Alessandro De Chirico

Imbrattata la statua di Montanelli, condanna unanime del centrodestra, la sinistra tace

Durante la notte, è stata di nuovamente imbrattata da ignoti la statua di Indro Montanelli nei Giardini Pubblici. Gesto immediatamente condannato dai partiti di centrodestra mentre per ora non sono note reazioni del Sindaco Sala o della maggioranza che lo appoggia in Consigli Comunale. “Il buonismo della sinistra nei confronti degli ecovandali figli di papà ha come conseguenza questi continui atti vandalici in tutta la città” scrive infatti il Consigliere Comunale della lega Samuele Piscina, sottolineando “Milano merita rispetto e chi imbratta dovrebbe pagare caro e non essere coccolato” concludendo “Chiediamo, ancora una volta, al Sindaco Sala di porre fine al suo mutismo di fronte a questi continui soprusi. Milano merita un Sindaco che non lasci passare impunite questo tipo di azioni”. “Non mi aspetto la condanna dell’atto vigliacco da parte del PD” scrive invece il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale, auspicando “Confido invece che gli uomini della Questura stiano già visionando le riprese effettuate dalla telecamera installata qualche mese fa nei paraggi della statua dell’illustre giornalista per individuare i responsabili del gesto di cui manca la rivendicazione. Ho saputo che è stato firmato un ordine di ripulitura urgente. Mi auguro che ai responsabili dell’azione ne siano addebitati i costi” conclude De chirico. “Montanelli è stata una penna illustre del giornalismo italiano, fondamentale per la storia recente della nostra Nazione” sottolineano infine il Parlamentare Europeo, Carlo Fidanza e il Consigliere Comunale di FdI a Milano, Francesco Rocca, entrambi di Fratelli d’Italia, aggiungendo “la Giunta condanni il gesto, basta tollerare coloro che vandalizzano i monumenti in città” per poi concludere “Siamo nel centro di Milano e questo lassismo da parte del Comune è intollerabile!”. 

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De Chirico (FI): il presidente di Milano Ristorazione ci metta la faccia

“È passato quasi un anno da quando è stato nominato il nuovo presidente di Milano Ristorazione, Davide Vincenzo Dell’Acqua, dopo le dimissioni del predecessore, Bernardo Notarangelo, a seguito del ritrovamento di un bullone nel panino di un alunno e dei contrasti avuti con la vicesindaco Scavuzzo” lo scrive in una nota Alessandro De Chirico, capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale, precisando “Da allora non ho avuto modo di conoscere il nuovo presidente che, nonostante la tempesta dell’ultimo mese, ha preferito nascondersi anziché metterci la faccia e convocare una conferenza stampa per spiegare cosa stia succedendo”. “I sindacati riferiscono che si veda poco anche nella sede istituzionale, una volta a settimana a dir tanto. – continua l’azzurro,  sottolineando – Capisco perfettamente che la sua sia una nomina politica e che risponda direttamente alla maggioranza di Palazzo Marino, ma qui ne va anche della sua reputazione. Niente di personale, ma non sta facendo una bella figura. Perché non si tratta di strumentalizzare ciò che è accaduto, come vorrebbero far credere dalle parti del PD, qui c’è di mezzo la salute delle bambine, dei bambini e di tutti gli anziani che quotidianamente ricevono il pasto da Milano Ristorazione”. “Non penso che la soluzione sia revocare il servizio di refezione alla società del Comune – i bandi al ribasso non sono sinonimo di qualità e già oggi le scodellatrici vengono abbondantemente sottopagate – spiega il forzista – ma i milanesi pretendono rassicurazioni e trasparenza. Che non vuol dire nascondersi. Spero in uno scatto di dignità del presidente Dell’Acqua e che inizi a dirigere l’azienda come prevede il suo mandato e il relativo stipendio. Altrimenti si faccia da parte” Conclude De Chirico.

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De Chirico (FI): Tancredi risponda al Consiglio non ai giornalisti

“Apprendiamo dalle agenzia di stampa che l’Assessore Tancredi, dal palco del convegno ‘La Milano del futuro: un dialogo costruttivo’ organizzato da Assimpredil ANCE, ha dichiarato che la Procura della Repubblica ha acquisito qualche decina di fascicoli in merito a progetti di riqualificazione urbana analoghi a quelli già sotto inchiesta” lo scrive in una nota Alessandro De Chirico, Capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale in merito a quanto dichiarato dall’Assessore al’Urbanistica del Comune di Milano: “Abbiamo 5 procedimenti che interessano 15 funzionari. Abbiamo la percezione che da 5 salgano ulteriormente, abbiamo qualche decina di fascicoli acquisiti dalla Procura della Repubblica”. “Un mese fa presentai un’interrogazione – spiega il forzista –  cui lo stesso assessore mi aveva risposto in maniera elusiva e in un certo qual modo svilente dato il ruolo che ricopriamo all’interno dell’amministrazione comunale, lui di amministrazione trasparente e io di attento controllo. Lunedì ho ripresentato identica interrogazione per sapere quali sono i 150 progetti sotto la lente d’ingrandimento che il sindaco continua a ripetere come un mantra. Inoltre, ho chiesto di sapere tutti i progetti aventi il medesimo iter autorizzativo ora oggetto di revisione da parte degli uffici comunali e lo stato di avanzamento di ciascuno di questo tipo di iniziativa edilizia”. “Il luogo per dare certe risposte– sottolinea l’azzurro –  è il Consiglio comunale che rappresenta tutti i milanesi, comprese quelle famiglie che hanno investito sul loro futuro e sono preoccupati per la situazione che rischia di diventare drammatica. Anziché bacchettare– conclude De Chirico – gli altri su cosa sia giusto o non giusto fare con il moralismo ipocrita tipico della sinistra salottiera, Tancredi dia il buon esempio e venga a riferire in aula.

