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I commercialisti sono la croce della politica lombarda

I commercialisti sono la croce della politica lombarda. In questi giorni infatti è stata appena arresta Monica Bellini, commercialista con una lunga esperienza di consulente per i Partito democratico nelle aziende partecipate da Comune o Regione. Per il Pd è un bel guaio perché avendola indicata come professionista di fiducia almeno dai tempi di Albertini sarà difficile prendere le distanze. E soprattutto evitare che altri strumentalizzino questo arresto per screditare i progressisti in tempo di elezioni: si sa infatti che ormai in Italia esiste più la presunzione di colpevolezza invece che di innocenza come prescriverebbe la legge. Ma dal centrodestra non potranno nemmeno esagerare perché i leghisti non sono messi meglio: per quanto la memoria degli italiani sia simile a quella di una farfalla, non tutti hanno dimenticato il guaio della Film Commission, quando i commercialisti di fiducia della Lega sono stati beccati con le mani nella marmellata: si  erano guadagnati un’ottima plusvalenza grazie a un giochino di compravendite su un immobile che doveva diventare la nuova sede dell’ente regionale. Peccato che lo avessero comprato per due lire prima di rivenderselo come responsabili della Regione. Insomma per ora l’unica a non essersi inguaiata con un commercialista sembra essere Letizia Moratti, ma probabilmente lei ha un’intera azienda che le compila la dichiarazione dei redditi. Mentre i commercialisti sono la croce della politica lombarda lei sembra dunque immune a questo problema. Per carità, da  qui al 12 febbraio c’è ancora tempo e lei ha avuto tanti incarichi prima di tornare in politica, ma per ora sembra che sia l’unica che può comprare i giornali tranquillamente.  

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Bonus edilizi, commercialisti: “Le banche acquisiscano il credito di chiunque”

Bonus edilizi, commercialisti: “Le banche acquisiscano il credito di chiunque”. “Per preservare un meccanismo normativo prezioso come quello della monetizzazione dei bonus edilizi, senza nel contempo sacrificare le esigenze di contrasto all’utilizzo indebito, nonché per evitare che l’intero comparto dell’edilizia subisca conseguenze irreparabili, chiediamo un intervento normativo che ripristini per le banche la possibilità di cedere liberamente i crediti acquisiti, indipendentemente dalla natura soggettiva del cessionario. Ciò, nell’attuale contesto normativo, non presenta profili di rischio di frodi, in quanto, oltre ai controlli preventivi come visto di conformità e attestazione di congruità dei costi e ai presìdi antiriciclaggio già previsti dal D.L. Antifrodi, il sistema bancario offre ampie ed ulteriori garanzie, avendo fin dall’origine implementato procedure subordinate a rigorose e selettive due diligence che, seppur non previste normativamente, sono divenute ormai prassi consolidata”. E’ questa la proposta avanzata dal Consiglio nazionale dei commercialisti per uscire dallo stallo “dovuto all’incertezza normativa che ha innescato un effetto domino partito dalle banche, costrette a bloccare l’acquisto dei crediti avendo esaurito la capienza per la compensazione, che si è poi riversato sulla filiera delle costruzioni, mettendo a rischio cantieri già avviati e interventi pianificati da tempo a causa della drammatica carenza di liquidità conseguente all’impossibilità di monetizzare i crediti acquisiti”. La posizione della categoria è contenuta in una lettera inviata oggi dal presidente nazionale Elbano de Nuccio, al presidente del Consiglio, Mario Draghi, al Ministro dell’Economia, Daniele Franco, al Presidente della commissione finanze della Camera, Luigi Marattin e al direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini. Secondo de Nuccio “assumono interesse anche le proposte di accordare un maggior termine per la compensazione da parte dei soggetti cessionari dei crediti di imposta, il cui utilizzo in compensazione è attualmente previsto con le stesse modalità con le quali sarebbero stati utilizzati dal soggetto beneficiario-primo cedente”. “Per ripristinare un clima di fiducia per i soggetti interessati all’acquisto dei crediti e di sbloccare un meccanismo ormai inceppato – aggiunge il numero uno dei commercialisti – suggeriamo poi di ribadire ulteriormente, in via normativa o interpretativa, che i cessionari dei crediti d’imposta non possono essere considerati responsabili, salvo i casi di concorso, della mancata sussistenza, anche parziale, dei requisiti che danno diritto alla detrazione d’imposta e rispondono dunque solo per l’eventuale utilizzo dei crediti medesimi in modo irregolare o in misura maggiore rispetto al credito d’imposta ricevuto”. Queste proposte darebbero, secondo la categoria, “un nuovo impulso per innescare un meccanismo virtuoso, oltre che sicuro sul piano del contrasto ad eventuali condotte fraudolente, di smobilizzo dei crediti da parte delle banche che potrebbero quindi riprendere l’acquisto dai beneficiari delle detrazioni o dai soggetti che hanno accordato lo sconto in fattura evitando che misure adottate nel pieno dell’emergenza Covid-19 per sostenere e rilanciare l’economia, e per le quali lo Stato ha allocato rilevanti risorse, si trasformino in un micidiale boomerang economico e sociale”.  

