matteo salvini

Salvini insultato durante la diretta Facebook

Salvini insultato durante la diretta Facebook. La scena è stata rilanciata da molti siti d’informazione e risale a qualche giorno fa: il leader della Lega Matteo Salvini era impegnato in una consueta diretta Facebook sul balcone di casa. A un certo punto la voce di un vicino lo interrompe con un chiarissimo “Matteo Matteo, sono str…zate!”. L’imbarazzo del leghista è evidente, ma sul momento è costretto ad accettare il brutto della diretta. Evidentemente il vicino era connesso al profilo del capo del centro destra italiano e ha voluto commentare in modo alternativo. Non è nemmeno la prima volta in cui Salvini scopre il brutto della disintermediazione perché già in passato la ricerca del contatto diretto aveva mostrato delle vulnerabilità, come per altro scoperto di recente pure da Papa Francesco che si è dovuto liberare con decisione dell’entusiasmo di una fedele.   Salvini invece aveva avuto un brutto periodo quando dopo i primi mesi di selfie a tutto spiano, qualcuno aveva pensato di ribaltare il gioco, chiedendogli le dirette Facebook o le foto per sbeffeggiarlo. Dall’entusiasmo al circo è un attimo nel mondo di internet. E oggi gli tocca un nuovo incidente di percorso. Oggi Salvini è insultato durante la diretta Facebook, domani forse sarà di nuovo ministro.

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#Milanononsiferma: Sala si scusa, quasi

#Milanononsiferma: Sala si scusa, quasi. L’intervento è arrivato sul suo profilo Twitter. E con una mossa molto tipica per il sindaco milanese su #Milanononsiferma: Sala si scusa, quasi. “Il 27 febbraio circolava in rete il video #Milanononsiferma: forseho sbagliato a rilanciarlo, ma in quel momento nessuno aveva compreso la veemenza del virus. Accetto le critiche, ma non tollero che qualcuno possa ancora marciarci su per scopi politici”. #CTCF Non è lui ad aver sbagliato ad appoggiare chi lanciava gli Aperivirus, è la realtà che non era chiara. Dunque, sembra dedurne, in realtà non ho sbagliato. Un’affermazione che segue la linea del Sala invincibile che non sbaglia mai. Tutti ricordano la virulenza dei suoi difensori contro tutto e tutti ai tempi della sua condanna per aver truccato le carte di Expo 2015. Improvvisamente la Legge non era più principio sacro e inviolabile, come detto dalla sinistra per vent’anni. Non stupisce dunque che oggi Sala e il suo staff non riescano con serenità ad ammettere i propri errori senza sottolineare quelli altrui o a puntualizzare che forse è un errore, però. Per Sala vale sempre il però, il quasi, insomma tutte le cautele del caso, perché con il neo acquisto della famiglia Bazoli le regole valgono. Quasi. L’unico sussulto che gli va riconosciuto è aver tolto dalla comunicazione ufficiale, cioè quanto riportato dal suo profilo Twitter, l’attacco a Salvini: il suo tweet arriva infatti da un intervento nel salotto televisivo di Fabio Fazio in cui il primo cittadino milanese sottolineava che mentre lui sbagliava, Salvini chiedeva la riapertura di tutte le attività. Della serie: io ho versato il sale sui biscotti, però Pierino ci buttava le caccole del naso. Poi ci si stupisce che con politici così sia difficile affrontare qualunque crisi.  

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Majorino contro Salvini: “Paghi le multe comunali”

Majorino contro Salvini: “Paghi le multe comunali”. L’intervento arriva su Twitter dopo il botta e risposta delle scorse ore tra il sindaco di Milano Giuseppe Sala e il leader della Lega Matteo Salvini. L’europarlamentare del Partito democratico Pierfrancesco Majorino ha postato sul social questo messaggio: #SALVINI, PAGA E TAS. #Salvini dice che #Sala deve pensare alle periferie. Detto che il Sindaco sulle periferie sta facendo molto di più di quello che faceva la destra, Salvini pensi a pagare le multe da almeno 200mila euro che la Lega deve pagare dal 2011 al Comune di Milano. Majorino si riferisce alla questione ancora aperta per alcuni partiti, tra cui la Lega, delle multe per i manifesti affissi irregolarmente durante la campagna elettorale per le ultime elezioni comunali. Nel complesso le multe per tutte le formazioni politiche concorrenti ammontavano a sei milioni di euro, poi ridotti a due grazie a una legge che lo permette. Una parte di questi denari erano stati versati, altri invece no perché alcuni partiti tra cui la Lega non ritenevano di doverli pagare e avevano presentato i necessari ricorsi. Oggi la questione torna in primo piano, evidenziando una volta ancora una delle piaghe che portano la città a essere cosparsa di manifesti ovunque e comunque. I partiti si lanciano in una sfida per gli spazi che ha come unica vittima il decoro delle strade milanesi. Un fenomeno ripetitivo e che sembra destinato a perpetrarsi nel tempo. Intanto Majorino ripesca l’argomento confermando ancora la sua intenzione di mantenere un carattere milanese come politico nonostante lo spostamento nel parlamento più importante d’Europa.    

