29 Agosto 2022

Che cos’è il servizio pubblico?

Che cos’è il servizio pubblico? La domanda rubata  all’abate di Seyès serve a riportare all’attualità una domanda ringiovanita dalla cronaca. In due parole: Selvaggia Lucarelli ha trovato un nuovo avversario. Da qualche giorno attacca con tutta la forza della sua corazzata social i tassisti, in particolare milanesi. Non che serva chissà che lavoro d’indagine: le basta riportare le mille segnalazioni di disservizi o servizi inesistenti che le segnalano gli utenti di quello che dovrebbe essere un servizio pubblico. E già, perché se i taxi possono lavorare, usufruendo anche di parcheggi particolari, corsie preferenziali e quant’altro è perché hanno una licenza pubblica. Ma allora che cos’è un servizio pubblico? Perché in teoria i taxi dovrebbero garantire alcune cose: un esempio è il pagamento con il POS. Si dovrebbe poter usare sempre, anche perché per chi viaggia ormai è normale dall’India agli Stati Uniti. Ma in Italia molti ancora preferiscono evitarlo. Tanto da arrivare a litigare con i clienti, come successo a un australiano che si è visto pure rompere i souvenir. Si può pagare con il POS anche su sperdute isolette nel mondo, ma non in Italia a quanto pare. A meno di ogni volta non chiamare la Guardia di Finanza. Ma i tassisti sono potentissimi a quanto pare: le loro licenze non vengono mai messe a bando normalmente come dovrebbe accadere essendo in Europa. Nemmeno Draghi l’onnipotente e perfettissimo italiano ci è riuscito, segno forse che i poteri forti in Italia non esistono più. E così anche quando dovrebbero distribuirsi su tutta la città per garantire il servizio pubblico, i tassisti poi non si trovano. Perché dopo una partita di calcio o per un grande evento possono ricaricare i costi e fare più corse. Dunque se sbarchi all’aeroporto all’orario sbagliato ti attacchi al tram. Che però non c’è come il taxi. Allora Che cos’è il servizio pubblico? Perché così è il sogno di tutti: quando c’è da avere vantaggi sono per il pubblico, quando c’è da offrire un servizio allora siamo per la libera impresa. Il dubbio è se vale la pena che questo servizio valga la pena che rimanga pubblico. Perché siamo stati per tre anni con i pupazzi degli assessori impiccati agli alberi di Milano, segno che i tassisti sono evidentemente quantomeno infiltrati da paramafiosi e non è cambiato niente perché tanto poi i voti servono ecc ecc. Tanto vale togliere questa forza a quelli che si spera scimmiottino solo gli usi delle mafia e non ne siano parte strutturale. Privatizziamo del tutto i taxi. Perché così non è chiaro Che cos’è il servizio pubblico e la confusione su un concetto così importante rischia di causare danni ben peggiori di quelli provocati dai tassisti in rivolta.

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La mail per difendersi dai taxisti che rifiutano il POS

La mail per difendersi dai taxisti che rifiutano il POS. Perché ogni tanto siamo così concentrati nell’incazzarci come api affumicate da dimenticare che esistono spesso soluzioni ai nostri problemi: un esempio è la mail del Comune a cui ci si può rivolgere per chiedere giustizia, visto che i taxi sarebbero un servizio pubblico e dunque vincolati a rispettare determinati parametri nell’espletamento del servizio. Come ha fatto sapere Palazzo Marino: “A Milano si controlla. Nei primi 5 mesi del 2022 la Polizia Locale di Milano ha sanzionato 35 abusivi e 29 tassisti che non rispettavano prescrizioni. I cittadini possono scrivere a mta.disciplinaretaxi@comune.milano.it”. Ecco dunque la mail per difendersi dai taxisti che rifiutano il POS: mta.disciplinaretaxi@comune.milano.it può sembrare poco, ma grazie alle sanzioni disciplinari il tassista irregolare o arrogante come quello che ha incontrato il turista australiano di cui si è occupata anche Selvaggia Lucarelli, rischia la sospensione della licenza. Dunque zero guadagni. Un argomento che senza dubbio può esercitare una maggior pressione sulla categoria che annovera molta gente a cui non sembra minimamente interessare l’educazione e il rispetto degli altri. Sempre che non li tocchi sul portafoglio. Anche il bellicoso taxista che ha spaccato i souvenir al turista australiano non appena ha rischiato dieci giorni di sospensione si è trasformato subito in tenerone che spiegava la sua lunga storia di opere buone. Perché da cafone violento (basta vedere come svuotava la sua auto dai bagagli degli australiani) a chierichetto è un attimo. Basta toccarli sui soldi.

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Sanità, Giuliano (Ugl): “Affannosa ricerca di medici dall’estero è punto di non ritorno”

Sanità, Giuliano (Ugl): “Affannosa ricerca di medici dall’estero è punto di non ritorno”. “Quello che sta accadendo nella sanità italiana segna un probabile punto di non ritorno. L’affannosa ricerca di medici stranieri, da nord a sud, per colmare le carenze di personale negli ospedali certifica inequivocabilmente il fallimento delle politiche pensate ed attuate negli ultimi anni. I tagli scellerati ed indiscriminati che si sono succeduti hanno prodotto questo risultato. E, usando la saggezza popolare, una volta che i buoi sono fuggiti si cerca di chiudere la porta di una stalla vuota” dichiara il Segretario Nazionale della Ugl Salute Gianluca Giuliano. “Il problema di fondo – prosegue il sindacalista – non è la nazionalità dei professionisti ma la tenuta di un sistema che si sta sbriciolando a causa di una costante mancata programmazione”. Il Segretario della Ugl Salute dice ancora: “Attratti da migliori condizioni contrattuali, di progressione nella carriera ed economiche tanti medici italiani hanno deciso di andare a lavorare all’estero assottigliando sempre più le fila di chi si deve occupare della salute dei nostri concittadini. Ora cosa si pensa di fare? La Ugl Salute chiede da tempo l’abolizione del numero chiuso nelle università e di accrescere qualitativamente ed in termini pratici il percorso degli specializzandi troppo spesso usati come semplici passacarte per questioni amministrative o burocratiche. Loro possono essere una risorsa importante da sfruttare. Servirà poi una proposta che convinca i nostri medici emigrati all’estero a far ritorno in Italia adeguando gli stipendi alla media europea e pensando a delle agevolazioni fiscali e previdenziali. Ci preoccupa vedere nel pieno dell’agone elettorale poche proposte per la sanità, quasi che l’emergenza per il Covid sia un lontano ricordo. Non è così e per questo chiediamo a tutte le forze politiche di mettere al centro dei loro programmi elettorali gli operatori per una autentica rifondazione del SSN” conclude Giuliano.  

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