16 Aprile 2020

Le 4 domande di Sala per le 4D di Fontana

Le 4 domande di Sala per le 4D di Fontana. Il sindaco di Milano Giuseppe Sala contesta con quattro quesiti le 4D (Distanza, Dispositivi, Digitalizzazione e Diagnosi) che secondo il piano di Regione Lombardia dovrebbero regolare la prevista riapertura del 4 maggio. L’ultima in particolare merita molta attenzione perché nel famoso cuore produttivo d’Italia sono in tanti ad avere dubbi. Pochi giorni fa un imprenditore che rifornisce anche aziende farmaceutiche lamentava la carenza di organizzazione anche a livello prefettizio. Autocertificazioni e documenti generici e validi a fasi alterne, senza contare la totale mancanza di controllo sulle spedizioni: in questi giorni l’imprenditore non è riuscito a trovare corrieri disponibili perché solo alcune compagnie hanno dato priorità alle forniture mediche. Una comunicazione unica alle varie associazioni di settore come suggerito da Sala potrebbe impedire un caos generale dal 4 maggio in poi. La polemica del sindaco prende spunto invece anche da un’apparente inversione a U delle scelte di Palazzo Lombardia che è passata da valutare la chiusura dei mezzi pubblici, ad annunciare la riapertura semi totale. E’ però vero che è proprio lo scenario generale è cambiato giornalmente nelle settimane della crisi e molto spesso la politica nazionale e locale ha dovuto scegliere di ora in ora come comportarsi a seconda delle variazioni dei dati. Una missione non facile che ha provato duramente i vertici della politica tanto lombarda quanto italiana. Ora invece pare più semplice provare a programmare il futuro prossimo. In questo contesto Sala prosegue la ricostruzione della sua immagine dopo gli scivoloni di inizio crisi e arrivano le 4 domande di Sala per le 4D di Fontana:

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Lo sfogo di Gallera contro i professori del giorno dopo

L’Assessore al Welfare, Giulio Gallera, stanco dei reiterati attacchi di cui sono fatti segno lui e Regione Lombardia da parte di alcuni giornali ispirati dalle forze di opposizione, ha deciso di sfogare la propria rabbia con un post pubblicato sulla sua pagina Facebook. “Leggo stupito e molto amareggiato gli articoli che appaiano in questi giorni su importanti giornali” esordisce Gallera, commentando, “Assisto poi disgustato a molteplici azioni di gigantesca deformazione della realtà e di sciacallaggio politico e mediatico“. Poi ricorda, “Dal 20 febbraio viviamo la più grande emergenza sanitaria che la Lombardia abbia mai vissuto. Nel mio ruolo di Assessore al Welfare dal primo momento ho dedicato tutto le mie forze, le mie capacità, le mie energie fisiche e psichiche a fronteggiarla e a combatterla. Sono stati e sono ancora momenti pieni di tensione, rabbia, frustrazione e sofferenza“. “Abbiamo dovuto prendere decisioni difficili in tempi ristretti, ma bisognava salvare la vita alle persone“, sottolinea, spiegando, “Trovare un respiratore o una CPAP per far respirare chi non ce la faceva più, recuperare mascherine e camici per i nostri operatori sanitari, fare in modo che le autoambulanze trovassero un pronto soccorso dove portare i pazienti e una barella su cui sdraiare chi soffriva, organizzare le visite domiciliare delle unità speciali di continuità assistenziale, attivare il telemonitoraggio dei pazienti a domicilio, cercare di ampliare il più possibile la capacità di fare tamponi per soddisfare al massimo le tantissimi esigenze diagnostiche“. L’assessore prosegue rivendicando i risultati ottenuti, “I dati sono in miglioramento grazie alle misure di contenimento che abbia fortemente voluto e adottato e al comportamento responsabile dei lombardi ma“, sottolinea, “c’è ancora moltissimo da fare per prenderci cura dei grandi traumi fisici e psicologici di chi è stato in terapia intensiva, per riorganizzare il sistema ospedaliero e rafforzare il sistema territoriale“. “Io continuo il mio lavoro con immutata determinazione e motivazione“, scrive quindi Gallera, attaccando “quanti col senno di poi dalle comode scrivanie o dai divani di casa sputano sentenze e veleno“, per poi concludere, “noi siamo stati in trincea e non agiamo ne abbiamo mai agito per compiacere i ‘professori del giorno dopo’, ma sempre e solo per soffocare la diffusione del coronavirus e salvare la vita ai lombardi“.  