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Palazzo Marino: profumo di woke nell’aria

Voci di corridoio ci avevano riferito che, dopo lo scontro avvenuto in commissione, la Consigliera del PD Alice Arienta, si fosse chiarita con il Capogruppo di Forza Italia Alessandro De Chirico e avesse deciso di mettere una pietra sopra la questione. Il aula però l’impressione è stata che in realtà la volesse mettere sopra all’azzurro e a buona parte del genere maschile. Presa la parola la Consigliera del PD ha esordito ricordando di essere stata vittima insieme a una collega “di un attacco violento e aggressivo di stampo machista”.  Aggettivo quest’ultimo, che non ha nulla a che fare con il comportamento di De Chirico e che non testimonia certo a favore, se non della comprensione, almeno della mancata accettazione di quanto scritto nella lettera inviata dall’azzurro. Ha quindi proseguito ringraziando tutti quelli che le hanno manifestato solidarietà e vicinanza, spiegando poi di avere riflettuto su “come lanciare un messaggio contro l’odio e contro il linguaggio sessista” ribadendo implicitamente di non avere accettato la versione di De Chirico secondo cui il suo non era un attacco di stampo misogino, per poi trasformare questo singolo episodio in una rivendicazione di genere “si perché quello che è successo non è un fatto personale accaduta a me ma una vera violenza che in passato ad altre donne”. Dimenticandosi però di precisare che in alcuni casi le offese alle “altre donne” provenissero proprio da altre donne. “Nessuno può arrogarsi il diritto di zittire qualcuno” ha aggiunto la Arienta “tanto meno con modalità aggressive se rivolte ad una donna” (Se rivolte a un uomo si? Che ne è stato della parità di genere?) per poi rivolgersi a tutte le donne “Noi non possiamo più accettare di venire zittite, mai!” ribadendo che nessuno può zittire nessuno “ma a una donna è ancora più antipatico” (come sopra) sottolineando poi che “zittire è un tentativo di ricondurre la donna in un angolo così non nuoce visto che magari sta dicendo cose che magari infastidiscono”. E su questo “infastidiscono” ci soffermiamo un attimo, perché è evidente che l’Arienta ha capito benissimo che De Chirico fosse infastidito, non il perché. Non perché lei è donna, non per il ruolo che ricopre e nemmeno perché stava parlando, bensì per il fatto che lo stesse criticando per un comportamento tenuto anche da lei in passato. Cosa che si è ben guardata di dire. E’ l’ipocrisia che lo ha infastidito, non il sesso della sua interlocutrice. La consigliera del PD ha quindi fatto una condivisibile critica ai toni che a volte si usano in aula, creando un “ambiente tossico così che poi non si riesca più a discutere, a elaborare un pensiero a fare proposte” dicendosi quindi d’accordo con la Presidente Buscemi sul costituire una “Commissione sul Linguaggio d’Odio” per rendere le discussioni più gentili e “delicate”. La Consigliera ha quindi annunciato di avere organizzato un flah mob fuori da Palazzo Marino contro il linguaggio sessista e la violenza cui – purtroppo – probabilmente, viste le premesse, hanno partecipato solo esponenti di sinistra. In conclusione, Alice Arienta ci è sembrata sincera e realmente provata dall’accaduto. Ci sarebbe piaciuta di più se non avesse trasformato una disputa personale, in cui ha avuto una parte di responsabilità facendo la morale a De Chirico per un’azione compiuta anche da lei in precedenza, in una rivendicazione di genere dal sapore decisamente woke. Rivendicazione più che lecita, se corrisponde al suo pensiero, ma che avremmo trovato più credibile e adeguata se distaccata da questo singolo episodio con cui il sessismo, a nostro parere, non ha nulla a che fare.

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ATM punta a gestire la metro di Parigi. De Chirico (FI): quando punterà su Milano?

