22 Ottobre 2023

E’ Domenico Livrieri, 46 anni che ha ucciso Marta Di Nardo 60enne sua vicina di casa

Il primo, e unico, cedimento lo ha avuto quando ormai era notte. Giacca blu addosso, testa poggiata al vetro dell’auto, ai carabinieri che lo stavano portando in carcere, ha abbozzato poche parole. Ma da brividi. “L’ho uccisa con una coltellata alla gola”, ha detto. Poi pare si sia richiuso nel silenzio. Come aveva fatto per quasi tutto il pomeriggio di venerdì, mentre i militari rivoltavano casa sua, un piccolo bilocale nella scala C al civico 14 di via Pietro da Cortona, all’Acquabella. Seduto sui gradini del palazzo – la stessa giacca blu addosso, un paio di jeans e le scarpe rosse ai piedi -, aveva atteso che gli investigatori finissero il loro lavoro. Forse certo di farla franca. “Non so che volete da me, non ne so niente, qui non c’è niente. Non trovate niente”, aveva assicurato. Mentiva, sapendo di mentire. Il suo castello di bugie è crollato alle 19.25, quando gli uomini del nucleo investigativo hanno visto quelle due ante che chiudevano un soppalco sopra la piccola cucina, che in realtà neanche esiste più perché sostituita da un mobiletto con un fornello da campeggio poggiato sopra. È bastato aprire quelle ante per aprire una porta sull’orrore. Da quella controsoffitta a poco più di due metri da terra è uscito un fagotto di coperte che avvolgevano un corpo tagliato a metà. Il corpo di Marta Di Nardo 60 anni, sua vicina di casa, con un appartamento nella scala D, proprio difronte a quella dell’uomo che sarebbe diventato il suo killer. I carabinieri la cercavano dal 17 ottobre, quando il figlio della donna – che aveva pochi, pochissimi rapporti con la madre – ne aveva denunciato la scomparsa alla compagnia Porta Monforte. Quel giorno i vigili del fuoco avevano fatto due diversi accessi nell’abitazione, entrando dalla finestra al quarto piano, e non aveva trovato tracce della vittima. Qualcos’altro, però, sì. Sul tavolo in cucina, infatti, erano stati visti degli avanzi di cibo e, soprattutto, un referto di un intervento del 118 di quella stessa mattina, a nome del presunto killer: Domenico Livrieri, origini materane, 46 anni compiuti il 29 aprile. I pompieri hanno così scattato delle foto di quel foglietto bianco e le hanno consegnate ai militari della Monforte e del nucleo investigativo, guidati dal colonnello Antonio Coppola e dal tenente colonnello Fabio Rufino. I sospetti si sono inevitabilmente subito concentrati sul 46enne, che pare da un mesetto frequentasse la donna. Due esistenze difficili, le loro: ludopatica con il vizio dei gratta e vinci e in cura al Cps lei, tossicodipendente, con precedenti e seguito dallo stesso Cps, lui. Ora dopo ora, dal 17 ottobre sera, i carabinieri hanno iniziato a stringer piano piano il cerchio attorno a Livrieri e analizzando i tabulati del telefono suo e della vittima hanno scoperto che l’ultima chiamata ricevuta da Marta, alle 8.29 del 4 ottobre mattina, era arrivata proprio dall’uomo. Venerdì, la svolta. Gli investigatori, dopo aver fatto accesso nell’appartamento della 60enne, sono entrati nel bilocale del presunto assassino: un bagnetto, un disimpegno, una zona cucina e una camera da letto. È bastato testare la stanza con il luminol per verificare l’importante presenza di tracce di sangue sulle lenzuola. Neanche lì però il fermato è crollato. Ha continuato a dire di non sapere nulla. Fino a quando, mentre ormai fuori era buio, nel soppalco è stato trovato il cadavere  depezzato della vittima, messo lì probabilmente proprio dal 4 ottobre, 16 giorni prima. Il medico legale che ha ispezionato il corpo, in avanzatissimo stato di decomposizione e tranciato alla vita, ha segnalato alcune ferite alla gola, che effettivamente potrebbero essere compatibili con una coltellata, ma risposte più precise arriveranno dall’autopsia. A quel punto, alle 21.09, il sospettato è stato caricato in auto e portato in caserma, dove all’una men un quarto – e senza interrogarlo perché non era nelle condizioni di parlare – il pm Leonardo Lesti ha disposto il fermo di indiziato di delitto per omicidio volontario, soppressione e vilipendio di cadavere. Neanche lì ha detto granché, ha chiesto di mangiare, ha cenato con delle pennette ed è apparso molto poco lucido. Cosa sia scattato nella testa di Livrieri – con precedenti per furto, rapina e violenza sessuale – è impossibile da sapere, al momento. In casa sua i carabinieri hanno sequestrato un Postamat, due Postepay e un libretto postale di Marta, nascosti nella tasca di un giaccone. Che l’abbia uccisa per soldi in un folle tentativo di intascare poi la sua pensione? Difficile, ma non impossibile. “Volevo il suo bancomat, mi spiace”, avrebbe ammesso. Sempre nel bilocale del fermato, in un cassetto di una scrivania, è stato trovato il cellulare della Di Nardo, che aveva lasciato l’ultima traccia il 4 ottobre mattina in zona, il primo dettaglio che aveva subito lasciato pensare ai militari che quello della 60enne non fosse un allontanamento volontario. Il suo cellulare, invece, Livrieri lo aveva lasciato a un tassista il 16 ottobre, giorno in cui si era fatto accompagnare a Malpensa e aveva cercato di acquistare dei biglietti per la Francia, provando a pagare con due carte, probabilmente della stessa vittima. Fallito il tentativo, era tornato a casa in autobus e aveva lasciato il telefono in pegno al tassista dicendogli poi di contattare sua sorella per saldare il conto. E la Francia potrebbe non essere una scelta casuale, perché già in passato pare il 46enne fosse andato Oltralpe per cercare di sfuggire a dei guai giudiziari. Guai da cui adesso appare difficile scappare. Investigatori e inquirenti hanno già sequestrato tutta la casa del presunto killer: stando a quanto appreso, all’interno ci sarebbero strumenti potenzialmente in grado di tagliare un corpo. L’uomo, in un folle piano che piano non era, sembra abbia quindi lasciato dietro di sé una serie molto lunga di indizi e tracce. Tanto che in molti nel palazzo – dove era “conosciuto” per i suoi modi aggressivi – lo avrebbero visto entrare e uscire, con le chiavi, da casa della vittima nei giorni in cui lei era già scomparsa. Cinque giorni dopo l’omicidio, la custode dello stabile