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Polizia chiede a Regione Lombardia test sierologici per gli agenti

“Apprendiamo, con forte apprezzamento, dell’esito della riunione operativa convocata dal Prefetto di Roma“, è il commento di Giuseppe Camardi, segretario provinciale di Milano del Sindacato di Polizia FSP, in merito all’incontro avvenuto a Roma, cui hanno preso parte il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e i rappresentanti della Polizia di Stato, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, dei Vigili del Fuoco. “Importantissime, a nostro giudizio, sono le dichiarazioni espresse dall’Assessore alla Sanità della Regione Lazio” aggiunge Camardi, spiegando,  “nella riunione è stato illustrato il programma di sorveglianza epidemiologico basato sui test sierologici la cui sperimentazione è stata svolta dall’INMI Spallanzani e dal Policlinico di Tor Vergata. Operativamente il personale delle Forze dell’Ordine verrà sottoposto ai test secondo modalità decise da ogni corpo di appartenenza per definire con maggior precisione la situazione epidemiologica e guidare interventi di controllo mirato, basati sulla ricerca di anticorpi su aree a rischio più elevato. Questa strategia è stata decisa dal servizio sanitario regionale del Lazio per capire la circolazione virale e la necessità di assicurare interventi di sorveglianza sanitaria. È un impegno rilevante ma che consideriamo strategico”. “Ebbene – prosegue il Segretario del FSP –  alla luce di questa importante apertura alla nostra categoria nella Regione Lazio, con grande spirito di responsabilità verso i nostri Colleghi e i cittadini, chiediamo ai vertici della Regione Lombardia (la più colpita dal Covid 19) di poter inserire in un programma di indagine epidemiologica gli operatori della Polizia di Stato e delle altre FF.OO., impegnati quotidianamente nella difesa delle libertà democratiche, del pieno rispetto delle regole e, quindi, della tutela dell’intera collettività“. “Ci rendiamo conto del momento difficile – Conclude Camardi – per tutti ma per il nostro Sindacato è indispensabile far avvertire la vicinanza delle Istituzioni a Donne e Uomini che ogni giorno, per adempiere ai propri doveri, oggettivamente rischiano, ancora più del solito la vita propria e, stavolta, anche quella dei rispettivi figli, genitori, nonni e familiari in genere“.

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Il punto sulla mobilità elettrica di Repower

