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Decisamente prima il vaccino, poi le vacanze

Decisamente prima il vaccino, poi le vacanze. Siamo assolutamente d’accordo con il generale Figliuolo: in questa situazione l’idea di posporre la vaccinazione alle ferie è un’idiozia. Di fronte al virus bisogna essere pratici, mettendo in secondo piano questa sorta di diritto alle vacanze che pensiamo di avere. Il contratto di lavoro che comprende le vacanze non è la Costituzione e le ferie in agosto devono essere una possibilità, non un obbligo. Anteporre il cazzeggio estivo alla sicurezza sanitaria è quantomeno da superficiali, da persone che al massimo dovrebbero avere la responsabilità della vita di criceto. Con tutto il rispetto per i criceti. Le vacanze si possono organizzare in tanti modi, in tanti tempi diversi. La fissazione per trovarsi tutti insieme nella stessa spiaggia nella stessa settimana sembra quasi una psicosi collettiva data dalla società industriale novecentesca. In tutto il mondo si lavora e si va in vacanza in tanti modi diversi, in posti diversi, perché se da una parte fa freddo, dall’alta fa caldo. E tra l’idea di morire attaccati a un respiratore e la settimana agostana in riviera la scelta sembrerebbe facile, ma forse l’errore di comunicazione generale ha illuso la popolazione che adesso “il problema non c’è”. Cioè il virus non esisterebbe più. Continuano a morire persone, nel mondo si vedono stragi come in India e Brasile (sulla Russia è calato il silenzio) ma il pensiero medio sembra quello di Maccio Capatonda “che me ne frega a me, mica vivo in Brasile o India”. Esatto, proprio per questo dobbiamo essere felici che nonostante tutti i difetti viviamo in un Paese molto diverso da certi fenomeni tipo Bolsonaro. Perché là si salveranno solo i ricchi, mentre tra i poveri ci saranno morte e disperazione. Qui abbiamo tutta la fortuna, o forse il paradosso, che invece possono morire entrambi. Basta essere scemi. Perché l’idiozia è trasversale alle classi sociali. Quindi decisamente prima il vaccino, poi le vacanze. Oppure mettersi in fila tra i selezionabili per incapacità mentali.

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Gallera difende i medici e la Lega lo scarica

Gallera difende i medici e la Lega lo scarica. Negli ultimi giorni la polemica politica e sociale si concentra sulle parole di Giulio Gallera, assessore regionale al Welfare: il politico ha detto che la Lombardia è in ritardo sui vaccini, ma la causa in buona parte è la carenza di medici perché in questo periodo sono in vacanza. Per moltissimi è stata la dimostrazione dell’incapacità di Gallera e della giunta regionale di gestire l’emergenza vaccino. Su questo giornale però abbiamo contestato Gallera quando lo ritenevamo giusto, questa volta no: i medici lombardi, o meglio in servizio in Lombardia, hanno subito i turni più massacranti di tutta Italia dalla primavera a oggi. La seconda ondata infatti li ha travolti proprio mentre recuperavano le energie dei mesi del massacro. Ora avevano diritto e il dovere di riposare qualche giorno: senza personale sanitario in forma nessuno può dirsi al sicuro, perché dopo mesi di turni oltre le 12 ore al giorno non è possibile pensare di essere in forma. E’ già tanto se non cadono per terra svenuti. I direttori sanitari hanno avuto ricche prebende come effetto dell’emergenza Covid-19, è vero. Però tutti quelli sotto sono stati spremuti come limoni. E Gallera lo sa per questo Gallera difende i medici e la Lega lo scarica, perché i salviniani ormai lo considerano un problema se non “il” problema. Soprattutto in vista delle prossime elezioni, perché sarebbe perfetto come capro espiatorio: intestando a lui tutti gli errori, o almeno la maggior parte, la Lega si libera da un grosso peso come tutte le mancanze amministrative di Fontana. Ma riuscirà davvero a fare legna dell’albero Gallera? Perché l’assessore ha radici forti in Lombardia e nonostante la crisi di Forza Italia, resta politicamente uno dei pochi pezzi pesanti degli azzurri. Rimuoverlo, come hanno imparato le opposizioni, è molto difficile. Persino per gli alleati.

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Tempo di vacanze, cosa fare se vi succede un incidente sciistico?