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Arrestato a Milano 37enne per violenza sessuale, lesioni, maltrattamenti e sfruttamento alla prostituzione

Un italiano di 37 anni è stato arrestato per maltrattamenti, lesioni, violenza sessuale e sfruttamento della prostituzione ai danni della convivente. Secondo quanto ricostruito dagli agenti della 4 Sezione specializzata della Squadra Mobile di Milano, a partire dall’ottobre 2021, l’uomo avrebbe ripetutamente maltrattato la compagna, insultandola e percuotendola con schiaffi e pugni, talvolta anche stringendole al collo una cintura, causandole delle lesioni documentate in occasione di sette accessi al pronto soccorso effettuati dalla donna. Le violenze e le umiliazioni sono terminate a giugno 2023 quando la donna, dopo l’ennesimo accesso al pronto soccorso, si è decisa a denunciare gli abusi subiti nel corso della convivenza durante la quale, oltre ai maltrattamenti e alle lesioni, era stata costretta in più occasioni ad avere rapporti sessuali non solo con il compagno, ma anche con estranei in quanto obbligata a prostituirsi in cambio di somme di denaro o di sostanza stupefacente. Le indagini hanno consentito di ricostruire i numerosi episodi denunciati dalla vittima, principalmente alla luce di una dettagliata deposizione resa dalla donna, dalla copiosa documentazione sanitaria redatta nel corso degli anni e da precedenti interventi effettuati dalle Forze di Polizia presso l’abitazione dei due ex conviventi. Il trentasettenne, dopo essere stato accompagnato in questura, è stato arrestato e, al termine degli atti di rito, condotto al carcere di San Vittore.