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Al Sud scalpita il Movimento dei Sudisti, mentre Berlusconi abbraccia il figliol prodigo Salvini

di Biagio Maimone – Silvio Berlusconi, come il padre della parabola del figliol prodigo, ha riabbracciato il figlio fuggito dalla casa paterna, ossia Matteo Salvini, il quale è ritornato sconfitto dall’alleanza con il M5S, a cui aveva dato vita per bramosia del potere, dissipando i suoi averi, ossia i suoi ideali, in una causa sbagliata. Impoverito e sconfitto è ritornato al padre. Berlusconi si è aperto al perdono del figlio traditore, non certo per amore, ma per arginare l’avanzare delle cosiddette “sinistre”, trascurando i figli fedeli risentiti per l’accoglienza festosa e non meritata riservata al fratello traditore. Salvini è tornato a testa bassa da suo padre Silvio promettendogli di non fare più errori e di obbedirgli. Ma sarà vero? Un figlio sovranista, non si sa se realmente potrà essere obbediente ad un padre liberale. Certo, forse per poco, ossia il lasso di tempo necessario a leccarsi le ferite e poi di nuovo si farà trascinare dal vizio del potere e della vanità. Ma qualcosa di nuovo bolle in pentola nella politica italiana: è il Movimento dei Sudisti . La nascita del Movimento dei Sudisti poteva sembrare una boutade estiva, invece, voci affidabili sostengono che i lavori per organizzare il Movimento sono in corso. C’è chi sostiene sarà un’associazione culturale per la difesa e la promozione del Mezzogiorno, c’è chi sostiene che sarà un partito vero e proprio. Si dice anche che Gianfranco Rotondi possa esserne il leader e che Mara Carfagna possa affiancarlo, anche lei meridionale ed attenta alle istanze del Meridione d’Italia. Qualcuno sostiene anche che la regia dell’intera operazione potrebbe essere affidata nientemeno che al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Si tratterà di un movimento popolare, democratico e cattolico che intende contrapporsi ai partiti sovranisti e alla Lega che, secondo l’opinione di tanti suoi elettori radicali, andando incontro a Berlusconi, ha fatto notevoli passi indietro, ratificando la propria sconfitta.

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Caro Salvini il Sud Italia è nostro. Non è della Lega e non sarà più delle mafie

