1 Aprile 2020

Gallera: negli ultimi venti giorni siamo riusciti a non dare al virus corpi di cui nutrirsi, dobbiamo continuare così!

“Siamo in una situazione che anche oggi si conferma positiva rispetto ai dati“, ha esordito oggi l’Assessore Gallera, aggiungendo un monito, “sarebbe folle vanificare tutto… capiamo che rimanere in casa, soprattutto per quelli che hanno bimbi piccoli è faticoso”, ma, “è stato stare in casa che ci ha portati a vedere una luce in fondo al tunnel”, per questo, “davanti a messaggi venuti dal Governo che sembravano allentare la tensione abbiamo reagito” perché questo potrebbe portare a una situazione in cui, con il passare dei giorni la gente ne approfitti e“si creino le condizioni perché riparta la diffusione del virus” a causa del venire a mancare del distanziamento sociale necessario a bloccarlo: “siamo riusciti negli ultimi venti giorni a non dare al virus corpi di cui nutrirsi, dobbiamo continuare così!“. “I dati di oggi evidenziano 44.773 casi positivi“, un aumento di 1.571 casi, superiore a quello di ieri, “ma oggi sono stati processati 7.392 tamponi, contro i circa 3.000 di ieri“, quindi percentualmente i positivi si sono ridotti. Infatti, i ricoverati sono solo 44 più di ieri, nulla in confronto a quando “si cresceva di alcune centinaia” di ricoverati al giorno, mentre le terapie intensive intensive impegnate aumentano di 18, per un totale di 1.342, “si riduce quindi anche la pressione su di esse”. “Anche il dato dei dimessi è in linea con ieri e anche quello dei deceduti rimane costante sulla linea di leggero abbassamento di ieri“. “In tutti i presidi ospedalieri – ha aggiunto – abbiamo una riduzione degli accessi ai pronto soccorso e dei ricoverati. Siamo in una fase in cui rallenta la crescita, anche sulla città di Milano, nonostante il dato che la riguarda sembri essere in controtendenza“. Infatti, 611 dei nuovi positivi sono stati individuati in provincia di Milano, “un dato sicuramente in incremento rispetto a ieri”, ma, “stiamo tamponando molto il personale sanitario”e delle RSA, una platea che si ampia” dove vi sono molti positivi asintomatici che vengono semplicemente mandati a casa in quarantena. Milano città con 159 nuovi casi è invece in linea con ieri. Gallera ha quindi concluso dicendo, “continuiamo in una fase di positività, anche se la curva non flette ancora verso il basso”, un obiettivo cui contribuirà l’inizio delle attività, “delle unità di assistenza sul territorio che ieri hanno effettuato 72 visite a Milano”. Dati Lombardia: casi positivi 44.773 (+ 1.571), ricoverati  11.927 (+44), in terapia intensiva 1342 (+18), dimessi e in isolamento domiciliare 23.911, deceduti: 7.593 (+ 394). Tamponi effettuati: 121.449. Prvincia di Milano 9.522 (+611) csi positivi, di cui 3815 (+159) in Città.  

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Ieri 10.727 controlli e 275 denunce

Nella giornata del 31 marzo, a Milano, le forze dell’ordine hanno eseguito 10.727 controlli a persone, denunciandone 275. Lo ha comunicato la Prefettura, precisando che le persone indagate per false dichiarazioni sono state 2. “I controlli a esercizi pubblici sono stati 4.993 – si legge in una nota – con 5 titolari denunciati“

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Piscina: “Sala dorme sulle aree verdi”

