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Assessore grandi: abbiamo salvato il glicine di Baiamonti. Monguzzi (verdi): bugie ridicole

A margine di una conferenza stampa a Palazzo Marino, L’Assessore al Verde Elena Grandi,  riferendosi al glicine di piazzale Baiamonti ha dichiarato “Lo abbiamo protetto”. La pianta, situata nell’area dove sorgerà il Museo nazionale della Resistenza, era stata difesa strenuamente da residenti, comitati ambientalisti e anche consiglieri comunali di maggioranza e opposizione, fino ad ottenere una modifica del progetto che consentisse di salvarla insieme ad altri alberi della zona. Modifiche che secondo l’Assessore Grandi, hanno consentito di  “salvare più alberi possibile” e anche se “quel glicine è rimasto contenuto, nel progetto ci sarà una struttura che gli consentirà a di arrampicarsi e crescere di nuovo”.  Affermazioni risultate alquanto indigeste al capogruppo dei Verdi in Consiglio Comunale, Carlo Monguzzi, che in una nota ha ribattuto piccato “Oggi l’assessora Grandi si prende il merito di aver salvato il glicine oltrepassando oltre misura il senso del ridicolo” aggiungendo “Sei mesi di lotta di cittadini e comitati, 54mila firme raccolte,  l’intervento di Giovanni Storti e del mondo della cultura, la quasi totalità del Consiglio Comunale, l’appello dell’ANPI nazionale, per salvare il glicine sarebbero avvenuti contro un problema che non c’era? Tutti scemi?”. Il sindaco dichiarò “Se i cittadini vogliono il glicine allora non faremo il Museo della Resistenza !” ha ricordato Monguzzi, sottolineando “Poi 3 giorni dopo, Sindaco e Grandi, isolatissimi si sono accorti che glicine e museo non interferivano tra loro e quindi hanno fatto la retromarcia”. “Oggi le bugie. Che presa in giro per la passione e l’impegno di tante persone che hanno fatto una battaglia sacrosanta. Loro si che hanno il merito” ha quindi concluso Monguzzi.

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Grandi (PD): ridurre move-in, stop agli incentivi e domeniche a piedi per arrivare alla città ciclopedonale

Si è svolta ieri in Comune la conferenza stampa per fare il punto sulla situazione della qualità dell’aria e delle misure antinquinamento nel corso della quale, l’Assessore all’Ambiente e al Verde, Elena Grandi ha esposto gli obiettivi della Giunta:  “miriamo a ridurre del 50% entro il 2030 il trasporto privato su strada e rendere la città ciclopedonale entro il 2050”.  Fra le intenzioni espresse ai giornalisti in merito ai provvedimenti dedicati al traffico veicolare dalla  Grandi spiccano “Move-In deve essere ridotto a livello regionale” e stiamo valutando “come ridurlo ulteriormente” a livello comunale. E ancora “Siamo in una fase di studio per capire come spalmarle e fare una sperimentazione di luoghi in cui a macchia di leopardo poter organizzare delle domeniche a piedi” e  “Credo che non sia più tempo di dare incentivi a chi compra automobili diesel, a benzina e a combustione. In realtà forse non bisognerebbe dare gli incentivi proprio a nessuno”.  Una ricetta che andrà probabilmente di traverso agli automobilisti milanesi.  

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Vendita animali d’affezione. De Chirico: ennesimo regolamento fuffa

Ieri, durante la riunione della commissione Mobilità, Ambiente, Verde e Animali, su richiesta del Capogruppo di Forza Italia Alessandro De Chirico, l’assessore all’Ambiente e al Verde Elena Grandi, ha dato qualche anticipazione sulle prossime modifiche modifica regolamento sulla vendita degli animali di affezione nei mercati ambulanti sul territorio milanese. Spiegando in particolare che “All’interno del Comune di Milano, la vendita di animali di affezione sul suolo pubblico non sarà consentita e la vendita nei negozi sarà regolamentata in maniera più confortevole per gli animali”. La Grandi ha quindi spiegato “Stiamo lavorando alle modifiche al regolamento, ma saranno tese a un aumento e a un restringimento di alcune situazioni a favore della tutela degli animali” e ancora “È un anno e mezzo che aspettiamo però siamo a buon punto, a breve ci arriveremo”. De Chirico, pur premettendo, “Sulla carta il regolamento per la tutela del benessere degli animali di affezione è utile e va rivisto rispetto alla versione in corso di validità” ha espresso scetticismo sull’attuazione del futuro impianto normativo “Tuttavia, lo aggiungiamo alla miriade di regolamenti prodotti in 13 anni di amministrazioni di centrosinistra per cui nessuno verifica e controlla che le regole vengano rispettate”, aggiungendo “Con il divieto di vendita degli animali di affezione su suolo pubblico il Comune non fa altro che alimentare il lavoro sommerso che di certo non può essere associato al rispetto delle norme”. “Sui controlli, poi, stendiamo un velo pietoso” ha quindi attaccato l’azzurro  “fanno i regolamenti e nessuno controlla, penalizzando la libera impresa e le persone oneste e competenti che vorrebbero solo il bene degli animali. Basta vedere quanti sono i questuanti in giro per la città che chiedono l’elemosina con al fianco un amico a quattro zampe. Speriamo che l’assessora Grandi coinvolga il Consiglio prima dell’approvazione del nuovo testo e non solo a cose fatte“. “Ci sono tante cose che non vanno e il nostro interesse è quello della tutela degli animali” ha quindi concluso il forzista.

