11 Ottobre 2023

Manifestazione in piazza Mercanti a Milano pro Palestina

“Non vogliamo pace. Vogliamo vivere sulla nostra terra, che ci è stata tolta. Vogliamo giustizia”. È uno dei discorsi pronunciati in piazza Mercanti, martedì pomeriggio, durante la manifestazione organizzata dai giovani palestinesi in Italia, in solidarietà col popolo palestinese e contro Israele. Una manifestazione a lungo incerta sul luogo e l’orario, alla fine svoltasi in un luogo centrale della città, dopo varie trattative tra gli organizzatori e la prefettura, mentre il sindaco di Milano Beppe Sala chiedeva che il concentramento non si tenesse in piazza Scala, davanti alla sede del Comune. E proprio Sala è finito tra le contestazioni nei discorsi dei palestinesi, per la scelta del consiglio comunale di esporre la bandiera di Israele e quella della pace a Palazzo Marino. “Il sindaco si stringe a chi più gli somiglia per ipocrisia”. Più numerosi gli attacchi a Israele, considerato dai manifestanti uno “stato terrorista e fascista”, accusato di bombardare i campi profughi dei palestinesi e di tenere come in prigione 3 milioni di persone sulla striscia di Gaza, che Israele abbandonò a metà degli anni Duemila unilateralmente. Visto da qui, l’attacco sferrato sabato all’alba (giorno di festa per gli ebrei) da Hamas, che controlla politicamente e militarmente la striscia di Gaza, è un atto di resistenza, sebbene il mondo sia stato colpito dalla brutalità dell’invasione di persone armate, dai rapimenti, dall’atrocità scoperta nel kibbutz di Kfar Aza, dove sono stati trovati bambini con la testa mozzata. La situazione resta incandescente: continuano i bombardamenti su Gaza, mentre il premier israeliano Netanyahu mantiene l’intenzione di un’offensiva totale sulla striscia.

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I dati sugli incidenti a Milano: nel 2022 7.783 schianti con 44 vittime e quasi 10mila feriti

Più di venti schianti al giorno. Quasi un morto a settimana. A Milano nel 2022 – stando ai dati elaborati da Automobile club d’Italia e Istat – gli incidenti sono stati 7.783 con 44 morti e 9.865 feriti, rispetto alle 34 vittime e ai 9.286 feriti dei dodici mesi precedenti. Sotto la Madonnina e nell’hinterland si sono invece verificate 12.613 collisioni che hanno causato 100 morti e 16.101 feriti. Nei dodici mesi del 2022 in tutta la regione si sono registrati 28.786 incidenti stradali, che hanno provocato 37.912 feriti e 402 morti. “Le statistiche mostrano così un ritorno dell’incidentalità stradale ai livelli del 2019, prima della pandemia”, hanno sottolineato da Aci Milano in una nota. A livello nazionale nella provincia di Roma è stato registrato il più alto numero di pedoni morti, 56, seguita da Milano con 24, Napoli con 23 e Torino con 18. Nella provincia di Padova il più alto numero di ciclisti morti, 10, seguita da Udine con 9 e Milano, Venezia e Ravenna con 8. In Italia dei 16 morti su monopattino, 4 sono concentrati nella provincia di Milano, 3 nella provincia di Roma e 2 nella provincia di Torino. “Tra le cause principali degli incidenti stradali al primo posto c’è sempre la guida distratta e l’utilizzo del cellulare, la velocità e il mancato rispetto della segnaletica stradale”, ha rimarcato Geronimo la Russa, presidente di Automobile Club Milano, nella cui competenza rientrano anche le province di Monza-Brianza e Lodi. “Dopo avere analizzato questi dati è facile rendersi conto che dobbiamo percorrere ancora molta strada in termini di prevenzione e innalzamento dei livelli di sicurezza. Oltre ai devastanti drammi umani, questa situazione comporta enormi sprechi con elevati costi sociali per la collettività. Occorrono più formazione e informazione, più consapevolezza da parte di tutti gli utenti della strada, migliore gestione della circolazione e più controlli”, ha concluso.