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Trasporti e logistica: fatturato in calo e addetti in crescita

Trasporti e logistica: fatturato in calo e addetti in crescita. Nel Nord Est la contrazione maggiore dei ricavi (-5,1%). A livello regionale invece si evidenziano decrementi molto elevati in Valle d’Aosta (-14,8%), in Sardegna (-9,6%), in Sicilia (-9,2%), nelle Marche (-8,6%) e in Puglia (-8,4%). In controtendenza il Trentino-Alto Adige (+6,2%), l’unica regione a presentare una crescita. I comparti più colpiti sono quello del trasporto terrestre di merci (-20%) seguito a distanza dal trasporto area, marittimo e per acque interne (-8,9%) e dal trasporto terrestre di passeggeri (-5,1%), mentre il segmento che mostra la variazione più contenuta è magazzinaggio e attività di supporto ai trasporti (-2,1%). Una contrazione del fatturato pari al -4,2% nell’anno pandemico rispetto al precedente, ma una crescita degli addetti del +6,9%. È la fotografia del settore dei trasporti e della logistica scattata dall’Osservatorio sui bilanci 2020 delle Srl del Consiglio e della Fondazione Nazionale dei Commercialisti. Il comparto, il cui campione analizzato riguarda 20.147 aziende, ha registrato una flessione dei ricavi più attenuata delle srl in generale (-8,5%). Il valore della produzione, invece, si è ridotto del -3,3% ed il valore aggiunto del -1,5%. Analizzando il fatturato per macroaree territoriali, le Srl del Nord Est segnano il calo maggiore (-5,1%), in particolare, il Nord Ovest (-3,3%) presenta il decremento più contenuto, seguito dal Centro e dal Sud (-4,5%). A livello regionale invece si evidenziano decrementi del fatturato molto elevati in Valle d’Aosta (-14,8%), in Sardegna (-9,6%), in Sicilia (-9,2%), nelle Marche (-8,6%) e in Puglia (-8,4%). In controtendenza il Trentino-Alto Adige (+6,2%), l’unica regione a presentare un incremento del fatturato. Nel Sud, a parte le Isole che fanno registrare le riduzioni del fatturato più elevate dell’area, seguite dalla Puglia, l’Abruzzo (-5,7%) e la Campania (-5,5%) rilevano contrazione dei ricavi superiori alla media nazionale, mentre Calabria (-3,5%), Basilicata (-3%) e Molise (-2,1%) presentano riduzioni del fatturato più basse della media nazionale. Nel Nord Ovest, dove si verifica la più alta riduzione del fatturato (Valle d’Aosta), la Lombardia (-3,3%), il Piemonte (-3,7%) e la Liguria (-2,9%) presentano cali inferiori alla media nazionale. Nel Nord Est, dove, il Trentino-Alto Adige è l’unica regione a presentare un incremento del fatturato, l’Emilia-Romagna (-6,8%) denota la riduzione più elevata, seguita dal Veneto (-6,3%), mentre il Friuli-Venezia Giulia registra un decremento in linea con la media nazionale (-4,1%). Nel Centro, a parte il risultato molto negativo delle Marche, le regioni a seguire con il calo più elevato sono il Lazio (-5,8%) e la Toscana (-5%), mentre l’Umbria (-3,1%) presenta una riduzione del fatturato inferiore alla media nazionale. Focalizzando l’attenzione sui singoli comparti, i più colpiti dalla riduzione del fatturato sono quello del trasporto terrestre di merci (-20%) seguito a distanza dal trasporto area, marittimo e per acque interne (-8,9%) e dal trasporto terrestre di passeggeri (-5,1%), mentre il segmento che mostra la variazione più contenuta è magazzinaggio e attività di supporto ai trasporti (-2,1%). L’osservatorio online sul sito della Fondazione Nazionale dei Commercialisti ( www.fondazionenazionalecommercialisti.it)

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Commercialisti: costruzioni in calo del 3,3% e addetti in aumento del 4,5%

