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Perquisizioni alla Comasina, due arresti per droga

Dieci perquisizioni effettuate dagli agenti della Squadra Mobile ieri mattina nel quartiere Comasina hanno portato all’arresto di due italiani per possesso di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e al sequestro di 15 mila euro in contanti. Il primo arrestato, G.S. di 56 anni, nascondeva in via Vincenzo da Seregno 2 kg tra hashish e marijuana insieme ad alcune dosi di cocaina già pronte per la vendita. La maggior parte delle sostanze stupefacenti è stata rinvenuta nel garage celata nell’intercapedine del basculante, ma ad attirare l’attenzione degli agenti sono stati due pacchetti di sigarette con delle calamite interne per poter essere attaccati agevolmente a pali e bidoni in ferro. Durante la perquisizione sono stati poi sequestrati 10 mila euro in contanti insieme a una pistola scacciacani con diverse cartucce per fucili e armi semiautomatiche. La seconda persona arrestata, A. C. di 47 anni, aveva in casa, in via Masina, hashish e marijuana per un complessivo di 2,6 kg insieme a 5 mila e 500 euro in contanti. Entrambi gli arrestati vivevano in casa con i rispettivi familiari che non sono indagati. Dai controlli non sono emersi collegamenti tra i due soggetti.

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Rissa in via Don Orione, cinque arresti

 Alle 19.30 di ieri, in viale don Luigi Orione, zona via Padova, la Polizia ha arrestato cinque persone, quattro peruviani e un italiano di età compresa tra 28 e 23 anni, per rissa aggravata e resistenza. Il gruppo era nelle vicinanze di un parchetto quando, per motivi non chiariti, è nato un litigio in cui i cinque si sono fronteggiati armati di cocci di bottiglia. Uno di loro ha riportato una lieve ferita. L’uomo ha poi rifiutato il ricovero ospedaliero.

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Estorsione al Gate Milano, due arresti

La notte dello scorso 28 ottobre erano entrati in dieci, armati di coltello, nel locale Gate Milano di via Valtellina lanciando in aria i tavolini e minacciando i clienti. Un’azione di pura intimidazione volta a convincere l’organizzatore della serata, un giovane cinese di 27 anni che da due anni subiva ripetuti episodi di estorsione, a cedere loro l’attività di PR e la gestione degli eventi da lui organizzati all’interno della comunità cinese. Il primo episodio di estorsione risaliva al dicembre 2016 con la richiesta di un 20% sul guadagno della serata (tra i mille e i 1500 euro circa), ma col passare del tempo le richieste erano andate aumentando fino a convincere il 27enne a denunciare gli episodi alla Polizia, il 29 ottobre, giorno successivo al raid nel locale di via Valtellina. Sono quindi partite le indagini che hanno portato ad eseguire, oggi, la misura di custodia cautelare in carcere nei confronti dei due persone ritenute a capo del gruppo, due cittadini cinesi di 29 e 27 anni cui è sono stati contestati i reati di danneggiamento ed estorsione aggravata. Le indagini si sono avvalse anche di un contributo video pubblicato – e dopo poco cancellato sul social network WeChat – da un giovane presente quella sera. Video di cui il gruppo criminale ha immediatamente intuito la pericolosità, tanto da muoversi immediatamente per capire chi lo avesse diffuso. Secondo gli agenti della Squadra Mobile che hanno seguito l’operazione, l’obiettivo del gruppo era non solo quello di subentrare al PR cinese nell’attività di organizzazione delle serate, ma anche utilizzare quegli eventi per poi spacciare sostanze stupefacenti (shaboo ed ecstasy) tra i partecipanti. I due arrestati, che vivono in zona Chinatown e hanno precedenti per lesioni e rapina, nell’arco di quasi due anni erano riusciti a estorcere al connazionale la somma complessiva di 20mila euro. Sono in corso ulteriori indagini per individuare gli altri otto membri del gruppo, anche loro giovani e appartenenti alla comunità cinese.

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Indagini su maltrattamenti svelano giro di droga

Le indagini successive alla vicenda della madre che a Milano vessava con botte e insulti la figlia 12enne e costringeva a prostituirsi la sorella più grande, vicenda emersa nei giorni scorsi, hanno permesso ai Carabinieri guidati dal capitano Silvio Ponzio, comandante della Compagnia di Porta Monforte, di arrestare due tunisini, uomo e donna entrambi di 33 anni, che rifornivano il mercato degli stupefacenti di Porta Venezia, sequestrando nel corso dell’operazione anche 8,7 kg di eroina di alta qualità. Secondo la ricostruzione dei Carabinieri, la ragazza dedita alla prostituzione aveva tra i suoi conoscenti anche uno spacciatore marocchino. Proprio questo soggetto ha portato, risalendo la filiera, all’identificazione di una coppia, residente in un alloggio in affitto nel Comune di Osio Sotto, provincia di Bergamo, che fungeva da canale di approvvigionamento per gli spacciatori di strada attivi soprattutto nella zona di Porta Venezia. La coppia teneva, all’interno di box magazzino a Pozzo d’Adda, cui l’uomo faceva periodicamente visita fermandosi non più di una decina di minuti, una Twingo con targa tedesca e un doppiofondo (ricavato tra la scossa del motore e l’abitacolo in posizione del passeggero), accessibile solo attraverso una piccola botola nascosta sotto i tappetini della moquette. All’interno 8,7 kg di eroina che le analisi hanno confermato essere di elevata qualità. Lavori di modifica e adattamento dell’automobile che, secondo i Carabinieri, sono stati realizzati da veri professionisti proprio per proteggere il carico di valore. “Questo è un genere di sostanza che ci capita poche volte di incontrare. Il colore bianco e la granulosità sono caratteristiche che ne indicano l’alto grado di purezza. Sul mercato di strada eroina di questa qualità potrebbe essere venduta anche per 50 euro al grammo“, ha spiegato in conferenza il capitano Silvio Ponzio. A stupire i Carabinieri è stato però anche la zona di spaccio cui questa sostanza era destinata: i due tunisini, entrambi incensurati, rifornivano gli spacciatori attivi in zona Porta Venezia e che, in particolare, spesso avvicinano i propri clienti nei bar esotici dove si fuma il narghilè. La coppia è stata arrestata per detenzione ai fini di spaccio, ma per l’uomo si sta procedendo a ulteriori accertamenti dal momento che i suoi frequenti voli low cost verso il nord Europa potrebbero portare i Carabinieri a individuare i corrieri che si occupavano di far arrivare in Italia l’eroina.

