30 Maggio 2019

Torna l’estate sforzesca

Sessantadue serate dedicate alla musica (dalla classica al jazz, dal rock al pop, dal gospel al punk), diciassette al teatro, sei alla danza, per un totale di ottantadue appuntamenti, otto dei quali pensati espressamente per i bambini e i ragazzi. Questi alcuni numeri della settima edizione di ‘Estate Sforzesca’, la rassegna di musica, teatro, danza che quest’anno propone una programmazione che copre tutta la stagione estiva milanese – dal 7 giugno al 25 agosto – e ben 82 date in cartellone: praticamente uno spettacolo a sera per tutta l’estate. Il programma di “Estate Sforzesca”, promosso e coordinato dal Comune di Milano, e’ stato costruito selezionando le migliori proposte provenienti dai diversi operatori culturali che hanno risposto all’invito del Comune di Milano. “Estate Sforzesca è diventata negli anni la più lunga e densa rassegna italiana estiva di spettacolo dal vivo – afferma l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno – con un’offerta estremamente coinvolgente, grazie ad un programma che spazia tra generi e linguaggi diversi, e inclusiva di tutti gli operatori culturali che partecipano con proposte originali e attrattive per un’estate milanese sempre piu’ ricca e vivace“. Dal 2013, anno della prima edizione, la rassegna ha visto quasi triplicare gli appuntamenti in programma (da 30 a 82), e dunque il pubblico, continuando a mantenere un prezzo calmierato per tutti gli spettacoli a pagamento (60 in questa edizione) e tutti gli altri a ingresso gratuito (22). Sono sempre 500 i posti a sedere disponibili, mentre l’area spettacolo ha una capienza di circa 2mila persone in piedi. Tra le novita’ di questa edizione il punto bar ristoro, che sara’ allestito nello stesso Cortile delle Armi e restera’ aperto durante gli spettacoli, e una rassegna ecofrendly oltre ad una dotazione totalmente plastic free grazie alla collaborazione con il Comune di Milano, Edison, Legambiente e Novamant. Sul palco coperto allestito in Cortile delle Armi al Castello Sforzesco protagonista sara’ la musica con decine di spettacoli di tutti i generi musicali.  

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Il 60% delle case popolari in deroga è assegnato a extracomunitari

“Nel 2018 il Comune di Milano ha assegnato 341 case popolari in deroga e di queste 209 sono finite a immigrati: praticamente 6 alloggi su 10, fuori dalle graduatorie, finiscono soprattutto a extracomunitari sudamericani, nordafricani e asiatici. Si tratta di famiglie sfrattate o persone senza fissa dimora che non hanno i requisiti per partecipare ai classici bandi e quindi si rivolgono al Comune che procede alle assegnazioni dirette tramite una Commissione consultiva. Cosa penseranno i tanti che rispettano le regole e aspettano un casa da anni in graduatoria? Servono più controlli perché i cittadini chiedono norme chiare che valgano per tutti e non facilitazioni non oggettive che finiscono per premiare chi non ha i requisiti per accedere ai bandi“. Così Silvia Sardone, consigliere comunale ed europarlamentare della Lega. “Dall`accesso agli atti che ho richiesto al Comune per avere contezza della questione ho scoperto ancora una volta come il welfare a Milano continui a premiare gli stranieri: non è giusto che i tanti cittadini italiani in difficoltà si vedano sistematicamente scavalcare dagli ultimi arrivati nell’accesso a ogni tipo di servizio. Questa tendenza a favorire gli stranieri sembra ormai una prassi consolidata, alimentata da una propaganda anti-italiana della sinistra. Oltre alle politiche abitative – continua Silvia Sardone – ricordo le cifre della Bebè card (80% a mamme straniere), del sostegno al reddito (76% della Misura 1 a famiglie straniere con minori a carico), delle borse lavoro (50% a stranieri), dell`esenzione mensa (72% a stranieri). A Milano gli stranieri sono il 19% della popolazione eppure sono sempre maggioranza quando si parla di servizi sociali: la sinistra che non perde mai tempo nel gridare al razzismo cosa dice di fronte a questi numeri? Se c’è qualcuno che viene discriminato – ha concluso – a Milano non sono certo gli immigrati, ma gli italiani. Se da sempre pago le tasse nella mia città non posso vedermi scavalcare da extracomunitari appena arrivati“.  

