20 Gennaio 2020

Colonne di San Lorenzo, cinque extracomunitari arrestati per spaccio

Giovedì sera gli agenti della Squadra Mobile hanno notato un 27enne, cittadino marocchino, chinarsi vicino un’auto parcheggiata in via Celestino IV e prendere qualcosa nascosto sotto uno pneumatico. L’uomo, percorrendo corso di Porta ticinese, giunto in via Gian Giacomo Mora, ha incontrato un ragazzo italiano che l’attendeva e gli ha consegnato quanto raccolto poco prima in cambio di 50€. Gli agenti hanno trovato l’acquirente in possesso di 0,7 grammi di cocaina e immediatamente hanno fermato lo spacciatore, trovato in possesso della banconota frutto dello scambio e altri 160€ in contanti motivo per cui l’hanno arrestato per spaccio. Sempre giovedì in prossimità delle colonne di San Lorenzo, i poliziotti hanno notato un egiziano di 19 anni che avvicinava i passanti pronunciando frasi, senza che qualcuno rispondesse. Poco dopo, un giovane ragazzo dell’est si è fermato e, dopo un breve dialogo, gli ha consegnato 20 euro in cambio di un pezzo di hashish del peso di 1 grammo. I poliziotti hanno arrestato per spaccio il 19enne; l’acquirente, un rumeno di 29 anni, sanzionato amministrativamente. Sabato seraa invece, personale del Commissariato Centro sempre alle colonne di San Lorenzo hanno notato un uomo, cittadino egiziano, 19 enne, che ha avvicinato una coppia, e dopo aver parlato con loro per qualche attimo in particolare con il ragazzo, 29enne italiano, lo ha invitato a seguirlo all’interno del parco di Piazza Vetra, mentre la ragazza restava in attesa nel Piazzale delle Colonne di San Lorenzo. Giunti in Piazza Vetra il magrebino si è avvicinato a due suoi connazionali, che erano seduti su una panchina. Tutti e tre si sono cosi avvicinati al ragazzo e il 19 enne gli ha ceduto qualcosa in cambio di denaro. Terminato lo scambio è stato subito arrestato per spaccio di droga. L’acquirente aveva appena acquistato dell’hashish del peso di 0.6 gr circa. A seguito della perquisizione personale a carico del cittadino egiziano di 19 anni sono stati trovati 95,00 euro e nella manica sinistra del giubbotto è stato rinvenuto un involucro di hashish di gr.1.85.; l’amico connazionale, non ancora 18 enne, è stato invece trovato in possesso della somma in contante di euro 30. Quest’ultimo è stato indagato in stato di libertà presso la il Tribunale per i minorenni per il reato di spaccio di sostanza stupefacente in concorso, nonché per resistenza a Pubblico Ufficiale avendo cercato di impedire lo svolgimento dell’atto, spintonando gli operanti e pronunciando frasi ingiuriose. Il terzo cittadino che nel corso del controllo ai due suoi connazionali, si trovava con loro, ma estraneo ai fatti per cui si procede, è stato accompagnato in Questura per identificazione, in quanto sprovvisto di documenti. Sempre ieri presso il piazzale delle colonne di San Lorenzo intorno alle ore 20.45 un cittadino tunisino, 19enne, ha avvicinato una coppia di ragazze alle quali ha proposto dello stupefacente. Una delle due ragazze italiane 27enne ha accettato di acquistare la sostanza, il 19enne così si è avvicinato ad un altro connazionale e coetaneo, che lo attendeva a pochi metri e che gli ha dato la sostanza, 0,5 gr di hashish, poi ceduta alla ragazza, poi sanzionata amministrativamente ai sensi dell’art.75 D.P.R. 309/90. I due sono stati trovati con 105 euro in tutto. Sono stati arrestati per spaccio di sostanza stupefacente.  

