truffa

Rom truffano colombini per 150.000 euro in bitcoin

Tre truffatori di origini rom di 24, 37 e 45 anni sono stati denunciati dalla polizia per una truffa ai danni di altrettanti colombiani ai quali avevano già sottratto 150mila euro in bitcoin e che ieri hanno tentato di raggirare nuovamente. Alle 16.30 gli agenti sono intervenuti in un albergo di lusso in via Cardano per la segnalazione di una rissa in corso. Si è scoperto che i tre sudamericani avevano aggredito i truffatori dopo essersi accorti che la valigetta con i contanti era piena di fac-simile. Hanno spiegato che il 6 novembre era gia’ avvenuta una transazione in bitcoin per 150mila euro e che ieri erano d’accordo per incontrare i finti clienti per ultimare un’altra operazione. Il 37enne della banda, oltre alla denuncia per truffa, è stato arrestato perché trovato in possesso di un documento falso valido per l’espatrio. ANSA  

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Vendita falsi rilevatori di gas agli anziani, cinque arresti

Si presentavano a casa delle loro vittime, il più delle volte anziani, per conto della società bresciana denominata ‘G.A.S. S.r.l.’ e spacciavano semplici rilevatori di fumo di bassa qualità e dal costo irrisorio come “rilevatori di fughe di gas” di cui proponevano l’acquisto e l’installazione a un prezzo decisamente sproporzionato rispetto al loro valore. Per questo oggi la Polizia, i Carabinieri e la Polizia Locale in quota al pool antitruffe della Procura di Milano hanno eseguito 5 misure cautelari, obbligo di dimora e divieto di allontanamento notturno, nei confronti di altrettante persone residenti nel Bresciano. I provvedimenti, in cui si contesta la truffa aggravata, sono stati firmati dal gip milanese Alessandra Di Fazio su richiesta del pm Enrico Pavone e del procuratore Aggiunto Eugenio Fusco, titolari dell’inchiesta nella quale sono emersi una serie di episodi (48 quelli contestati) accertati a partire 19.11.2018 al 6.02.2019, ai danni per lo più di ultra settantenni. ANSA  

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Si finge agente per truffare una straniera, arrestato

Ieri, gli agenti dell’ Ufficio Immigrazione in collaborazione con gli agenti della Squadra Mobile della hanno arrestato un 50enne italiano, il quale, fingendosi poliziotto, ha tentato di truffare una straniera 46enne  promettendole scorciatoie per pratiche sull’immigrazione. La donna, una cingalese, dopo aver chiesto informazioni presso gli sportelli della Questura al fine di sbrigare le pratiche necessarie al rientro in Italia del figlio 21enne, ne è uscita rammaricata e in lacrime perché l’iter burocratico avrebbe richiesto del tempo. Il 50enne ha agganciato la vittima nei pressi della metropolitana, e fingendosi poliziotto l’ha rassicurata con la promessa di una scorciatoia burocratica, dietro il pagamento di 170 euro. Dopo due giorni la donna si è nuovamente recata presso gli sportelli di via Montebello per chiedere ulteriori informazioni. I poliziotti, dopo aver ascoltato la 45enne, si sono accorti che era caduta nella trappola di un truffatore. In quegli stessi frangenti sono arrivate le telefonate dell’uomo che chiedeva alla vittima un ulteriore versamento di 350 euro. I #poliziotti a questo punto hanno fatto in modo che l’incontro tra i due avvenisse e, al momento della consegna del denaro, hanno arrestato il truffatore in flagranza di reato

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Si finge la figlia e truffa anziana

Una donna di 84 anni ha denunciato alla polizia di aver subito una truffa da parte di una persona che si è finta sua figlia e che le ha portato via gioielli per un valore di 18mila euro. E’ accaduto in largo Crocetta attorno alle 15 di ieri, quando l’anziana è stata contattata al telefono da una donna che si è spacciata per la figlia. Per giustificare la voce diversa dal solito le ha detto di aver avuto un problema alla gola a causa di un pezzo di vetro ingoiato bevendo una bibita. La truffatrice ha detto di aver bisogno di contanti per sbloccare un’operazione bancaria che non riusciva a portare a termine, così ha convinto la pensionata a raccogliere i preziosi e a consegnarli a un amico che sarebbe passato poco dopo. L’uomo ha portato via due collane d’oro, un ciondolo con smeraldi, un anello con brillanti da due carati e due smeraldi, il tutto stimato dalla proprietaria in circa 18mila euro. In serata, non avendo notizie dell’operazione, la donna ha chiamato la figlia (quella vera) che ha cosi’ scoperto la truffa e dato l’allarme alla polizia. ANSA  

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Accoglienza migranti, 11 arresti, guadagni illeciti per milioni di euro, legami con l’ndrangheta