ATM France ha annunciato la partecipazione al bando per la gestione della metro automatica della linea 18 del Grand Paris Express in Associazione Temporanea d’Impresa con Egis, leader francese nell’ingegneria e nella gestione delle infrastrutture di trasporto. ATM ha inoltre presentato la propria offerta anche per la gestione di alcune linee bus della Petite Couronne, partecipando come unico soggetto. La notizia non è stata accolta con favore dal Capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale, Alessandro De Chirico, che ha dichhiarato in una nota “In un momento in cui il trasporto pubblico milanese non gode di buona salute l’Azienda dei Trasporti Milanesi dovrebbe concentrarsi sulla valorizzazione del TPL della Grande Milano” spiegando “I mezzi pubblici della nostra città, soprattutto di superficie, hanno frequenze di passaggio bassissime e sono pericolosi. Le corse vengono ridotte perché mancano e non si riescono a trovare nuovi conducenti che se vengono assunti, dopo pochi mesi di lavoro, si licenziano per andare nel settore privato. Anche in metropolitana la situazione non è migliore: i guasti sono continui e gli investimenti molto scarsi. Le scale mobili sono spesso danneggiate e gli ascensori fuori servizio. Recentemente sono stati fatti degli investimenti, sbagliati, nell’acquisto di tornelli che dovrebbero essere anti-scavalco totalmente inutili”. “Sarebbe bene che la società municipalizzata del Comune di Milano si preoccupasse seriamente degli investimenti da fare a Milano perché sono i milanesi a chiederlo. – ha aggiunto l’azzurro – Non vorrei che l’operazione francese sia il primo passo per poi fare entrare, con uno scambio di concessioni, RATP – l’azienda di trasporti parigina – nel board di ATM”. “Chiederò subito che della vicenda se ne discuta nelle commissioni Mobilità ed Enti Partecipati” ha concluso De Chirico.

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De Chirico Vs. Arienta: parole grosse e mezze verità

A tenere banco in questi giorni sono stati i commenti relativi all’accesa discussione avvenuta nel corso di una commissione online fra il Capogruppo di Forza Italia Alessandro De Chirico e la Consigliera del PD Alice Arienta. E’ necessario fare chiarezza sia su quanto avvenuto in commissione, sia su quanto accaduto in seguito perché, quello che traspare  – almeno dai titoli – di alcuni giornali e dai post di alcuni esponenti di sinistra, è che De Chirico avrebbe praticamente invitato l’Arienta ad andare a fare la calzetta per poi scusarsi pentito. Non è andata esattamente così. De Chirico, richiamato dalla Arienta perché stava partecipando alla commissione online mentre era in auto, si è inalberato e le ha risposto “vai ai giardinetti” non per invitarla a fare altro piuttosto che la consigliera, ma per ricordarle che in passato anche lei si era collegata dai luoghi più disparati (dal parco giochi dei bambini ad esempio, ma anche in bikini dall’isola d’Elba, sollevando il disappunto del Consigliere Enrico Marcora), cosa che ha ribadito nella lettera di scuse (per i toni non per i contenuti) che ha inviato alla Presidente del Consiglio Comunale Elena Buscemi “ho perso le staffe perché non accetto lezioni da chi si collega dalla spiaggia o dal parchetto” aggiungendo “Penso sia abbastanza inutile ricordare, nei quattro anni di commissioni online, gli assessori collegati dalla macchina di servizio, chi in bicicletta, chi alle prese con spadellamenti vari, chi indaffarato con l’aspirapolvere, chi appena uscito dalla doccia. Non mi sono mai permesso di dire nulla nei confronti di costoro”. I toni dicevamo: De Chirico ha sicuramente esagerato nei toni e con i termini e non lo nega “ieri sono stato protagonista di un episodio increscioso in cui ho perso le staffe e ho urlato contro le colleghe D’Amico e Arienta”  scrive infatti alla Buscemi, precisando però “Mi scuso per gli epiteti coloriti, ma non accetto che mi si voglia fare la morale senza prima farsi un esamino di coscienza”. Della forma si è quindi scusato l’azzurro, non per la sostanza, come hanno cercato di fare credere alcuni,  travisando prima quanto ha detto e poi quanto ha scritto. De Chirico è noto per le sue posizioni garantiste ed è uno strenuo difensore dei diritti di tutti, al punto di apparire a volte più progressista che liberale e nessuno di quelli che lo conoscono si sognerebbe mai di definirlo un misogino o un maschilista. Chiunque faccia politica a Milano lo riconosce come tale, anche a quelli che per puro tornaconto politico non hanno esitato a metterlo alla gogna scatenargli contro l’esercito di odiatori da tastiera che li seguono fedelmente. Eppure nemmeno le consigliere di sinistra si esprimono sempre come fossero allieve di Monsignor della Casa, lo ha ricordato De Chirico nella sua lettera “La collega Arienta nella precedente consigliatura fece una triste battuta dandomi del ciccione alla presenza della collega Tosoni che sottolineò l’uscita infelice” e anche la Consigliera della Lega Deborah Giovanati parlando di linguaggio d’odio “La Presidente (Buscemi ndr) dimentica che anche lei stessa incappò in un linguaggio inappropriato quando disse alla Consigliera Giovanati ‘metti via quelle cazzo di piantine’ donate dai bambini della scuola per Ciechi”. Insomma, evidentemente, secondo la sinistra, se si è dalla parte di quelli giusti (loro), si possono anche dire cose sbagliate a cuor leggero. Concludendo, non resta che citare Rino Formica: “la politica è sangue e merda” e, purtroppo, in casi come questo di sangue non ci sembra proprio di vederne.

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