caldaie

Mascaretti (FdI): fondi caldaie poco accessibili

I fondi stanziati dal Comune di Milano per aiutare i cittadini bisognosi a sostenere il costo della manutenzione periodica delle caldaie autonome “sono a disposizione a parole, ma nei fatti risultano difficilmente accessibili o inaccessibili. Una beffa dunque per chi ha bisogno e si fida dell’Amministrazione”. Lo ha scritto in una nota il consigliere comunale di Fdi Andrea Mascaretti. “Dal Comune 600.000 euro di contributi per la manutenzione delle caldaie, dichiarava con enfasi l’amministrazione, ma per l’ennesima volta, come già era successo per i voucher taxi o per i contributi assunzioni del fondo di mutuo soccorso, i soldi destinati a chi ha bisogno vengono promessi, ma poi restano nel cassetto” ha aggiunto. Per Mascaretti “questo modo di fare, questa politica degli annunci suona davvero come una presa in giro in questo momento di grande difficoltà economica per famiglie ed imprese”. Il consigliere ha ricordato che il bando prevedeva due tipologie di sostegno. La prima, per gli impianti regolarmente targati e manutenuti, che consentiva di ottenere contributo spese di manutenzione per un importo fino all’85% della spesa sostenuta e fino a un massimo di 110 euro. La seconda, invece, rivolta agli impianti non regolarmente targati o manutenuti, consentiva di richiedere un intervento manutentivo gratuito da parte tecnici identificati dall’Amministrazione. “Alla data di scadenza del bando per la Manutenzione impianti termici autonomi del 22/03/2022 sono state presentate solamente 21 domande idonee. Giudicate voi” ha concluso.

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Sulle caldaie e l’inquinamento si è convinto anche Sala

Sulle caldaie e l’inquinamento si è convinto anche Sala. Quando bisogna dare a Cesare ciò che è di Cesare noi dell’Osservatore siamo in prima linea: Giuseppe Sala come sindaco ha moltissimi difetti, ma a volte sa essere ragionevole. Il caso delle caldaie è uno di questi: nei giorni scorsi ha finalmente abbandonato il semplice marketing politico per una proposta a breve termine e concreta: cambiamo le vecchie caldaie e a partire proprio dalle più inquinanti che spesso sono in edifici pubblici: Nei propositi del Sindaco, la sostituzione delle caldaie a gasolio sarà quindi obbligatoria e da effettuarsi entro il 2023, “Abbiamo una zoccolo duro di 1.500 condomini che non la cambiano. È necessario intervenire con una regolamentazione“, partendo con il dare il buon esempio sostituendo quelle in carico alla pubblica amministrazione, “Non sono moltissimi, alcune decine, nelle case popolari e nelle scuole. Ho fatto fare una verifica e possiamo sostituire quelle caldaie entro il 2023“. Una posizione ragionevole, che parte dall’assunto essenziale per ogni operazione della pubblica Amministrazione: i dati reali. E i dati reali dicono che a inquinare l’aria sono soprattutto i riscaldamenti. Così come in estate il consumo eccessivo di elettricità è dato dai sistemi di raffreddamento. E quindi per abbattere l’inquinamento non serve tanto fermare le auto, ma prima le caldaie. La libertà di circolazione è importante tanto quante altre, soprattutto in una città dove c’è addirittura un centro in cui possono accedere solo le persone che pagano il pedaggio. Eppure quelle strade e quei parchi sono pagati anche con le tasse altrui, ma questa è un’altra storia. Oggi dobbiamo riconoscere che sulle caldaie e l’inquinamento si è convinto anche Sala. Non è poco, soprattutto in Italia e quando si ricoprono incarichi in vista come il sindaco di Milano. Certamente speriamo che sia solo un primo passo, ma intanto giù il cappello. Partecipa al sondaggio Per quale partito voterai alle elezioni amministrative di Milano  VOTA

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Amministratori condomini: ignorato l’inquinamento da caldaie

