19 Ottobre 2018

Marocchino armato di coltello da in escandescenza in Corvetto

E’ successo mercoledì sera all’angolo tra piazzale Cuoco e viale Molise, dove un marocchino di 38 anni armato con un coltello da cucina lungo 40 centimetri, ha cominciato ad aggirarsi per la strada in mezzo ai passanti. Allertati da alcuni cittadini sono immediatamente intervenuti i militari dell’Arma, ma alla loro vista l’uomo ha dato in escandescenza e ha cominciato ad urlare. I Carabinieri a questo punto hanno estratto il taser che avevano in dotazione, la cui vista ha immediatamente indotto lo straniero a posare a terra il coltello per farsi arrestare. Sull’episodio sono intervenuti Riccardo De Corato, assessore regionale alla Sicurezza, secondo cui “Il taser non serve solo per immobilizzare i malfattori, ma anche come deterrente e l’ultima vicenda accaduto in piazzale Cuoco lo dimostra chiaramente” perché, prosegue De Corato “i delinquenti sono portati ad arrendersi senza che il dispositivo venga utilizzato. Evidentemente sanno, o immaginano, cosa significhi ricevere una scossa paralizzante” per poi concludere annunciando “Grazie al via libera ricevuto dal Ministro dell’Interno e al bando che siamo pronti a pubblicare nel 2019, le Polizie locali della Lombardia avranno in dotazione anche questo importante strumento, oltre allo spray al peperoncino“. Anche secondo Silvia Sardone, Consigliere Regionale e Comunale del Gruppo Misto “Il taser si conferma un ottimo strumento per fermare i tanti delinquenti che gravitano sul nostro territorio”. L’ex forzista quindi conclude auspicando che “il marocchino, che è risultato privo di permesso di soggiorno, verrà espulso dall’Italia: bene così, la nostra città e il nostro paese non hanno bisogno di personaggi del genere. Gli immigrati che delinquono devono essere espulsi senza sconti“.

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Quarto Oggiaro, 19 condannati per armi e droga

Armi e droga: diciannove condanne fino a 12 anni di carcere sono state inflitte con rito abbreviato dal gup di Milano Stefania Pepe, nel processo con al centro un’organizzazione radicata a Quarto Oggiaro, che gestiva un vasto traffico di cocaina e hashish con legami con la Spagna. Un traffico che aveva la sua base in una carrozzeria a Bollate (Milano) trasformata, a detta degli inquirenti, in un ‘bunker’ con tanto di “apparato di videosorveglianza” e con all’interno anche “un poligono di tiro per il collaudo delle armi“. In particolare, a 12 anni di carcere è stato condannato Luciano Beccalli, milanese di 52 anni e uno dei 24 arrestati nel blitz ribattezzato ‘fumo&piombo’ della Gdf di Pavia dello scorso marzo, nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal pm Maurizio Ascione. Tra i condannati, alcuni dei quali accusati anche di detenzione di armi da guerra, figura Marco Ieno, milanese di 39 anni e a cui sono stati inflitti 11 anni e 10 mesi di carcere. Due imputati, invece, sono stati assolti.

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