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Grandi (Verdi): “Scorpacciata per il virus sulla 95”

Grandi (Verdi): “Scorpacciata per il virus sulla 95”. Le foto delle metropolitane piene di persone ammassate avevano sollevato molte polemiche nelle scorse settimane, ma la situazione è oggettivamente molto difficile: ad esempio, si possono mettere i segnaposti nei vagoni come fatto da Atm, ma le persone possono non rispettarli.  Grandi questa volta ha postato su Facebook una foto dell’assembramento su un autobus. Tra l’altro il tema è proprio quello degli orari di punta sul quale Elena Grandi, coportavoce nazionale dei Verdi, prova a proporre la soluzione del partito ambientalista: “La 95 oggi alle 14.30. Nella stessa condizione la 44, la 40, la MM1 e altre linee di superficie e della metropolitana. Il virus si fa una scorpacciata. Questa è Milano. Ma la situazione è la stessa in tutte le nostre grandi città. Proposte per l’immediato, emergenziali, se vogliamo evitare il lockdown totale: taxi a 2 euro per tutti. Bus turistici che partano dalle stazioni ferroviarie. Proposte per l’immediato ma strutturali: un piano di potenziamento del trasporto pubblico, del sistema ferroviario, della mobilità sostenibile. Servono soldi? Certo. Subito: per l’emergenza e per il piano strutturale. Se consentiremo al nostro paese di continuare a lavorare, e di farlo in sicurezza, saranno i soldi meglio spesi”. La velocità però non sembra la caratteristica dell’attuale politica lombarda. Una classe dirigente devastata dal Covid 19 e dalle sue conseguenze potrebbe non avere le energie per affrontare le ondate di virus che sono previdibili e previste: la prossima dovrebbe essere verso febbraio e secondo alcuni varrebbe la pena organizzarsi direttamente per quella, visto che quella attuale è già sfuggita di mano. Ritardi, inefficienze e impreparazione generale del sistema si notano ovunque, anche dalle denunce di Grandi(Verdi): “Scorpacciata per il virus sulla 95”. Denunce a cui seguono anche proposte pratiche da cui potrebbero prendere spunto sia il Comune che Regione Lombardia.

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Sala e il punto dolente dell’ambiente

