roberto di stefano

Iran, Di Stefano: “Sul Comune di Sesto S. Giovanni striscione per le donne iraniane”

Iran, Di Stefano: “Sul Comune di Sesto S. Giovanni striscione per le donne iraniane”. “Da oggi sulla facciata del Comune di Sesto San Giovanni c’è uno striscione a sostegno della battaglia delle donne iraniane per la libertà con la scritta “Mahsa Amini – Women Life Freedom”. Vogliamo testimoniare, con questo manifesto, la nostra vicinanza alle donne dell’Iran che combattono contro il regime islamico iraniano. La loro lotta per la libertà e contro l’oppressione del velo islamico deve essere sostenuta da tutti. Invito quindi anche gli altri sindaci in tutta Italia, di ogni colore politico, a condividere questa campagna. Non ci devono essere ipocrisie e sostegni a metà. In queste settimane ho visto, soprattutto a sinistra, tentativi di “nascondere” la questione del velo islamico che è centrale, come dimostra purtroppo la drammatica morte di Mahsa Amini, nelle proteste che stiamo vedendo in Iran. Siamo dalla parte delle donne iraniane che non vogliono subire l’imposizione del velo islamico che non è simbolo di libertà, come dice qualcuno, ma purtroppo di oppressione per tante donne nel mondo” Così in una nota Roberto Di Stefano, sindaco di Sesto San Giovanni.

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Foggetta la prese benissimo

Foggetta la prese benissimo. Ci perdonerete se parliamo di un episodio piccolo piccolo, ma visto il clamore suscitato dalle ultime elezioni di Sesto San Giovanni ci hanno segnalato un episodio di apparente malanimo o certa carenza di eleganza. Non sarebbe rilevante se non fosse che il protagonista ha rischiato seriamente di diventare sindaco: pure essendo di quella che viene definita sinistra-sinistra (una volta impersonata da Rifondazione Comunista, oggi da tantissimi) Foggetta ha visto per il ballottaggio la mobilitazione persino delle parrocchie. I preti sono scesi in campo per aiutarlo e si è visto: la sfida si è chiusa con un margine inferiore a quello del primo turno. Dunque un suo intervento sui social è più rilevante di quanto si potrebbe valutare lo sfogo di un qualunque cittadino. Vi riportiamo direttamente l’immagine, perché non c’è molto da aggiungere: in un post del gruppo “Sesto allucinazioni” si riportavano i festeggiamenti dei sostenitori di Di Stefano, tra cui Davide Caparini, assessore al Bilancio di Regione Lombardia. Qualcuno in effetti si è chiesto cosa ci facesse lì, anche se non è un mistero che la Lega sia il partito di appartenenza di Di Stefano e della moglie Silvia Sardone. Dunque vista l’importanza della sfida di Sesto, non dovrebbe sembrare strana la partecipazione di un alto grado delle gerarchie leghiste. Eppure a qualcuno è sembrato strano, forse per le voci sulla vita privata della coppia Di Stefano – Sardone. Vita privata che però essendo una coppia di centrodestra a quanto pare non merita considerazione. Semmai gli insulti di chi è stato sconfitto nella competizione elettorale. Insomma Foggetta la prese benissimo.

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Perché è importante la sfida di Sesto San Giovanni tra Di Stefano e Foggetta

Perché è importante la sfida di Sesto San Giovanni tra Di Stefano e Foggetta. Si tratta della sfida più importante per le elezioni nella città metropolitana. Primo perché il centrodestra potrebbe segnare un punto importante nelle competizioni elettorali, sebbene nella parte più alta dell’ombra della Madonnina. E non è poco: da anni rimedia sconfitte se non disfatte come l’ultima elezione milanese in cui Beppe Sala poteva pure evitare di correre tanto avrebbe vinto lo stesso. Poi c’è un tema di numeri: al primo turno il vantaggio di Di Stefano era di dieci punti percentuali, se dovesse perdere sarebbe un vero disastro non solo per la dimensione locale: primo sarebbe la dimostrazione che la vittoria della destra a Sesto è stato un incidente di percorso, secondo le prospettive per le regionali del 2023 sarebbero ancora più nere per il centrodestra. Perché il rilancio della sinistra metropolitana potrebbe galvanizzare molto le truppe rosse e arancioni. In tutto questo scenario va aggiunto il non secondario tema della Lega: Matteo Salvini sta perdendo sempre le sfide importanti. La sua Lega va sempre bene come risultati matematici, anche perché il confronto con il 4 per cento a cui l’ha presa è in un certo senso favorevole a chi nasconde le debacle, ma non vince le competizioni importanti. Questa volta un suo uomo vincente sarebbe la conferma che la nuova Lega è la strada giusta: Di Stefano è infatti un esempio di un nuovo leghismo, molto meno legato alla tradizione di bossiana memoria. E Salvini così potrebbe prendere fiato nel mezzo di un partito in crisi interiore da anni. Ecco perché è importante la sfida di Sesto San Giovanni tra Di Stefano e Foggetta. Sarebbe già rilevante perché si tratta di una città grande per le dimensioni medie italiane, ma dietro al confronto c’è una serie di equilibri molto complessi che potrebbero aiutare anche a definire i pesi delle coalizioni per decidere chi sarà a correre per la presidenza di Palazzo Lombardia.

