controlli dei voli in partenza per Londra, hanno arrestato il cittadino albanese, il quale aveva esibito una carta d’identità e una patente spagnola contraffatti. L’agente, durante il controllo, ha posto alcune domande in lingua spagnola alle quali il passeggero non è riuscito a rispondere; successivamente, i documenti sono stati sottoposti ad accertamenti più approfonditi, anche mediante l’utilizzo di strumentazione tecnica in dotazione, all’esito del quale ne è stata accertata la contraffazione. Posto davanti all’evidenza, il passeggero ha dichiarato di essere cittadino albanese, di aver attraversato la frontiera Schengen in Ungheria e di essere arrivato in Italia dopo aver soggiornato in vari paesi UE esibendo carte d’identità false. Sottoposto a rito direttissimo per il reato di possesso di documenti falsi, il giudice, considerata la gravità dei fatti e la personalità del soggetto, ne ha disposto la custodia cautelare in carcere.

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Sorveglianza speciale per un insegnante pedofilo

Nell’ambito del monitoraggio dei soggetti potenzialmente pericolosi verso vittime vulnerabili costantemente effettuato dai poliziotti della Divisione Anticrimine della  Questura di Milano, il Tribunale di Prevenzione, su proposta del Questore, ha irrogato la Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza ad un pedofilo milanese di 57 anni, autore di numerosissimi episodi di adescamento e violenza sessuale in danno di ragazzine di età compresa tra i 6 e i 14 anni, nonché di detenzione di materiale pedo-pornografico. Dall’analisi suo “curriculum criminale”, è emerso che l’uomo – attualmente detenuto – ha adescato almeno 41 ragazzine in diverse province d’Italia, tra cui Milano, Gorizia, Viareggio, Firenze, Pistoia, Carrara e La Spezia. La prima denuncia risale al 1997 quando lavorava come bagnino nella piscina di un albergo in Liguria dove, approfittando di un momento di distrazione dei genitori, ha abusato sessualmente di una bambina straniera. Negli anni successivi l’uomo ha lavorato come insegnante di educazione fisica in alcune scuole elementari della Toscana dove ha avvicinato e circuito alcune sue alunne. L’uomo era solito mostrare loro video con contenuti pornografici, tra cui riprese in cui si masturbava; in altre circostanze, con la scusa di mostrare loto il modo corretto di svolgere alcuni esercizi ginnici, ne approfittava per palpare alcune ragazzine. Dopo essere stato condannato a 8 anni di reclusione e all’interdizione dall’insegnamento e dall’impiego presso qualsiasi tipo di struttura sportiva, è rimasto in carcere fino al 2005; una volta libero, con l’avvento dei social network, ha affinato le sue tecniche di adescamento, scovando le giovani vittime attraverso Facebook, Instagram e più recentemente con TikTok, utilizzando falsi profili con cui si fingeva un adolescente ed immagini di profilo di giovani cantanti, attori o famosi youtuber. Utilizzando un linguaggio tipico adolescenziale, con la vittima era solito stabilire un rapporto di confidenza, che sfociava ben presto in richieste di foto e video in pose esplicitamente pornografiche, e conversazioni telefoniche a sfondo sessuale, durante le quali si masturbava. Si contano almeno 24 ragazzine adescate in questo modo. Inoltre, avendo creato una fitta rete di giovani vittime, il soggetto in questione ha condiviso i dati personali delle ragazzine con altri pedofili conosciuti in rete, inviando loro i contatti, comprensivi di fotografie, età, provenienza geografica e numero di telefono. Di nuovo detenuto fino al 2009, uscito dal carcere si è ristabilito a Milano. Qui è riuscito a trovare lavoro come istruttore di pallavolo in alcuni centri sportivi dell’hinterland sud-ovest, rendendosi ancora una volta autore di condotte adescatrici a seguito delle quali è rientrato in carcere. Alla luce della sua radicata propensione a ledere l’integrità psico-fisica dei minorenni, accogliendo la proposta inoltrata dal Questore di Milano, il Tribunale di Prevenzione ha disposto nei confronti dell’uomo la Sorveglianza Speciale con obbligo di soggiorno nel comune di abituale residenza o dimora per la durata di anni TRE. Sono state adottate nei suoi confronti le importanti prescrizioni di mantenersi ad almeno 500 metri dai luoghi abitualmente frequentati da minorenni quali asili, scuole, parchi giochi ed impianti sportivi e di non comunicare con persone minorenni con nessun mezzo, inclusi i “social network”. Si tratta di misure volte a monitorare attentamente la potenziale pericolosità del soggetto e la sua indole alla recidiva al fine di impedirgli di adescare altre vittime minorenni ignare di ciò che le aspetta. L’uomo sarà attentamente monitorato e se dovesse anche solo avvicinarsi ad una scuola, ad un parco pubblico o a qualsiasi luogo frequentato da minori, verrà arrestato in flagranza e ritornerà in carcere; stesso discorso vale se sarà accertato un suo utilizzo dei social network o di altro mezzo per adescare minori. Infine, per arginare ulteriormente il rischio di recidiva e rieducare il soggetto, è stata applicata la c.d.  ingiunzione trattamentale, che consiste nell’offrire all’uomo la possibilità – da lui accettata – di sottoporsi ad un programma di recupero volto ad acquisire consapevolezza del disvalore sociale dei comportamenti tenuti ed evitare, una volta che le misure penali e di prevenzione siano cessate, che possa replicare la sua condotta devastante per la vita delle giovani vittime.