Commercialisti: costruzioni in calo del 3,3% e addetti in aumento del 4,5%. A livello geografico la flessione dei ricavi risulta più accentuata nelle regioni centrali, in particolare, nelle Marche le Srl del settore costruzioni hanno subito una perdita del 10,2%, mentre in Trentino-Alto Adige e in Umbria la riduzione è stata di poco superiore all’8%. I comparti più colpiti: lavori di costruzione specializzati (-4,1%) e quello della costruzione di edifici (-3,3%), mentre l’ingegneria civile fa segnare un incremento (+0,6%). Il comparto delle costruzioni ha registrato una flessione del fatturato pari al -3,3% rispetto all’anno precedente con un aumento degli addetti del +4,5%. È la fotografia scattata dall’Osservatorio sui bilanci 2020 delle Srl del Consiglio e della Fondazione Nazionale dei Commercialisti. Il campione analizzato riguarda 92.480 società su un totale di 649.725. Le Costruzioni, nel corso del 2020, hanno subito un calo dei ricavi, molto più contenuto delle Srl in generale che hanno segnato, invece, una diminuzione complessiva del fatturato dell’8,5%. Trend positivo anche nella crescita degli addetti con una performance superiore dell’andamento globale (0,7%). Il valore della produzione, invece, si è ridotto del 2,4%, da cui deriva il risultato del valore aggiunto che ha subito una flessione del 2,4% (-8,4% per tutte le Srl). In merito all’andamento del fatturato per macroaree territoriali, le Srl del Centro registrano un calo maggiore (-5,7%) rispetto alle altre aree. In particolare, il Nord Est presenta un decremento contenuto dei ricavi (-1%), seguito dal Nord Ovest (-1,7%), mentre il Sud segna una riduzione quasi in linea con la media nazionale (-2,2%). Passando dalle macroaree alle singole regioni, fatta eccezione per il Trentino-Alto Adige, il calo dei ricavi risulta più accentuato nelle regioni centrali. In particolare, nelle Marche le Srl del settore costruzioni hanno subito una flessione dei ricavi del 10,2%, mentre in Trentino-Alto Adige e in Umbria la riduzione è stata di poco superiore all’8%. Nel Nord-est, a fronte di un calo contenuto nell’Emilia-Romagna (-1,2%), si rileva un incremento nel Friuli-Venezia Giulia (+1,6%), mentre il Veneto registra un valore negativo (-3,6%) anche se più contenuto rispetto al Trentino-Alto Adige. Nel Nord-ovest, la Valle d’Aosta è l’unica regione a far segnare un aumento dei ricavi (+4,5%), mentre Liguria (-4,5%), Piemonte (-3,5%) e Lombardia (-2,4%) fanno rilevare andamenti negativi. Nel Sud, le uniche regioni in crescita sono il Molise (+3,1%) e la Sardegna (+0,2%). La Puglia, invece, mostra il calo più elevato (-4,3%), seguita dall’Abruzzo (-3%), dalla Calabria (-2,4%) e dalla Sicilia (-1,2%), mentre la Campania segna un calo molto più contenuto (-0,4%). Focalizzando l’attenzione sui comparti, risulta che i più segnati dalla riduzione del fatturato sono quello dei lavori di costruzione specializzati (-4,1%) e quello della costruzione di edifici (-3,3%), mentre il comparto dell’ingegneria civile fa segnare un incremento (+0,6%). Tra i sotto-comparti, si segnala il forte calo dello sviluppo di progetti immobiliari (-10,2%) e il calo comunque significativo del completamento e finitura di edifici (-6,2%), seguito da altri lavori specializzati di costruzione (-3,6%), mentre i sotto- comparti con il segno più sono costruzione di strade e ferrovie (+3,5%), costruzione di opere di pubblica utilità (+3,2%) e demolizione e preparazione del cantiere edile (+1,2%). LEGGI IL REPORT COMPLETO

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Commercialisti: Ue approva 3,8 miliardi per la diffusione di reti gigabit ad alte prestazioni