“Ancora una volta, o meglio, per l’ennesima volta, il tema del riscaldamento degli edifici trova uno spazio marginale nel dibattito che da ormai diversi giorni caratterizza il confronto sull’inquinamento e sulla qualità dell’aria“. Parte da questa considerazione Leonardo Caruso, presidente dell’Anaci di Milano (Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari) lanciando l’allarme relativo alla mancata sostituzione di impianti di riscaldamento obsoleti e fuori noma. Uno studio del Politecnico di Milano sull’impatto sulla qualità dell’aria urbana da parte delle principali fonti di inquinamento attesta che gli impianti termici per il riscaldamento domestico hanno un’incidenza sul totale delle emissioni di CO2 in ambito urbano che è fino a 6 volte superiore rispetto all’incidenza del traffico veicolare. ANSA  

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Inquinanti in aumento, i consigli degli amministratori di condominio

I valori di inquinanti raggiungono oltre il doppio della soglia di guardia (50 mg/mc). Le centraline Arpa hanno infatti rilevato ieri livelli di Pm10 pari a 103 mg/mc in viale Marche; più contenuti i valori registrati a Città Studi, pari a 73 mg/mc, in via Senato 81 mg/mc e al Verziere 76. A Pioltello 69 mg/mc. “Massima collaborazione per razionalizzare l’utilizzo degli impianti di riscaldamento”. Lo ha dichiarato Leonardo Caruso, presidente dell’ANACI di Milano, l’associazione degli amministratori di condominio, che raggruppa circa 1.400 professionisti di Milano e provincia, intervenendo nel dibattito sui provvedimenti anti-smog entrati in vigore ieri tra i quali rientra anche il contenimento delle temperature nelle abitazioni e negli esercizi commerciali . “La risposta che giunge dai nostri condomini è complessivamente positiva – prosegue Caruso – anche perché, oltre alla consapevolezza del problema dell’inquinamento, da parte delle famiglie c’è grande attenzione al risparmio”. A tal proposito il presidente Caruso ricorda ai cittadini che, proprio per evitare dispersioni di calore e ottimizzare al meglio l’uso dei riscaldamenti, esistono regole semplici, quasi scontate, che contribuiscono sensibilmente alla causa. “Non coprire i caloriferi e non mettere tende tra i termosifoni e l’ambiente da riscaldare, se le abitazioni sono dotate di stufe a pellets o di dispositivi con timer, impostare correttamente spegnimenti ed avvii automatici. E ancora – conclude il presidente dell’ANACI – attenzione alla corretta pulizia e alla manutenzione degli impianti di riscaldamento. E infine, abbassare le tapparelle di alcune stanze non appena diventa buio e posizionare ‘salvaspifferi’ davanti le finestre“.

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Riparare le caldaie a Milano costa di più

Milano è la città più cara per la manutenzione delle caldaie. Lo rivela un’indagine condotta da ProntoPro. Secondo il portale italiano dei servizi la spesa media nazionale per i lavori di manutenzione della caldaia è di 68 euro, mentre nel capoluogo lombardo si spendono in media 90 euro, 22 in più che nel resto dell’Italia. Al secondo posto della classifica si piazza Genova, dove il lavoro del manutentore costa al cliente 85 euro. Campobasso, Potenza e Catanzaro sono invece le più convenienti: qui mediamente gli abitanti spendono tra i 52 e i 55 euro. Occorre tuttavia distinguere la manutenzione della caldaia dal controllo dei fumi. Chi intende effettuare anche questa verifica – la cui periodicità è stabilita dal d.p.r. n.74 del 2013 – deve mettere a budget una cifra che si aggira sui 110 euro (media nazionale). Ma se quasi il 60% delle richieste pervenute su ProntoPro da inizio anno riguardano i lavori di manutenzione, il 41% ha scelto di sostituire la vecchia caldaia con una nuova. Approfittando degli Ecobonus validi fino al 31 dicembre, l’aliquota di detrazione per l’acquisto di una nuova caldaia varia dal 50% al 65%.

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