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Milano Concreta: “Il cambio Gallera-Moratti è continuare con personalità senza competenze”

Milano Concreta: “Il cambio Gallera-Moratti è continuare con personalità senza competenze”. Così in una nota il consigliere Simone Sollazzo e il collettivo della neo-nata Lista Civica “Milano Concreta” in occasione della manifestazione “Ora Basta!”: “E così si sospende una seduta consiliare per la manifestazione tanto annunciata sotto Palazzo Lombardia dal titolo che lascia poco spazio all’interpretazione, e dalla quale ci teniamo a precisare la nostra mancata adesione. A nostro parere Regione Lombardia ha commesso un errore nel trasmettere i dati al governo, ma non ci sembra corretto il pretesto per inscenare una protesta di piazza. Riteniamo che in Regione Lombardia si siano fatti troppi errori come lo stesso Comune di Milano(ad esempio la gestione delle RSA e il rapporto mancato con le istituzioni, compresa la protezione civile). Il cambio della guardia tra Gallera e Moratti non è un segnale di ravvedimento, ma casomai un proseguimento di un egemonia politica di personalità senza competenze. Siamo del parere che il ruolo di responsabile della Sanita’ sia un ruolo anche tecnico e che serva una nomina tecnica, dunque un esponente del settore sanitario, meglio un virologo o ruolo comparato, che sappia esattamente come funzioni il sistema sanitario lombardo. Poi ogni istituzione faccia i conti con la propria coscienza e le proprie dirette responsabilità. Quelle di oggi sono solo “chiacchiere da dopo-partita” ormai”.  

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Moratti impari a truccare le carte da Sala

Moratti impari a truccare le carte da Sala. Il pasticciaccio brutto dei dati lombardi è infatti la dimostrazione che sul tema di come truccare le carte sia meglio rivolgersi ad esperti del settore come il primo cittadino milanese. Lui è riuscito a truccarne parecchie: le autodichiarazioni sul proprio consistente patrimonio immobiliare e mobiliare, le carte dell’appalto più grande di Expo 2015, e così via. E in nessun caso ha avuto condanne mediatiche, ha pagato multe dove i cittadini comuni avrebbero pagato con la galera e si appresta a una campagna per il secondo mandato con una piccola ma coesa folla di adoranti sostenitori. Fontana quando ci ha provato, rischiando pure di smenarci 250mila euro personali (molto più generoso di Sala, diciamolo), ha guadagnato un paio di inchieste su lui e famiglia. Non proprio un modello. Quindi Moratti impari a truccare le carte da Sala quando si parlerà ancora di Regione Lombardia e delle informazioni sul contagio, perché lo spettacolo andato in onda negli ultimi giorni è qualcosa di indegno. La giunta regionale ha incredibilmente ancora una solida base, proprio come Sala, disposta a molto, ma negare l’evidenza o mentire è eccessivo. La conferenza stampa in cui Moratti e Fontana hanno cercato di buttare tutta la responsabilità della zona rossa su Roma è stata veramente incomprensibile nel modo e nel contenuto. “Sappiamo qual è il problema, ma non possiamo spiegarvelo”? Questa sarebbe la spiegazione che avete intenzione di fornire a chi vi ha difeso dagli assalti negli ultimi mesi? Moratti deve decisamente imparare a comunicare meglio perché già sconta l’antipatia innata degli italiani per chiunque non viva di un miserabile stipendio o finga di sputare sui soldi (quelli che dicono di farlo di solito lavorano per piacere, non per necessità). Se ci aggiunge gli scelti isterici a cui ci ha abituato Attilio Fontana sarà difficile uscire dal pantano in cui è finita la Regione. Non sarebbe un compito facile per nessuno, ma diventa impossibile se i timonieri non imparano che nelle acque agitate cambia il modo di navigare.  

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