27 Maggio 2021

Milano piange la morte di Carla Fracci

E’ morta a Milano Carla Fracci. Avrebbe compiuto 85 anni il prossimo 20 agosto.  ‘Una figura storica e leggendaria, che ha lasciato un segno fortissimo’, così la ricorda il teatro alla Scala di Milano. Il presidente della Repubblica Mattarella: ‘Ha onorato il Paese con la sua eleganza e il suo impegno artistico, frutto di intenso lavoro’. La camera ardente di Carla Fracci sarà allestita nel foyer del teatro milanese, domani dalle 12 alle 18, con ultimo ingresso alle 17:30. “Faremo una camera ardente alla Scala, una cosa che è stata fatta pochissime volte” ha annunciato il sovrintendente Dominique Meyer. Cosa rara “ma trattandosi di Carla Fracci…” ha aggiunto sottolineando che ” è stata la ballerina più importante del teatro dell’ultimo secolo ma anche una stella importantissima nella danza internazionale”. “Dobbiamo inchinarci davanti alla carriera di Carla Fracci – ha osservato – che è nata qui facendo la scuola di ballo”. Il funerale si svolgerà invece sabato alle 14:45 nella basilica di San Marco. Nata nel 1936 a Milano, costruì la parte centrale della sua carriera studiando nella scuola di ballo della Scala, di cui poi ne diventò étoile. Al teatro era rimasta (con qualche alto e basso) sempre legata, tanto che il 28 e 29 gennaio scorso aveva tenuto una masterclass con i protagonisti del balletto Giselle andata in streaming sui profili della Scala e disponibile anche su Raiplay. Del 1955 il suo debutto sul palco del Piermarini che era stato un trampolino per i teatri più famosi del mondo. Figlia di un tramviere, cominciò a danzare a 10 anni alla scuola della Scala e ha tra i maestri Vera Volkova, diplomandosi nel 1954 e diventando, seguiti alcuni stage internazionali, prima ballerina tre anni dopo. Eppure l’inizio fu “per caso, su suggerimento di una coppia di amici dei genitori, che avevano un parente orchestrale appunto alla Scala di Milano. All’inizio non capivo il senso degli esercizi ripetuti, del sacrificio, dell’impegno totale mentale e fisico sino al dito mignolo” come raccontava, riferendosi al giorno in cui, affascinata dalla danza di Margot Fonteyn, aveva visto in una pausa il coreografo avvicinarsi e correggerle la posizione appunto del dito mignolo. Fino agli anni ’70 aveva danzato con varie compagnie straniere, dal London Festival Ballet al Royal Ballet, dallo Stuttgart Ballet al Royal Swedish Ballet, essendo dal 1967 artista ospite dell’American Ballet Theatre. Dagli anni ’80 diresse il corpo di ballo del San Carlo, poi dell’Arena di Verona, infine dell’Opera di Roma, dove era rimasta sino al 2010, fedele anche alla amata attività didattica, di attenzione alle giovani leve. La sua notorietà artistica si legava principalmente alle interpretazioni di ruoli romantici come Giulietta, Swanilda, Francesca da Rimini e soprattutto Giselle, cui aveva dato una moderna impronta personale, con i capelli sciolti e un leggerissimo tutù, danzandola con compagni di gran fama, anche se era quella con Erik Bruhn a essere rimasta indimenticabile, tanto che nel 1969 ne venne realizzato un film. Al suo fianco grandi partner sono stati Rudolf Nureyev, Vladimir Vasiliev, Henning Kronstam, Mikhail Baryshnikov, Amedeo Amodio, Paolo Bortoluzzi. Una fama sempre crescente, una grande popolarità sempre viva. Non è un caso che a lei dedicò una poesia Eugenio Montale, ‘La danzatrice stanca’, e ancora la fermavano per strada non più per un autografo, ma per un selfie, cui non si sottraeva, sempre presente al suo tempo, piena di vitalità e spirito. ANSA

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Come può un centralino (MM) arginare una cascata?