Piscina: “Sala dorme sulle aree verdi”. “Mi risulta difficile comprendere con quale logica il Sindaco Sala, la vicesindaco Scavuzzo e l’Assessore Maran abbiano interdetto con il nastro bianco-rosso solo poche aree verdi nella nostra città, dimenticandosi di tutte le altre”, interviene Samuele Piscina, Presidente del Municipio 2 di Milano. “Nonostante l’ordinanza regionale che proibisce l’accesso ai parchi, ai giardini e alle aree gioco, ogni giorno riceviamo numerose segnalazioni dai cittadini rigorosi che dal proprio balcone vedono assembramenti negli spazi verdi, specialmente nelle aree cani e in quelle site lungo il naviglio Martesana”. “Non è sufficiente chiudere i parchi recintati! Nel pieno dell’emergenza Coronavirus, il Sindaco dovrebbe prestare maggiore attenzione alla propria città e scoraggiare con ogni mezzo i cittadini a uscire di casa, se non per validi motivi come previsto da decreti e ordinanze. Plaudo i sindaci di Messina e di Bari che, seppur di schieramenti politici diversi, si stanno realmente occupando delle proprie città e dei cittadini. Sala, invece, continua a fare le cose a metà, limitandosi ad apparire sui social network. Qualche giorno fa, insieme all’Assessore regionale Stefano Bolognini, abbiamo chiesto al Prefetto un maggior dispiego di Forze dell’Ordine lungo il Martesana, ma non è stato sufficiente. Tanto che avevo chiesto al Sindaco di aderire all’iniziativa avanzata dai comuni dell’hinterland che avevano disposto la chiusura dei loro tratti di ciclovia, ma ancora una volta Sala è risultato non pervenuto!”. “Chiedo con fermezza al Sindaco di chiudere con nastri, o utilizzando modalità ritenute migliori, tutte le aree cani e le aree gioco del Municipio e della città, nonché i principali accessi della ciclovia Martesana disponendo presidi fissi delle volanti, utilizzando quel 70% del corpo della Polizia Locale che inspiegabilmente è stato lasciato in congedo dal Comune. Molti cittadini o non conoscono i divieti o non vogliono seguirli. In ogni caso, è compito del primo cittadino farli rispettare”. “È l’ennesimo suggerimento che i Municipi danno al Comune che purtroppo sembra agisca solo quando incalzato. Tra le tante, ricordiamo la sospensione di area B, C, delle strisce blu e delle multe, nonché la chiusura dei parchi cintati, la sospensione delle rette dei servizi cittadini e le iniziative di aiuto alla popolazione con la spesa a domicilio, tutti progetti realizzati su suggerimento della Lega e del centrodestra, ma attuate con colpevole ritardo dl primo cittadino. Sala ci chiarisca – chiosa il Presidente leghista – se sia in grado di fare il Sindaco e se abbia il polso della situazione, perché dalle segnalazioni che ci giungono e dall’immobilismo che notiamo, non sembra proprio”.

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La solidarietà appesa alle finestre di Milano

La solidarietà appesa alla finestre di Milano. Letteralmente. Dalle finestre di Milano in questi giorni sono spuntati dei sacchetti o borse appesi alle finestre e calati in strada con un cartello: chi può metta, chi non può prenda. Un invito da sconosciuto a sconosciuto a condividere le risorse primarie, perché si tratta di piccoli depositi di cibo per chi è più in difficoltà. Una mano tesa verso chi ad esempio non ha nemmeno una casa dove ripararsi che mostra letteralmente la solidarietà appesa alle finestre di Milano. In questi giorni gesti come questi permettono a tutti di ricordare quanto di buono ci sia ancora nel cuore delle persone e dei milanesi: ormai è persino difficile contare le numerosissime donazioni di tutti i tipi, come è difficile contare il numero di lombardi che hanno perso una persona cara ma riescono a supportare genitori, parenti, amici e sconosciuti. Abbiamo registrato alcuni che hanno deciso di sospendere l’affitto per le aziende o per i privati cittadini senza nessuna prospettiva di rimborso da Comune, Regione o Stato: lo hanno fatto perché si sta diffondendo un nuovo sentimento insieme alla coscienza che nulla è più come prima, le persone sembrano più propense a volersi bene. Non ci si vede più solo come potenziali concorrenti per un posto sotto l’ombrellone posizionato meglio, ma come parte di una stessa comunità in difficoltà e che può sopravvivere solo se rimane unita. I legami sociali discioltisi stanno tentando di rinsaldarsi con tanti piccoli e grandi gesti, come un semplice sacchetto con dentro frutta pane e verdura.