Colonne di San Lorenzo, cinque extracomunitari arrestati per spaccio Leggi tutto »

Tre arresti per spaccio in centrale e Mecenate

Ieri sera gli agenti della sezione Nibbio hanno fermato un cittadino gambiano per un controllo in via Settembrini. Il 26enne, che ha tentato di sottrarsi al controllo, è stato trovato in possesso di 2.3 kg di marijuana, suddivisa in 107 involucri e custodita in tre zaini, 5 telefoni cellulari e 10.380 euro. I poliziotti l’hanno arrestato per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio. Poco dopo, gli agenti del Commissariato Mecenate hanno fermato un marocchino di 23 anni in via Orwell. L’uomo aveva con sé 275 grammi di eroina. I poliziotti l’hanno arrestato per spaccio. Questa notte invece, in via Vittorini, un cittadino libico alla vista della volante ha accelerato il passo cercando di far perdere le sue tracce. Fermato dai poliziotti, il 22enne è stato trovato in possesso di 2.40 grammi di cocaina e 240 euro in contanti divisi in banconote di piccole taglio motivo per cui è stato arrestato per spaccio.  

Tre arresti per spaccio in centrale e Mecenate Leggi tutto »

All’asta un negozio in Galleria Vittorio Emanuele

La Giunta ha approvato le linee di indirizzo per la valorizzazione di un negozio in prossimità dell’Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele II. Si tratta del locale di 60 m2 che si trova lungo l’asse longitudinale del complesso e che andrà all’asta con il meccanismo dell’incanto a partire da una base di 289.935 euro di canone annuo. La gara si svolgerà in due parti. Nella prima saranno valutate le offerte tecniche che soddisfano i requisiti per l’adesione al bando. Saranno ammessi i progetti merceologici d’eccellenza ed alta qualità del Made in Italy e internazionale del design, della moda, dei gioielli e delle opere d’arte. La seconda fase, riservata solo ai concorrenti che saranno qualificati, avverrà con asta pubblica ad incanto. Il negozio era stato assegnato nel maggio del 2018 alla società Del Vallino SpA dopo una procedura di gara. Lo spazio è però stato restituito nel novembre 2019  dopo un’ordinanza di decadenza del contratto d’affitto emessa dal Comune nei confronti della stessa società, a seguito di lavori eseguiti da parte del concessionario non conformi e in assenza delle dovute autorizzazioni. La società ha presentato ricorso davanti al TAR della Lombardia per l’annullamento del provvedimento del Comune. Ricorso che è stato respinto anche in appello dal Consiglio di Stato.  

All’asta un negozio in Galleria Vittorio Emanuele Leggi tutto »

