11 Febbraio 2021

Accordo fra ATS e Caritas per fare tamponi ai senzatetto

Le fondazioni Caritas Ambrosiana, Casa della carità, Fondazione Culturale San Fedele e l’Associazione San Fedele onlus – Assistenza sanitaria hanno stretto un accordo di partenariato e proposto ad ATS Città Metropolitana di Milano un progetto: stradUSCA. Il nome scelto intende richiamare l’acronimo dell’Unità Speciale di Continuità Assistenziale in questo caso rivolta prioritariamente a chi sta in strada. Alle persone prive di medico di medicina generale, inviate dai servizi, ambulatori del volontariato, unità mobili, centri di ascolto – spiega la Caritas – è offerta la possibilità di fare un tampone antigenico rapido qualora presentino sintomi sospetti per Covid-19 e/o siano contatti stretti di persone con Covid-19. L’accesso è unicamente su appuntamento nelle sedi di via san Bernardino 4, via Brambilla 10 e Galleria Hoepli. Il progetto prevede non solo l’esecuzione del tampone nasofaringeo ma di seguire la persona nell’intero percorso di cura: nel caso del riscontro di positività la valutazione delle condizioni cliniche della persona, della sua possibilità di isolarsi nel luogo in cui vive e l’attivazione del tracciamento dei contatti. ANSA

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Esodo giuliano-dalmata-istriano: i vincitori del concorso scolastico promosso dal Consiglio regionale