Come può un centralino (MM) arginare una cascata? Spoiler: non può. Ma MM non lo sa e continua lo stesso a obbligare la gente a chiamare questo monumento all’inefficienza invece di creare dei numeri diretti. Questa la lezione che abbiamo appreso quando l’altra notte una inquilina si è svegliata nel cuore della notte con un geyser in camera. E ha fatto l’improvvido errore di chiamare il summenzionato centralino. Ci racconta la vicenda notturna, che ha seguito in prima persona essendo lui il Delegato alla Casa del Municipio 7 il sempre presente consigliere Franco Vassallo: “Questa vicenda sarebbe incredibile anche in un paese del terzo mondo, a Milano diventa scandalosa. Una inquilina viene svegliata di notte dall’acqua che scorre libera e felice nella sua camera. Chiama MM che la rimbalza ai Vigili del Fuoco. I Vigili del Fuoco la rimandano da MM, chiamando anche di persona per accertarsi che fosse ben seguita la vicenda. Il centralino finge di non aver mai detto di chiamare i Vigili del Fuoco. Sembra un film di Totò, ma è una brutta notte di fine Maggio nella Milano di Sala. A quel punto, disperata, l’inquilina mi ha chiamato e io ho fatto quello che ho potuto. Finalmente è uscito il tecnico. Ci vorrà qualche altro giorno, però, perché le cose si normalizzino. Nel frattempo potremmo anche domandarci a cosa servano i soldi delle nostre tasse, perché è un grande mistero. L’introduzione di un centralino in MM è stata la classica miccia in un negozio di botti. Non è di per sé sbagliata, pericolosa o immorale, ma nel contesto è devastante. L’unico tipo di utilità che i cittadini riscontrano è il ritiro di un numero di pratica. Un numero che, in pratica, non serve assolutamente a nulla. Se non a constatare il livello di follia generale dell’ente che amministra il patrimonio casa del Comune. E la cui principale virtù è scaricare su altri un problema. Mentre il principale difetto è sbagliare di frequente il soggetto di riferimento. Come in questa vicenda. Con il Corpo dei Vigili del Fuoco costretto a perdere quindici minuti e sentirsi pure preso in giro. Non dall’inquilina, che ha pure dei testimoni, ma da un sistema inteso come ripartizione di problemi, divenuto fabbrica di caos. È venuto il momento di porci la vera, grande domanda che la sinistra evita da anni: quando abbandoniamo l’idea di MM come amministratore di condominio e torniamo a casa, in Aler?”

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Covid: 666 positivi e 25 decessi

Con 42.222 tamponi eseguiti è di 666 il numero di nuovi casi positivi al Coronavirus registrati in Lombardia, una percentuale del 1,5%, stabile quindi rispetto a ieri. C’è un paziente in più in terapia intensiva (ora sono 273 i ricoverati rispetto ai 272 di ieri) mentre scendono a 1.369 quelli negli altri reparti (-84). Sono invece 15 i decessi, che portano il totale da inizio pandemia a 33.510. I dati di ieri:  i tamponi effettuati: 42.222 (di cui 25.770 molecolari e 16.452 antigenici) totale complessivo: 10.503.550  i nuovi casi positivi: 666 (di cui 52 ‘debolmente positivi’)  i guariti/dimessi totale complessivo: 765.498 (+1.730), di cui 3.139 dimessi e 762.359 guariti  in terapia intensiva: 273 (+1)  i ricoverati non in terapia intensiva: 1.369 (-84)  i decessi, totale complessivo: 33.510 (+15) I nuovi casi per provincia: Milano: 170 di cui 67 a Milano città; Bergamo: 65; Brescia: 88; Como: 29; Cremona: 16; Lecco: 28; Lodi: 10; Mantova: 36; Monza e Brianza: 45; Pavia: 49; Sondrio: 6; Varese: 100.

