29 Marzo 2021

Promos Italia presenta a Cosenza il piano per l’internazionalizzazione delle imprese

Promos Italia presenta a Cosenza il piano per l’internazionalizzazione delle imprese. Aiutare le imprese a raggiungere i mercati globali, favorire l’attrazione degli investimenti esteri sul territorio e incrementare i flussi turistici internazionali, sono gli obiettivi del Piano di sviluppo per l’Internazionalizzazione presentato il 25 marzo, presso la sede della Camera di commercio di Cosenza, da Promos Italia, l’Agenzia nazionale del sistema camerale per l’internazionalizzazione, che ha sede a Milano. Si rivolge alle imprese del territorio locale. Lo ha presentato il direttore di Promos Italia, Alessandro Gelli, alla giunta camerale, presieduta da Klaus Algieri . La Camera di Commercio di Cosenza è socia di Promos Italia dallo scorso mese di luglio e Promos Italia ha aperto proprio a Cosenza la sua unità locale a servizio del Mezzogiorno. All’interno del Piano di Sviluppo sono previste azioni per promuovere l’export tradizionale e l’export digitale, attività di accompagnamento all’estero precedute da export check up, corsi di formazione, percorsi per operatori turistici per promuovere la meta Calabria a livello internazionale. Per il presidente Algieri, “Diamo un contributo importante al processo di internazionalizzazione delle nostre imprese e alla valorizzazione dell’immenso patrimonio naturalistico e culturale del nostro territorio”. “Il nostro obiettivo – spiega Alessandro Gelli, direttore di Promos Italia – è mettere a disposizione delle imprese i migliori strumenti per rafforzare o sviluppare i processi di internazionalizzazione e per valorizzare al meglio le eccellenze del territorio”.

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Periferia Nord Ovest di Milano: dove le promesse di Sala vanno a morire

Uno dei bollettini medici che vorremmo leggere ogni giorno, per capire cosa aspettarci da Palazzo Marino, è quello sull’andamento dell’ossessione per le periferie di Sala. A occhio pare che il paziente sia perfettamente guarito, ma magari possiamo confidare in una ricaduta. Soprattutto perché gli effetti di questa completa remissione sono devastanti per chi vive nei quartieri più lontani dai Navigli. In particolare se ci mettiamo una atavica inerzia della Sovrintendenza. Ce ne parla il Consigliere di Municipio Franco Vassallo nella veste di fotoreporter (sono sue tutte le immagini di questo articolo): “Il rispetto per la storia e l’architettura di Milano è una cosa fondamentale. Però andrebbe contemperato con due elementi altrettanto importanti: il pragmatismo e il bene comune. In una città che ha fame di case, con prezzi che non si sono mitigati eccessivamente nemmeno durante la pandemia, ha senso salire sugli scudi per difendere luoghi come Cascina Case Nuove? Non è una domanda provocatoria, è importante il passato. Ma anche il futuro della città. A proposito di futuro, l’ex Mercato Comunale del QT8 giace nel degrado più profondo. In un quartiere, come questo che avrebbe bisogno di servizi di prima necessità, anche per aiutare gli anziani. Invece, per la fame del Comune di oneri di urbanizzazione preferiamo lasciare nel degrado le grandi strutture piuttosto che lasciare che il privato le riqualifichi. Pare che Sala non abbia perso l’abitudine di ignorare qualsiasi cosa sotto le dimensioni dello Stadio, lasciando che i territori si sviluppino senza servizi, purché ci siano parchi e aiuole. C’è poi la questione infinita del Palasharp, sullo sfondo. Chiuso da dieci anni e sede del tendone di fortuna adibito a moschea, è chiaro che non si possa pensare di lasciarlo a decadere. Però siamo sempre là, non si viene incontro a chi costruisce, caricando su di loro le politiche faraoniche di Sala e domandandosi come mai nessuno scommetta davvero su superfici così grandi. Completano la carrellata l’ex scuola elementare di Lampugnano e l’ex istituto Marchiondi. Aspettiamo i tempi infiniti della burocrazia. Sperando che, prima o poi, anche l’ultima carta venga timbrata a dovere e la Milano operosa possa tornare a produrre.”