Commercialisti: Ue approva 3,8 miliardi per la diffusione di reti gigabit ad alte prestazioni. La misura fa parte di una strategia globale che l’Italia ha voluto mettere in campo per rispondere alle esigenze dei cittadini e delle imprese nel contesto della digitalizzazione del paese e contribuirà inoltre al raggiungimento degli obiettivi strategici dell’Unione relativi alla transizione digitale. Il Consiglio e la Fondazione Nazionale dei Commercialisti hanno pubblicato l’informativa periodica “Attività Internazionale”, una analisi approfondita sulle misure economiche adottate in ambito europeo ed internazionale per contrastare la pandemia. Tra le priorità del semestre di Presidenza francese del Consiglio europeo l’approvazione in tempi rapidi della direttiva sulla minimum global tax. L’attuazione dell’accordo concluso durante il G20 dello scorso ottobre per imporre una tassa minima sui guadagni delle grandi multinazionali e limitarne così le operazioni di elusione fiscale consentirebbe infatti alla UE di rafforzare il proprio ruolo internazionale e la sua competitività, evitando la concorrenza sleale e stabilendo condizioni di parità per le imprese europee. Nell’ambito delle norme dell’UE in materia di aiuti di Stato, la Commissione europea ha approvato un regime da 3,8 miliardi di euro che l’Italia ha messo a disposizione attraverso il dispositivo per la ripresa e la resilienza per la diffusione di reti gigabit ad alte prestazioni in zone del paese scarsamente servite. La misura fa parte di una strategia globale che l’Italia ha voluto mettere in campo per rispondere alle esigenze dei cittadini e delle imprese nel contesto della digitalizzazione del paese e contribuirà inoltre al raggiungimento degli obiettivi strategici dell’Unione relativi alla transizione digitale. Nell’informativa si approfondiscono le stime sull’economia globale contenute nell’ultimo bollettino del Fondo Monetario Internazionale. In particolare indicano una crescita dell’economia globale più contenuta rispetto alle previsioni precedenti, accompagnata da un’inflazione più alta e duratura del previsto, revisione al ribasso anche per le stime del nostro paese la cui crescita per quest’anno si fermerà al 3,8%, mentre per il 2023 si prevede un +2,2%, con 0,6 punti in più rispetto alle stime dello scorso ottobre. Infine l’OCSE ha pubblicato l’edizione di gennaio 2022 del testo unico sul transfer pricing, le linee guida sui prezzi di trasferimento per le imprese multinazionali e le amministrazioni fiscali, che consolida in un testo unico le modifiche apportate nelle scorse edizioni e raccoglie diverse guide, tra queste una guida revisionata sull’applicazione del metodo della ripartizione dell’utile della transazione, la guida per le amministrazioni fiscali sull’applicazione dell’approccio ai beni immateriali il cui valore è difficile da quantificare e la nuova guida sul prezzo di trasferimento relativo alle operazioni finanziarie.

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Precompilata, i commercialisti: la trasmissione telematica resti semestrale

Precompilata, i commercialisti: la trasmissione telematica resti semestrale. “Il prolungamento dello stato di emergenza nazionale rende quanto mai urgente un intervento per la conferma anche per il 2022 della periodicità semestrale di trasmissione telematica dei dati relativi alle spese sanitarie e veterinarie, già prevista per l’anno 2021 dal decreto del Ragioniere generale dello Stato del 29 gennaio 2021”. E’ la richiesta formulata dai tre Commissari straordinari del Consiglio nazionale dei commercialisti, Rosario Giorgio Costa, Paolo Giugliano e Maria Rachele Vigani, al Ministro dell’Economia, Daniele Franco. Per le spese sostenute dal 1° gennaio 2022 – scrivono i commissari nella missiva – “l’articolo 7, comma 1, lettera c) del decreto del Ministero dell’economia e delle finanze del 19 ottobre 2020 prevede, infatti, che la trasmissione telematica dei dati debba essere effettuata entro la fine del mese successivo alla data del documento fiscale, con una periodicità, pertanto, mensile”. Trattandosi di un adempimento finalizzato alla predisposizione della dichiarazione dei redditi precompilata da parte dell’Agenzia delle entrate – da mettere a disposizione dei contribuenti entro il 30 aprile dell’anno successivo a quello di riferimento –, “è evidente – secondo Costa, Giugliano e Vigani – come la periodicità mensile di trasmissione dei predetti dati a decorrere dal 2022 sia del tutto ingiustificata non solo, come ricordato, in questo particolare periodo di emergenza nazionale, ma anche in relazione alla tempistica da prevedere a regime, dovendo tali dati confluire, come detto, nella dichiarazione precompilata che l’Agenzia delle entrate rende disponibile non prima del mese di aprile dell’anno successivo (2023 per le spese relative al 2022). La periodicità mensile si manifesta peraltro oltremodo stringente, in particolare per i dati delle spese sanitarie risultanti da fatture che, ancora oggi, sono emesse in formato cartaceo da medici e operatori sanitari, in ottemperanza agli obblighi di protezione dei dati personali dei pazienti, e che richiedono dunque, necessariamente, anche un lavoro di data entry per la trasmissione telematica degli stessi al Sistema Tessera Sanitaria”. Un intervento nel senso auspicato “avrebbe inoltre – concludono i commercialisti – il pregio di eliminare dieci adempimenti “inutili” e di contribuire efficacemente al tanto auspicato processo di semplificazione degli adempimenti e di razionalizzazione del calendario delle scadenze fiscali, ancora oggi in via di realizzazione”.

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