Durante il periodo natalizio in molti approfitteranno dei giorni festivi per recarsi presso località di montagna e dedicarsi allo sci alpino. Questa attività sportiva comporta una molteplicità di rischi, il più delle volte determinati dalla condotta tenuta sulle piste. Ogni sciatore, al fine di non arrecare danni ed evitare di incorrere in responsabilità, deve avere un comportamento prudente e diligente e ad indossare (per i minori di 14 anni) il casco da sci. Nello svolgimento della pratica sciistica, gli eventi dannosi nei quali si può rimanere coinvolti, oltre alle cadute accidentali, possono ricondursi a condotte, qualificabili (a seconda del rilievo penale o civile che assumono) o come reato o come illecito civile ed essere addebitabili al gestore dell’impianto oppure ad un altro sciatore. Lo scontro maldestro tra sciatori è certamente l’evento di più frequente accadimento e, qualora sia riconducibile alla negligenza, impudenza ed imperizia di uno dei soggetti coinvolti, chi ne subisce le conseguenze dannose potrà attivarsi al fine di tutelare i propri diritti ed ottenere il risarcimento dei danni subiti. Molto spesso ad avere la colpa è chi con comportamento negligente cagiona danno ad altri (ad esempio per il mancato rispetto delle distanze, a causa della eccessiva velocità o di un comportamento imprudente). Qualora avvenga uno scontro tra sciatori la responsabilità andrà provata. Ciascuno avrà l’onere di provare che l’accaduto è riconducibile al comportamento dell’altra parte. Affinché uno degli sciatori coinvolti sia liberato dalla presunzione di colpa concorrente di cui all’art. 2054, comma 2, c.c., è necessario l’accertamento che la condotta di questi sia stata del tutto estranea alla causazione del sinistro stesso. Lo sciatore avrà l’onere di provare, al fine di superare la presunzione di colpa concorrente, di aver fatto tutto il possibile per evitare l’incidente, ossia di aver tenuto una condotta regolare. Infatti, l’accertamento del comportamento colposo di uno dei conducenti non basta per attribuirgli la colpa esclusiva dell’incidente, essendo a tal fine necessario che l’altro fornisca la propria prova liberatoria. Il danneggiato potrà fare valere il proprio diritto al risarcimento danni e risulterà applicabile la normativa dettata dalla cd. legge sulla pratica dello sci (legge n. 363 del 24/12/2003). Tale legge all’art. 9 prescrive che ogni sciatore deve tenere una condotta che, in relazione alle caratteristiche della pista ed alla situazione ambientale, non costituisca pericolo per l’incolumità altrui. Il successivo art. 10 prescrive che lo sciatore a monte deve mantenere una direzione che gli consenta di evitare collisioni o interferenze con lo sciatore a valle (tali regole corrispondono in realtà al decalogo FIS, le quali risultano essere internazionalmente riconosciute). In caso di concorso di colpa ognuno degli sciatori coinvolti dovrà corrispondere un risarcimento pari alla metà del danno subito dall’altro. Ricostruire la dinamica di un incidente sciistico non è cosa semplice, soprattutto in assenza di testimoni e quando nessuna delle parti è intenzionata ad assumersene la responsabilità. L’accertamento del comportamento colposo di uno dei conducenti è necessario e va provato (ad esempio con il verbale redatto dalle forze dell’ordine o con prova testimoniale). In caso di incidente sciistico ed al fine di individuare le responsabilità, sarà opportuno chiamare i soccorsi, recarsi eventualmente in ospedale, raccogliere materiale fotografico e le generalità di ulteriori utenti presenti in pista per future testimonianze. Anche le forze dell’ordine eventualmente intervenute sul luogo dell’incidente potranno identificare gli sciatori coinvolti ed avvalersi dei testimoni presenti per chiarirne la dinamica e le responsabilità. Qualora il responsabile fosse coperto da polizza assicurativa verso terzi, sarà quest’ultima a pagare i danni causati dal proprio assicurato e a risarcire il danneggiato. Diversamente, sarà il responsabile dell’incidente ad adempiere direttamente all’obbligo di risarcimento dei danni (è consigliabile a tutti gli sciatori di informarsi con il gestore dell’impianto, sulle specifiche condizioni offerte dall’assicurazione sci e dall’assicurazione giornaliera). Il danneggiato potrà agire per il risarcimento di tutti i danni patiti a causa del sinistro e potrà ottenere anche il risarcimento del danno biologico, così come accertato da un medico legale, distinguendo tra inabilità temporanea (la riduzione della capacità durante il percorso di guarigione) e inabilità permanente (le menomazioni fisiche non più perfettamente guaribili). A ciò si aggiungeranno anche i danni patrimoniali derivati dalla (forzata e prolungata) incapacità lavorativa, oltre al rimborso di tutte le spese determinate dall’incidente (è fondamentale documentare in maniera adeguata le perdite subite, come anche tutte le eventuali spese sostenute). I danni in caso di incidente sciistico causato da una cattiva manutenzione della pista saranno invece addebitabili al gestore dell’impianto. Il contratto di skipass è un contratto vero e proprio e viene stipulato tutte le volte in cui l’utente compra un biglietto per utilizzare gli impianti di risalita di una stazione sciistica. Se prima dell’introduzione del contratto di skipass la responsabilità del gestore era di tipo extracontrattuale ora invece è di tipo contrattuale. Ciò determina una serie di vantaggi per il danneggiato. Nella responsabilità contrattuale non spetta infatti al danneggiato dimostrare il danno ed il nesso causale (dovrà solo essere dimostrato che l’incidente si sia verificato sulla pista), ma anzi spetta al proprietario dell’impianto dimostrare che l’incidente sia stato conseguenza di una causa a lui non imputabile, diversamente sarà tenuto al risarcimento dei danni per inadempimento.