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Smartworking e nearworking diventano prassi per i dipendenti del Comune

Smartworking, nearworking e rinnovata flessibilità oraria diventano componenti consolidate della modalità lavorativa dei dipendenti dell’Amministrazione comunale. È stato approvato dalla Giunta il POLA (Piano organizzativo del Lavoro agile) che consolida il lavoro agile quale modalità lavorativa complementare all’attività in presenza, a cui si affianca anche una rinnovata flessibilità oraria in entrata e uscita oltre a un investimento in dotazione tecnologica e formazione digitale per il personale dipendente. Un piano integrato che ha come fine ultimo il miglioramento continuo della qualità dei servizi erogati e delle performance dell’Ente. In questi mesi le linee essenziali del POLA sono state a lungo oggetto di confronto con le Organizzazioni Sindacali e di condivisione con tutto il management dell’Ente per traghettare, con il supporto di tutte le forze in campo, il Comune di Milano verso un’amministrazione più efficiente, attenta alle mutazioni dei tempi della città e del lavoro. “Questo provvedimento – spiega l’assessora alle Politiche del lavoro e Risorse umane Cristina Tajani – ci consente di passare dallo smartworking emergenziale ad una modalità lavorativa del tutto nuova all’interno della Pubblica Amministrazione, proponendo, primi in Italia, un nuovo modello di vivere e lavorare in una città a 15 minuti. Grazie anche alla collaborazione con il settore privato, che metterà a disposizione alcune sue sedi per i lavoratori del Comune, poniamo le basi per un approccio innovativo che ha impatti positivi sulla sostenibilità ambientale, sul miglioramento della qualità della vita e sulla conciliazione vita-lavoro dei nostri dipendenti”. Il POLA adottato dal Comune di Milano si articola in diversi piani complementari. La mappatura continua delle attività smartabili, al fine di individuare i dipendenti con mansioni idonee al lavoro da remoto, il cui numero è destinato a aumentare con la progressiva digitalizzazione delle procedure e dei processi di lavoro. Il ripensamento degli spazi, non più intesi come fissi bensì dinamici, grazie a un’offerta capillare di sedi su tutto il territorio cittadino, opzionabili su prenotazione dal lavoratore. In quest’ottica fondamentale è l’accordo stipulato con Assolombarda per la messa a disposizione di sedi di lavoro private da destinare al Lavoro agile per i dipendenti dell’Amministrazione. L’attività di formazione condotta su tutto il personale, sia per i profili manageriali sia per gli altri dipendenti. Per l’attuazione del POLA sarà fondamentale e toccherà le “soft skills” così come le altre competenze necessarie ad accompagnare l’evoluzione digitale. La nuova modalità lavorativa, infatti, non può prescindere dalla rilettura digitale dei processi interni all’Ente siano essi atti amministrativi, procedimenti contabili o di servizio. Il percorso include una fondamentale attenzione per l’innovazione tecnologica, a cominciare dall’adozione di un più ampio piano di cyber-security, per proseguire con la graduale sostituzione dei computer fissi con postazioni mobili costituite da laptop e cellulari e l’adozione di programmi per il lavoro condiviso e da remoto come sistemi di videoconferenze, sistemi di archiviazione in “cloud”, messaggistica condivisa etc. Un occhio particolare anche per la comunicazione interna, volta a favorire il senso di appartenenza del lavoratore anche in condizioni di lavoro da remoto. I primi effetti dell’applicazione del Piano organizzativo del Lavoro agile saranno effettivi già dal prossimo mese di settembre.

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Avviata l’erogazione dei buoni spesa per 12mila famiglie

