7 Febbraio 2021

Assembramenti, quelle truppe schierate per niente in Centrale

Assembramenti, quelle truppe schierate per niente in Centrale. A sollevare la questione è un membro delle forze dell’ordine che ci ha inviato due foto con una domanda: “Cosa stanno a fare lì l’Esercito e la Polizia locale?” Perché quello che si vede nella prima foto sembra un assembramento di persone. Assembramento che dovrebbe essere vietato per evitare il propagarsi del virus. Però c’è e proprio a due passi dall’imponente schieramento di forze davanti alla Centrale. Un paradosso di questi tempi. E’ vero che in Lombardia pare sia passato l’ordine di non calcare troppo la mano con i controlli su una popolazione già molto provata dalla crisi, ma forse non serve per forza sanzionare per evitare gli assembramenti. Perché quelle truppe schierate per niente in Centrale sorprendono gli stessi agenti delle forze dell’ordine. Forse ci potrebbe essere un uso migliore per donne e uomini in divisa perché le emergenze non mancano, ma è pure vero che in Centrale un presidio fisso è stato chiesto a gran voce dalla politica locale. Dunque come risolvere il dubbio sull’utilità di quelle truppe? Perché se non si possono pressare eccessivamente esercizi commerciali e cittadini in giro per un motivo o per l’altro, magari si possono fornire risposte anche agli operatori della sicurezza che stanno dando tanto in questo anno di pandemia. Senza il contributo tanto dell’Esercito quanto di tutte gli altri donne e uomini in divisa che dallo scorso febbraio sono sempre rimasti in prima linea come i medici sarebbe stato tutto più difficile. Erano per le strade proprio come ci sono ancora sia con presidi fissi come in Centrale che di pattuglia o in giro a portare medicinali e spese a chi non poteva uscire. Oggi ci inviano queste foto con un certo disappunto, sperando che da Palazzo arrivi qualche risposta che spieghi qual è la loro strategia generale.

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Sala: Regione Lombardia ha l’annuncite

Non bisogna cadere “nel rischio dell’ annuncite che noi vediamo oggi in Regione Lombardia, dove ogni giorno è un annuncio. Noi non siamo quelli, non serve, non sentiamo l’ansia di dover ogni giorno far sentire che ci siamo, che siamo vivi, saranno vive le nostre idee prima di noi”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, nel primo evento online di ‘Milano Unita’, realtà che nasce come percorso unitario delle forze della sinistra e dell’ecologismo, in vista delle elezioni comunali del 2021. “Probabilmente rivinceremo – ha aggiunto a proposito delle comunali -. Di avversari forti in questo momento non ce ne sono, ma sicuramente ce ne saranno, perché come è sempre stato, il centrodestra candiderà un avversario competitivo, ma abbiamo la possibilità di essere riconfermati visto che l’esperienza di questi cinque anni è stata positiva”. ANSA

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Covid: 1.923 nuovi casi e 50 decessi

A fronte di 36.092 tamponi effettuati, sono 1.923 i nuovi positivi nelle ultime 24 ore in Lombardia (5,3%). Diminuiscono i ricoverati in terapia intensiva (-5) e nei reparti (-9) mentre i morti sono stati 50 (totale complessivo: 27.395). I dati di ieri: i tamponi effettuati: 36.092 (di cui 24.823 molecolari e 11.269 antigenici) totale complessivo: 5.852.056 i nuovi casi positivi: 1.923 (di cui 82 ‘debolmente positivi’) i guariti/dimessi totale complessivo: 472.266 (+1.766), di cui 3.226 dimessi e 469.040 guariti in terapia intensiva: 354 (-5) i ricoverati non in terapia intensiva: 3.540 (-9) i decessi, totale complessivo: 27.395 (+50) I nuovi casi per provincia: Milano: 515 di cui 230 a Milano città; Bergamo: 146; Brescia: 369; Como: 105; Cremona: 38; Lecco: 78; Lodi: 35; Mantova: 81; Monza e Brianza: 218; Pavia: 145; Sondrio: 37; Varese: 100.