Il punto sulla mobilità elettrica di Repower. Repower, gruppo attivo nel settore energetico e della mobilità sostenibile, presenta la quarta edizione del White Paper “La mobilità sostenibile e veicoli elettrici” che fa il punto sullo scenario della mobilità sostenibile in Italia e nel mondo. Elaborato prima dello scoppio dell’emergenza Covid-19 con i numeri del 2019, dal documento si evince come la mobilità elettrica continui ad avanzare a discapito delle altre tecnologie, con una costante ascesa in tutto il mondo che sta contribuendo a ridisegnare le Smart City del futuro.  In questo contesto il diesel registra una diminuzione delle immatricolazioni a doppia cifra, -23% rispetto all’anno scorso, insieme a un calo delle vetture a benzina significativo (-3%). Fabio Bocchiola, AD Repower Italia: “Con la quarta edizione del White Paper abbiamo cercato come ogni anno di fare il punto sul settore con una prospettiva globale, riportando i dati, analizzando gli scenari e mettendo in evidenza i casi di maggior successo registrati negli ultimi mesi. Si tratta di una fotografia scattata poco prima dell’emergenza, utile come termine di paragone rispetto alla situazione attuale ma soprattutto piena di spunti su come l’innovazione tecnologica e culturale di questo settore possano rappresentare un driver essenziale per uscire prima e meglio da questa crisi. Abbiamo quindi deciso di pubblicarlo ora proprio per dare un contributo concreto al dibattito che oggi si è fatto ancora più forte su cosa vorrà dire muoversi e su come bisognerà focalizzarsi sulla mobilità elettrica”. Per quanto riguarda il mercato automotive in generale, nonostante gli incentivi, i valori di inizio 2020 restituiscono una condizione di stallo, in cui il crollo della domanda da parte dei privati riduce il numero delle immatricolazioni del 13,9%. La perdita, in termini di quota di mercato, si attesta sui 5,5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La vera riscossa è la crescita dell’82% (gennaio 2020 rispetto allo stesso mese2019) del numero di immatricolazioni delle auto ibride intese nella totalità di gamma (HEV Hybrid Electric Vehicle + PHEV Plug-in Hybrid Electric Vehicle + REx Range Extender) che giungono a rappresentare il 10% del mercato (a gennaio 2019 si attestava sul 5,2%). Ancora meglio per le auto elettriche “pure”: +586,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, con 1.943 unità (nel 2019 erano appena 283). Le immatricolazioni totali di veicoli elettrici registrate nel 2018 sono 4.496, un numero più che raddoppiato nel 2019 con circa 10.000 immatricolazioni (+ 123%, numeri gennaio su gennaio). I veicoli elettrici per il trasporto di persone hanno globalmente superato i 5 milioni di unità, con una quota di oltre 2 milioni di vendite annue, con mercati di riferimento Cina, Europa, Stati Uniti e Giappone che rappresentano oltre il 96% delle vendite. In particolare, la Svezia ha registrato un +50,8% (12.604 unità), la Francia un +31,7% (con 19.112 unità), il Regno Unito +64.1% (24.722 unità), i Paesi Bassi +182,4% (con 33.212 unità quasi la totalità delle nuove immatricolazioni sono full electric), con la Germania che fa la parte del leone nei numeri assoluti: ben 34.297 (+97%) auto elettriche immatricolate l’ultimo mese dell’anno. Per quanto riguarda il numero di punti di ricarica, lungo tutto lo Stivale sono stati installati fino ad oggi circa 8.200 punti di ricarica, un segnale prezioso, un numero che sta contribuendo a favorire quella crescente percezione di adeguatezza delle infrastrutture che è indispensabile per immaginare nel prossimo futuro una presenza dell’e-mobility sempre più diffusa su larga scala. Continua Fabio Bocchiola: “Nello scenario attuale la mobilità elettrica può diventare protagonista di una ripartenza che cominciamo a vedere in lontananza, in quella fase due di cui tanto si parla in queste ultime ore e che tanto stiamo aspettando per poter ridisegnare i confini del mondo che ricominceremo “ad abitare” nei prossimi mesi. Sappiamo che le regole saranno diverse, dovremo ripensare molto di quello che è il nostro quotidiano, dai piccoli gesti alle grandi azioni e quello della mobilità sarà un ambito che verrà fortemente toccato da questa rivoluzione copernicana.” Inoltre, si registra come l’offerta sharing nel nostro Paese prima dell’emergenza coronavirus sia stata nettamente in aumento arrivando a coinvolgere ormai oltre 5 milioni di italiani (1 milione in più in 2 anni) e i servizi attivi, tra car sharing, scooter sharing, car pooling, bike sharing, etc., superano le 360 unità, per ben 33 milioni di spostamenti, con una media di 60 al minuto. Il design è un acceleratore della smart city, sempre di più, che ci porta verso un’ibridazione delle competenze: è in atto un profondo cambiamento delle competenze di architetti e designer, urbanisti e ingegneri, che oggi si ritrovano a dover ridisegnare anche la nuova mobilità, lo smart landscape, lo scenario intelligente che coinvolge ambiti diversi, dalla sanità alla finanza ai beni culturali, al turismo fino alla mobilità. Allo stesso tempo emergono inediti profili professionali per i quali si rendono necessarie nuove competenze nel settore automotive stesso: per implementare l’Internet of Vehicles, o valorizzare i territori in chiave sostenibile. Un laboratorio di idee innovative e sperimentazioni che spaziano dalla guida aumentata alla personalizzazione delle auto. Il White Paper presenta inoltre un’overview sulle fake news che popolano il mondo della e-mobility con un’analisi delle principali riserve sulla mobilità elettrica. Sono cinque in particolare le “leggende metropolitane” che devono essere sfatate: dal costo troppo alto delle auto elettriche, al fatto che inquinino più del diesel, al ruolo delle batterie e della ricarica non sostenibile per l’ambiente fino all’insufficienza di infrastrutture di ricarica sul territorio italiano. Per consultare il Rapporto completo: https://www.repower.com/it/white-paper

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Covid19, Bambin Gesù e Competere.eu: estendere la formazione a distanza