Buoni spesa alimentari, il Tribunale di Milano ha respinto il ricorso proposto dall’Associazione Naga, non ravvisando alcun carattere discriminatorio delle delibere comunali di lancio dei bandi per la loro assegnazione. È quindi online sul sito istituzionale, consultabile al link, la graduatoria definitiva dei beneficiari, e il Comune può procedere con l’erogazione dei buoni rivolti alle persone bisognose e in particolare a quelle colpite dalla crisi socio-sanitaria dovuta alla pandemia da Covid 19. Si tratta di contributi da 300 euro nel caso di famiglie composte da un massimo di tre persone, o da 700 euro se più numerose. Verranno erogati, come già accaduto con i precedenti analoghi bandi, attraverso carta prepagata, in questo caso fornita da Postepay di Poste, oppure tramite applicazione per smartphone, fornita da Gruppo Pellegrini, a scelta del beneficiario. Le domande ammesse e finanziabili, raccolte attraverso il bando pubblico aperto tra febbraio e marzo scorsi, sono oltre 12mila. Tutti i beneficiari saranno contattati a breve dall’Amministrazione, in modo da ricevere le informazioni utili circa le modalità necessarie per ricevere il contributo. In caso si rendessero disponibili nuove risorse, l’Amministrazione procederà a finanziare altre domande. “Siamo molto soddisfatti – interviene l’assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti -. Innanzitutto, perché possiamo finalmente procedere con la distribuzione dei buoni, e anche perché la sentenza riconosce il grande lavoro svolto dall’Amministrazione in questo anno difficile, sia sul fronte del numero di famiglie raggiunte sia sulla correttezza della strategia che ci ha guidato, diversificando gli strumenti e le aree di bisogno e ricercando la massima inclusione. Grazie anche al confronto, che non è mai mancato, con il Terzo settore, stiamo valutando come estendere ulteriormente il fronte dell’intervento di aiuto alimentare e sociale”. Nel corso del 2020, attraverso un primo bando i cui termini sono stati successivamente riaperti, sono stati erogati in totale circa 21.200 buoni spesa. Ora la nuova tranche, che può contare su un budget di 5,879 milioni, parte del fondo nazionale destinato agli aiuti alimentari istituito quale misura di contrasto all’emergenza sanitaria. L’ammontare complessivo della quota attribuita al Comune di Milano, come disposto dal dl del 23 novembre scorso, è stata di 7,279 milioni: di questi, 1,4 milioni sono stati destinati al nuovo Dispositivo di aiuto alimentare, basato sull’erogazione di contributi ad enti del Terzo settore per l’acquisto e la distribuzione di generi alimentari alle fasce più deboli della popolazione. Il primo Dispositivo di aiuto alimentare era stato attivato l’anno scorso accanto ai bandi per i buoni spesa, come operazione complementare destinata a tutte le persone in grave difficoltà senza vincoli di residenza né di altro, da metà marzo a fine giugno, coordinato dall’ufficio della Food Policy nell’ambito di Milano Aiuta: attraverso i suoi dieci hub temporanei, sono state distribuite oltre 616 tonnellate di cibo, ovvero un equivalente di 1 milione e 600mila pasti, che hanno raggiunto 6mila nuclei familiari, e altre 76 tonnellate di cibo, per 152mila pasti equivalenti, distribuite attraverso gli hub stabili di quartiere.

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Arrestati due borseggiatori sudamericani

Ieri mattina la Polizia ha arrestato per furto aggravato in concorso due uomini, un cittadino cileno di 32 anni e un cittadino cubano di 28 anni, entrambi con precedenti per reati contro il patrimonio. Gli agenti della Squadra Mobile, durante un servizio di contrasto ai reati predatori in zona Città Studi, hanno notato i due malviventi camminare per strada con fare sospetto, l’uno a distanza dall’altro, scambiandosi continui cenni d’intesa. Giunti in via Melzo, il 32enne si è avvicinato nei pressi di un bar, mentre il complice è rimasto a distanza in chiara funzione di palo. Il cittadino cileno si è seduto ad uno dei tavolini del dehor, alle spalle di un cliente: dopo aver sistemato la propria giacca sulla sedia, il 32enne ha finto di attendere l’ordinazione e, inserendo un braccio nell’indumento appeso alla sedia, ha rovistato nelle tasche dell’ignara vittima, per poi asportarle il portafoglio. Consumato il furto si è allontanato in direzione di Viale Piave, dove si è ricongiunto col complice. Entrambi, convinti di non essere stati scoperti, si sono fermati per appropriarsi dei contanti e disfarsi del portafoglio, buttandolo sotto un’autovettura in sosta. I poliziotti della sesta sezione della Squadra Mobile, che invece avevano assistito all’intera scena, sono intervenuti arrestandoli in flagranza e recuperando il maltolto, poi restituito alla vittima.

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