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Samuele Piscina (LEGA): “Tigli tagliati, Sala ambientalista solo a convenienza. Dimissioni Grandi subito”

“Proprio ieri ci siamo recati con le commissioni consiliare verde e cultura, insieme a centinaia di cittadini, per dire no all’abbattimento dei tigli di piazza Baiamonti. Proprio le associazioni hanno raccolto ben 52mila firme per la salvaguardia di quelle piante. Oggi, i tigli sono stati abbattuti senza che il Sindaco Sala e l’Assessore Grandi abbiano battuto ciglio”, evidenzia Samuele Piscina, Consigliere comunale milanese e Segretario cittadino della Lega. “Alla faccia della politica green della sinistra Milanese! Mi sembra evidente che mai nessuno come questa amministrazione stia abbattendo alberi in città e che, nel contempo, non ne stia piantumando a sufficienza per sopperire alla netta diminuzione. Allo stesso modo, il Sindaco non incentiva il recupero delle aree cementificate abbandonate, permettendone la parziale riconversione a verde, e i pochi alberi che piantuma li lascia morire”. “Delle 2 almeno una (o entrambe): o il Sindaco Sala è ambientalista solo e unicamente quando gli conviene, o l’Assessore al verde Elena Grandi, disconosciuta dagli stessi Verdi, sta facendo un lavoro pessimo e allora è doveroso invocarne le dimissioni. Il verde è un bene pubblico e i cittadini, oltre che il Consiglio Comunale che si era già espresso all’unanimità sul tema con un Ordine del Giorno a mia prima firma, devono essere ascoltati, nonostante i deliri d’onnipotenza del Sindaco”.

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Salario minimo, Consiglio regionale Lombardia boccia la mozione delle opposizioni

Il centrodestra in Regione Lombardia dice no al salario minimo legale. La maggioranza ha bocciato, ieri pomeriggio in Consiglio regionale della Lombardia, la mozione presentata in modo unitario da Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Alleanza Verdi e Sinistra e Patto Civico che intendeva sostenere le ragioni della misura a tutela della giusta retribuzione del lavoro e la difesa dei lavoratori più deboli. Il testo chiedeva a Regione Lombardia di attivarsi nei confronti di Governo e Parlamento affinché venisse approvata con urgenza una legge sul salario minimo. Nicola Di Marco (capogruppo M5S Lombardia): “Quella del centrodestra è una scelta in linea con le politiche del governo nazionale, che sul tema ha preferito prendere in giro gli italiani, nascondendosi dietro il Cnel di Brunetta. In questi giorni centinaia di migliaia di cittadini stanno sostenendo la raccolta firma attiva in tutta Italia, per l’introduzione del salario minimo. Da trent’anni a questa parte gli stipendi medi degli italiani scendono, mentre in Europa salgono. E questo anche senza considerare gli aumenti senza precedenti dei quali siamo tutti vittime da quando il centrodestra è al governo. È evidente che gli strumenti ad oggi a disposizione non sono sufficienti per consentire a milioni di italiani di non vivere in povertà, motivo per cui serve una legge sul salario minimo”. Secondo il consigliere regionale del Pd Matteo Piloni: “Gli stipendi sono fermi da anni mentre l’inflazione galoppa e in Lombardia, dove il costo della vita è maggiore, la situazione si fa sempre più pesante. Ci sono quasi due milioni di lombardi che guadagnano poco più di mille euro al mese, una cifra con cui è molto difficile far quadrare i conti. Il lavoro va pagato il giusto, lo dice anche l’Unione Europea quando sostiene l’adozione del salario minimo, ma il centrodestra continua a dire di no, sulla pelle di tante persone, soprattutto giovani e donne che, pur lavorando non guadagnano a sufficienza”. Intervenuti nel corso del dibattito anche i Consiglieri regionali Luca Paladini (Patto Civico) e Michela Palestra (Patto Civico): “Il salario minimo ristabilisce un principio di giustizia sociale fondamentale: i lavoratori hanno diritto a una vita dignitosa. In Italia sono più di tre milioni le persone che rimangono povere pur lavorando. Nel fronteggiare la crisi economica e le povertà emergenti dobbiamo sostanziare il principio della giusta retribuzione, rilanciando anche lo strumento dei contratti collettivi nazionali e la rappresentatività dei sindacati”. Onorio Rosati (AVS) conclude: “Votando contro questa mozione, la Giunta Fontana e la maggioranza di Destra gettano la maschera. Nonostante esista anche in Lombardia un grande problema salariale che determina un crescente numero di lavoratori poveri la Giunta Fontana e la maggioranza di destra in Consiglio regionale bocciano la mozione che chiedeva alla regione di farsi parte in causa sul tema del salario minimo, nei confronti del Governo. Molti lavoratori anche nella nostra regione, infatti, non riescono ad arrivare alla fine del mese così come ad adempiere a tutti gli obblighi relativi alla vita quotidiana come pagare le bollette o l’affitto e, ancora una volta, quest’aula si è dimostrata sorda davanti a queste istanze. Basterebbe poco per capire che, anche in Lombardia e nel nostro Paese, non ci possa essere una crescita economica se non accompagnata da un consistente aumento di salari”.

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