Sala e il punto dolente dell’ambiente. In questi giorni, come ha ammesso lui stesso, a Milano è tornata centrale la questione “verde”. In tutta la città si creano comitati e gruppi di cittadini che cercano di difendere le aree verdi dall’avanzata delle ruspe, spesso senza successo. Per proporre due esempi su tutto: in Baiamonti la resistenza verde è collassata davanti all’annuncio del nuovo museo della Resistenza (eppure nessuno sembrava sentirne il bisogno), mentre il Politecnico ha preferito abbattere un boschetto invece che trovare il modo di bonificare i propri terreni radioattivi per edificare una nuova sede per la facoltà di chimica. Nel frattempo l’aria di Milano è irrespirabile: l’Area C, dopo anni sembra che si possa dire, non è servita a migliorare l’aria a Milano, ma solo a rendere più vivibile il centro. Nella zona dove vivono i ricchi il traffico è diventato meno caotico e il Comune ha introitato decine di milioni di euro senza dire come li spendeva. Non è una polemica, ma un fatto: l’altro inganno di Area C è stato l’affermare che quei soldi sarebbero stati utilizzati per politiche ambientali, ma Palazzo Marino non ha mai raccontato come e dove ha speso quei denari. Decine di milioni estratti dalle tasche di chi già paga le tasse pure per usare le strade del centro, trovandosi però poi a poterle percorrere solo pagando un’ulteriore tassa. Cioè: se sei povero devi pagare come gli altri, più una tassa per accedere al mondo dei benestanti. E questa è la sinistra, la formazione che si spaccia per popolare e che pare avere veramente poco di popolare. Lo stesso Sala è campione di questo pensiero dominante: ricco e fidanzato con niente meno che una Bazoli (per chi non lo sapesse Bazoli senior è uno dei banchieri più potenti d’Italia e sotto processo a Bergamo proprio per il suo lavoro di banchiere) ha trascorso la sua prima campagna elettorale a ignorare il suo avversario. Un atteggiamento mai visto che per quanto apparisse sprezzante non lo ha penalizzato. Sala d’altronde è lo stesso che secondo i giudici ha truccato le carte di Expo. E lo stesso atteggiamento di superiorità sembra sia la linea che Sala ha deciso di tenere sulla questione ambientale: Elena Grandi, portavoce nazionale dei verdi e assessore del Municipio 1, ha provato a chiedergli almeno delle scuse per gli abbattimenti di alberi degli ultimi mesi. Invece si è sentita rispondere che dovrebbe essere contenta di “avere il privilegio di far parte della mia maggioranza” e che in fondo a livello internazionale lei non è nessuno, mentre Sala sì quindi sarà lui a portare la bandiera dell’ambientalismo. Una perfetta risposta da marchese del Grillo o da bullo: tu non sei nessuno, anzi ringrazia che sei tra i miei stipendiati. Ora a più resta incomprensibile perché i Verdi si ostinino a considerasi di sinistra. Noi temiamo che sia un problema di eredità culturali: il dibattito e il pensiero politico attuali sono molto legati al Novecento, ma per fortuna il secolo dei massacri è finito da tempo. L’Austria, nazione meno morta psicologicamente dell’Italia, ha appena varato un governo con i verdi e la destra. In Italia i Verdi invece pensano di dover per forza essere succubi dell’area Pd che ormai non si capisce cosa abbia di sinistra. A Milano poi il paradosso è ancora più evidente: le politiche ambientali come l’Ecopass le ha avviate proprio il centrodestra. Poi la sinistra le ha storpiate in quella che appare come un’estorsione di massa. Grandi e i suoi però preferiscono restare nella nicchia lasciandosi bullizzare pubblicamente da soggetti spregiudicati come Sala. Una scelta incomprensibile, a maggior ragione per Sala e il punto dolente dell’ambiente. Il sindaco è in difficoltà e lo sarà sempre di più su questo aspetto, non ha le idee né le competenze per uscire dal Novecento. Solo un grande, immenso ego, nutrito dal suo adorante circolo di fedelissimi. La stessa sindrome colpì personaggi come Bossi, che a un certo punto si ritrovò coinvolto con i diamanti tanzanesi.  

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Baiamonti: rimesse le catene al verde

Baiamonti: rimesse le catene al verde. La reazione del Palazzo alla riapertura del giardino di piazza Baiamonti non è passata inosservata, d’altronde se ne è interessato anche il telegiornale Rai regionale: sono comparse infatti nuove catene e lucchetti per impedire l’accesso all’area. Una reazione che però non ha scoraggiato Baiamonti Verde Comune, il gruppo che si oppone alla cancellazione dello spazio verde. La lezione rappresentata dalla fine dello splendido giardino su cui sorge Palazzo Lombardia non scoraggia i residenti. Loro ci credono e sorridono alle catene: “E niente, questi sono di coccio, non hanno capito…hanno chiuso di nuovo il giardino con catene e lucchetti più grandi…e noi lo riapriremo! 😉 – annunciano su Facebook – SABATO mattina confermato l’appuntamento per lavorare e stare insieme nell’area liberata. Lato B – l’altro lato di Milano Fridays For Future Milano Giardini in Transito – Giardino Comunitario Lea Garofalo Salviamo Benedetto Marcello Salviamo città studi Difendiamo Piazza d’Armi COMITATO BASTA ESONDAZIONI SEVESO Comitato Cittadini Per Piazza D’armi Parco Piazza d’armi Le Giardiniere, Milano Comitato La Goccia Trotto Bene Comune Difendiamo il Parco Trenno dalla Via d’acqua Difendisansiro Associazione Amici Parco Nord No Asfalto Tuteliamo il territorio della Zona 8 contro ogni crimine urbanistico BovisAttiva BovisAttiva pagina informativa Progetto Lambrate Un AltroPiano x Milano MilanoX  Alcune forze politiche come i Verdi avevano anche appoggiato la protesta spendendosi in sede istituzionale per trovare ascolto alle richieste del comitato. Pare però che la decisione sia presa e anche questa volta non vinceranno i cittadini, ma il capitale. Poi dietro l’investimento in Porta Nuova non c’è qualche capitalista cattivo, ma la Famiglia Feltrinelli, tra i mostri sacri della sinistra milanese e italiana. Difficile per un Comune guidato da uno come Sala opporvisi. Per l’ultima parola però bisogna aspettare di vedere dopo sabato cosa succederà e vedere tra apri e chiudi chi l’avrà vinta.

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