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Il rischio delle vacanze

Il rischio delle vacanze. Le ultime notizie riferiscono di un incidente in Valchiavenna in cui due turisti austriaci hanno perso la vita. Praticavano il canyoning, ovvero il viaggio attraverso le mille anse e pozze dei canyon creati nei secoli da uno dei tanti torrenti alpini. La dinamica è ancora da chiarire, ma resta il fatto che vadano a sommarsi alle vittime delle vacanze. Spesso si tratta di persone che non rispettano gli avvisi: esistono diversi percorsi anche affascinanti nelle valli lombarde per chi pratica torrentismo, ma sono praticabili in sicurezza da chi ha un’esperienza e una competenza sviluppata in anni. Per gli improvvisati è una trappola in attesa di scattare. Non abbiamo trovato statistiche, ma sono decine i morti che in estate affollano le cronache per questo motivo: gente che si lancia in nuotate da record con il fisico da sollevatore di polemiche. Chi fa questo o quello chiaramente sconsigliato da cartelli, avvisi e annunci. Cosa porta l’essere umano a non rispettare poche semplici regole volte a farlo sopravvivere più a lungo possibile non è dato saperlo. Ma è un fatto, per fare un altro esempio: tutte le estati polizie di tutti i tipi avvertono di non mettere le proprie foto in ferie sui social network perché spesso sono delle cartine informative per gli svaligiatori di appartamenti. Nonostante tutti gli sforzi, regolarmente le foto di mare sole e luoghi ameni affollano tutti i canali possibili. Così come poi si affollano le denunce per furto chiedendo a gran voce giustizia per i propri averi in mano ormai a qualche ladro. E’ il rischio delle vacanze, bellezza.  

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Aprono il tendone Vacanze a Milano e la centrale operativa per l’assistenza alle persone più fragili

