municipio 3

Cagnolati (FdI): accampamento ROM sotto la tangenziale

“Nuovamente l’area sotto la tangenziale in Q.re Rubattino è nuovamente teatro di occupazione abusiva da parte di una carovana di zingari” lo Segnala Marco Cagnolati, consigliere di Fratelli d’Italia nel Municipio 3. Con la comunicazione, inviata a Prefetto, Questore Sindaco e Assessore alla Sicurezza, Cagnolati chiede “l’intervento di sgombero delle aree occupate abusivamente”  e “di intervenire attraverso l’emanazione di provvedimenti di DASPO e conseguente sequestro dei veicoli inadempienti ed inottemperanti tali divieti, facilmente identificabili perché targati nonché all’installazione di portali e manufatti volti ad impedire che queste zone possano essere nuovamente occupate abusivamente, chiedo l’installazione di ulteriori portali e dissuasori anti caravan in modo tale da presidiare maggiormente quest’area”.  Il meloniano chiede si intervenga con urgenza, poiché “i residenti sono ormai esasperati da questa situazione, non si possono lasciare aree come queste in balia di questi individui che, oltre a non rispettare le regole – conclude Cagnolati – di una normale e civile convivenza occupano aree abusivamente rimanendo totalmente impuniti”.

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Presenta una mozione contro The Tyre Extinguishers. Condanna unanime da parte di FdI

“E’ stata deposito presso il Consiglio di Municipio 3, una mozione per condannare fermamente tutti gli atti vandalici messi in campo negli ultimi mesi, contro le auto ed in maniera più specifica, contro i SUV presenti Milano” lo comunica con uan nota il Consigliere di Fratelli d’Italia Mattia Ferrarese. “Solo la scorsa notte – ricorda Ferrarese – sono state sgonfiate le gomme ad una dozzina di veicoli parcheggiati, per l’incredibile “colpa” di avere grandi dimensioni, con tutti i rischi che un gesto tanto sconsiderato possa produrre”. “Le parti politiche tutte – sottolinea il meloniano – hanno l’obbligo di tutelare la salute, l’incolumità e la sicurezza dei cittadini milanesi, fermando mediante maggiori controlli e presidi, le follie pseudo-ambientaliste che mettono a repentaglio la vita dei proprietari e dei trasportati, presi di mira solo per aver scelto una vettura più grande di altri. La sinistra si impegni a fornire alternative valide, sicure e concrete al trasporto privato, per poter raggiungere il proprio posto di lavoro o la scuola dei propri figli, in maniera rapida e sostenibile, condannando definitivamente questi vili atti” conclude Ferrarese. Sulla questione sono intervenuti anche l’Europarlamentare Carlo Fidanza e il Consigliere Comunale di FdI Francesco Rocca: “Questa volta gli pseudo ambientalisti hanno toccato davvero il fondo – attaccano i due meloniani –  Un gesto di un’estrema vigliaccheria che ha danneggiato diverse famiglie milanesi che stamane si sono ritrovate senza auto e che dovranno pagare di tasca loro le spese di ripristino degli pneumatici vittime di questo folle gesto”. “Lo diciamo oggi – continuano Rocca e Fidanza – come lo abbiamo detto ogni volta che qualche gretino militante se l’è presa con opere d’arte e monumenti o si è lanciato in mezzo alle strade della città bloccando nel traffico lavoratori e soccorsi: troppo facile così! Perché tutta questa grinta, sicuramente mescolata ad una copiosa dose di coraggio in più, non la mettono per protestare contro le auto, proventi di furto, ed i rifiuti che quasi quotidianamente vengono incendiati nei pressi dei campi nomadi? Perché non vanno a prendersela con le discariche abusive in mano alla criminalità organizzata?” si chiedono concludendo  “Certo, sgonfiare le gomme delle auto di un povero cittadino è molto più semplice”.