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Rapine e aggressioni al Parco Sempione 14 arresti

I Carabinieri del Comando Provinciale di Milano hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale per i Minorenni di Milano nei confronti di 9 minori (di cui 8 in carcere ed una in comunità) ed un decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano, nei confronti di 5 persone, tutti responsabili di rapina aggravata e lesioni personali. Le indagini, avviate nel mese di febbraio 2018 dalla Stazione dei carabinieri di Porta Sempione, si sono sviluppate a partire dall’esame delle denunce raccolte in merito a numerose rapine commesse da giovani e giovanissimi tra i 15 e i 22 anni, “in branco”, ai danni di coetanei ritenuti più vulnerabili, commesse in centro ed in prevalenza nel Parco Sempione e nella zona dell’Arco della Pace. Gli arrestati sceglievano le proprie vittime in base alla vulnerabilità – adolescenti isolati, preferibilmente ragazze – poi si avvicinavano chiedendo una sigaretta, o di cambiare una banconota, e in quel momento scattavano le minacce per farsi consegnare cellulare, portafoglio e altri piccoli oggetti. E se le vittime cercavano in qualche modo di opporre resistenza, il resto del gruppo entrava in azione circondandole. “Non si deve parlare di una vera e propria baby gang, quanto piuttosto di diverse comitive di amici che avevano come punto di ritrovo le gradinate davanti all’Arco della Pace“, ha spiegato il capitano Matteo Martellucci al comando della Compagnia Milano Duomo dei Carabinieri. Le indagini dell’Operazione Paranza, cominciate lo scorso febbraio 2018, ha portato questa mattina ad eseguire l’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale dei Minori di Milano, nei confronti di 9 minori (di cui 8 in carcere ed una in comunità) e un fermo come indiziato di delitto per altre 5 persone, responsabili di rapina aggravata e lesioni personali. Per entrare nel gruppo non c’erano criteri di selezione: erano ammessi sia ragazzi che ragazze, ma era necessario avere degli amici comuni. Ai membri del gruppo, di età compresa tra 15 e 22 anni, in maggioranza italiani insieme a qualche soggetto nordafricano vengono contestate 11 diverse rapine compiute con metodi violenti e, in qualche occasione, anche l’utilizzo di armi bianche per minacciare le vittime. Nelle abitazioni degli indagati i militari dei Carabinieri hanno trovato numerosi coltelli (machete, a serramanico, a farfalla) e repliche di armi da fuoco prive di tappo rosso. In uno dei casi più violenti, la scorsa primavera, una ragazza minorenne è stata colpita ripetutamente con calci e pugni per portarle via il cellulare e solo il ricorso allo spray antiaggressione è riuscito a far desistere gli aggressori.

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Sparatoria di Piazza Gasparri, due arresti

Questa notte i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Milano, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Milano nei confronti di due italiani, di 36 e 45 anni, ritenuti responsabili di tentato omicidio commesso in piazza Gasparri nella mattinata dell’11 settembre scorso. Le indagini, dirette dal Dr. Roberto Fontana della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano e condotte dalla seconda Sez. del Nucleo Investigativo, hanno permesso di accertare che lo scontro a fuoco era scaturito da una lite avvenuta poco prima e che aveva provocato il ferimento di uno dei due. Ulteriori dettagli verranno divulgati nel corso della conferenza stampa che si terrà alle ore 12 presso la sala stampa del Comando Provinciale di Milano, in via della Moscova 19/21.  Non è stato semplice per i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano penetrare quel clima di reticenza e timore di ritorsioni che celava la verità su quanto accaduto in piazza Gasparri. Mesi d’indagini hanno permesso di ricostruire, attraverso testimonianze e immagini riprese dalle telecamere di zona, una vicenda complicata che, a distanza di breve tempo, ha visto il verificarsi di ben due aggressioni consecutive. La prima, alle ore 10.20, quando Peter M. di 45 anni, con un vestito scuro (jeans e maglietta nera), ha provato ad accoltellare Claudio P. di 36 anni nei pressi di piazza Gasparri. La seconda, circa mezz’ora dopo, quando lo stesso Peter M., avvicinandosi al bar El Tabache a bordo di uno scooter, ha fatto fuoco verso Claudio P. con una pistola calibro 7,65. Ne è nato un conflitto a fuoco, in cui secondo la ricostruzione dei Carabinieri sono stati esplosi almeno 12 colpi, con Claudio P. che in risposta ha sparato al suo aggressore con una pistola a tamburo. I due soggetti, arrestati la scorsa notte in esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Milano, si sono rifiutati di spiegare i motivi dell’accaduto. Entrambi sono pluripregiudicati e Peter M., in particolare, era stato condannato a 3 anni e 8 mesi per detenzioni abusiva di armi nell’Operazione Infinito del 2010 contro ‘ndrangheta calabrese e cosche milanesi collegate.

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