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Fabio Roia é il nuovo Presidente del tribunale di Milano

Fabio Roia è il prossimo presidente del tribunale di Milano. La decisione è stata presa nella giornata di mercoledì 18 ottobre dalla quinta commissione del Consiglio superiore della magistratura: hanno votato all’unanimità. Roia ha una lunga carriera all’interno del Palazzo di giustizia del capoluogo meneghino: ha lavorato sia in Procura che in Tribunale. Roia si è laureato all’Università Cattolica. È poi entrato in magistratura ad aprile 1086. È poi diventato pubblico ministero a Milano e precisamente nel pool “fasce deboli”. Roia è infatti noto soprattutto per il suo impegno nei confronti dei soggetti deboli. Nel 2018, infatti, gli è stato assegnato l’Ambrogino d’Oro. Dopo gli anni trascorsi nel pool fasce deboli, Roia è stato giudice della sezione competente sui reati economici. Successivamente sui reati ai danni di soggetti deboli e infortuni sul lavoro. È stato per un periodo nel gruppo Unicost ed è poi tornato nel capoluogo meneghino per presiedere la sezione Misure di prevenzione del tribunale. Durante questo incarico ha continuato a occuparsi di persone fragili e femminicidi tanto da diventare consulente della commissione parlamentare di inchiesta su femminicidio e membro del tavolo contro la violenza di genere in Regione Lombardia. Insieme al Comune di Milano, ha promosso l’introduzione di uno sportello in grado di accogliere, ascoltare e fornire sostegno psicologico a tutte le vittime di violenze, maltrattamenti e stalking. Infine ha ricoperto per un anno e mezzo il ruolo di presidente vicario. Adesso la nomina a Presidente del Tribunale.

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A Milano parte la stagione termica: l’ordinanza del Comune su temperature consentite e orari di accensione degli impianti

A partire da domani, domenica 22 ottobre, sarà possibile accendere gli impianti di riscaldamento domestico, secondo le prescrizioni definite dal Comune di Milano con l’apposita ordinanza.In particolare la temperatura massima consentita per gli edifici residenziali sarà di 19°C + 2°C di tolleranza, ridotta di 1°C rispetto ai 20°C previsti per legge. Mentre, per quanto riguarda il funzionamento giornaliero degli impianti, l’ordinanza stabilisce un massimo di 13 ore (invece di 14), comprese tra le ore 5 e le ore 23. La stagione termica terminerà l’8 aprile 2024. Da queste prescrizioni restano escluse alcune categorie di edifici, tra cui quelli adibiti a ospedali, cliniche o case di riposo, le scuole dell’infanzia e gli asili nido. L’Amministrazione comunale invita cittadini e cittadine ad adottare sempre comportamenti responsabili e buone pratiche che riducano i consumi energetici a vantaggio dell’ambiente e delle bollette. Secondo il rilevamento effettuato da A2A, a Milano la stagione termica 2022-2023 (partita il 3 novembre 2022 e terminata il 7 aprile 2023) si è chiusa con una riduzione pari a -19,4% del consumo di gas rispetto alla stagione precedente.

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Voleva comprare orologi e borse di lusso con i soldi del Monopoly

Si è presentato all’appuntamento con una mazzetta di banconote. Tutte false tranne una, la prima. Voleva comprare borse e orologi di lusso, ma quando la venditrice se ne è accorta è scattata la rapina. E, poco dopo, le manette. Un cittadino serbo di 62 anni è stato arrestato dalla polizia in piazzale Cadorna a Milano nel pomeriggio di venerdì 20 ottobre. Tutto è iniziato qualche minuto prima delle 18.30 in un locale all’angolo tra via Carducci e corso Magenta quando una tedesca di 50 anni, la venditrice, ha incontrato l’uomo. I due si erano dati appuntamento attraverso una piattaforma online per finalizzare la compravendita di oggetti di lusso (alcuni orologi Rolex e borse griffate). La donna ha mostrato gli oggetti all’acquirente e quando si è trattato di pagare l’uomo ha dato una mazzetta da 100 euro alla donna. Solo una banconota era autentica: tutte le altre riportavano la scritta “facsimile” e quando la venditrice se ne è accorta si è opposta. Proprio in questo frangente il 62enne ha preso la borsa della donna (trascinandola per terra) ed è scappato. In prima battuta è stato bloccato da un passante che gli ha strappato dalle mani la borsa, contestualmente è stato allertato il 112. Sul posto sono intervenuti gli agenti del commissariato Centro e quando l’uomo è arrivato in piazzale Cadorna è stato fermato dai poliziotti del reparto mobile che stavano sorvegliando la stazione. Per lui sono scattate le manette con l’accusa di rapina.

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