di Biagio Maimone  – Da alcuni giornali è riportata la notizia dell’accoglienza trionfale riservata a Matteo Salvini dal popolo meridionale, nel corso del suo tour nel Sud Italia, che lo ha osannato come un profeta, come il salvatore della nostra nazione.  A quanto pare non è esattamente vero. Difatti, alcuni quotidiani online hanno scritto che molti meridionali hanno  insultato e fischiato il leader leghista,  memori delle offese subite, da oltre 25 anni, da Bossi, dalla Lega Nord e da qualche direttore di giornale, che hanno  umiliato la dignità del popolo meridionale senza alcun ritegno. Mi chiedo come mai i quotidiani italiani più “accreditati” non  dicano la verità e, pertanto , non mettano in evidenza come molti meridionali, ricordandosi del disprezzo subito, ritengono Matteo Salvini soltanto un demagogista. Cosa si nasconde dietro l’omertà dei grandi media?  E’ indiscutibile che la realtà venga tragicamente falsata quando impera la dittatura e c’è da chiedersi se in Italia stia affermandosi la dittatura.  Fa riflettere, infatti, la mancanza di  reazione all’avanzare di un bieco oscurantismo politico, che potrebbe  preludere all’affermarsi del più assurdo populismo. Si stagliano sulla scena politica segnali evidenti di prepotenza indiscussa che fa pensare a quanto accadeva negli anni trenta del secolo scorso.  Stupisce il percorso uniforme dei mezzi di informazione, quasi non vi fosse libertà di pensiero e di stampa. Forse abbiamo dimenticato il valore della libertà, della democrazia? I libri di storia hanno lasciato una testimonianza viva delle sofferenze subite dai popoli dominati dalle dittature, che dovrebbe tenacemente richiamarci al dovere di difendere la nostra democrazia dalla minacce di chi vuole concretizzare un disegno autoritaristico e dominare la popolazione.  Ciò che meraviglia di più è che anche molti meridionali siano d’ accordo con il leader della Lega e sembra che accettino passivamente la sottomissione. Si può supporre che essi siano convinti  che la Lega riporti ordine dove attualmente domina il disordine   e che dall’ordine si possa prendere le mosse per migliorare le loro condizioni sociali.  Hanno certamente dimenticato di essere stati sempre considerati poveri “terroni”. Si può supporre che si tratti di uno “scambio di voti”, ossia voti donati in cambio di favori. Non vi sono dubbi che le mafie garantiscano un serbatoio di voti straordinario a chi aspira a governare l’Italia, come avviene da  sempre. Tale serbatoio viene messo a disposizione dalle varie mafie solo in cambio di privilegi e di elargizione di potere per accedere ai luoghi di comando. Caro Salvini, noi meridionali non sottomessi dalle mafie, non corruttibili, ti ricordiamo che il Sud Italia ci appartiene e non vogliamo che continui ad essere più terra di conquista da parte di nessuno. D’ora in avanti ci impegneremo per evitare di  subire la violenza di chi vuole dominarci. Presto ci ribelleremo e risponderemo alle offese di chi vuole sottometterci. Ti ricordiamo, inoltre, che siamo consapevoli del fatto che le mafie, che qualcuno stupidamente definisce come un fenomeno soltanto del Sud, in realtà  uccidono il Sud stesso, non solo con il mitra, ma anche economicamente. E’ vero che le mafie siano nate nel Sud Italia, ma esse alimentano il benessere del Nord Italia e dei grandi poteri economici e non amano le proprie terre, anzi le considerano una latrina in cui sotterrare immondizie e rifiuti tossici provenienti dal resto dell’Europa, uccidendo chi vi abita. Mafie e politica hanno ucciso e continuano ad uccidere le nostre terre, la nostra storia, la nostra dignità. Allora cosa dici di nuovo agli italiani, caro Salvini? Nulla, anzi fai esattamente le stesse cose che hanno fatto i politici che ti hanno preceduto. Taciteremo ben presto anche l’arroganza di qualche direttore di giornale, il quale ci offende utilizzando vecchi slogan e ridicole etichette, che denotano il suo vivere nel passato, convinto che il tempo si sia  fermato. Dalle terre del Meridione, da parte dei meridionali onesti, si eleva un grido di ribellione: “Ora basta!”

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Salvini e la panza sul New York Times

Salvini e la panza sul New York Times. Una vista a cui ormai siamo abituati dai telegiornali nazionali, ma che fa una certa impressione vedere stampata sulla stampa internazionale: a pagine due della prestigiosa edizione internazionale è infatti apparsa la pancia di Matteo Salvini. Letteralmente, The paunch. Un particolare messo in rilievo dalle parole del giornalista Jason Horowitz. Agli americani sembra sorprendere molto un ministro che governa dalla spiaggia. L’articolo descrive infatti con un certo stupore il modo disinvolto con cui Salvini sta impersonando la nuova fase della politica italiana: le risposte date ai giornalisti come “E’ il 3 di agosto”, come a significare di non rompere le scatole perché sono giorni di vacanza. O L’arcinoto episodio del cronista allontanato dagli agenti della scorta, mentre filmava il vicepremier Salvini e il figlio a bordo di una moto d’acqua della Polizia. O ancora l’inno d’Italia cantato dalla postazione del dj e tanti altri dettagli che hanno spinto il New York Times a dedicargli l’apertura di pagina due. Si può governare da uno stabilimento balneare? Si chiede il giornale. E la risposta la cerca proprio in Italia: nell’articolo infatti è stata sentita anche Daniela Santanchè, senatrice di Fratelli d’Italia che non ha perso tempo a giustificare il nuovo modo di intendere la politica rappresentato dal vicepremier ai bagni sull’Adriatico. “Anche io ho uno stabilimento” ha spiegato la senatrice, quindi non può certo schierarsi tra i critici. Anzi, nei giorni scorsi si è fatta vedere alla consolle del suo villaggio turistico il Twiga. E così appena si è visto il vicepremier dj è scattata subito una nuova moda dell’estate: la disco politica. Da cui forse spunterà fuori un nuovo modello di politico, o un nuovo governo.

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