I finanzieri del Comando provinciale di Lodi, su disposizione della Procura di Milano, stanno eseguendonumerose perquisizioni e un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 11 persone accusate di associazione per delinquere, truffa allo Stato e autoriciclaggio nell’ambito dell’inchiesta ‘Fake Onlus’ che vede al centro una presunta gestione economica illecita da parte di alcune onlus che si occupano di accoglienza dei migranti, per presunti profitti illeciti per milioni di euro. Ammonterebbe a circa 7 milioni di euro il presunto profitto illecito incassato da alcune onlus che si occupano dell’accoglienza dei migranti. Il particolare emerge dall’inchiesta, coordinata dai pm di Milano Boccassini e Prisco e condotta dalla Gdf di Lodi, che ha portato ad 11 arresti per associazione per delinquere, truffa ai danni dello Stato e autoriciclaggio. Quattro le onlus coinvolte che avrebbero utilizzato falsi documenti per partecipare ai bandi pubblici per gestire l’accoglienza di centinaia di migranti. Avrebbero utilizzato per “scopi personali” oltre 4,5 milioni di euro dei circa 7,5 milioni ottenuti illecitamente, i rappresentanti legali delle onlus al centro dell’inchiesta dei pm di Milano che ha portato a un’ordinanza cautelare per 11 persone (una in carcere, 5 ai domiciliari e 5 obblighi di dimora). Emerge dalle indagini della Gdf di Lodi su un consorzio di onlus che opera nella gestione dell’emergenza migranti che ha partecipato, tra il 2014 e il 2018, a bandi indetti dalle Prefetture di Lodi, Parma e Pavia. L’indagine nasce dall’analisi delle movimentazioni bancarie sui conti correnti intestati ad un consorzio di società cooperative onlus che opera nella gestione dell’emergenza migranti. L’inchiesta ha permesso di smantellare una presunta associazione a delinquere “dedita alla fraudolenta partecipazione a gare pubbliche indette dalle Prefetture di Lodi, Parma e Pavia per la gestione dei flussi migratori“. In particolare, le onlus indagate “dal 2014 al 2018, a fronte dei bonifici ordinati dai citati Uffici Territoriali del Governo in conseguenza degli appalti aggiudicati, hanno ottenuto illecitamente 7.497.256,26 euro di cui 4.586.981,27 utilizzati per scopi personali dai rappresentanti legali delle medesime Onlus“. Le onlus sarebbero collegate “a noti pluripregiudicati appartenenti alla ‘ndrangheta” e sarebbero state utilizzate per consentire a persone recluse di “accedere ai benefici di legge attraverso l’assunzione presso le predette cooperative“. Le onlus sarebbero state “sfruttate per fare ottenere a persone recluse, attraverso il rilascio di documentazione falsa, la concessione della misura alternativa alla detenzione da parte del magistrato di sorveglianza“. Il legame che esiste tra le onlus al centro dell’indagine e alcuni pregiudicati per ‘ndrangheta è datato nel tempo. “Il soggetto che è stato raggiunto da misura cautelare, ovvero l’indagata principale che è anche la promotrice e organizzatrice dell’associazione per delinquere, nel tempo aveva avuto contatti con pluripregiudicati in occasione dello svolgimento di lavori socialmente utili, intorno al 2002 e al 2003. E di li i contatti si sono mantenuti“. Lo ha spiegato Vincenzo Andreone, comandante provinciale della Gdf di Lodi questa mattina a margine della conferenza stampa sull’indagine ‘Fake Onlus’, coordinata dalla Procura di Milano. “Successivamente – ha aggiunto – abbiamo notato come le onlus indagate siano state utilizzate per permettere ad altri detenuti, segnalati dai pregiudicati, di produrre documentazione atta per farsi rilasciare dal magistrato di sorveglianza misure alternative alla detenzione“. ANSA  

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Saradone: un’altra truffa nel campo rom di via Chiesa Rossa

“Dopo Lele Mora è toccato a un imprenditore cinese finire nella trappola della champagne, marchio di fabbrica dei rom di Chiesa Rossa“.  Lo denuncia il Consigliere Comunale Silvia Sardone, che aggiunge, “Un covo di delinquenti che va sgomberato il prima possibile, anche perché praticamente nessuno degli abitanti di questo insediamento paga le bollette al Comune: me lo hanno detto gli stessi rom due mesi fa, quando sono stata in via Chiesa Rossa per un sopralluogo“. “È ora che il Pd la smetta col suo solito buonismo dannoso: in due anni hanno speso mezzo milione di euro per integrare tutti i rom di Milano senza produrre nessun risultato concreto, quindi anziché continuare a sperperare denaro inutilmente passino alle vie di fatto – continua – Giusto per capire di che personaggi stiamo parlando, ricordo che nel campo rom di via Chiesa Rossa sono stati rubati 40.000 euro a Lele Mora per una finta partita di champagne; c’è stata una sparatoria tra rivali nel luglio del 2018; nel 2016 tre marocchini sono stati rapinati di 25.000 euro per una truffa legata a un annuncio di vendita online; e sempre nel 2016 sono state trovate all’interno del campo 130 tra spade, coltelli e macheti. Direi che come curriculum può bastare, ma forse non per la sinistra: è di poche settimane fa, infatti, il pericoloso dietrofront del sindaco Sala sul superamento dei campi. Pd e compagni – chiude Silvia Sardone – ci dicano cos’altro deve succedere a Chiesa Rossa prima che vengano presi seri provvedimenti”.

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