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De Corato: autonomi e occupanti abusivi usati da Sala per consegnare pasti

“È davvero grottesco che il Comune legittimi i centri sociali, quelli che odiano la Polizia e gestiscono il racket delle occupazioni abusive solo perché portano la spesa agli anziani“, attacca Riccardo De Corato, Assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia, “Non è accettabile che questi individui, che riempiono i loro siti di sproloqui contro la legalità e idee sovversive, siano autorizzati a inserire nei loro volantini il numero 020202 del comune di Milano“ “E’ del tutto evidente – continua De Corato – che si tratta di una mossa per ottenere legittimazione istituzionale, visto che potrebbero benissimo fare volontariato, così come fanno altre centinaia di persone in questi giorni di grave emergenza, senza dover per forza mettere il cappello del comune all’iniziativa“, spiegando, “Nella Milano in cui è proibito uscire e circolare è stato dunque dato un pass speciale ad individui dei centri sociali, che, nelle loro sedi abusive, confezionano derrate alimentari”. “Un’arroganza che, in ogni caso, non si ferma qui – continua De Corato – Oggi, infatti, sulla loro pagina Facebook, Comitato Autonomo Abitanti  Barona, quelli del racket delle case Popolari minacciano velatamente un giornalista che si è permesso di criticarli e gli “suggeriscono”, in modo autoritario e sgradevole, di NON FARE IL POLIZIOTTO“. “Ritengo – conclude De Corato – che il Comune non possa far finta di non sapere e auspico che il Sindaco Sala prenda immediatamente una posizione di distacco netto perché il volontariato è una cosa seria e non può certo sventolare bandiere di rivolta sociale o agire in modo propagandistico, soprattutto se fatto in nome di un’istituzione“.  

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In Fiera la più grande terapia intensiva d’Italia

A pochi giorni dall’entrata in attività, si è svolta ieri la conferenza stampa di presentazione dell’ospedale allestito in Fiera, nel corso della quale Ezio Belleri, il direttore generale del Policlinico di Milano che la gestirà, ha sottolineato: “E’ una struttura ospedaliera a tutti gli effetti, non un ospedale da campo” e ospiterà “il più grande reparto di terapia intensiva d’Italia”. L’ospedale, ha aggiunto, “rappresenta uno strumento fondamentale per combattere la battaglia contro il Covid” e “a regime vedrà impiegati 200 medici, 500 infermieri e altre 200 figure professionali”. “E’ una grande sfida”, “un risultato inimmaginabile” frutto di “uno sforzo enorme” e “siamo fieri di gestire una struttura che non ha eguali”. Nella fase iniziale, ossia tra domenica e lunedì, “si parte con 24 posti” e quando sarà completato il “primo blocco, si arriva poi a 53 posti” e la seconda e terza fase porteranno ad avere altri 104 e 48 letti di terapia intensiva, per un totale di circa 200 posti,  ha spiegato Belleri . “Le decisioni su quali pazienti andranno in questa struttura – ha chiarito – verranno prese dal coordinamento regionale“. In una fase iniziale “la struttura prenderà i pazienti che non trovano letti in altre strutture“, ma poi successivamente potrebbero essere anche trasferiti nel nuovo centro pazienti di altri ospedali. All’inizio era stato detto che i posti di intensiva in Fiera sarebbero stati 400, oggi invece è stato spiegato che saranno la metà, 200: “i posti inizialmente sono stati definiti 400 perché fondazione fiera – ha spiegato il presidente della fondazione Enrico Pazzali – aveva disegnato un layout da 400 posti, ma era un ospedale da campo“, poi grazie al confronto con colleghi come il gruppo di Bertolaso “abbiamo raffinato il progetto” che “è stato cambiato in corsa 5 o 6 volte“. Con i suoi 200 posti, comunque, “credo che – ha concluso Pazzali – sia il reparto di intensiva più grande in Italia e credo d’Europa“. “Abbiamo fatto una promessa e l’abbiamo mantenuta“, è invece stato il messaggio inviato dal Guido Bertolaso attualmente ricoverato al San Raffaele. Un ospedale “specialistico“, ha scritto, che potrà essere “replicato a livello nazionale e internazionale“. “Fiero di essere italiano, quando il Paese chiama io rispondo“, ha aggiunto Bertolaso, spiegando che quanto realizzato non è  “un ospedale da campo, non è un lazzaretto“, ma una struttura specialistica che mette al centro “la figura del paziente“, “in tempi inconsueti e insperati“. E la scelta di Fontana di farlo “ha assunto un carattere esemplare“. E ancora: “al grido di aiuto dell’Italia si risponde, anche se con rischi a cui sapevo che avrei potuto andare incontro“.

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