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Delpini alla Mangiagalli: no alla mentalità abortista

La giornata nazionale per la Vita viene celebrata “per dire il nostro impegno a contrastare gli ostacoli, gli impedimenti, le avversità che rendono difficile vivere e generare vita: le condizioni sociali, la mentalità abortista, la paura delle responsabilità, l’insofferenza di fronte alla fatica di vivere e di prendersi cura dei fratelli e delle sorelle che chiedono aiuto”. E’ questo il messaggio che l’arcivescovo di Milano Mario Delpini ha deciso di portare oggi, alla vigilia della giornata, nella sua visita al Centro di Aiuto alla Vita (CAV) che si trova alla clinica Mangiagalli. Un messaggio che ha messo nero su bianco in una lettera rivolte alle mamme e ai papà, ai volontari e agli operatori “per invocare la libertà di vivere, la libertà di generare vita per gli uomini e le donne che si amano”.  “Ci dedichiamo, là dove possiamo, all’impresa di aggiustare il mondo: tocca noi tutti insieme!” ha aggiunto monsignor Delpini, che oltre a celebrare la messa nella cappella Santi Innocenti con don Giuseppe Scalvini, ha deciso di benedire le primule, simbolo della vita nascente, e assistere alla scopertura della targa in ricordo di Paola Chiara Marozzi Bonzi, fondatrice del CAV Mangiagalli, scomparsa nell’agosto 2019. “Celebriamo questa Giornata per far pervenire un messaggio di gratitudine alle mamme e ai papà che offrono alla loro famiglia e alla nostra società un futuro, con la loro gioia, con la loro generosità e perciò affrontano di buon animo anche prove e tribolazioni. Per questo – ha concluso – offriamo le primule che annunciano la nuova primavera”. ANSA

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Al San Raffaele il farmaco Anakinra riduce la mortalità

L’anti-infiammatorio Anakinra, usato per il trattamento dell’ artrite reumatoide, riduce la mortalità dei malati gravi di Covid-19 in modo significativo, se dato in fase precoce della malattia, a differenza di un altro anti-infiammatorio, il tocilizumab, sperimentato nei mesi scorsi. Lo indica uno studio dell’ospedale San Raffaele di Milano, pubblicato sulla rivista Lancet Reumathology. La ricerca, coordinata da Lorenzo Dagna e Giulio Cavalli, ha messo a confronto l’efficacia di due diversi tipi di anti-infiammatori su pazienti con forme gravi di Covid-19: anakinra (inibitore dell’Interleuchina IL-1), e tocilizumab e sarilumab (inibitori di IL-6). E’ così emerso che, a differenza di questi ultimi, solo con anakinra si ha una riduzione sostanziale della mortalità, ma se dato tempestivamente ai pazienti. “I tassi di mortalità del Covid-19 sono in buona parte associati all’emergere, nei pazienti con forme gravi della malattia, della cosiddetta sindrome da tempesta citochinica, uno stato iper-infiammatorio caratterizzato da una risposta immune eccessiva e dannosa”, spiega Dagna. “Fin dall’inizio si è ipotizzato che le citochine più coinvolte nel processo infiammatorio fossero IL-1 e IL-6 – continua – I primi tentativi di trattamento si erano concentrati sull’inibizione di IL-6, soprattutto attraverso la somministrazione di tocilizumab”, che però ha mostrato di avere una scarsa efficacia. Il San Raffaele è stato il primo istituto a testare anakinra, farmaco utilizzato abitualmente per l’artrite reumatoide e altre gravi malattie infiammatorie. La ricerca dimostra inoltre l’importanza di intervenire in fase precoce, quando i danni della malattia sono ancora contenuti. ANSA

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All’ospedale in Fiera prove sui tempi vaccinazioni

Dalle 9 alle 18 ieri e oggii: sono questi i tempi per fare, all’ospedale in Fiera di Milano, la seconda dose del vaccino anti-covid a circa 2.360 soccorritori. Una prova che servirà a capire quali sono i tempi tecnici in vista della fase 2 della campagna vaccinale. “Cronometreremo i tempi dall’inizio al termine della singola somministrazione – aveva spiegato nei giorni scorsi Guido Bertolaso, consulente della Regione Lombardia per la campagna vaccinale – per capire il totale del numero di vaccini che si riesce ad effettuare nelle 24 ore”. Il lavoro, al secondo piano dell’ospedale in Fiera, è dunque regolarmente partito ieri mattina alle 9 senza resse e senza file. Il percorso è chiaro e ben evidenziato. Le persone arrivano accolte dal servizio d’ordine gestito dalla protezione civile. Viene loro data l’informativa, attendono in una grande sala di fare l’accettazione, cioè di venire registrate, poi vengono indirizzate in uno delle quattro ‘stecche vaccinali’, quattro parallele in ciascuna delle quali possono essere eseguite 4-5 vaccinazioni in contemporanea. Ad eseguirle personale sanitario del Policlinico, ma anche di Areu e associazioni, mentre sono farmacisti e infermieri del Policlinico a preparare i vaccini. Poi all’uscita le persone vaccinate consegnano il consenso informato e vengono tenute in osservazione un quarto d’ora prima di andarsene. ANSA  

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