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Torri Bluestone di Crescenzago: FdI chiede un Consiglio straordinario

Torri Bluestone di Crescenzago: FdI chiede un Consiglio straordinario. Al sit in indetto dal Comitato Crescenzago per ieri pomeriggio si è presentato oltre a un piccolo gruppo di cittadini, anche Mattia Ferrarese, consigliere del Municipio 3 in quota a Fratelli d’Italia- Assenti i Verdi e altre forze politiche che stanno discutendo del progetto in altre sedi. In strada insieme ai residenti del quartiere invece c’era Ferrarese e l’Osservatore ha chiesto un intervento al consigliere che per l’occasione ha annunciato che durante la prossima riunione del Municipio 3 Fratelli d’Italia chiederà la convocazione di un Consiglio di Municipio straordinario per discutere del progetto e delle sue criticità. Al link è possibile vedere l’intero intervento del consigliere

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Lo strano caso della Giornata del Ricordo nel Municipio 3

Il Municipio 3 celebrerà la Giornata del Ricordo. E già questa è una notizia. La parte di cronaca ce la fornisce però il consigliere Gussoni, capogruppo di Fratelli d’Italia e già candidato alla Presidenza del Municipio, tramite una interrogazione. In sostanza, l’incontro sarà tenuto dall’ANPI e costerà 400 euro. Qui si aprono due questioni principali. La prima: l’ANPI da sempre sostiene tesi negazioniste sulle Foibe, come ad esempio riportato da https://www.ilgiunco.net/ nel comunicato della sede di Grosseto: “Non fu una “pulizia etnica” verso gli italiani, ma una resa dei conti generale, soprattutto politica, che si svolse in tutta l’Europa verso camicie nere, SS, militari e civili legati all’apparato di occupazione, collaborazionisti, ostaggi, sloveni, croati, tedeschi, avversari politici e tanti innocenti” E quando non negazioniste, sicuramente volte ad uno strisciante giustificazionismo, come nel comunicato ufficiale dell’ANPI nazionale: “Se si fosse privilegiata la ricerca storica su questa questione – prosegue Anpi – non sarebbero stati dimenticati, con il semplice metodo dell’omissione: l’invasione fascista di quei territori in seguito all’entrata in guerra al fianco della Germania nazista; l’espulsione delle popolazioni non italiane e comunque l’’italianizzazione forzata’ (reato parlare lo sloveno e il croato); l’infoibamento dei resistenti e dei civili jugoslavi; i tre anni di persecuzioni nazifasciste in quei territori”. Ora, intendiamoci, se si fosse privilegiata la ricerca storica sul 25 aprile probabilmente gli Italiani della Liberazione avrebbero una visione un filo diversa. Ma come dice giustamente lo storico Barbero (sicuramente non un camerata), storia e memoria sono cose molto diverse. E il Giorno del RICORDO dovrebbe farci capire di quale delle due cose si stia parlando. Ma al Municipio 3 non pare interessare, quindi, invece delle Associazione degli Esuli, si chiamano a parlare i partigiani. Partigiani che la ricerca storica ci dice che qualche colpa nel fenomeno non si può escludere l’abbiano avuta. Ora, non si tratta di accusare il Municipio di aver invitato a parlare nel Giorno della Memoria i reduci della X MAS, ma di sicuro un problema si pone, come correttamente fa notare Gussoni. Ma le stranezze non si fermano qua. Infatti nella richiesta di finanziamento ci sono alcune curiosità. La prima: è ben in evidenza l’IBAN cui pagare. E fin qui, tutto bene, la gente è previdente, ma siamo sicuri sia quello dell’ANPI? La seconda: chi firma la richiesta si autoproclama responsabile ANPI, ma non dà alcuna prova di questa sua qualifica. E se non lo fosse? Il Municipio ha controllato di star pagando la persona giusta? Ma non finisce qui. Anche ammesso che l’IBAN sia quello dell’ANPI e che la persona abbia il potere di rappresentanza, si pongono altri due problemi: primo, non si sa chi sia il relatore. E secondo, per questo relatore si chiede un rimborso spese per il viaggio. Quale viaggio? Da dove viene? Chi è il mister x? E che importanza ha tutto questo, vi chiederete voi. Beh se sabato 12 febbraio, alla conferenza, si presentasse un anziano partigiano Croato a dire, nell’ordine, che: 1. nelle foibe ci sono finiti solo fascisti 2. che furono al massimo qualche centinaio e 3. che gli Jugoslavi avevano tutto il diritto di infoibarli, noi cittadini di Milano avremmo contribuito a pagare per lo spettacolo. E, se la cosa può essere disgustosa, sarebbe comunque legittimo. Quello che rende la vicenda degna dell’attenzione della magistratura contabile, come sempre nota nella sua interrogazione il capogruppo FDI Gussoni, è il velo di oscuramento sull’intera vicenda. Non pare a chi scrive che sia costume delle istituzioni milanesi fare bonifici in bianco senza dettagli dei costi a tutti. C’è sempre qualcuno, soprattutto a sinistra, però, che è più uguale degli altri.