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Ordina una gazosa gli servono acido, ricoverato

Sono ancora in corso accertamenti medici per il ragazzo di 14 anni che la sera del 28 maggio scorso ha bevuto acido contenuto in una normalissima bottiglietta di gazzosa ordinata in un bar in via Lambro. Il giovane, secondo quanto anticipato questa mattina nelle pagine locali del Corriere della Sera, si è seduto con il padre al tavolino di un locale nella zona di Porta Venezia per bere una bibita. La cameriera gli ha portato la bottiglia apparentemente sigillata. Il tappo era così duro che ne’ il ragazzo, ne’ il padre sono riusciti ad aprirla, al punto che quest’ultimo è andato al bancone per chiedere al proprietario di svitarlo. Mentre il titolare ne apriva un’altra, il padre del 14enne è riuscito stappare la prima bottiglia e l’ha riportata al figlio, il quale subito dopo il primo sorso è corso in bagno in preda a dolori lancinanti. Il padre ha spiegato ai Carabinieri della compagnia Monforte (ai quali ha presentato denuncia per lesioni) di non aver capito cosa stesse succedendo, si è reso conto quando ha assaggiato il liquido e ha avuto la stessa reazione, riportando ustioni alla lingua e all’interno della bocca. All’arrivo dei paramedici è stato chiesto al titolare che prodotti utilizzasse nel locale e l’attenzione si è focalizzata su una sostanza acida per la pulizia delle spine delle birre. Padre e figlio sono stati accompagnati all’ospedale Fatebenefratelli, dove una dottoressa non è riuscita a misurare l’esatta concentrazione di acidità perché lo strumento si ferma a ph 9. In nottata il ragazzo è stato trasferito al reparto di chirurgia dell’ospedale Buzzi a causa delle lesioni allo stomaco e all’esofago. Al padre, invece, è stata riscontrata una “diffusa iperemia e disepitelizzazione della punta linguale, iperemia del pavimento orale anteriore e faccia ventrale linguale“. Il proprietario del bar ha consegnato ai Carabinieri la bottiglietta di gazzosa ordinata dal cliente per consentire l’analisi del contenuto. Non è ancora chiaro come sia avvenuto l’incidente, l’ipotesi principale è che uno dei dipendenti abbia versato l’acido nella bottiglia che poi è stata erroneamente servita. ANSA    

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Sala, nessuna tentazione nazionale, penso a Milano

Questa mattina, tramite il suo portavoce,  il Sindaco Sala ha chiarito che la frase pronunciata ieri “potrei essere il più adatto perché centrosinistra vinca“, si riferiva unicamente ad un eventuale ricandidatura a Sindaco di Milano. Altre ricostruzioni non hanno alcun fondamento – ha precisato  il portavoce di Sala -, come peraltro si può evincere dalla sua volontà espressa quando dice “la mia via maestra è la ricandidatura” a sindaco.  Una precisazione resasi necessaria dopo che questa mattina i titoli di alcuni giornali parlavano una candidatura del Sindaco a guidare il centrosinistra. Il sindaco, ha quindi pubblicato sulla sua pagina Facebook posta il video nel quale gli sono state fatte le domande all’origine di quei titoli, scrivendo: “Per un minuto parlo delle prossime elezioni milanesi e sottolineando ‘la mia via maestra è la ricandidatura aggiungo, oggi potrei dire che posso essere la persona più adatta affinché il centrosinistra vinca. Poi si continua a parlare di Milano, della mia soddisfazione sui risultati, sul possibile avversario nel centro destra. Siccome la domanda partiva da Zingaretti il titolo di alcuni giornali è: Sala si candida a guidare il centrosinistra e ritiene di essere il candidato migliore. Giudicate voi, a me pare del tutto evidente che l’argomento fosse il mio futuro a Milano. A prescindere da tutto ciò vorrei ribadire una cosa con certezza: se dovessi decidere ora del mio futuro opterei per la candidatura a un secondo mandato, ma come ho più volte detto scioglierò ogni dubbio a settembre 2020“.  

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Gelmini si dimette

Questo magazine se lo era chiesto, oggi abbiamo avuto la risposta. Maria Stella Gelmini ha consegnato le dimissioni di coordinatore regionale della Lombardia nelle mani di Silvio Berlusconi. Un primo passo indietro di peso che rasserena un partito in preda alle convulsioni dopo l’ultima batosta elettorale. Forse solo un primo, perché sarebbe ingiusto crediamo noi addossare tutte le responsabilità della sconfitta a una sola persona, per quanto al comando. Durante le elezioni sarebbe stato eccessivo considerate le ultime bastonate ricevute dalla magistratura, ma adesso era il momento giusto. Anche Gallera, uno degli ultimi nomi pesanti di Forza Italia, aveva richiesto, senza dirlo, che Gelmini si dimettesse. Oggi si è aperto uno spiraglio per chi come lui e Toti chiedeva da tempo un cambio di passo: non è più il momento del cerchio magico che ha portato il partito a sbattere. E’ inutile negarlo: un risultato sotto le due cifre è una sconfitta storica.

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