Covid19, Bambin Gesù e Competere.eu: estendere la formazione a distanza. In un momento come questo dove insegnanti e alunni hanno scoperto la formazione a distanza c’è chi ha già il timore che molti non vedano l’ora di archiviarla. “Credo sia in ogni caso opportuno prepararsi alla possibilità di estendere il più possibile la formazione a distanza: in un futuro, più o meno lontano molta della didattica avverrà a distanza. Il tempo da trascorrere nelle aule sarà sempre minore e finalizzato a specifiche attività che richiederanno la presenza fisica di docenti e discenti.” Così il presidente della Società italiana di Pediatria e Responsabile Unità Operativa Complessa dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù Alberto Villani in un dialogo con il Segretario Generale di Competere.eu, Roberto Race, nell’ambito del programma di attività messo in campo dal think tank per affrontare le sfide legate al Coronavirus. “Competere.eu – spiega Race – affronta da anni il tema dell’educazione e oggi di troviamo di fronte a una sfida epocale: quella di far si che tutti i bambini possano avere le stesse opportunità e che il digitale aumenti e non riduca le opportunità per la crescita. E’ una partita che il Paese non può perdere ed è chiaro che ogni scelta dovrà avvenire salvaguardando la salute pubblica. Non è un caso la scelta del confronto di Competere.eu con Villani. Il medico è uno dei più accreditati pediatri a livello internazionale ed membro del Comitato tecnico-scientifico nominato dal Governo per l’emergenza Covid.” Ecco il dialogo che abbiamo riassunto con la frase: Covid19, Bambin Gesù e Competere.eu: estendere la formazione a distanza. Professore secondo lei si rischia che tra fine settembre e ottobre riparta la pandemia? Il SARS-CoV 2 è un virus “nuovo” ed è difficile azzardare previsioni sul comportamento che avrà. Spesso i virus respiratori sono caratterizzati da una stagionalità: il più conosciuto è quello dell’Influenza. Nel corso di questo anno capiremo il comportamento di questo nuovo virus. Secondo lei le scuole dovrebbero prepararsi per immaginare gran parte del prossimo anno scolastico fatto a distanza? So che da anni il Ministero dell’Istruzione sta lavorando alla formazione a distanza e molte sono le sperimentazioni effettuate con successo. Come dovrebbero organizzarsi le scuole se dovessero riaprire a settembre? Qualora maturassero le condizioni per la riapertura delle scuole, saranno certamente divulgate le norme per garantire a studenti e operatori delle scuole le condizioni rispettare la sicurezza per la salute di tutti. Penso alle elementari soprattutto dove i bambini sono più disattenti nel rispettare le regole dell’igiene. In realtà i bambini, anche molto piccoli, sono molto rispettosi delle regole, in particolare se coinvolti e responsabilizzati. Certamente sarebbe auspicabile, in tutte le scuole, all’esordio dell’anno scolastico, incentrare le prime lezioni sull’educazione sanitaria. Sembra che i tempi siano lunghi ed è folle immaginare che si crei una formazione di seria A e una di serie B. Viviamo un tempo eccezionale, che nessuno avrebbe potuto prevedere. All’inizio è possibile che ci siano situazioni diverse, ma sarà doveroso e importante che in tempi ragionevoli tutti siano messi in condizioni eque.  

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Piromani in azione nel Municipio 3

Piromani in azione nel Municipio 3. La denuncia con tanto di foto arriva dal consigliere di Municipio 3 Gianluca Boari: “Alcuni cittadini mi hanno segnalato che nelle ultime settimane sono stati appiccati incendi ad auto in Via Sansovino e limitrofe. Sono state danneggiate anche auto vicine a quelle date alle fiamme e può essere che i proprietari, a causa del lockdown, siano all’oscuro di quanto accaduto. Sono in almeno un caso intervenuti i Carabinieri. Auspico che le Forze dell’Ordine individuino al più presto i responsabili”. I danneggiamenti quindi potrebbero essere scoperti dai proprietari delle auto direttamente quando usciranno la prima volta proprio per salire in macchina. Per ora infatti molti servizi, assicurazioni comprese sono diventati saltuari o comunque a mezzo servizio. Chi invece lavora sicuramente, come dimostra il documento che vi mostriamo in questo articolo, sono le forze dell’ordine, anche loro come i medici chiamate ormai da mesi a raddoppiare gli sforzi per la gestione della crisi. E spesso senza dispositivi di protezione adeguati a proteggersi dal pericolo del contagio che sta mietendo vittime anche tra uomini e donne in divisa. Oggi si dovranno occupare di un problema in più: piromani in azione nel Municipio 3.

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