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Municipio 3 – riqualificazione Via Benedetto Marcello

Succede nel municipio tre. Qualche settimana fa, esce sui giornali la notizia con l’impegno da parte del nostro comune, di prendersi in carico la tanto attesa riqualificazione di Via Benedetto Marcello. Impegno che dal 2006 si è preso. Via Benedetto Marcello, forse non tutti lo sanno, ma è una via vincolata dalle belle arti. Sono 40 anni che ospita abusivamente un mercato rionale, che in primis era stato adibito a progetto sociale di recupero. Da 20 banchi siamo arrivati negli anni a più di 200. Quindi, capiamo bene : una via vincolata che non potrebbe ospitare il mercato, ma che invece da più di 40 anni vige in tutta la via. Nulla contro il mercato o chi ci lavora ovviamente, anche perché svolge anche un’azione sociale. Ma permettetemi di chiedere: possibile che si possa contravvenire così da tanti anni ad una legge che vige dal 1969? Ebbene si. I fatti sono purtroppo questi. Un’azione fatta dagli abitanti della via, tanti anni fa per aiutare ex carcerati a reintrodursi nel mondo del lavoro, è diventato un abuso. Il pave’ pian piano si è rovinato dai continui passaggi dei mezzi pesanti. Si è rovinato anche grazie alla pulizia necessaria, dopo ben due giorni di mercato alla settimana, con le lance del comune. I getti forti tolgono la terra che tiene adese le piastre di pave’, ecco perché. Le vie limitrofe sono state anch’esse disastrate nel tempo. Basti pensare, che in Via Mercadante, via collegata a Benedetto Marcello, addirittura han dovuto togliere i porfiri decorati, proprio perché si stavano rovinando col passare dei mezzi dei venditori del mercato. Che peccato no? Anch’essa è una via vincolata. Insomma, il perché sia stata vincolata dalla soprintendenza è più che evidente. Un po’ per i bellissimi palazzi liberty che la abitano ed un po’ anche ovviamente per le strade lastricate del 1800. Anch’esse hanno un valore storico artistico. Un’altra parte che è vincolata, è il parterre che ospita, anche qui abusivamente, un parcheggio d’auto. Vi chiederete voi, perché abusivamente? Perché sia I carabinieri forestali che la soprintendenza di Milano, l’hanno dichiarato vincolato a verde. Ma questo cosa vuol dire? Come mai l’hanno asfaltato e non abbiamo il verde come richiesto? Verde che oltre ad abbassare la temperatura della via, dovrebbe essere uno spazio pubblico usufruibile liberamente dai cittadini. L’ultimo ritocco, anch’esso non a norma è stato fatto due anni fa spendendo €450.000. Un intervento che secondo i documenti scritti dalla soprintendenza e dai carabinieri forestali, mettevano un punto ben diverso. Recitano quanto segue: “Il primo che metterà mano al parterre asfaltato abusivamente, dovrà necessariamente ripristinare il parterre com’era in origine.” E com’era? Aveva ben 7 filari d’alberi che lo abitavano e che facevano respirare la via. Basti pensare che, insieme alla gemella via Morgagni, era considerato uno dei polmoni che collegano Loreto al centro città. Vi chiederete, ma come è potuto succedere che nessuno sia andato contro a quest’abuso edilizio? Perché di questo si parla. Vi basti pensare che anche la corte dei conti ci sta indagando. Ma questa è per altri motivi ovviamente. I documenti parlano chiaro. Recitano testualmente: “… Un tecnico del comune si è dimenticato di avvisare il comune che avrebbero asfaltato il parterre nella via che accoglie una parte dei banchi del mercato”. Tutto questo dalla sera alla mattina. Gli alberi che vivevano sul parterre sono stati fatti morire antecedentemente, perché non sono stati nel tempo innaffiati e perché ormai erano stati strozzati dai recinti che li avrebbero dovuti proteggere. Ma si sa, purtroppo gli alberi non vanno molto d’accordo con i continui urti dei camioncini. Il 26/11/2019 esattamente alle 18.30, si tiene una commissione d’urgenza in municipio 3, proprio per far attuare la riqualificazione decisa con la delibera già firmata nel 2006. Perché vi racconto questo? Perché dopo finalmente anni di battaglie da parte dei residenti e da quasi tre anni dal comitato Salviamo Benedetto Marcello, due settimane fa vediamo che il Comune finalmente s’impegnerà a ripristinare il decoro nella via. Una riqualificazione che vedrà come principe il parterre che dovrà necessariamente avere il ripristino di 140 alberi. Inutile dire che fino ad ora, questo non è avvenuto. La soprintendenza sta aspettando il progetto da giugno 2020. OK il Covid, ma I progetti in città stanno andando avanti. Come mai qui, non esiste ancora invece un progetto? Sarà vero l’impegno? Sarà mica una mera propaganda comunale? I cittadini non scordano, ora più che mai. Direi che hanno ragione. Vediamo di dare seguito ai fatti e non recitare solo parole, ahimè temo di puro #greenwashing. Anche il nostro attuale Sindaco Beppe Sala, si era preso l’impegno di ripristinare e ridare splendore e dignità a questa bellissima via. Indovinate un po’? Nemmeno questo è mai avvenuto.