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Vanno a fuoco le palazzine liberty di viale Molise

Il primo a segnalarlo ieri notte è stato Francesco Rocca, capogruppo di Fratelli d’Italia nel Municipio 4, scrivendo sulla sua pagina Facebook “vasto incendio presso gli edifici in stile Liberty di proprietà Sogemi (Comune di Milano), ha svegliato diversi residenti”. “Lo scorso 7 marzo – ha ricordato Rocca – denunciavamo al Prefetto, al Questore e al Sindaco di Milano la grave situazione di degrado e insicurezza presso le palazzine”. Sempre su Facebook, sull’episodio è intervenuto anche il Presidente del Consiglio di Municipio 4, Oscar Strano, che si è rivolto al sindaco scrivendo: “Un suggerimento a Beppe: recupero di tutti gli immobili comunali dismessi. Tipo le Palazzine Liberty di Viale Molise, occupate e lasciate allo sfascio. Alla ex Scuola di Via Zama, occupata da balordi; Il Ponte Piano a Ponte Lambro”, per poi concludere chiedendosi “Quando inizierà a fare il Sindaco il nostro Sindaco?”.

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Rallentano Bitcoin ed Ethereum

Rallentano Bitcoin ed Ethereum. Un piccolo crollo per ora, ma che ha subito stoppato la corsa ripartita nei giorni scorsi. Salgono invece Zil, Stellar Lumens, Sol, Dash e Trx. In sostanza si è ribaltata la situazione di ieri in cui invece erano queste ultime le crypto valute in discesa mentre Bitcoin ed Ethereum parevano lanciati verso nuovi record. Invece ora il Bitcoin sta sui 46mila euro con segno negativo, così come l’Ether che viaggia verso il basso galleggiando sopra il 1470 euro.

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Ci occupiamo del Teatro?

Ci occupiamo del Teatro? Perché al momento lo stanno facendo gli attori ed è un bene, ma occupando un teatro che è un male. Allora ci occupiamo del Teatro? La crisi come sempre è un’opportunità di cambiamento da sfruttare per i cuori coraggiosi e oggi ci vuole coraggio. Allora per non lasciare come sempre che la corda si continui a tirare, tanto vale tagliarla: cambiamo il sistema della cultura. Perché al momento i teatri come il Piccolo assorbono milioni di contributi pubblici per produrre contenuti artistici evidentemente non troppo di interesse, perché altrimenti non ne avrebbero bisogno. Non c’è nulla di male chiariamolo, ma come in altri campi i sistemi nati con buone intenzioni, si sono incancreniti generando distorsioni. La cultura deve essere alla portata di tutti, ma ciò non vuol dire che tutti i cittadini siano obbligati a pagare le tasse per sostenere “professionisti della cultura”. Intendiamo cioè quelli che sono grandi in Italia grazie a una serie di consolidate amicizie che gli garantiscono posti ben pagati dai soldi pubblici, ma che fuori dai confini potrebbero giusto lavorare nel teatro della parrocchia. Oggi possiamo cambiare questo sistema. Potremmo ripensare la logica dei luoghi di cultura a partire proprio dal Teatro: la lirica è uno dei pochi campi culturali in cui Italiano si può ancora scrivere maiuscolo e il teatro può essere cuore della società come lo è per le civiltà mediterranee da migliaia di anni. Ad Atene nei teatri si decidevano le sorti dei personaggi più in vista, si votava. Oggi andiamo a vedere spettacoli spesso…vogliamo dire “non capiti dalla maggioranza”? Se ci occupiamo del Teatro ora, pensandolo non come un lusso necessario, ma come un nuovo centro pulsante del pensiero, forse non avremmo nemmeno bisogno di pagare milioni per godere dei frutti di un settore liberato dall’assistenzialismo pubblico. Le note di Verdi hanno aiutato a cacciare gli austriaci, le nuove opere libere potrebbero rilanciare l’Italia più di miliardi di mancette. Per Milano abbiamo già parlato di un’idea sul tema, ma speriamo che sia solo un sassolino che dà il via a una valanga.

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Covid: 3.520 casi e 75 decessi

Covid: 3.520 casi e 75 decessi. Con 43.334 tamponi eseguiti, sono 3520 i nuovi positivi in Lombardia, dunque una percentuale dell’8,1%. Sono leggermente diminuiti i ricoverati in generale: + 16 in terapia intensiva (dove sono 868) e – 55 negli altri reparti (7069). Sono invece 75 i decessi, che portano il totale da inizio epidemia a 30.462. Per quanto riguarda le province, ci sono stati 1146 casi a Milano, 601 a Brescia, 327 a Bergamo, 277 a Mantova, 212 a Pavia, 164 a Monza, 154 a Como, 152 a Cremona, 134 a Varese, 124 a Lecco, 95 a Sondrio e 57 a Lodi.

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