Esodo giuliano-dalmata-istriano: i vincitori del concorso scolastico promosso dal Consiglio regionale. “Negli anni drammatici tra il 1943 e il 1947 oltre 300mila italiani dell’Istria, della Dalmazia e di Fiume dovettero scappare e abbandonare terre, case, affetti e lavoro: parecchie migliaia di loro vennero torturati e uccisi dentro le voragini naturali del Carso. Sono state pagine terribili della recente storia italiana, troppo spesso ancora oggi dimenticate sui libri di scuola e dalla storiografia. E’ più che mai doveroso quindi anche da parte delle istituzioni adoperarsi per ristabilire una memoria condivisa e sconfiggere l’indifferenza. Abbiamo e avvertiamo forte la responsabilità di trasmettere e far conoscere la verità dei fatti, anche come atto, seppur tardivo, di riparazione nei confronti di ciascuna vittima delle foibe e dei loro familiari”. Lo ha sottolineato il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia Alessandro Fermi intervenendo questa mattina nell’Aula consiliare di Palazzo Pirelli alla premiazione del concorso destinato alle scuole superiori lombarde in ricordo del martirio giuliano-dalmata-istriano, promosso dal Consiglio regionale della Lombardia e giunto quest’anno alla sua 13° edizione. La “tragedia dimenticata” dei martiri delle foibe  viene onorata ogni anno in Consiglio regionale nel “Giorno del Ricordo”, solennità nazionale istituita dal Parlamento. Alla cerimonia, trasmessa in diretta streaming sul sito del Consiglio regionale, sono intervenuti anche il Consigliere Segretario e Presidente della Commissione di Giuria Giovanni Malanchini, Marcella Fusco in rappresentanza dell’Ufficio Scolastico regionale, i Consiglieri regionali Curzio Trezzani, Presidente della Commissione Cultura, e Fabio Pizzul. Per l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD) ha portato il saluto il Presidente della sezione di Milano Matteo Gherghetta. Era presente anche l’Assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato, unitamente alla Presidente del Comitato Paritetico Barbara Mazzali e all’Assessore regionale alla Famiglia e Solidarietà sociale Alessandra Locatelli. “I lavori presi in esame dalla Commissione sono stati tutti significativi e validi per i contenuti evidenziati –ha sottolineato Giovanni Malanchini-. Nostro dovere morale e istituzionale è oggi quello di contrastare certe teorie revisioniste sbagliate e inaccettabili e di riportare così nella giusta luce il sacrificio di quella parte d’Italia che pagò per tutti la sconfitta militare del Paese. Dobbiamo adoperarci perché il testimone di quelle memorie possa essere consegnato alle nuove generazioni affinchè tragedie simili non si ripetano mai più”. Quest’anno il concorso ha avuto come tema: “Foibe ed esodo Giuliano Dalmata: storia e memoria del 10 febbraio” e ha visto la partecipazione di scuole secondarie di I° e II° appartenenti a 4 province diverse (Bergamo, Lodi, Milano e Varese). Complessivamente sono stati presentati 26 elaborati tra individuali e di gruppo, realizzati da 105 studenti. A causa delle disposizioni vigenti legate alla situazione emergenziale creata dal COVID-19, per questa edizione i vincitori non avranno la possibilità di effettuare il viaggio nelle terre della Venezia Giulia e della Dalmazia, come previsto dalla legge regionale istitutiva del concorso, ma le loro scuole riceveranno un contributo economico. Alle scuole vincitrici verrà erogato un contributo di cinquemila euro per la classe prima classificata (tremila per la seconda classe classificata e duemila per la terza) e di 1500 euro per il primo studente classificato nell’elaborato individuale (mille euro al secondo, 500 euro al terzo). In concomitanza con la cerimonia di premiazione questa mattina le bandiere di Palazzo Pirelli, su indicazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sono rimaste esposte a mezz’asta in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo Giuliano-Dalmata-Istriano e delle vicende che hanno interessato il confine orientale. Di seguito l’elenco delle scuole e degli studenti vincitori: VINCITORI PER ELABORATO DI GRUPPO O CLASSE: 1° classificato: LICEO “PRIMO LEVI” DI SAN DONATO MILANESE (MI) con il video dal titolo “Ricordati di ricordare” 2° classificato: ISTITUTI “DELL’ACQUA” E “BERNOCCHI” DI LEGNANO (MI) con un elaborato composto da due video e tre ritratti a matita intitolato “Parole che rimarranno nella memoria: Pola… e non Pula” 2° classificato ex aequo: ISTITUTO COMPRENSIVO DI I° GRADO “MARIO BORSA” DI SOMAGLIA (LO) con il video dal titolo “Il dramma delle Foibe” 3° classificato: ISTITUTO COMPRENSIVO DI I° GRADO DI VERGIATE (VA) con il video dal titolo “Ulisse – 10 febbraio Giorno del Ricordo” 3° classificato ex aequo: LICEO ARTISTICO GIACOMO E PIO MANZU’ DI BERGAMO con il video dal titolo “Paura del ricordo” VINCITORE PER ELABORATO INDIVIDUALE SCUOLA SECONDARIA DI I° GRADO 1° classificato: Vittoria Massari dell’ISTITUTO COMPRENSIVO DI I° GRADO “MARIO BORSA” DI SOMAGLIA (LO) con la poesia “Il dramma delle Foibe” VINCITORI PER ELABORATO INDIVIDUALE SCUOLA SECONDARIA DI II° GRADO 1° classificato: Giulia Crevena del LICEO ARTISTICO GIACOMO E PIO MANZU’ DI BERGAMO con una fotografia che richiama “quello che è stato, quello che si è perso: una terra e una identità” 2° classificato: Nicola Finazzi del LICEO ARTISTICO GIACOMO E PIO MANZU’ DI BERGAMO con una fotografia che richiama “il fuoco che avvampa i chiodi utilizzati per chiudere le casse con le suppellettili di chi era costretto ad andarsene” 3° classificato: Elia Ferrante del LICEO ARTISTICO GIACOMO E PIO MANZU’ DI BERGAMO con una fotografia che richiama “l’eloquenza degli oggetti di uso quotidiano per risvegliare il ricordo” 3° classificato ex aequo: Manuela Ongaro del LICEO ARTISTICO GIACOMO E PIO MANZU’ DI BERGAMO con una fotografia che riprende “sotto il cielo plumbeo un vecchio che guarda l’orizzonte di quello che era e non è più”

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Galli annuncia di voler violare i protocolli sui vaccini ai medici: “Reazioni fastidiose”

Galli annuncia di voler violare i protocolli sui vaccini ai medici. “Inutile vaccinare chi ha avuto il Covid-19”. Lo afferma Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano in un’intervista a QN. Galli spiega di aver “avuto diversi medici e infermieri vaccinati che hanno riferito effetti collaterali, una risposta eccessiva del sistema immunitario al vaccino. Nulla di pericoloso, ma la seconda dose è anche più fastidiosa della prima nei soggetti che hanno già superato l’infezione”. Secondo Galli, “ha poco senso convocare due volte chi si è ammalato ed è guarito, perché possiede già una memoria immunologica. Finora si è affermata una linea talebana, per cui se obiettavi qualcosa venivi bollato come irresponsabile, ma l’atteggiamento sta cambiando”. Un esempio? “Io ho davanti a me una dottoressa di 55 anni, che si è negativizzata il 20 novembre, l’hanno vaccinata il 15 gennaio, e viste le reazioni non farà la seconda dose, anche se un protocollo, che potrei definire demenziale, prevede che siano tutti riconvocati senza eccezioni”, replica.