Una centrale operativa unica in via San Tomaso per gestire le richieste di intervento, diverse attività ricreative e il tradizionale tendone di Vacanze a Milano in piazza del Cannone. Parte la seconda fase del Piano socialità del Comune di Milano che si occupa di monitorare e assistere le persone più fragili che, complici il caldo e le vacanze estive dei familiari, possono trovarsi in difficoltà o sentirsi più sole. Quest’anno l’Assessorato alle Politiche sociali e abitative coinvolgerà nella realizzazione del piano anche i comitati inquilini delle case popolari. Ai 78 Comitati delle case di proprietà comunale gestite da MM e alle 23 Autogestioni l’assessore Gabriele Rabaiotti si è rivolto direttamente con una lettera proponendo una collaborazione più stretta nel monitoraggio delle persone più fragili che vivono nei complessi di edilizia residenziale pubblica al fine di segnalare eventuali situazioni di difficoltà per favorire l’intervento tempestivo dei servizi sociali territoriali. La stessa comunicazione è stata indirizzata ai comitati inquilini delle case ALER. Alla lettera è allegato anche il programma delle attività ricreative del piano. “Crediamo moltissimo – dichiara l’assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti – nella collaborazione virtuosa tra cittadini e istituzioni per la buona riuscita del piano socialità che quest’anno vedrà un’azione di sensibilizzazione molto più forte nelle case popolari, dove spesso si concentrano le fasce più fragili della popolazione. Quello messo in campo dal Comune di Milano è uno dei piani contro la solitudine e per la socialità più robusti realizzati in Italia, con il coinvolgimento di oltre mille operatori pubblici e privati”. Tutto pronto anche per Vacanze a Milano in piazza del Cannone, dove è stato allestito il tradizionale tendone dedicato a chi trascorrerà l’estate in città. Musica, balli, tornei di carte, cabaret, gare di poesia e giochi a premi sono alcune delle attività che verranno organizzate sulla pista, ampia 450 metri, fino all’1 settembre, dalle 15 alle 23. In via San Tomaso sarà allestita una centrale operativa che coordinerà l’assistenza domiciliare. Da qui gli assistenti sociali, gli operatori e i tirocinanti del Celav (Centro di mediazione al lavoro) inseriti nell’organico dell’Assessorato alle Politiche sociali e abitative per contribuire al piano della socialità valuteranno le richieste e attiveranno gli interventi necessari. Per richiederli basta telefonare al numero 800 777 888 attivo dalle 8 alle 19, sette giorni su sette. Durante la prima fase del piano socialità, partita ad inizio giugno, sono state già 4.524 le prestazioni erogate, tra cui la consegna dei pasti, il supporto per la cura della casa e della persona, l’accompagnamento alle visite mediche, il sostegno relazione. Si tratta di un importante incremento rispetto allo stesso periodo dello stesso anno, quando le prestazioni richieste e fornite erano state circa tremila. Il Comune rivolge inoltre un’attenzione particolare anche ai senza dimora che possono trovarsi in difficoltà a causa delle alte temperature. Oltre alle unità mobili notturne e diurne che il Comune mette in campo, in collaborazione con le associazioni del Terzo settore, per monitorare la situazione di chi rifiuta l’accoglienza nei centri, è attivo il numero 0288447646 per le segnalazioni da parte dei cittadini. Palazzo Marino è inoltre convenzionato con una decina di centri diurni attrezzati affinché chi non ha una casa possa avere un posto dove stare al fresco, usufruire dei servizi igienici, delle docce e mangiare. Anche quest’anno, oltre all’assistenza domiciliare, verranno garantite una serie di attività sociali per coinvolgere chi resta in città durante l’estate. Si svilupperanno, ad esempio, percorsi tematici, visite guidate (visita a Casa Boschi Di Stefano, passeggiate botaniche a Villa Lonati, percorso nei parchi con le GEV, navigazione sui navigli) e gite (al Castello di Bardi, a Chiavenna, a Castello di Varzi). Saranno messe a disposizione, inoltre, alcune centinaia di ingressi gratuiti per i cinema e le piscine, organizzati pranzi e diverse iniziative in collaborazione con il servizio dei custodi sociali. Rimangono aperti anche ad agosto 25 centri socio-ricreativi che, oltre allo svago per i 15mila soci, mettono a disposizione per oltre 600 cittadini posti per pranzi, cene, merende e pomeriggi danzanti. Presso la sede dell’Assessorato (ingresso da via Palermo), infine, tutte le mattine, si distribuiranno latte e giornali.  

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Aperte le iscrizioni a case vacanza e centri estivi

Aprono giovedì 4 aprile, alle 12, le iscrizioni per le Case Vacanza e i Centri estivi della Scuola Primaria; le domande potranno essere presentate esclusivamente online fino alla mezzanotte del 5 maggio. Lo fa sapere il Comune. I soggiorni presso le Case Vacanza di Andora, Ghiffa, Marina di Massa, Pietra Ligure, Vacciago e Zambla Alta si terranno dal 10 giugno al 30 agosto (con turni di 12 giorni) e possono iscriversi bambini e ragazzi dai 4 ai 14 anni che hanno frequentato Scuole dell’Infanzia, Primarie e Secondarie di I grado nell’anno scolastico 2018/2019. Per conoscere i progetti estivi nelle Case Vacanza è previsto un open day domenica 7 aprile, dalle 11 alle 18, al Padiglione Tommaseo del Parco Trotter con anche laboratori e uno spettacolo dedicato ai bambini che accompagneranno i genitori. Quarantuno saranno le scuole che ospiteranno i Centri Estivi delle Primarie che saranno attivi dal 12 giugno al 23 luglio e a cui possono iscriversi bambini che hanno frequentato nell’anno scolastico 2018/2019 le Scuole Primarie di Milano o che sono residenti a Milano e hanno frequentato Primarie dell’hinterland milanese. Tre i periodi per i quali è possibile fare richiesta di iscrizione: dal 12 al 21 giugno, dal 24 giugno al 5 luglio e dall’8 al 23 luglio. La piattaforma di prenotazione sarà accessibile solo agli utenti in regola col pagamento dei servizi di refezione scolastica (anni 2015/2016, 2016/2017, 2017/2018 e rate già scadute 2018/2019) e pre/post scuola (anni 2016/2017, 2017/2018 e 2018/2019). Le famiglie insolventi potranno accedere solo dopo aver sanato la loro posizione, entro e non oltre il 15 aprile.

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