La nuova Dc parte con una zuffa

Doveva essere un incontro felice per rilanciare un passato recente, ma già mitologico. Invece l’incontro per rifondare la Democrazia Cristiana col nome di Partito del Popolo Italiano è iniziato con una baruffa. Lorenzo Cesa, grande tessitore dell’incontro svoltosi a Roma in via del lungo Tevere in Assia, è dovuto intervenire in prima persona. Il rappresentante di una delle tante associazioni presenti voleva infatti parlare, visto che c’era una lista di interventi prevista, e ha provato a rivendicare l’opportunità che gli era stata offerta salendo sul palco. Dopo pochi minuti però è stato costretto a scendere senza aver potuto portare a compimento il suo intervento. Ecco il video esclusivo dell’Osservatore: Nonostante questo politici come Gianfranco Rotondi hanno espresso fiducia per quanto riguarda la nuova proposta politica. Ecco le sue posizioni espresse in un’intervista a Gianfranco Rotondi: Intervista all’Onorevole Gianfranco Rotondi da parte dell’Agenzia giornalistica Agenpress.it   di Biagio Maimone Ritorna la DC e nasce il Partito Popolare. Rotondi: “La questione meridionale dei Sudisti sarà uno dei temi fondamentali del nuovo Partito” Domanda:  Onorevole Gianfranco Rotondi, oggi è nata la Federazione dei Democratici Cristiani o meglio è nato il Partito Popolare  al cui interno vi sono diverse sigle, tra cui i Sudisti Italiani. Quale ruolo  ricopriranno i Sudisti all’interno della nuova formazione politica? Risposta:   L’unica delegazione estera presenta è stata quella della Csu, e questo dice molto:come il partito bavarese, il Ppi può rappresentare  una forza di massa nel mezzogiorno se rilancia la questione meridionale. Domanda: Nuove idee, nuovi progetti saranno il vettore dell’azione politica del Partito Popolare, senza tralasciare i valori democratici ed universali  che hanno guidato l’impegno di De Gasperi e e di Don Sturzo che ha fatto rifiorire la nazione italiana stremata dalla seconda guerra italiana. Condivide la tesi secondo cui il Partito debba qualificarsi, innanzitutto,  come promotore di quel progresso di cui la nostra nazione oggi sente vitale bisogno per rinascere sul piano sociale e politico.  Un Suo parere in merito; Risposta: La Dc era il partito italiano,secondo la felice definizione di Agostino Giovagnoli.   Ed era il partito dello sviluppo, della sussidiarietà, dell’interclassismo. Questa definizione può riferirsi anche al nuovo partito popolare. Domanda: Si intende porre in essere un progetto politico che ponga le fondamenta per una  “Politica dal volto umano”,  come i Sudisti  auspicano che sia la politica, che dia corso ad un’economia dal volto umano, in quanto pone al centro la persona ed i suoi bisogni vitali, i suoi diritti fondamentali, quali il diritto al lavoro, il diritto alla tutela della salute, alla sicurezza, ad un  livello di vita dignitoso, alla tutela della salute, alla cultura. Si tratta di un progetto democratico ambizioso ed alternativo ad altri progetti che non garantiscono la parità tra i cittadini. Quali saranno le azioni che il Partito Popolare porrà in essere per attuare tale progetto di equità sociale? Risposta: Non bisogna promuovere un partito generalista, con un programma da partito di governo quale era la Dc.  Oggi partiamo da quote basse, dobbiamo renderci riconoscibili con proposte serrate, incalzanti. Se sposiamo la questione meridionale, quello è il tema caratterizzante del partito. Domanda: Il centro politico non potrà  eludere la  necessità della  mediazione delle  istanze e,pertanto,dovrà fornire risposte alle istanze  di tutte le classi sociali, riscattare il cosiddetto ceto medio , la cui  messa ai margini  ha determinato  l’impoverimento della nazione italiana, dovrà far vivere i diritti delle fasce più  povere, dire no al razzismo e all’esclusione ,dire si alla politica dell’inclusione di ogni cittadino nel contesto sociale ed economico, far vivere le diversità sia sociali, sia di pensiero, sia di fede, rieducare alla condivisione e alla cooperazione , alla tutela dei diritti e al rispetto dei doveri, dovrà essere fautore di una nuova pedagogia sociale. Ritiene che tale progetto democratico possa aprire nuovamente  le porte agli ideali e alla speranza ne contesto dell’attuale società? Risposta:  E’una domanda che contiene una risposta, sono considerazioni che condivido e  che tratteggiano con efficacia il profilo augurabile del nuovo partito popolare. Domanda: Si afferma che, con la nascita del partito popolare e, quindi, del centro politico, i cittadini italiani ritorneranno al  centro dell’interesse della vita politica e parteciperanno attivamente al suo processo. La partecipazione popolare alla  vita politica, come nel passato recente, segnerà l’identità del nuovo centro o rimarrà pura enunciazione? Risposta:  La partecipazione politica non va separata dal principio di rappresentanza,che il populismo tende a ribaltare.  Non si può sostituire la partecipazione alla rappresentanza, è quest’ultima semmai a nascere dalla partecipazione.

La nuova Dc parte con una zuffa Leggi tutto »