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Fermi non è il caso di rallentare?

Fermi non è il caso di rallentare? Perché in questi giorni Letizia Moratti e Attilio Fontana hanno voluto richiamare Guido Bertolaso alla guida del piano vaccini e già così la situazione si è incasinata. Regione si è ritrovata con due esperti deputati a gestire l’emergenza vaccini anti Covid, ma con una tabella di marcia più lenta delle altre regioni che si sono limitate ad applicare quanto richiesto dal Ministero. La Lombardia invece ha prodotto un altro piano, chiedendo che venisse analizzato a Roma. Come se in questo momento il punto fosse continuare quest’estenuante battaglia di carte con i Palazzi Romani. Ai lombardi non interessa essere usati per bastonare il governo nazionale, vogliono avere le cure per cui pagano. Ora Fermi non è il caso di rallentare? Perché il suo intervento su Agenas sembra invece sulla linea di continuare ad accendere micce sulla pelle dei lombardi: nella discussione in cui Fontana non vuole ammettere gli errori, gli unici a pagare sono i lombardi. Ma nessuno aveva scritto che una volta eletti, dovevamo difendere l’onore di un signorotto di provincia. Attilio il milionario se trova troppo seccanti gli attacchi, si può sempre ritirare nella villa in Svizzera. Perché sarà una brava persona, ma l’ultimo anno lo ha convinto di essere al centro di un fortino, invece è in Regione. Lui ha diritto di condurre le battaglie politiche come vuole, ma da fuori il suo atteggiamento è sempre più grottesco. Almeno da chi sembra più lucido ci si aspetta un atteggiamento diverso: perché bisognerebbe ignorare Agenas? L’agenzia è nazionale e tutte le regioni seguono le sue indicazioni, per il semplice fatto che il suo scopo è quello di migliorare l’offerta sanitaria, non i guadagni delle aziende sanitarie. Allora Fermi non è il caso di rallentare? Fontana che lo abbia capito o meno è alla fine della sua carriera. Politica sicuramente, per il resto si vedrà: quando si appoggerà la polvere, in molti si accorgeranno che non c’era nessun attacco alla Lombardia, ma un governo regionale isterico. E magari qualcuno presenterà il conto. A lui e a chi era con lui, non alla politica in generale.

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Fermi (Forza Italia): “No a prescrizioni Agenas”