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Lockdown, insulti al portavoce dei Sentinelli: “Fr…di merda”

Lockdown, insulti al portavoce dei Sentinelli: “Fr…di merda”. A darne notizia è stato lui stesso: “Fr… di merda, se fallisco mi ospiti tu a casa tua?”: Luca Paladini, portavoce del movimento I Sentinelli, era appena uscito di casa, questa mattina intorno alle 7, a Milano, quando una sconosciuta gli ha gridato questi insulti. Lo racconta lui stesso, all’ANSA, dopo aver fatto denuncia contro ignoti. “Ovvio che mi aspettasse e che sapesse come la penso sul lockdown” spiega Paladini, che di Covid la scorsa primavera si è ammalato e che ora sui social si dice spesso a favore di misure più radicali per contenere il virus. “Ma questo – sottolinea – non significa certo che io sia contro i commercianti, penso solo che le misure prese non siano sufficienti. Anche questo episodio, seppur minimo, denota un clima di tensione”. La sconosciuta ha rivolto a Paladini “insulti (ovviamente in larga parte omofobi) qualche minaccia velata e l’invito a smettere di fare ‘terrorismo’ perché è anche per colpa mia se il suo negozio è chiuso e rischia di fallire. A parte avermi scambiato per Giuseppe Conte per il peso politico o Chiara Ferragni per la capacità di influire, mi ha molto colpito (anche perché in vita mia una cosa del genere non mi era mai capitata) le modalità con le quali è avvenuta questa contestazione”. “Non sono certo la Ferragni, che influenza l’opinione pubblica, sono – conclude Paladini, già oggetto di minacce per il suo attivismo Lgbt – un capro espiatorio piccolo”. Capro piccolo o montone, l’episodio dimostra ancora una volta il clima di tensione avvertito da chi vive a Milano in questo periodo. Una città stretta tra la voglia di vivere e la necessità di sopravvivere. Tra una classe politica negazionista e una realtà di persone che lasciano razzi militari nelle sale d’aspetto degli ospedali come atto intimidatorio. E titoli come Lockdown, insulti al portavoce dei Sentinelli: “Fr…di merda”.

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