La risposta dei difensori del Parco Bassini a Sala

Riceviamo e pubblichiamo la risposta dei difensori del Parco Bassini al sindaco Giuseppe Sala che nelle scorse settimane ha usato parole molto forti per criticare le voci dei Verdi e di chi riteneva sbagliato abbattere alberi e sostituirli con altro cemento: di Arianna Azzellino, docente di Valutazione Impatto Ambientale del Politecnico di Milano – Noi ambientalisti del NO che si oppongono a sviluppo e progresso? Ma il progetto del Politecnico col suo iter procedurale non è più accettabile nel 2020. Dal punto di vista ambientale ci riporta indietro di 20 anni In questi primi giorni del 2020 la vicenda del Parco Bassini del Politecnico di Milano è letteralmente esplosa. La questione è particolarmente spinosa perché ha assunto dei significati simbolici e politici allo stesso tempo. Alcune centinaia di cittadini, studenti (i maggiori frequentatori di quell’area verde), ambientalisti, rappresentanti di gruppi politici e un compendio di docenti dello stesso Politecnico in opposizione con la decisione assunta (senza lasciare spazio ad alcuna partecipazione) dall’Ateneo hanno attraversato Milano in corteo e manifestato di fronte a Palazzo Marino lo scorso 9 gennaio, nella speranza che le loro ragioni fossero ascoltate, ottenendo però solo di essere bollati dal sindaco Sala come “ambientalisti del no”. Questa etichetta non rappresenta per nulla chi oggi si oppone al progetto del nuovo dipartimento di Chimica. Nessuno ha mai contestato l’opportunità di inserire un nuovo edificio del Politecnico in Città Studi. Il no non è mai stato rivolto all’opera in sé, bensì alla collocazione individuata su un’area-parco esistente da più di 50 anni in un quartiere con pochissimo verde residuo e in cui, per di più, molti edifici sono destinati a “svuotarsi” per trasferimenti vari (Università Statale, IST, Besta, ARPA). Un’altra etichetta che nelle dichiarazioni stampa dei sostenitori del progetto è stata attribuita ai contestatori è quella di “opporsi allo sviluppo e al progresso”. Anche in questo caso occorre fare una precisazione. Costruire oggi un edificio al posto di un parco, un’area verde libera da edifici e non protetta da vincoli, rappresenta un esempio tipico del modo di agire di un passato molto prossimo che non può essere più accettato nel 2020. E’ ormai assodato che, quando si prendono decisioni che hanno delle conseguenze sull’ambiente, sia sempre necessaria un’adeguata analisi preventiva degli impatti, da condursi contestualmente alla progettazione. Eppure, nell’iter procedurale del progetto per il nuovo dipartimento di Chimica, non si ha alcuna evidenza che siano state valutate delle alternative. Al contrario, la valutazione ambientale allegata al progetto è una valutazione a posteriori, e basata sul presupposto che gli impatti non potessero essere evitati. Non vengono indicate misure di mitigazione degli impatti e l’unica misura di compensazione prevista è la creazione di un parco in sostituzione del parco perduto, cosa più che ragionevole perché la funzione e il valore di un’area parco sono ben diversi da quello di semplici alberature di arredo urbano. Il nuovo parco però dovrà sorgere in un’area la cui disponibilità è ad oggi indeterminabile in virtù del processo di decomissioning nucleare in corso. In pratica, una misura di compensazione che non potrebbe essere realizzata prima di diversi anni. Nel computo della compensazione, inoltre, non viene in alcun modo valutata la perdita del suolo naturale e dei suoi servizi ecosistemici, né tanto meno mai valutata la funzione sociale del parco pre-esistente. E’ mancata poi, in virtù dell’Intesa Stato-Regione richiesta dal Politecnico, una fase di partecipazione pubblica al processo decisionale, nonostante il diritto di cittadinanza all’accesso alle informazioni in materia di ambiente sia da anni recepito dalla nostra stessa normativa. Tutti elementi che poco hanno a che fare con il progresso e con lo sviluppo sostenibile e che, dal punto di vista della tutela ambientale, fanno tornare indietro di 15-20 anni. E quel che appare paradossale in questa storia è che a dare l’esempio di comportamenti così anacronistici sia un ateneo -il Politecnico di Milano- al cui interno sono coltivate discipline che dovrebbero supportare lo sviluppo sostenibile e non rimanere confinate all’interno delle aule didattiche. Vorrei che il sindaco Sala e l’assessore Maran riflettessero su questi elementi piuttosto che arroccarsi su posizioni indifendibili e vorrei davvero che si capisse che ci sarebbero stati molti buoni motivi per cercare di avviare una trattativa con la Statale o con i vari enti che stanno per lasciare vuoti degli edifici in Città Studi (Besta, IST, ARPA), al prezzo forse di un minimo allungamento dei tempi (2 anni?) e quasi sicuramente ad un prezzo maggiore da affrontarsi da parte del Politecnico che avrebbe probabilmente dovuto affittare dei locali per i colleghi di Chimica nel transitorio. Ma non è forse quello che fu fatto all’inizio degli anni 2000 dalla Regione e ARPA in attesa della costruzione del Palazzo della Regione, prima di scambiarsi le relative sedi? Fa semplicemente sorridere la tesi che di alternative non ce ne fossero. Chi è che si arrocca dietro a un NO, allora? Chi dice “No alla distruzione di un parco” o chi dice “No, alternative non ce ne sono”?

La risposta dei difensori del Parco Bassini a Sala Leggi tutto »