Fermi (Forza Italia): “No a prescrizioni Agenas”. “La legge 23 del 2015 ha sicuramente bisogno di adeguamenti, ma non possiamo accettare che vi siano delle prescrizioni dirimenti da porre in atto così come indicato dall’AGENAS, l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali. Il Consiglio regionale della Lombardia rivendica e ha sicuramente la competenza, l’autorevolezza e la capacità, anche attraverso la collaborazione e l’ascolto dei tanti mondi vitali che compongono questa regione, di riformare in piena autonomia il proprio sistema sociosanitario. Dovrà essere una riforma il più possibile condivisa, e dovrà essere attuata partendo proprio dall’ascolto dei territori, dai Sindaci agli operatori del Terzo settore: abbiamo il dovere di raccogliere suggerimenti da tutti, compresa l’Agenas, ma certo nessuno può avere la presunzione di imporre dei diktat che rispediamo prontamente al mittente”. Lo ha sottolineato il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia Alessandro Fermi, aprendo questa mattina i lavori del convegno online promosso dall’ANCI Lombardia sul tema “Dalla Sanità alla promozione della salute: un nuovo paradigma per lo sviluppo del welfare locale”. “Se c’è un aspetto che è emerso con forza dall’emergenza sanitaria è il ruolo dei Sindaci –ha aggiunto Fermi, introducendo i lavori-. I Sindaci sono stati punto di riferimento e di presidio del territorio, sia sul piano operativo che nella risoluzione delle diverse esigenze manifestate dalle rispettive Comunità. Nell’ottica del “nuovo paradigma per lo sviluppo del welfare locale”, i Sindaci devono tornare a essere attori protagonisti del sistema socio-sanitario. Il loro ruolo, quali Autorità Sanitarie locali, deve essere rafforzato per garantire un’effettiva partecipazione al processo decisionale nella governance del sistema. La Conferenza dei Sindaci dovrà essere uno snodo cardine, qualificato e operativo per un deciso cambio di passo: la partecipazione dei Comuni e dei territori non è un’opzione tra le altre, ma il fondamento dell’agire politico e amministrativo. Auspico che proprio questo metodo, fatto di attenzione ai territori e ai loro rappresentanti, possa essere replicato anche nel percorso di riforma della legge 23 al fine di dare così attuazione a un nuovo welfare locale”. Nel corso del suo intervento, il Presidente del Consiglio regionale si è quindi soffermato su alcuni aspetti della legge 23 meritevoli di approfondimento e discussione. “L’impegno a farsi carico della fragilità, della non autosufficienza e delle patologie cronico-degenerative, che sono stati i criteri fondamentali che hanno mosso il legislatore regionale nella declinazione della legge 23, necessitano di un ulteriore aggiornamento a partire dal modello di presa in carico, introdotto proprio a seguito della legge di riforma; un modello che si sta rilevando migliorativo in quanto riduce in misura statisticamente significativa sia il rischio di ospedalizzazione che il rischio di ricorso al Pronto soccorso. Il modello gestionale di presa in carico –ha sottolineato Alessandro Fermi- deve avere nella medicina generale il vero fulcro intorno a cui far ruotare l’assistenza sanitaria che così, in modo efficace, può attuare il ruolo di filtro per la sostenibilità dell’assistenza ospedaliera. Fondamentale sarà però liberare questo comparto sanitario dalla burocrazia che negli ultimi anni ne ha mortificato il ruolo, così come è necessario aumentare ulteriormente le borse di studio per favorire l’accesso alla professione che rischia, tra pensionamenti e carenze di organico, di portare il medico di medicina generale alla soglia di 2mila mutuati cadauno”. “La legge di riforma del 2015 –ha aggiunto il Presidente del Consiglio regionale- è figlia delle policy di taglio della spesa riconducibili alla riforma Del Rio, con la conseguente attuazione di politiche di razionalizzazione dei centri direzionali che hanno dimostrato tutti i propri limiti di funzionamento. Mi riferisco, in particolare, alla necessità di ripensare l’azzonamento territoriale delle ATS, la cui eccessiva estensione territoriale e l’elevato numero di cittadini ricompresi nei rispettivi ambiti hanno mostrato l’impossibilità di poter governare in modo efficace e adeguato le diverse comunità locali. In questo senso –ha concluso Fermi- appare cruciale rimettere al centro del sistema i distretti socio sanitari, all’interno dei quali si possono sperimentare nuove soluzioni quali ad esempio l’infermiere di famiglia”.  

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Regione difende gli specializzandi di medicina da Speranza

Regione difende gli specializzandi di medicina da Speranza. A spiegarlo è stata la stessa vicepresidente e assessore al Welfare regionale Letizia Moratti: “Stessa cosa per gli specializzandi: ho sollecitato il loro coinvolgimento non sulla base delle previsioni della Legge di stabilità – ha detto ancora Letizia Moratti -. Non solo, dunque, per un mese e senza remunerazione, ma per tre o quattro mesi con evidentemente retribuita la loro attività. Ci potrebbe essere un emendamento che andrebbe a interessare il decreto ristori”. Perché l’idea per così dire geniale del ministro della Salute Roberto Speranza era di risolvere la crisi dei vaccini chiedendo ai giovani di lavorare gratis, mentre i pensionati prenderanno fino a 6500 euro al mese. L’immagine di un Paese dove si continuano a tutelare gli anziani per avere i voti oggi e non a pensare al futuro: con questo risultato il governo nazionale ha regalato migliaia di voti ai propri avversari politici perché gli specializzandi hanno fornito un grande contributo in piena emergenza e moltissimi lavorano ancora a cottimo regalando fino a 2000 euro al mese agli ospedali perché i giovani in servizio si sbattono come muli senza lamentarsi. Per fortuna Regione difende gli specializzandi (con cui pure ha avuto qualche problema in passato) di medicina da Speranza e non è sola: i primi ad accogliere le proteste dei giovani medici erano stati gli eletti nel senato accademico dell’Università Statale che si era schierata contro le direttive romane intese come un tentativo di sfruttamento dei giovani. Regione ha seguito quest’onda positiva difendendo le nuove generazioni dalla poco brillante idea di Roberto Speranza e del suo collega Gaetano Manfredi che non sembra lascerà rimpianti. Si sa che ci ha provato a farsi conoscere perché la sua pagina Facebook è stata a lungo sponsorizzata, ma resterà più noto per aver tentato di costringere migliaia di giovani laureati a lavorare gratis mentre garantiva agli anziani 6500 euro al mese.

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