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Egiziana terrorizza la figlia perché non vuole mettere il velo

Aveva creato in casa “un clima familiare di vero e proprio terrore” sottoponendo i due figli, una quindicenne e un undicenne, ad una lunga serie di “violenze e minacce“, tanto che la ragazzina era costretta a “mettere il velo islamico” anche se non voleva, mentre al piccolo, stando al racconto della sorella, avrebbe inferto anche “bruciature” con un coltello “arroventato“. Con l’accusa di maltrattamenti la donna, egiziana di 40 anni, è finita in carcere a Milano a metà gennaio su ordine del gip Giulio Fanales e su richiesta del pm Nicola Rossato, ha poi ottenuto i domiciliari e qualche giorno fa il giudice ha disposto per lei il processo con rito immediato.

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Rissa per donna senza velo, arrestati quattro egiziani

A scatenare lo scontro è stata la frase: “Con te non parlo perché non porti il velo e vivi nel peccato” rivolta a una donna italiana, compagna di un egiziano di 25 anni dal quale aspetta un bambino. A pronunciarla il custode trentaduenne del palazzo in cui abitano i due. E’ successo intorno alle 21.40 di sabato davanti al portone di uno stabile in via Crespi, una traversa di viale Monza, quando il portiere vedendo i due rientrare a così apostrofato la puerpera, causando la reazione del suo compagno.  Il quale, ha reagito con calci e pugni e poi estraendo un coltello con il quale ha ferito anche suo fratello 38enne e un amico di 22 anni del portinaio, che sono intervenuti nella discussione. Giunti sul posto i Carabinieri hanno sedato la rissa e arrestato i quattro contendenti, tutti più o meno feriti in modo non grave, salvo il custode che ora è in stato di fermo in ospedale dove è sotto osservazione. Secondo quanto riferito agli uomini dell’Arma nel palazzo frizioni e litigi fra “laici” e “praticanti”si trascinano da tempo. L’episodio è stato commentato da Silvia Sardone Consigliere Comunale e Regionale del gruppo misto, che rileva: “Tra violenze e atteggiamenti da Islam radicale questa zona tra Viale Monza e Via Padova continua a essere un ghetto di violenza e degrado” concludendo che l’episodio è la riprova “che l’integrazione non esiste“. Riccardo De Corato, assessore a Sicurezza di Regione Lombardia, denuncia che: “a Milano e Lombardia le violenze ai danni di donne di religione islamica sono all’ordine del giorno e la cosa più grave è che tutto questo succede nel totale silenzio delle femministe e della sinistra, che non aprono bocca né scendono in piazza“.

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