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Chi è Roberto Di Stefano

Chi è Roberto Di Stefano. Nasce a Milano il 24 agosto 1977. Frequenta  dal 1991 al 1996 l’istituto LT.l.S. A. Spinelli di Sesto San Giovanni dove acquisisce il titolo di perito informatico. Prosegue gli studi all’Università Statele di Milano dove tra il 1999 e il 2005 consegue una Laurea Magistrale in Scienze Politiche indirizzo Economia Politica con una testi dal titolo “Ostacoli alla liberalizzazione del mercato assicurativo”.  Dopo una breve esperienza in Pirelli nel 1998 trova un impiego in Eriksson Telecomunicazioni fino al 2001 come project manager. Poi  lavora dal 2001 al 2006 per la Winterthur Assicurazioni S.p.A. come Analista Organizzativo IT e SW Certification e poi in Aurora Assicurazioni S.pA RC auto. Tra il 2011 e il 2012 diventa amministratore delegato della Bic La Fucina scarl e dal 2013 a oggi passa in Unipol spa sempre nel settore RC auto. Negli anni coltiva una carriera politica che ha il suo momento di massimo successo, almeno per il momento, nelle fila di Forza Italia, sotto le cui bandiere diventa sindaco di Sesto San Giovanni nel 2017. La sua vittoria elettorale lo rende uno dei personaggi di spicco del centrodestra lombardo perché Sesto San Giovanni è una città con una tradizione politica di sinistra molto radicata, tanto da guadagnarsi il titolo di Stalingrado d’Italia. Una caratteristica della sua carriera politica è stata il sodalizio con la moglie Silvia Sardone con cui in tutte le fasi della loro esperienza politica continua a coltivare un rapporto che li rende una coppia in grado di ottenere sempre forti risultati nelle urne. Nel 2020 Di Stefano lascia Forza Italia e seguendo proprio la strada già intrapresa dalla moglie entra nella Lega di Matteo Salvini. Informazioni di contatto +1 347-817-5709 Cellulare r.distefano@sestosg.net E-mail

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Lo stadio del Milan e dell’Inter a Sesto San Giovanni?

Lo stadio del Milan e dell’Inter a Sesto San Giovanni? Il sindaco dell’ex Stalingrado d’Italia ne è entusiasta e in realtà anche parte della tifoseria non vedrebbe male l’idea. “Da sempre ci siamo resi disponibili ad ospitare lo stadio, anche come volano per valorizzare le aree dismesse più grandi d’Europa – ha subito commentato Di Stefano – Le società di calcio e i tifosi (come si evince anche nei principali forum delle squadre) sanno che Sesto è Città Metropolitana. La scelta di Sesto San Giovanni, accelererebbe (e non di poco) i tempi per la realizzazione del nuovo stadio, considerato che molte aree sono già demolite e bonificate. In 13 minuti esatti da Sesto si arriva in Duomo con la Metropolitana, mentre in 15 minuti si arriva a Linate. A Sesto c’è pragmatismo: rispetto per le squadre, tempi rapidi e realizzazione di uno stadio davvero fruibile da tutti, con il conseguente sviluppo anche della città. Opportunità da non perdere”. L’unico problema per Milano resta quello iniziale: cosa fare a quel punto del Meazza? Perché un’idea vera non c’è mai stata se non quella di bloccarne la demolizione. Ma lo storico stadio milanese potrebbe avere l’occasione di trasformarsi in qualcos’altro: in primis potrebbe dar luogo alla nascita di un’altra squadra di Milano. Perché no? Perché non superare l’eterno dualismo tra Milan e Inter? Oppure la base per rilanciare Milano come capitale di altri sport, visto che grazie al cielo non esiste solo il calcio. Perché no? L’ampiezza c’è e già solo queste due opzioni potrebbero aiutare a trovare i giusti investimenti: basti pensare che si è spesa una miliardata per una piattaforma da un milione di metri quadrati di fianco alla tangenziale dove nessuno vuole andare. Gli sport sono più duraturi di Expo 2015 e portatori di valori ben diversi da quelli delle multinazionali come la Apple.

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Sesto San Giovanni, Di Stefano: “Vittoria della legalità: concluso lo sgombero dell’ex palazzo Impregilo”

Sesto San Giovanni, Di Stefano: “Vittoria della legalità: concluso lo sgombero dell’ex palazzo Impregilo”. Si è concluso oggi lo sgombero degli occupanti abusivi che avevano preso possesso dell’immobile ex Impregilo in viale Marelli 340. Anche questa volta, dichiara il sindaco Roberto Di Stefano, Sesto San Giovanni dimostra attenzione massima sul rispetto della legalità e contro le occupazioni. Ringrazio Prefetto, Questore e forze dell’ordine per la rapidità dell’intervento. Sicurezza e legalità sono le priorità per la nostra amministrazione.

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