Dopo il crollo del tetto dell’Istituto Piaget-Diaz, la denuncia del partito: “Scuole insicure, servono manutenzione e rispetto per studenti e docenti”. A Roma, il crollo di una parte del tetto dell’Istituto Piaget-Diaz, nel quartiere Quadraro, ha riportato drammaticamente sotto i riflettori il tema dell’edilizia scolastica nella Capitale. L’incidente, avvenuto in una mattina qualunque di lezione, fortunatamente non ha causato né feriti e né morti. Nonostante, le immagini delle macerie in un’aula, le urla e la fuga improvvisa degli studenti hanno lasciato una ferita profonda nel senso collettivo di sicurezza e fiducia. L’episodio, che poteva trasformarsi in tragedia, “…ha messo in luce, ancora una volta, la precaria condizione manutentiva di tanti edifici scolastici di Roma…”, dichiarano in una nota Davide Garofalo, presidente della Commissione Periferie di Forza Italia Roma, Livia Bonacini, vicesegretario romano junior e i segretari municipali Alessandro Coricello (Municipio V), e Giovanni Cedrone (Municipio VII). Fortunatamente nessuno si è fatto male, ma le immagini delle macerie nella scuola e la fuga degli alunni scuotono le nostre coscienze, perché i docenti, il personale tutto, le studentesse e gli studenti rappresentano la nostra società ed il nostro Paese. L’edilizia scolastica deve tornare al centro delle priorità di Roma Capitale con la sicurezza, la manutenzione e la dignità degli spazi che sono il primo segno di rispetto verso chi ogni giorno costruisce il proprio domani tra quei banchi, ma anche verso chi ci lavora, come insegnanti e personale Ata. Una posizione netta, che tocca uno dei nervi scoperti della città. Negli ultimi anni, a Roma come in molte aree del Paese, gli edifici scolastici hanno mostrato segni evidenti di degrado strutturale con infiltrazioni, crepe, impianti elettrici obsoleti, soffitti che cedono e palestre chiuse per pericolo statico. Peraltro, si parla di intelligenza artificiale e digitalizzazione della scuola con troppe aule che continuano ad ospitare studenti in condizioni precarie in edifici che sembrano appartenere ad un’altra epoca. L’appello di Forza Italia arriva dunque come un monito politico e civile: “Non possiamo più permetterci di esporre i nostri ragazzi a rischi e pericoli di questo genere, aggiungono i rappresentanti azzurri, e, prima che accada una tragedia, dobbiamo tornare ad investire nella scuola e nei giovani. Lo faremo insieme al gruppo consiliare di Forza Italia in Campidoglio”. Una promessa, ma anche un’accusa indiretta alla lentezza con cui la macchina amministrativa affronta i temi strutturali dell’edilizia pubblica. Ogni anno, secondo i dati del Miur e dell’Anci, più del 40% delle scuole italiane ha oltre 50 anni e molte non sono a norma antisismica o antincendio. Roma, con i suoi 1300 plessi scolastici, è un laboratorio critico ed il fabbisogno di manutenzione straordinaria cresce, ma i fondi arrivano a singhiozzo e spesso sono assorbiti da emergenze o burocrazie interminabili. Il caso del Piaget-Diaz, peraltro, è l’ennesimo campanello d’allarme, ma rischia di rimanere l’ennesima occasione perduta se non seguiranno interventi immediati. La scuola è un luogo dove si costruisce la cittadinanza e non dove si rischia la vita. Eppure, a Roma come altrove, la politica sembra più pronta a discutere di riforme astratte che a mettere mano al cemento che cade a pezzi. Inoltre, preferisce installare cordoli e corsie ciclabili per dell’utenza che non frequenta assiduamente le stesse come l’utente dei veicoli a motore le strade ristrette. Forza Italia, con Garofalo, Bonacini, Coricello e Cedrone, rilancia la richiesta di un “piano straordinario di manutenzione scolastica”, un impegno concreto che vada oltre le parole e restituisca sicurezza e decoro agli studenti. “Le scuole, concludono, devono essere i luoghi più sicuri di tutti. Il futuro di Roma passa dai suoi ragazzi e proteggerli significa proteggere la città stessa.” Una frase che suona come un avvertimento, ma anche come una chiamata alla responsabilità collettiva. Perché quando un tetto crolla in una Scuola, non cede solo il cemento, ma crolla la fiducia di un’intera comunità.

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